LE GIUSTE RIVENDICAZIONI DEI D.S. (SIAMO CON LORO)

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    Presidi in piazza: il governo si ricorda degli insegnanti ma non di noi



    da Corriere della Sera

    LA «PROTESTA COMPOSTA»

    Presidi in piazza: il governo si ricorda degli insegnanti ma non di noi

    Attesi centinaia di dirigenti davanti al ministero per chiedere l’assegnazione del fondo Ria che vale oltre 18 milioni

    Flavia Fiorentino

    Più di seicento presidi provenienti da tutta Italia scenderanno in piazza giovedì 23 gennaio per un sit in alle 11 e 30 davanti al ministero dell’Istruzione. Compostezza e rigore come il ruolo impone, ma grande determinazione nel farsi sentire contro “lo scippo di risorse destinate ai nuovi dirigenti scolastici”. Una protesta, nata non solo “contro il blocco delle retribuzioni e mancata perequazione con altri funzionari pubblici – spiega Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi – ma in questo momento anche contro la riduzione degli stipendi. Il governo si è ricordato dei professori che fortunatamente non dovranno restituire allo Stato nemmeno un centesimo, ma si è dimenticato dei presidi. Non si vogliono utilizzare le risorse provenienti dal Ria (Retribuzioni individuali di anzianità) versati da presidi in pensione e destinati ai nuovi dirigenti scolastici. Sono soldi nostri – conclude Rembado – che l’erario c’impedisce d’impiegare altrimenti”.

    IL FONDO -Un totale di 18 milioni di euro che non vengono riconosciuti dal ministero dell’Economia per destinarli al fondo nazionale per i presidi in servizio attraverso le direzioni regionali del Miur. “Quindi se si congelano e si scippano le risorse dei presidi che vanno in pensione a favore dei di quelli in servizio, avviene che questi ultimi guadagnino duemila euro in meno rispetto al passato. Quando invece le responsabilità aumentano: ogni preside ha in media 5-6 scuole e quando ha anche la reggenza, si arriva a 10-12. Inevitabile dunque – conclude Rembado – che sia cambiato il ruolo del dirigente scolastico: di certo non conosce, come un tempo, uno per uno tutti i suoi alunni. Oggi è un manager, una sorta di direttore generale che delega e compie continui controlli di gestione come nelle grandi aziende,. Avendo però ahimè soltanto gli oneri non gli onori di un compito così delicato e impegnativo”.
     
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