LE GIUSTE RIVENDICAZIONI DEI D.S. (SIAMO CON LORO)

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  1. redrose
     
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    Dirigenza scolastica: le richieste di ANP al Ministro
    Facendo eccezione alle regole di comunicazione del nostro sito (non riportiamo per ovvie ragioni, di solito, notizie di iniziative sindacali o associative), diamo notizia dell’iniziativa del sindacato ANP in quanto diversi obiettivi che motivano l’iniziativa proposta sono sostenuti da tempo da DiSAL che, pur non essendo un sindacato ma una Associazione professionale, è fortemente interessata ad affrontare in modo urgente la difficile situazione della Dirigenza scolastica in Italia, così come già abbondantemente motivato dal “Manifesto per il futuro della dirigenza scolastica” che il presidente di DiSAL ha recentemente presentato ai viertici del MIUR. (DiSAL)



    Anp organizza un sit-in al MIUR per il 23 gennaio

    10/01/2014

    L'avevamo preannunciato ieri sera (Anp dice basta agli interventi unilaterali sulle retribuzioni). Oggi diamo seguito a quella presa di posizione con iniziative concrete.

    In primo luogo, è stato richiesto un incontro urgente con il Ministro Carrozza, per discutere le rivendicazioni dei dirigenti scolastici.

    Contemporaneamente abbiamo indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, per coinvolgerli nella responsabilità politica complessiva per le decisioni da assumere.

    A sostegno delle nostre richieste, abbiamo anche indetto una manifestazione (sit-in) che si terrà al MIUR, con inizio alle 11,30 del giorno 23 gennaio prossimo. Ad essa sono invitati a partecipare i dirigenti scolastici di tutta Italia. Si invitano tutti gli interessati a fare riferimento alle rispettive strutture territoriali dell'ANP (provinciali e regionali) per le modalità organizzative della partecipazione (mezzi di trasporto, accordi logistici).

    E' del tutto evidente che quanto maggiore sarà la partecipazione tanto più alte saranno le probabilità di accoglimento delle nostre rivendicazioni. Invitiamo pertanto tutti i colleghi a mobilitarsi per essere presenti. Sappiamo che il periodo è interessato dagli scrutini e da mille altri adempimenit: ma quale giornata non lo è per i dirigenti delle scuole? e come sperare che le questioni che ci stanno a cuore - dal carico di lavoro alle condizioni retributive - trovino ascolto presso i decisori politici se noi stessi non ne dimostriamo con i fatti la priorità?

    A ROMA IL 23 GENNAIO ALLE 11,30 AL MINISTERO.

    Elenco allegati:

    - lettera al Ministro Carrozza

    - lettera al Presidente del Consiglio ed altri Ministri

    - rivendicazioni Anp per i dirigenti scolastici.


    lettera al governo

    Roma, 10 gennaio 2014
    On. Enrico Letta
    Presidente Consiglio dei Ministri
    Dott. Fabrizio Saccomanni
    Ministro dell’Economia e delle Finanze
    On. Gianpiero D’Alia
    Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione
    LORO SEDI
    oggetto: mobilitazione dei dirigenti scolastici
    richiesta di intervento politico
    Onorevole Presidente del Consiglio, Onorevoli Ministri,
    Anp, l’Organizzazione sindacale più rappresentativa dei dirigenti della scuola, ha più volte portato a conoscenza il Governo della grave situazione di disagio in cui si trova da tempo questa categoria professionale.
    Da ultimo, con una lettera indirizzata anche alle SS.LL. il 19 dicembre scorso, veniva indetto uno stato di agitazione a sostegno delle richieste ed in particolare di quella di sblocco dei Contratti Integrativi Regionali, già sottoscritti da molti mesi e la cui attuazione è congelata da una presa di posizione dell’Ufficio Centrale di Bilancio presso il MIUR, da noi già contestata con argomentazioni che non hanno mai trovato risposta.
    Riteniamo doveroso informare le SS.LL. che in data odierna abbiamo chiesto un incontro diretto ed urgente al Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, al fine di entrare nel merito di questa e delle altre rivendicazioni contenute nel documento allegato. A sostegno di tale richiesta, stiamo anche organizzando un sit-in presso il MIUR per il 23 gennaio prossimo e non escludiamo di dover adottare forme ulteriori di contrasto sindacale.
    Dal momento che la soluzione dei problemi che per noi sono ormai non più differibili investe la responsabilità del Governo nel suo insieme, portiamo quanto sopra a conoscenza delle SS.LL. affinché possano portare il contributo delle rispettive Amministrazioni alla gestione delle criticità rappresentate. Alleghiamo anche copia della lettera inviata al Ministro Carrozza.
    E’ gradita l’occasione per porgere distinti saluti.
    Giorgio Rembado
    Presidente nazionale Anp


    lettera al ministro

    Roma, 10 gennaio 2014
    On. Maria Chiara Carrozza
    Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca
    Viale Trastevere 76/a
    00153 Roma
    oggetto: mobilitazione dei dirigenti scolastici.
    Richiesta di incontro.
    Onorevole Ministro,
    Anp, l’Organizzazione più rappresentativa dei dirigenti delle scuole, ha già avuto modo di portare a Sua conoscenza l’intollerabile situazione in cui versa questa categoria professionale, che è vitale per il funzionamento del servizio di istruzione e per il futuro del Paese.
    Vogliamo ricordare solo le ultime due occasioni in cui abbiamo presentato alla Sua attenzione le criticità che ci riguardano. Questo è accaduto il 22 novembre, in occasione dell’incontro con tutte le OO.SS. presso il Suo Ministero ed ancora il 19 dicembre scorso, quando abbiamo indirizzato a Lei e ad altri membri del Governo una richiesta scritta di intervento sull’assurda vicenda che blocca da oltre sei mesi l’applicazione dei Contratti integrativi regionali già sottoscritti. Da questa vicenda ci è già derivato un danno di alcune centinaia di euro pro capite e oggi si profila la prospettiva di un’ulteriore indebita trattenuta di oltre duemila euro, se passasse la linea sostenuta dal Ministero dell’Economia, peraltro senza alcun reale supporto normativo.
    Tutto questo mentre il nostro lavoro è cresciuto negli ultimi due anni di almeno un quarto in termini quantitativi (per la riduzione del numero delle scuole da oltre diecimila a poco meno di ottomila) ed è divenuto ancor più complesso sotto il profilo qualitativo per l’incessante serie di interventi normativi che hanno moltiplicato gli adempimenti a carico delle scuole. Né va dimenticato che l’osservanza di tali adempimenti è poi concretamente sorretta da un regime sanzionatorio che colpisce personalmente ed esclusivamente il dirigente, per la sua posizione di rappresentante legale, anche quando gli errori o le mancanze sono riconducibili al personale dipendente.


    rivendicazioni ANP

    RIVENDICAZIONI ANP PER I DIRIGENTI SCOLASTICI
    Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro.
    Il principio costituzionale, che dovrebbe essere intangibile, è da troppo tempo ignorato o violato nel caso dei dirigenti delle scuole. In soli due anni sono state accorpate oltre duemila scuole: dalle 10.400 del 2011 alle 8.000 scarse del 2013. Ma gli alunni sono cresciuti ed il numero di plessi è rimasto invariato. Così, ogni dirigente si è trovato a gestire una quantità di lavoro accresciuta di circa un quarto. A stipendio invariato.
    Nello stesso arco di tempo, sono state introdotte nelle scuole numerose novità normative, dalla dematerializzazione di tutti gli atti agli adempimenti relativi alla trasparenza, agli appalti, all’anticorruzione. Non passa mese che uno degli innumerevoli decreti legge varati dal Parlamento non aggiunga nuovi compiti e nuove responsabilità al loro fardello. Sempre a stipendio invariato.
    Dal 2007 si trascina poi un’altra inconcepibile violazione del principio costituzionale: a parità di lavoro e di responsabilità, i dirigenti scolastici possono essere retribuiti secondo tre diversi livelli stipendiali, con differenze anche di alcune centinaia di euro mensili, a seconda della via per cui sono stati assunti nella funzione. E questo nonostante il Governo abbia ripetutamente preso l’impegno di superare questa situazione.
    Nel frattempo, la prolungata moratoria contrattuale blocca ogni prospettiva di allineamento delle retribuzioni a quelle degli altri dirigenti di seconda fascia: per esempio, quelli dei Ministeri, ciascuno dei quali coordina poche unità di personale e va esente da tutti gli oneri di rappresentanza legale di una amministrazione autonoma (in particolare, sicurezza, relazioni sindacali, trasparenza, gestione appalti, previdenza). Con buona pace del precetto costituzionale che vorrebbe quantità e qualità di lavoro proporzionate alla retribuzione.
    Ma oggi vi è di più e di peggio. Si è appena chiuso, precipitosamente, l’incidente dei 150 euro prima reclamati ai docenti e poi condonati loro. Giustamente, aggiungiamo, e ne siamo lieti. Ma non possiamo dimenticare che la rinuncia al recupero, nel loro caso, si è basata solo sul moto di indignazione per l’assurdità della richiesta, ma non aveva e non ha tuttora alcun supporto nelle norme scritte, che direbbero altro.
    Nel caso dei dirigenti scolastici, assistiamo ad situazione speculare ed opposta: il Ministero dell’Economia, attraverso l’Ufficio Centrale di Bilancio presso il MIUR, pretende di sottrarre dal loro Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato oltre 16 milioni di euro, che sono risorse già appartenenti alla categoria ed all’Area contrattuale di riferimento (in quanto parte della retribuzione dei dirigenti andati in pensione). E lo fa sulla base di una propria lettura unilaterale di una norma del 2010, che nulla diceva in merito. Ai docenti si è rinunciato a
    chiedere pur se una norma, aberrante, diceva il contrario; ai dirigenti si sottrae per via amministrativa, nel silenzio di ogni norma che lo prescriva. E nella disattenzione delle forze politiche.
    Sono oltre sei mesi che questa vertenza si trascina, fra sterili incontri presso il Ministero dell’Istruzione e gelidi diktat di quello dell’Economia: il quale non è parte contrattuale, ma si riserva di decidere per via burocratica se e quale seguito dare ai contratti, anche nel silenzio della norma. Abbiamo discusso, abbiamo scritto, abbiamo proclamato lo stato di agitazione della categoria, senza ricevere una risposta nel merito. Adesso la misura è colma.
    Noi poniamo alle forze politiche, ed in primo luogo al Presidente del Consiglio on. Letta ed ai Ministri Carrozza e Saccomanni, una serie di richieste precise:
    - sia reintegrato il Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato con le somme (oltre 16 mln €) che il MEF pretende arbitrariamente di sottrarre tramite un cavillo privo di supporto giuridico. Sono risorse nostre, maturate secondo le regole esistenti relative alla RIA dei dirigenti pensionati, e non elargizioni dell’Erario;
    - siano sbloccati i 5 milioni di euro che l’Amministrazione si era impegnata a stanziare già nel 2010, all’atto della firma del Contratto di lavoro e prima del blocco delle retribuzioni. Quelle somme, che dovevano essere destinate ad un avvio di perequazione retributiva nei confronti dei dirigenti più giovani, non sono mai state erogate, ponendo in essere una ulteriore clamorosa violazione delle regole scritte;
    - siano immediatamente congelate le procedure di recupero forzoso per diverse migliaia di euro che l’Amministrazione sta conducendo in danno di ciascuno dei dirigenti della Campania e della Sardegna. In quest’ultimo caso, in particolare, in dispregio dell’intesa firmata a marzo 2010 presso il MIUR ed alla quale tutti gli altri Uffici Regionali si erano attenuti.
    Più in generale, chiediamo che cessi il paradosso per il quale – se il numero dei dirigenti diminuisce – il Fondo per la loro retribuzione viene ridotto in proporzione; mentre, quando cresce, come è appunto avvenuto in Sardegna, il Fondo rimane immutato. E’ sempre lo stesso numero di studenti, di personale e di sedi scolastiche che viene gestito: solo da un numero minore di persone e quindi con aggravio del lavoro individuale. E, a fronte di un lavoro che aumenta in quantità e qualità, si pretende anche di diminuire la retribuzione.
    Se i Ministri ed il Governo non si considerano vincolati dai patti sottoscritti, rispettino almeno il dettato costituzionale. O anche questo è diventato un pezzo di carta?
    10 gennaio 2014

    Edited by rsustaff - 22/1/2014, 13:26
     
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