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Dimensionamento scolastico. FLCGIL: nessuna scuola senza DS e DSGA, istituti da 850 alunni, tranne per aree colpite da sisma
red - La FLCGIL ha elaborato una proosta relativamente ai criteri di dimensionamento scolastico elaborati dal Governo Berlusconi. Nel Decreto Istruzione è stata introdotta una novità che punta ad una decisione condivisa tra Stato e Regionisui criteri del dimensionamento. Su quali criteri? La proposta della FLCGIL
I criteri adottati dal Governo Berlusconi hanno condotto ad una soppressione di circa mille scuole, alla forzata costituzione di Istituti comprensivi, all’esubero di DS e DSGA, alla esistenza di molte scuole prive di DS e DSGA. Criteri che si basavano su un dimensionamento per le scuole sotto i parametri di 600 e 400 alunni.
Nel frattempo, una sentenza della Corte costituzionale, la 147/2012, ha messo in forte dubbio molti dei cardini di tale ipostazione, costringendo l'attuale Governo ad intervenire nel Decreto istruzione. Secondo il testo che al momento è al vaglio del Parlamento, i criteri per il dimensionamento e, di conseguenza, individuazione dirigenze e sedi direttori servizi generali e amministrativi, saranno definiti con un accordo in Conferenza unificata Stato-Regioni. Ma senza "nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica".
Sulla questione è intervenuta la FLCGIL che ha propsoto delle modifiche ai criteri per l'individuazione delle scuole oggetto di ridimensionamento.
Innanzitutto, il motto che ha accompagnato la proposta è :"Non uno (istituto scolastico) di meno rispetto all’anno in corso", che tradotto in soldoni significa 9131 istituzioni scolastiche, delle quali, però, più di un migliaio risultano prive di DS e DSGA.
E qui il secondo principio della proposta del sindacato: nessuna scuola dovrà più rimanere senza DS e DSGA.
La proposta entra nel concreto quando viene indicato nel numero di 850 alunni al netto delle scuole delle piccole isole, dei comuni siti in comunità montane e in aree con specificità linguistiche. Criterio che non dovrà interessare le scuole colpite da sisma.
La proposta per punti:
nessuna scuola deve rimanere priva di DS e DSGA evitando come cosa sommamente negativa l’esistenza di una Istituzione Scolastica Autonoma (ISA) da dare a reggenza. Tale eventualità va contemplata solo in caso di mancanza di DS da nominare in ruolo o per utilizzazioni in altri compiti;
facendo perno su questa priorità occorre individuare un ragionevole parametro medio regionale che può essere di 800 alunni per istituzione scolastica anche differenziato fra scuole di primo ciclo e scuole di secondo ciclo, al netto delle scuole site nelle zone colpite dal sisma, nelle piccole isole, nei comuni siti in comunità montane e in aree a specificità linguistiche;
evitare la costituzione di istituti con un numero altissimo di plessi che interessano moltissimi comuni;
tenere conto della densità abitativa per apportare gli opportuni correttivi;
ripristinare ove necessario le scuole primarie e le scuole secondarie di primo grado assicurando la continuità fra le scuole di uno stesso territorio;
istituire scuole dell’infanzia e primarie quanto più vicine possibile all’utenza onde evitare i disagio dei trasporti e dell’accompagnamento;
istituire Istituti comprensivi solo dove sarà assicurata una effettiva continuità didattica dove, ad esempio, a cinque classi di scuola primaria corrispondano tre classi di secondaria (un ciclo vero e continuo di otto anni);
assicurare la presenza di istituti secondari di secondo grado secondo le specificità culturali ed economiche legate al territorio (alberghieri, artistici, agrari, areonautici, nautici);
procedere al nuovo dimensionamento attraverso un dibattito vasto e coinvolgente di tutti i soggetti interessati e perciò distenderlo nel tempo anche in tappe annuali che durino un triennio a partire dal 2013-14 (è negativo che si pensi di considerare come già avvenuto un primo dimensionamento a partire dal 2102-2013 perché fatto con parametri incostituzionali);
dare seguito al tavolo di concertazione auspicato dal Governo fra Stato e Regioni affinché la leale collaborazione che deve caratterizzare il loro operato eviti di creare situazioni che vanno al solo discapito dell’utenza e del personale scolastico;
rispettare la tempistica delle procedure (approvazione dei piani entro il 31 dicembre) e contemporaneamente coinvolgere al massimo tutti gli interessati;
programmare la rete scolastica su base triennale per darle stabilità. Tale stabilità è indispensabile sia per istituire l'organico funzionale di scuola (art. 50 decreto sviluppo) sia per mettere a punto un piano di investimenti sull'edilizia scolastica e sui trasporti.
Edited by redrose - 14/1/2014, 11:21.