I.T.P. INSEGNANTI TECNICO PRATICI

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    Repubblica choc: in classe gli Itp stanno a guardare!



    v9sa

    di Alessandro Giuliani
    17/11/2013
    Il quotidiano romano sostiene che il ministro Carrozza sarebbe in procinto di riformare tecnici e professionali rimodulando le materie settimanali: l’obiettivo è eliminare il “numero elevato di insegnanti tecnici ‘in compresenza’ che, in alcuni istituti, semplicemente non servono. Fanno solo lievitare i costi”. Col risultato “di avere in classe un docente laureato che continua a fare il lavoro che ha sempre fatto e un docente tecnico che sta a guardare”. Ogni commento sul vero ruolo degli Itp, sull’importanza nelle scuole del ‘fare’ quanto si apprende a livello teorico, appare superfluo. Anche il Miur prende le distanze: nessuna riforma in atto.
    Sta facendo discutere la rivelazione di Repubblica sulla ipotetica volontà del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, di voler rivedere la formulazione degli insegnamenti degli istituti tecnici e professionali. In particolare, per il quotidiano romano sarebbe ormai impellente l’esigenza di eliminare le copresenze dei docenti teorici con gli Itp, gli insegnanti tecnico pratici che conducono le esercitazioni in laboratorio.
    Con una formulazione a metà tra il semplicistico e il luogo comune, il cronista giustifica anche le intenzioni che sarebbero state espresse dal titolare del dicastero di Viale Trastevere: in talune classi sarebbe il caso di “rimuovere le ridondanze e i vuoti (entrambi) creati dalla riforma Gelmini. Con la Gelmini – sostiene ancora il quotidiano - si è ridisegnato il quadro orario degli istituti tecnici nel nome dei tagli alla spesa riducendo drasticamente le ore di materie di indirizzo e inserendo nell’organico un numero elevato di insegnanti tecnici ‘in compresenza’ che, in alcuni istituti, semplicemente non servono. Fanno solo lievitare i costi”.
    Sempre nell’articolo vengono riportati degli esempi forniti da alcuni docenti. “Nel corso Costruzioni, territorio, ambiente (ex geometri) – continua Repubblica - sono previsti insegnanti in compresenza per informatica, fisica, chimica, tecniche di rappresentazione grafica, estimo, tecnologia delle costruzioni e impianti, topografia”. La conclusione è, almeno per un addetto ai lavori, davvero sconvolgente. “Bene, il risultato è quello di avere in classe un docente laureato che continua a fare il lavoro che ha sempre fatto e un docente tecnico che sta a guardare”.
    Con chiosa finale che trova anche i colpevoli delle mancate risorse fornite scuola per far aggiornare tutti i docenti. “Questa sovrapposizione negli anni si è rivelata inutile e ha sottratto risorse ai corsi di aggiornamento, per le discipline tecniche fondamentali, e all’acquisto di strumentazione tecnica adeguata”.
    Ogni commento appare superfluo. Qualsiasi persona che conosce la scuola superiore italiana e la strutturazione della didattica degli istituti tecnici e professionali sa bene che le cose non stanno così. Lo sa bene anche il ministro Carrozza, la cui portavoce “ ha precisato che all'ordine del giorno del ministro non c'è la riforma degli istituti tecnici e professionali”.


    Riforma istituti tecnici e professionali e cancellazione delle compresenze ITP: non è nell'agenda del Ministro Carrozza




    red - Il Ministro Gelmini ha introdotto le compresenze per le materie tecniche e professionalizzanti, il Ministro Carozza vuole eliminarle. Questo il senso di un articolo apparso su Repubblica.it. La portavoce del Ministro Carrozza ha però affermato che una riforma degli istituti tecnici e professionali non è nell'agenda del Ministro Carrozza.

    L'articolo Istituti tecnici, la Carrozza studia la riforma: si parte dal nuovo orario pubblicato su Repubblica.it il 16 novembre, annnciava una nuova riforma degli istituti tecnici e professionali, a partire dal quadro orario e dalle compresenze.

    Nello stesso articolo, qualche ora dopo, è stato introdotto il seguente trafiletto, che spiega tutto "La portavoce del ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ha precisato che all'ordine del giorno del ministro non c'è la riforma degli istituti tecnici e professionali."

    Dunque nel bene e nel male la riforma Gelmini prosegue il suo cammino.

    Ma alcuni contenuti dell'articolo stesso meritano di essere approfonditi, a salvaguardia del lavoro svolto giornalmente dagli ITP, Insegnanti Tecnico Pratici nelle scuole ad indirizzo tecnico e professionale. Si afferma nell'articolo " Il ministero sotto Maria Chiara Carrozza sta articolando una riforma che, come primo passo, deve rimuovere le ridondanze e i vuoti (entrambi) creati dalla riforma Gelmini. Con la Gelmini si è ridisegnato il quadro orario degli istituti tecnici nel nome dei tagli alla spesa riducendo drasticamente le ore di materie di indirizzo e inserendo nell'organico un numero elevato di insegnanti tecnici “in compresenza” che, in alcuni istituti, semplicemente non servono. Fanno solo lievitare i costi.

    Un esempio, segnalato dagli stessi docenti. Nel corso Costruzioni, territorio, ambiente (ex geometri) sono previsti insegnanti in compresenza per informatica, fisica, chimica, tecniche di rappresentazione grafica, estimo, tecnologia delle costruzioni e impianti, topografia. Bene, il risultato è quello di avere in classe un docente laureato che continua a fare il lavoro che ha sempre fatto e un docente tecnico che sta a guardare. Questa sovrapposizione negli anni si è rivelata inutile e ha sottratto risorse ai corsi di aggiornamento, per le discipline tecniche fondamentali, e all'acquisto di strumentazione tecnica adeguata. "

    L'affermazione secondo la quale gli insegnanti tecnici in compresenza non servano, ma facciano solo lievitare i costi, ci lascia perplessi. Innanzitutto la riforma è entrata in vigore solo da pochi anni e non ci risulta siano stati ancora pubblicati dati ufficiali sui risultati, positivi o negativi da essa prodotti sull'acquisizione delle competenze da parte degli alunni.

    In secondo luogo lo stereotipo del docente in compresenza silente, osservatore del docente laureato che "fa il prof", completamente avulso dalle dinamiche della classe, seppure farà riferimento ad una specifica situazione segnalata, non può sicuramente essere considerata la norma nella variegata casistica delle istituzioni scolastiche riformate, in cui al contrario l'ITP è a pieno titolo partecipe delle attività didattiche.


    Gli ITP tutti sul sostegno?


    Posted On domenica, novembre 17, 2013 By Redazione. Under Scuola Tags: coordinamento ITP

    Dopo l’articolo apparso su La Repubblica circa l’eliminazione delle compresenze fra docente di teoria e docente di laboratorio sembra ritornare in auge l’idea “morattiana” ovvero quella di spostare un’intera categoria sui posti di sostegno.

    Tentativo allora bloccato dalle lotte del Coordinamento ITP che giustamente rivendicava e difendeva l’operato della categoria che fino a quel momento e prima del progetto 92, costituiva una delle figure fondamentali per la formazione Tecnica e Professionale. A ridimensionarli ci pensò poi la riforma Gelmini che tagliò drasticamente le ore di laboratorio causando una marea di esuberi “costretti” in questi giorni a fare domanda di riconversione sul sostegno.
    Adesso si sta materializzando un altro spauracchio che rischia di spazzare via le residue ore di compresenza, forse perchè li vogliono tutti sul sostegno?

    Intanto i docenti di laboratorio stanno raccogliendo le forze per respingere l’ennesimo tentativo di controriforma, si stanno coordinando su Facebook sul gruppo “Io Sto con gli ITP“, su un blog dal titolo gli “ITP – l’Orizzonte della Scuola” e pure su A Ruota Libera il blog di Liborio Butera, storico componente e cofondatore del Coordinamento ITP.


    ITP. Gilda: taglio delle unità di lezione a rigore dal 2014/15. Rischio conversione in Ata, Miur intervenga




    Gilda degli Insegnanti - Presentate questa mattina a Roma alcune proposte per valorizzare gli insegnanti tecnico-pratici. Gian Luca Galletti, sottosegretario del ministero dell’Istruzione: “Istanze di buon senso, ne terremo conto nel monitoraggio sul funzionamento degli ultimi 3 anni degli istituti tecnico professionali che faremo entro 90 giorni a partire dall’8 novembre”.

    Inserire nei decreti attuativi della legge 128/2013 la valorizzazione degli ITP, gli insegnanti tecnico-pratici. A chiederlo è la Gilda degli Insegnanti che questa mattina al Centro Congressi Cavour di Roma ha dedicato al tema il convegno “Gli ITP sono figli di un dio minore?”.

    Con il massiccio taglio delle unità di lezione (circa un terzo del monte ore complessivo) previsto dalla riforma Gelmini che entrerà a regime nel 2014-2015, gli ITP, le cui prestazioni sono spesso ridotte a una sola ora settimanale per classe, rischiano di perdere le cattedre e di essere convertiti in Ata.

    “E’ una situazione che ci preoccupa molto – spiega la Gilda degli Insegnanti – perché conferma la tendenza del governo a intervenire con il criterio unico del risparmio economico. Riciclare in questo modo il personale significa sperperare competenze professionali e impoverire l’offerta didattica, arrecando quindi un danno sia agli insegnanti che agli alunni”.

    Ecco alcune delle strade indicate dal sindacato per evitare quella che gli ITP definiscono una “mortificazione inaccettabile”: rivedere gli impianti orari didattici, portando a due le ore di laboratorio per classe; studiare nuove modalità di impiego degli insegnanti tecnico-pratici nelle formule di alternanza scuola-lavoro e di tutoraggio dello studente; favorire, su richiesta, la loro conversione in coordinatori di uffici tecnici degli istituti dove prestano servizio; stimolare il potenziamento dei laboratori di informatica, matematica, fisica e chimica.

    Le istanze della Gilda sono state accolte con favore dal sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Gian Luca Galletti: “Si tratta di proposte di buon senso sulle quali è possibile ragionare – ha affermato l’esponente del Miur durante il suo intervento al convegno – e di cui terremo conto nel monitoraggio sul funzionamento degli ultimi 3 anni degli istituti tecnico professionali che faremo entro 90 giorni a partire dall’8 novembre”.
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