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redrose.
Job Act. Dirigenti a tempo: si incominci dalla scuola. Un preside eletto e a tempo, anziché a vita (lavorativa)
di Associazione nazionale docenti
13/01/2014
“Abbiamo più volte rappresentato l’esigenza indifferibile - scrive in una nota Francesco Greco, presidente dell'Associazione Nazionale Docenti - di superare l’attuale modello dirigistico e monocratico imposto alla scuola con l’inquadramento del capo di istituto nel ruolo burocratico della dirigenza amministrativa che sta producendo effetti nefasti nell'organizzazione scolastica e nei rapporti con le diverse componenti professionali che operano nella scuola.
Dopo tre lustri di dirigenza scolastica - continua Greco - le scuole hanno visto peggiorare in maniera esponenziale la qualità del clima scolastico, sono cresciuti i conflitti interni, di cui la manifestazione più evidente sono le diverse cause di mobbing pendenti nei tribunali italici, non è migliorata la qualità organizzativa della nostra scuola in termini di efficienza e di efficacia, né la qualità dei profitti dei nostri studenti. Molto meglio allora reimpostare il governo della nostra scuola su criteri democratici, con un preside eletto e a tempo, che continuare a spendere oltre 550 milioni di euro per mantenere un apparato di oltre 8.000 dirigenti scolastici.
La proposta di Renzi - conclude Greco - ha, dunque, tutta la nostra attenzione, a lui e al PD, e alle altre forze politiche interessate, chiediamo che si parta dalla scuola con una riforma organica che proprio nella scuola possa valorizzare i principi cardini della nostra Costituzione".I dirigenti scolastici sono dirigenti per concorso
A proposito del “Jobs Act” di Renzi
I dirigenti scolastici sono dirigenti per concorso
Il neo segretario del PD Matteo Renzi nell’anticipazione alla stampa del “Jobs Act” ipotizza l’eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico.
Non sappiamo se nelle intenzioni del proponente anche il dirigente scolastico viene considerato “pubblico”.
Finora lo è stato poco, in termini di considerazione e di retribuzione. Al contrario di molti dirigenti di enti più o meno pubblici o territoriali, ha dovuto dimostrare di possedere un titolo di studio elevato (almeno una qualche laurea) e superare un pubblico concorso.
Afferma Renzi che “Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no”.
Nella scuola non esistono dirigenti che non hanno vinto concorsi, i pochi che hanno saltato il reclutamento concorsuale ci sono nella burocrazia ministeriale e sono stati scelti dalla politica, quasi sempre non per riconosciute competenze, ma per qualità che possiamo soltanto immaginare.
“Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali” afferma ancora Renzi, e siamo d’accordo, ma ci piace di più pensare a una buona burocrazia, che nella nostra Italia da un po’ di tempo manca e proprio perché c’è stata l’invadenza della cattiva politica, che ha curato gli interessi di bottega, anziché quelli del Paese.
Un dirigente scolastico, reclutato con una seria procedura concorsuale e sostenuto nella sua difficile azione quotidiana è un investimento per il futuro della scuola e per la crescita dell’Italia.
Gregorio Iannaccone
Presidente Nazionale.