LE GIUSTE RIVENDICAZIONI DEI D.S. (SIAMO CON LORO)

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    Dirigenza scolastica: le richieste di ANP al Ministro
    Facendo eccezione alle regole di comunicazione del nostro sito (non riportiamo per ovvie ragioni, di solito, notizie di iniziative sindacali o associative), diamo notizia dell’iniziativa del sindacato ANP in quanto diversi obiettivi che motivano l’iniziativa proposta sono sostenuti da tempo da DiSAL che, pur non essendo un sindacato ma una Associazione professionale, è fortemente interessata ad affrontare in modo urgente la difficile situazione della Dirigenza scolastica in Italia, così come già abbondantemente motivato dal “Manifesto per il futuro della dirigenza scolastica” che il presidente di DiSAL ha recentemente presentato ai viertici del MIUR. (DiSAL)



    Anp organizza un sit-in al MIUR per il 23 gennaio

    10/01/2014

    L'avevamo preannunciato ieri sera (Anp dice basta agli interventi unilaterali sulle retribuzioni). Oggi diamo seguito a quella presa di posizione con iniziative concrete.

    In primo luogo, è stato richiesto un incontro urgente con il Ministro Carrozza, per discutere le rivendicazioni dei dirigenti scolastici.

    Contemporaneamente abbiamo indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, per coinvolgerli nella responsabilità politica complessiva per le decisioni da assumere.

    A sostegno delle nostre richieste, abbiamo anche indetto una manifestazione (sit-in) che si terrà al MIUR, con inizio alle 11,30 del giorno 23 gennaio prossimo. Ad essa sono invitati a partecipare i dirigenti scolastici di tutta Italia. Si invitano tutti gli interessati a fare riferimento alle rispettive strutture territoriali dell'ANP (provinciali e regionali) per le modalità organizzative della partecipazione (mezzi di trasporto, accordi logistici).

    E' del tutto evidente che quanto maggiore sarà la partecipazione tanto più alte saranno le probabilità di accoglimento delle nostre rivendicazioni. Invitiamo pertanto tutti i colleghi a mobilitarsi per essere presenti. Sappiamo che il periodo è interessato dagli scrutini e da mille altri adempimenit: ma quale giornata non lo è per i dirigenti delle scuole? e come sperare che le questioni che ci stanno a cuore - dal carico di lavoro alle condizioni retributive - trovino ascolto presso i decisori politici se noi stessi non ne dimostriamo con i fatti la priorità?

    A ROMA IL 23 GENNAIO ALLE 11,30 AL MINISTERO.

    Elenco allegati:

    - lettera al Ministro Carrozza

    - lettera al Presidente del Consiglio ed altri Ministri

    - rivendicazioni Anp per i dirigenti scolastici.


    lettera al governo

    Roma, 10 gennaio 2014
    On. Enrico Letta
    Presidente Consiglio dei Ministri
    Dott. Fabrizio Saccomanni
    Ministro dell’Economia e delle Finanze
    On. Gianpiero D’Alia
    Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione
    LORO SEDI
    oggetto: mobilitazione dei dirigenti scolastici
    richiesta di intervento politico
    Onorevole Presidente del Consiglio, Onorevoli Ministri,
    Anp, l’Organizzazione sindacale più rappresentativa dei dirigenti della scuola, ha più volte portato a conoscenza il Governo della grave situazione di disagio in cui si trova da tempo questa categoria professionale.
    Da ultimo, con una lettera indirizzata anche alle SS.LL. il 19 dicembre scorso, veniva indetto uno stato di agitazione a sostegno delle richieste ed in particolare di quella di sblocco dei Contratti Integrativi Regionali, già sottoscritti da molti mesi e la cui attuazione è congelata da una presa di posizione dell’Ufficio Centrale di Bilancio presso il MIUR, da noi già contestata con argomentazioni che non hanno mai trovato risposta.
    Riteniamo doveroso informare le SS.LL. che in data odierna abbiamo chiesto un incontro diretto ed urgente al Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, al fine di entrare nel merito di questa e delle altre rivendicazioni contenute nel documento allegato. A sostegno di tale richiesta, stiamo anche organizzando un sit-in presso il MIUR per il 23 gennaio prossimo e non escludiamo di dover adottare forme ulteriori di contrasto sindacale.
    Dal momento che la soluzione dei problemi che per noi sono ormai non più differibili investe la responsabilità del Governo nel suo insieme, portiamo quanto sopra a conoscenza delle SS.LL. affinché possano portare il contributo delle rispettive Amministrazioni alla gestione delle criticità rappresentate. Alleghiamo anche copia della lettera inviata al Ministro Carrozza.
    E’ gradita l’occasione per porgere distinti saluti.
    Giorgio Rembado
    Presidente nazionale Anp


    lettera al ministro

    Roma, 10 gennaio 2014
    On. Maria Chiara Carrozza
    Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca
    Viale Trastevere 76/a
    00153 Roma
    oggetto: mobilitazione dei dirigenti scolastici.
    Richiesta di incontro.
    Onorevole Ministro,
    Anp, l’Organizzazione più rappresentativa dei dirigenti delle scuole, ha già avuto modo di portare a Sua conoscenza l’intollerabile situazione in cui versa questa categoria professionale, che è vitale per il funzionamento del servizio di istruzione e per il futuro del Paese.
    Vogliamo ricordare solo le ultime due occasioni in cui abbiamo presentato alla Sua attenzione le criticità che ci riguardano. Questo è accaduto il 22 novembre, in occasione dell’incontro con tutte le OO.SS. presso il Suo Ministero ed ancora il 19 dicembre scorso, quando abbiamo indirizzato a Lei e ad altri membri del Governo una richiesta scritta di intervento sull’assurda vicenda che blocca da oltre sei mesi l’applicazione dei Contratti integrativi regionali già sottoscritti. Da questa vicenda ci è già derivato un danno di alcune centinaia di euro pro capite e oggi si profila la prospettiva di un’ulteriore indebita trattenuta di oltre duemila euro, se passasse la linea sostenuta dal Ministero dell’Economia, peraltro senza alcun reale supporto normativo.
    Tutto questo mentre il nostro lavoro è cresciuto negli ultimi due anni di almeno un quarto in termini quantitativi (per la riduzione del numero delle scuole da oltre diecimila a poco meno di ottomila) ed è divenuto ancor più complesso sotto il profilo qualitativo per l’incessante serie di interventi normativi che hanno moltiplicato gli adempimenti a carico delle scuole. Né va dimenticato che l’osservanza di tali adempimenti è poi concretamente sorretta da un regime sanzionatorio che colpisce personalmente ed esclusivamente il dirigente, per la sua posizione di rappresentante legale, anche quando gli errori o le mancanze sono riconducibili al personale dipendente.


    rivendicazioni ANP

    RIVENDICAZIONI ANP PER I DIRIGENTI SCOLASTICI
    Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro.
    Il principio costituzionale, che dovrebbe essere intangibile, è da troppo tempo ignorato o violato nel caso dei dirigenti delle scuole. In soli due anni sono state accorpate oltre duemila scuole: dalle 10.400 del 2011 alle 8.000 scarse del 2013. Ma gli alunni sono cresciuti ed il numero di plessi è rimasto invariato. Così, ogni dirigente si è trovato a gestire una quantità di lavoro accresciuta di circa un quarto. A stipendio invariato.
    Nello stesso arco di tempo, sono state introdotte nelle scuole numerose novità normative, dalla dematerializzazione di tutti gli atti agli adempimenti relativi alla trasparenza, agli appalti, all’anticorruzione. Non passa mese che uno degli innumerevoli decreti legge varati dal Parlamento non aggiunga nuovi compiti e nuove responsabilità al loro fardello. Sempre a stipendio invariato.
    Dal 2007 si trascina poi un’altra inconcepibile violazione del principio costituzionale: a parità di lavoro e di responsabilità, i dirigenti scolastici possono essere retribuiti secondo tre diversi livelli stipendiali, con differenze anche di alcune centinaia di euro mensili, a seconda della via per cui sono stati assunti nella funzione. E questo nonostante il Governo abbia ripetutamente preso l’impegno di superare questa situazione.
    Nel frattempo, la prolungata moratoria contrattuale blocca ogni prospettiva di allineamento delle retribuzioni a quelle degli altri dirigenti di seconda fascia: per esempio, quelli dei Ministeri, ciascuno dei quali coordina poche unità di personale e va esente da tutti gli oneri di rappresentanza legale di una amministrazione autonoma (in particolare, sicurezza, relazioni sindacali, trasparenza, gestione appalti, previdenza). Con buona pace del precetto costituzionale che vorrebbe quantità e qualità di lavoro proporzionate alla retribuzione.
    Ma oggi vi è di più e di peggio. Si è appena chiuso, precipitosamente, l’incidente dei 150 euro prima reclamati ai docenti e poi condonati loro. Giustamente, aggiungiamo, e ne siamo lieti. Ma non possiamo dimenticare che la rinuncia al recupero, nel loro caso, si è basata solo sul moto di indignazione per l’assurdità della richiesta, ma non aveva e non ha tuttora alcun supporto nelle norme scritte, che direbbero altro.
    Nel caso dei dirigenti scolastici, assistiamo ad situazione speculare ed opposta: il Ministero dell’Economia, attraverso l’Ufficio Centrale di Bilancio presso il MIUR, pretende di sottrarre dal loro Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato oltre 16 milioni di euro, che sono risorse già appartenenti alla categoria ed all’Area contrattuale di riferimento (in quanto parte della retribuzione dei dirigenti andati in pensione). E lo fa sulla base di una propria lettura unilaterale di una norma del 2010, che nulla diceva in merito. Ai docenti si è rinunciato a
    chiedere pur se una norma, aberrante, diceva il contrario; ai dirigenti si sottrae per via amministrativa, nel silenzio di ogni norma che lo prescriva. E nella disattenzione delle forze politiche.
    Sono oltre sei mesi che questa vertenza si trascina, fra sterili incontri presso il Ministero dell’Istruzione e gelidi diktat di quello dell’Economia: il quale non è parte contrattuale, ma si riserva di decidere per via burocratica se e quale seguito dare ai contratti, anche nel silenzio della norma. Abbiamo discusso, abbiamo scritto, abbiamo proclamato lo stato di agitazione della categoria, senza ricevere una risposta nel merito. Adesso la misura è colma.
    Noi poniamo alle forze politiche, ed in primo luogo al Presidente del Consiglio on. Letta ed ai Ministri Carrozza e Saccomanni, una serie di richieste precise:
    - sia reintegrato il Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato con le somme (oltre 16 mln €) che il MEF pretende arbitrariamente di sottrarre tramite un cavillo privo di supporto giuridico. Sono risorse nostre, maturate secondo le regole esistenti relative alla RIA dei dirigenti pensionati, e non elargizioni dell’Erario;
    - siano sbloccati i 5 milioni di euro che l’Amministrazione si era impegnata a stanziare già nel 2010, all’atto della firma del Contratto di lavoro e prima del blocco delle retribuzioni. Quelle somme, che dovevano essere destinate ad un avvio di perequazione retributiva nei confronti dei dirigenti più giovani, non sono mai state erogate, ponendo in essere una ulteriore clamorosa violazione delle regole scritte;
    - siano immediatamente congelate le procedure di recupero forzoso per diverse migliaia di euro che l’Amministrazione sta conducendo in danno di ciascuno dei dirigenti della Campania e della Sardegna. In quest’ultimo caso, in particolare, in dispregio dell’intesa firmata a marzo 2010 presso il MIUR ed alla quale tutti gli altri Uffici Regionali si erano attenuti.
    Più in generale, chiediamo che cessi il paradosso per il quale – se il numero dei dirigenti diminuisce – il Fondo per la loro retribuzione viene ridotto in proporzione; mentre, quando cresce, come è appunto avvenuto in Sardegna, il Fondo rimane immutato. E’ sempre lo stesso numero di studenti, di personale e di sedi scolastiche che viene gestito: solo da un numero minore di persone e quindi con aggravio del lavoro individuale. E, a fronte di un lavoro che aumenta in quantità e qualità, si pretende anche di diminuire la retribuzione.
    Se i Ministri ed il Governo non si considerano vincolati dai patti sottoscritti, rispettino almeno il dettato costituzionale. O anche questo è diventato un pezzo di carta?
    10 gennaio 2014

    Edited by rsustaff - 22/1/2014, 13:26
     
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  2. rsustaff
     
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    Sit-in dei presidi, cosa chiedono al ministro Carrozza‏




    I presidi si preparano al sit in del 23 gennaio, come abbiamo anticipato in questo articolo.

    Cosa rivendicano i dirigenti scolastici? Riassumiamo brevemente quello che l'ANP ha scritto in questo comunicato. Si può partire dal dimensionamento scolastico, che ha tagliato negli anni circa 2.000 istituti, dai 10.400 del 2010 siamo giunti agli 8.000 di oggi, non diminuendo gli alunni e i plessi, ma semplicemente accorpando e quindi aumentando gli adempimenti già gravosi di un singolo plesso.

    A questa situazione si aggiungono altre procedure amministrative da adempiere e di cui si ha la responsabilità, come le nuove norme che interessano l'anti-corruzione, gli appalti, la dematerializzazione degli atti, la trasparenza. Tutto questo senza che si sia deciso di aumentare gli stipendi, anzi il contratto è fermo al 2010, e in più sono state previste delle decurtazioni, come sostiene l'Associazione Nazionale Presidi.

    Il ministero dell'Economia chiede di trattenere infatti i 6 milioni dal fondo per la retribuzione di posizione e risultato, alimentato dal pensionamento dei dirigenti, mentre altri 5 milioni, che fin dal 2010 dovrebbero servire per la perequazione retributiva dei dirigenti più giovani, aspettano ancora di essere stanziati definitivamente. Intanto ai presidi della Campania e della Calabria è stato intimato il recupero forzoso di migliaia di euro ciascuno, un po' come avvenuto per i 150 euro dei docenti: in questo caso i presidi non sono riusciti a far valere le loro ragioni, diversamente dai docenti.
    di OrizzonteScuola!
     
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    Retribuzione di posizione e di risultato: i dirigenti scolastici contestano la decurtazione


    di A.T.
    22/01/2014
    E’ prevista per oggi (22 gennaio) la chiusura del tavolo di conciliazione e raffreddamento richiesto da Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal in relazione alla questione della retribuzione di posizione e di risultato dei Ds. Intanto l’Anp ha indetto un sit-in davanti al Miur per il 23 gennaio, in fermento anche la Flc Cgil.
    In un comunicato congiunto a firma dei coordinatori nazionali dell’aria V di Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal si evidenzia che l’incontro “svoltosi dopo la richiesta inviata nei giorni scorsi, ha visto emergere alcuni elementi di novità da parte del Miur che vale la pena approfondire e verificare nella loro effettiva consistenza”.
    Cisl, Uil e Snals fanno notare che “l’Amministrazione ha infatti comunicato l’avvenuto invio di una formale nota del Ministro volta ad accertare in sede di Governo la possibilità di interventi di natura amministrativa che consentano di rimuovere le rigidità interpretative del Mef sui vincoli posti dal D.L. 78/2011 che sono all’origine della decurtazione del Fun da noi contestata e oggetto della mobilitazione”.
    Si attende quindi l’esito del nuovo incontro: “in caso di mancata conciliazione sarà inevitabile la proclamazione di conseguenti iniziative di lotta”, concludono i suddetti sindacati.
    Intanto, dopo aver richiesto un incontro urgente con il ministro Carrozza, per discutere le “rivendicazioni dei dirigenti scolastici”, ed aver indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, “per coinvolgerli nella responsabilità politica complessiva per le decisioni da assumere”, l’Anp ha indetto per il 23 gennaio (inizio alle 11.30) una manifestazione davanti al Miur, alla quale “sono invitati a partecipare i dirigenti scolastici di tutta Italia”.
    Immaginiamo che anche l’Anp (Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola) attenda comunque di valutare l’esito dell’ennesimo incontro al Ministero, come peraltro la Flc Cgil che a sua volta è pronta alla mobilitazione.
     
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  4. rsustaff
     
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    28 gennaio 2014, SIT-IN dei dirigenti scolastici: 100 ragioni per dire basta!


    La FLC apre una consultazione on line per raccogliere le ragioni del loro disagio.
    22/01/2014
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    Continua la mobilitazione dei dirigenti scolastici in difesa dei loro diritti retributivi
    Stato di mobilitazione su emergenze contrattuali e salariali: la FLC CGIL non concilia

    L'ingiusta decurtazione della retribuzione dei dirigenti scolastici non è che una delle cento ragioni alla base della loro protesta.

    I dirigenti scolastici sono continuamente gravati di nuovi compiti e sono considerati i soggetti responsabili dell'applicazione di norme ed adempimenti quasi sempre estranei alla scuola.

    Far funzionare bene le scuole sta diventando ogni giorno più difficile e pesante.

    A queste croniche difficoltà potrebbe aggiungersi ora una riduzione della loro retribuzione, a causa dell'intervento del MEF che si rifiuta di applicare i contratti integrativi già firmati.

    Con il sit-in del 28 gennaio i dirigenti scolastici della FLC CGIL vogliono dire BASTA a questa insopportabile situazione e invitano tutti i colleghi a far sentire la loro voce, partecipando numerosi al sit-in e aggiungendo ai tanti motivi di disagio anche un loro motivo.

    100 ragioni per dire "basta!" perché ….

    …le scuole non sono a norma…
    … non posso pagare i supplenti…
    …. le ditte di pulizia hanno sospeso il servizio…
    …sono stanco di lavorare anche la domenica…
    ..il MIUR non restituisce alla scuola le somme che ha anticipato…
    …i fondi per il MOF diminuiscono continuamente…
    …devo fare l'avvocato in Tribunale…
    …non ho un numero sufficiente di collaboratori scolastici…..
    …non ho certezza di risorse per la gestione della scuola….
    …ancora non hanno abrogato il decreto Brunetta…

    Stipendi dei dirigenti: non solo tagliati, anche sbagliati!




    di Pietro Perziani, responsabile di Governarelascuola - Non sono gli stipendi dei dirigenti sono bassi (Circa 50.000 euro in meno l'anno rispetto ai dirigenti amministrativi del MIUR), non solo il MEF li vuole tagliare di altri 1.700 euro l'anno, ma addirittura gli stipendi, troppo spesso, sono sbagliati.

    Specialmente in alcune regioni, Campania e Sicilia in testa, negli stipendi dei dirigenti scolastici si registrano errori veramente marchiani: ad una dirigente scolastica della Campania veniva pagata l'indennità di rischio dei dirigenti dei Vigili del Fuoco. Lei non lo sapeva, ma per il MEF era un pompiere!

    Gli errori riguardano principalmente la retribuzione di posizione e di risultato, con decurtazioni anche di 200 euro al mese; ad un dirigente scolastico della Sicilia per diversi anni è stata pagata una retribuzione di risultato di 15 euro al mese: troppo poco anche per un dirigente scolastico!

    La vera assurdità sta comunque nel fatto che gli interessati non se ne sono nemmeno accorti; chi scrive si è accorto degli errori per caso, nel preparare i ricorsi per la perequazione esterna ed interna. In effetti, gran parte dei dirigenti scolastici non hanno idea di come sia articolato il loro stipendio, di quali siano le voci e quale sia il loro importo, non sanno cioè "leggere" il loro cedolino; in questo, i docenti non sono purtroppo molto migliori.

    Il MEF vuole tagliare gli stipendi anche ai Dirigenti Scolastici
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  5. rsustaff
     
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    Responsabilità dirigenziali a confronto


    In vista del sit-in di domani davanti al Miur da parte dei dirigenti scolastici, forniamo, con beneficio d’inventario, una tabella di comparazione delle funzioni e responsabilità della dirigenza scolastica e di quella amministrativa (dirigenti 2.a fascia presso l’Amministrazione scolastica).

    La tabella è aperta a commenti e a modifiche/integrazioni.

    Tabella comparativa ufficiosa delle responsabilità dirigenziali all’interno dell’Amministrazione scolastica



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  6. rsustaff
     
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    Area V: fallito il tentativo di conciliazione



    [22/01/2014]

    Si è concluso oggi poco dopo le 13 il tentativo di conciliazione esperito sullo stato di agitazione indetto da alcune sigle dell'Area V.

    Le parti hanno preso atto che non ci sono al momento fatti nuovi che possano motivare una sospensione delle diverse iniziative promosse dalle sigle sindacali.

    Pertanto, tutte le iniziative già assunte in merito alla vertenza sono confermate, mentre altre se ne annunciano per le prossime ore.

    Per quanto riguarda Anp, è ovviamente mantenuto il sit-in già indetto per domani 23 gennaio davanti al Ministero, con inizio alle ore 11,30.

    Il fallimento del tentativo di conciliazione è la prova che la nostra presenza domani deve essere ancora più convinta e massiccia di prima, per disincagliare una trattativa che si trascina ormai da troppi mesi in modo inconcludente.
     
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  7. rsustaff
     
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    Dirigenti scolastici: sciopero il 14 febbraio


    di R.P.
    22/01/2014
    Lo hanno deciso Cisl, Uil e Snals dopo l'esito negativo del tentativo di conciliazione. Il nodo da sciogliere è quello del Fondo unico nazionale e delle modalità per calcolarlo. C'è disaccordo fra Miur e Mef. Il 23 mattina sit-in dell'ANP a Roma.
    Dirigenti scolastici in ordine sparso sulla questione del Fondo Unico nazionale: fallito nel pomeriggio del 22 gennaio il tentativo di conciliazione, CislScuola, UilScuola e Snals hanno deciso di proclamare una giornata di sciopero per il 14 febbraio.
    In attesa di sapere cosa farà Flc-Cgil che comunque ben difficilmente si aggregherà alle altre tre sigle, resta confermato il sit-in dell’Anp davanti alla sede del Miur per la mattina del 23 (le previsioni parlano di centinaia di adesioni non solo da Roma e dal Lazio ma da tutta Italia).
    La vicenda si trascina da mesi ed è legata ad una interpretazione restrittiva del Mef relativa alle modalità di calcolo del Fondo unico che è di fatto il fondo dal quale si attinge per incrementare lo stipendio tabellare dei dirigenti (per certi aspetti, insomma, è un po’ come il fondo per il Mof per docenti e Ata).
    Il fatto è che il Miur condivide il punto di vista dei sindacati mentre i tecnici dell’Economia sono su una posizione del tutto diversa in quanto ritengono che in base al DL 78/2010 (quello, per capirci, che non consentirebbe di riconoscere le posizioni economiche Ata) gli stipendi di ogni singolo dipendente pubblico, dirigenti scolastici compresi, non possono aumentare neppure di un euro rispetto al 2010.
    A complicare la questione c’è il fatto che le risorse del fondo unico nazionale vengono contrattate a livello regionale. In alcune regioni i contratti integrativi sono stati stipulati e registrati dagli organi di controllo, mentre nella maggior parte delle regioni la contrattazione è ferma. Con il risultato che - a parità di posizione - si registrano stipendi molto diversi da regione a regione.

    Tecnica della scuola
     
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    La protesta dei Ds: invisibili per il governo, indispensabili per il Paese


    di A.G.
    23/01/2014
    È questa la scritta riportata sul grande striscione con cui circa 800 dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia il 23 gennaio hanno protestato davanti al Miur contro il taglio disposto sulla retribuzione di posizione e di risultato. Tanti gli slogan contro l’operato dell’amministrazione ed in particolare del Mef: "Basta fare danni", "Vergogna". La vicepresidente Anp Licia Cianfriglia: in pochi mesi il Tesoro ci ha scippato 16 milioni del nostro fondo.
    Con un impermeabile celeste, intonano slogan come: "Basta fare danni", "Vergogna". Così, la mattina del 23 gennaio, si sono presentati davanti al ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere a Roma, circa 800 dirigenti scolastici aderenti alla Anp (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) per protestare contro il taglio disposto sulla retribuzione di posizione e di risultato.
    Giunti da diverse parti d'Italia, si sono raccolti dietro ad un grande striscione con sopra scritto: "Dirigenti delle scuole invisibili per il governo, indispensabili per il paese". Dietro questo striscione alcune centinaia di presidi provenienti stanno protestando.
    La vicepresidente dell'Anp, Licia Cianfriglia ha ricordato le ragioni della manifestazione: "oggi siamo scesi in piazza in circa 800 presidi. Dopo l'accorpamento delle sedi abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro e delle responsabilità (ogni dirigente ha in media 4-5 sedi) a fronte di retribuzioni bloccate. A questo – ha continuato Cianfriglia - in questi mesi si è giunto lo scippo da parte del Ministero dell'Economia di 16 milioni del nostro fondo per le retribuzioni legate al risultato e alla posizione. Altri cinque milioni di euro, concessi nel 2010, per la perequazione interna degli stipendi sono spariti. In più - conclude - i colleghi della Sardegna e della Campania stanno subendo il prelievo dallo stipendio di alcune migliaia di euro. Su alcuni cartelli, infatti, si legge: "No al recupero forzoso degli stipendi".
    Anche gli altri sindacati rimangono sul piede di guerra: qualora Cgil, Cisl, Uil e Snals non dovessero ricevere rassicurazioni hanno già annunciato lo stato di mobilitazione.
     
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  9. rsustaff
     
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    La protesta dei Ds: invisibili per il governo, indispensabili per il Paese


    di A.G.
    23/01/2014

    mm6h


    È questa la scritta riportata sul grande striscione con cui circa 800 dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia il 23 gennaio hanno protestato davanti al Miur contro il taglio disposto sulla retribuzione di posizione e di risultato. Tanti gli slogan contro l’operato dell’amministrazione ed in particolare del Mef: "Basta fare danni", "Vergogna". La vicepresidente Anp Licia Cianfriglia: in pochi mesi il Tesoro ci ha scippato 16 milioni del nostro fondo. Delegazioni incontrano parlamentari e dirigenti Miur.
    Con un impermeabile celeste, intonano slogan come: "Basta fare danni", "Vergogna". Così, la mattina del 23 gennaio, si sono presentati davanti al ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere a Roma, circa 800 dirigenti scolastici aderenti alla Anp (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) per protestare contro il taglio disposto sulla retribuzione di posizione e di risultato.
    Giunti da diverse parti d'Italia, si sono raccolti dietro ad un grande striscione con sopra scritto: "Dirigenti delle scuole invisibili per il governo, indispensabili per il paese". Dietro questo striscione alcune centinaia di presidi provenienti stanno protestando.
    La vicepresidente dell'Anp, Licia Cianfriglia ha ricordato le ragioni della manifestazione: "oggi siamo scesi in piazza in circa 800 presidi. Dopo l'accorpamento delle sedi abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro e delle responsabilità (ogni dirigente ha in media 4-5 sedi) a fronte di retribuzioni bloccate. A questo – ha continuato Cianfriglia - in questi mesi si è giunto lo scippo da parte del Ministero dell'Economia di 16 milioni del nostro fondo per le retribuzioni legate al risultato e alla posizione. Altri cinque milioni di euro, concessi nel 2010, per la perequazione interna degli stipendi sono spariti. In più - conclude - i colleghi della Sardegna e della Campania stanno subendo il prelievo dallo stipendio di alcune migliaia di euro. Su alcuni cartelli, infatti, si legge: "No al recupero forzoso degli stipendi".
    Al termine della manifestazione, una delegazione dei ds si è recata al centro di Roma, dove ha incontrato alcuni parlamentari. Altri delegati Anp hanno invece chiesto e ottenuto un confronto con dirigenti ministeriali. Anche gli altri sindacati rimangono sul piede di guerra: tanto che Cisl, Uil e Snals hanno annunciato lo sciopero per il prossimo 14 febbraio.
     
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    Presidi in piazza: il governo si ricorda degli insegnanti ma non di noi



    da Corriere della Sera

    LA «PROTESTA COMPOSTA»

    Presidi in piazza: il governo si ricorda degli insegnanti ma non di noi

    Attesi centinaia di dirigenti davanti al ministero per chiedere l’assegnazione del fondo Ria che vale oltre 18 milioni

    Flavia Fiorentino

    Più di seicento presidi provenienti da tutta Italia scenderanno in piazza giovedì 23 gennaio per un sit in alle 11 e 30 davanti al ministero dell’Istruzione. Compostezza e rigore come il ruolo impone, ma grande determinazione nel farsi sentire contro “lo scippo di risorse destinate ai nuovi dirigenti scolastici”. Una protesta, nata non solo “contro il blocco delle retribuzioni e mancata perequazione con altri funzionari pubblici – spiega Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi – ma in questo momento anche contro la riduzione degli stipendi. Il governo si è ricordato dei professori che fortunatamente non dovranno restituire allo Stato nemmeno un centesimo, ma si è dimenticato dei presidi. Non si vogliono utilizzare le risorse provenienti dal Ria (Retribuzioni individuali di anzianità) versati da presidi in pensione e destinati ai nuovi dirigenti scolastici. Sono soldi nostri – conclude Rembado – che l’erario c’impedisce d’impiegare altrimenti”.

    IL FONDO -Un totale di 18 milioni di euro che non vengono riconosciuti dal ministero dell’Economia per destinarli al fondo nazionale per i presidi in servizio attraverso le direzioni regionali del Miur. “Quindi se si congelano e si scippano le risorse dei presidi che vanno in pensione a favore dei di quelli in servizio, avviene che questi ultimi guadagnino duemila euro in meno rispetto al passato. Quando invece le responsabilità aumentano: ogni preside ha in media 5-6 scuole e quando ha anche la reggenza, si arriva a 10-12. Inevitabile dunque – conclude Rembado – che sia cambiato il ruolo del dirigente scolastico: di certo non conosce, come un tempo, uno per uno tutti i suoi alunni. Oggi è un manager, una sorta di direttore generale che delega e compie continui controlli di gestione come nelle grandi aziende,. Avendo però ahimè soltanto gli oneri non gli onori di un compito così delicato e impegnativo”.
     
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    Oggi si è svolta a Roma la manifestazione dei dirigenti scolastici:" Chiediamo un recupero di attenzione sulla scuola"




    Si potrebbe definire una giornata storica: oggi circa 800 dirigenti scolastici sono scesi in piazza per la prima volta, denunciando una situazione ormai insostenibile che colpisce duramente la categoria, ma anche e soprattutto il settore che dovrebbe presiedere al rilancio dell’Italia: l’istruzione.

    Si sono presentati vestiti con K-way azzurri ed armati di fischietti, si sentono, citiamo dalla loro nota, "invisibili per il governo, indispensabili per il Paese", come hanno recitato i loro slogan.

    La manifestazione è stata organizzata dall'Anp (Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola), che raggruppa circa 8.000 presidi. Il leader romano dell'ANP, Mario Rusconi,ha spiegato che "In un’orgia di spending review vanno a tagliare i cespugli produttivi della scuola e non i rami della corruzione".

    In Italia lavorano ottomila dirigenti scolastici che si occupano di quasi 44.000 istituti; ogni preside segue e organizza fino a 6 istituti.

    "Vogliamo un recupero delle posizioni di retribuzione e di risultato – dicono - che sono state ridotte nonostante la diminuzione del 25 % degli ultimi due anni dei posti di dirigente, aumentando invece enormemente le nostre responsabilita' e il numero degli adempimenti. Da questo punto di vista vogliamo non essere retrocessi nei livelli retributivi, in prospettiva di recuperare la perquazione con tutti gli altri dirigenti pubblici".

    A questo, denunciano i presidi, si aggiunge il “prelievo ingiustificato che si vuole operare, in alcune regioni già avviato, sulle retribuzioni dei dirigenti. Retribuzioni già inferiori di circa il 50% rispetto a quelle degli altri dirigenti di seconda fascia. Né - si legge ancora nel documento - considerare normale che il carico di lavoro di ogni dirigente scolastico sia stato più che raddoppiato negli ultimi due anni. Nessun dirigente di seconda fascia è titolare delle relazioni sindacali, della sicurezza sul luogo di lavoro, della trasparenza, dell’anticorruzione.
    Nessuno paga di tasca propria le sanzioni amministrative per gli inadempimenti causati dalle segreterie e dagli uffici del personale. I dirigenti scolastici si’”.

    Per questo l'Anp chiede il reintegro del Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici; la piena attuazione dei contratti regionali integrativi, già firmati e bloccati in via amministrativa dal ministero dell'Economia; la sospensione immediata dei recuperi sugli stipendi già in corso in Campania e Sardegna e annunciati in altre regioni; l'immediato stanziamento di 5 milioni di euro per onorare il debito che il Governo ha contratto dal 2010 e che doveva servire al sostegno della retribuzione dei dirigenti più giovani. Lo strumento attraverso il quale realizzare tutto questo, conclude l'Anp, sarebbe il decreto legge appena varato dal Cdm.

    "Chiediamo un recupero di attenzione del mondo politico sulla scuola", ha affermato il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado, "c'è la necessità di invertire la tendenza, siamo oberati da sempre maggiori responsabilità e carichi di lavoro. Negli ultimi due anni l'organico dei dirigenti è diminuito del 25%, da 10.400 a 8mila, e il nostro datore di lavoro ha la pretesa di ridurci la retribuzione anziché aggiornarla".

    Le rivendicazioni dell'Anp sono chiare, "nell'immediato chiediamo di lasciare intatti gli attuali livelli retributivi enel più breve tempo possibile arrivare a un sostanziale incremento delle retribuzioni corrispondenti alla crescita dei carichi di lavoro per arrivare alla perequazione retributiva degli altri dirigenti dello Stato", ha sottolineato Renbaudo.



    Sit-in dei presidi, cosa chiedono al ministro Carrozza‏

    L'ANP ha organizzato un sit-in al MIUR per le rivendicazioni dei presidi
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    Straordinario successo del sit-in Anp



    [23/01/2014]



    Oltre il 10% dei dirigenti scolastici davanti al Ministero

    ulte

    Più di 800 dirigenti scolastici sono convenuti da ogni parte d'Italia per partecipare al sit-in indetto oggi 23 gennaio da Anp davanti al MIUR.

    Le pettorine colorate distribuite per rendere immediatamente riconoscibili i partecipanti non sono state sufficienti per tutti gli intervenuti, che hanno dato vita ad una dimostrazione di forza composta ma vigorosa, occupando tutta la facciata del Ministero, la scalinata di accesso e la carreggiata immediatamente adiacente.
    Verso le 12, un centinaio di dirigenti si sono spostati verso Montecitorio, dove sono stati ricevuti da alcuni deputati appartenenti a schieramenti diversi.






    Nello stesso tempo, una piccola delegazione, guidata dal presidente Rembado, è stata ricevuta dai vertici dell’Amministrazione scolastica, cui ha rappresentato le richieste più immediate della categoria:

    - reintegro del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato, mediante rinuncia da parte del MEF a confiscare la RIA dei pensionati. Di conseguenza, immediata certificazione ed esecutività dei Contratti integrativi già stipulati e bloccati dagli organi di vigilanza;

    - sblocco dell’impegno assunto dal Ministero nell’aprile 2010 (e mai onorato) per lo stanziamento di una somma di 5 milioni di euro, da destinare ad un avvio di perequazione interna per i neodirigenti provenienti dall’insegnamento;

    - blocco dei recuperi erariali attualmente in corso in Campania e Sardegna e restituzione ai dirigenti delle somme già trattenute.

    Rispondendo alle richieste Anp, l’Amministrazione ha espresso il proprio impegno per la soluzione di tutte le questioni sollevate. In particolare:

    - per il Fondo Unico Nazionale, è stata consegnata copia della lettera con cui il Ministro Carrozza ha chiesto al suo collega Saccomanni di accedere all’interpretazione del DL 78/10 sostenuta da sempre da Anp e dalle altre OO.SS. e sulla cui base sono stati stipulati tutti i contratti integrativi regionali che oggi il MEF pretende di bloccare, sulla base di una successiva e diversa interpretazione della stessa norma;

    - il MIUR auspica che l’Economia accetti di risolvere la vertenza per via amministrativa, ma si prepara in subordine ad affrontarla per via normativa, nell’ambito della conversione del decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso venerdì 18 gennaio;

    - il MIUR riconosce la perdurante validità dell’impegno sottoscritto nell’aprile 2010 per i 5 milioni di euro da destinare ai neo dirigenti e si impegna a ricercare una soluzione, necessariamente normativa, in sede di conversione del decreto legge citato;

    - sarà fatta un’immediata ricognizione della situazione in Campania e Sardegna ed in particolare delle risorse necessarie per chiudere la questione. Una risposta sarà data ad Anp ed alle altre OO.SS in occasione dell’incontro con il Ministro, già convocato per martedì 28 gennaio prossimo.La mobilitazione dei dirigenti scolastici ha già dato i primi frutti: ma non è il momento per abbassare la guardia. Già a partire dall’incontro con il Ministro ci attendiamo risposte più precise e l’indicazione di tempi. Terremo naturalmente informati i colleghi degli sviluppi della vertenza e chiediamo loro di mantenere alti l’attenzione e l’impegno, anche in vista di eventuali ulteriori iniziative di pressione nei confronti dell’Amministrazione che si rendessero necessarie.


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    Dirigenti scolastici: il disagio professionale aumenta



    Riprendiamo alcune esperienze emerse ieri in occasione della manifestazione promossa da ANP di cui avevamo dato notizia. DiSAL già dallo scorso anno ha iniziato a divulgare il “Manifesto per il futuro della dirigenza scolastica”, consegnato ai vertici del MIUR a dicembre 2013 proprio allo scopo di alzare la voce sul grave disagio che cresce nella professione direttiva delle scuole, che prima di essere disagio sindacale ed economico è innanzitutto e soprattutto disagio professionale, a causa della grave dimenticanza dello Stato per questa professione centrale per la ripresa della scuola italiana. (DiSAL)



    Ho 8 istituti, solo il web può salvarmi

    il Messaggero – 24.01.2014 - A.cam.

    «Da febbraio proverò a fare gli scrutini in modalità elettronica. Spero vada bene così riesco a seguirli tutti abbattendo i tempi per gli spostamenti». Donatella Gentilini è al suo secondo anno di dirigente scolastico dopo 20 da docente. E' una dei "super presidi" di Roma con otto scuole in sette plessi da seguire, nel quartiere La Rustica: una scuola media, 2 primarie e 5 dell'infanzia. «L'organizzazione è fondamentale spiega Prima di diventare dirigente avevo capito che sarebbe stato un compito difficile, ma non immaginavo davvero così arduo». Con 1.070 alunni e 130 fra docenti e Ata, i sette plessi equivalgono «a una piccola-media impresa». «Il problema aggiunge la preside è che noi dirigenti siamo di fatto datori di lavoro, ma non abbiamo poteri decisionali». Avere dei collaboratori efficienti è una fortuna: «Io posso dire di averla sorride Posso delegare. E posso contare su un Consiglio di istituto davvero valido».
     
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    DIRIGENTI SCOLASTICI: TRASFORMIAMO LA PROTESTA IN UN CORO





    In questo mese di gennaio le manifestazioni di protesta (tra scioperi e sit in) organizzate dai sindacati dei dirigenti scolastici sono ben 3, superiori per numero a quelle organizzate in lassi di tempo molto più ampi.

    La storia si ripete e sembra non aver insegnato nulla…

    I dirigenti scolastici italiani sono i più maltrattati della dirigenza pubblica, certamente per colpa di una controparte cinica e bara, ma in qualche modo anche per l’incapacità della categoria di trovare una voce unitaria e un’azione concorde.

    “Calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di fonderci insieme. Già l’ora suonò.

    Di sicuro nel lontano autunno del 1847 il ventenne studente Goffredo Mameli pensava all’Italia, non al suo preside, ma forse ascoltando con attenzione il testo dell’inno nazionale, qualche pensiero lo dobbiamo fare.

    Dopo le tre distinte manifestazioni, vogliamo pensare ad una giornata nazionale che esprima il disagio profondo e le antiche rivendicazioni dei dirigenti scolastici?

    Per manifestare sì, ma anche per poterla scrivere finalmente tutta in maiuscola, o almeno con l’iniziale, questa nostra DIRIGENZA.

    Gregorio Iannaccone

    Presidente Nazionale ANDIS
     
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    Cgil scuola. Nuovo sit in per i dirigenti scolastici
    Dirigenti scolastici: 100 ragioni per dire basta




    Dopo il sit in dei dirigenti scolastici che si è svolto ieri davanti al Ministero dell’istruzione, per iniziativa dell’ANP, si replica il 28 gennaio con una analoga iniziativa da parte della CGIL scuola che, in proposito, scrive sul proprio sito:

    “L'ingiusta decurtazione della retribuzione dei dirigenti scolastici non è che una delle cento ragioni alla base della loro protesta. I dirigenti scolastici sono continuamente gravati di nuovi compiti e sono considerati i soggetti responsabili dell'applicazione di norme ed adempimenti quasi sempre estranei alla scuola. Far funzionare bene le scuole sta diventando ogni giorno più difficile e pesante. A queste croniche difficoltà potrebbe aggiungersi ora una riduzione della loro retribuzione, a causa dell'intervento del MEF (l’ANP, a seguito del sit in di ieri, avrebbe ottenuto assicurazione per una soluzione del problema economico - ndr) che si rifiuta di applicare i contratti integrativi già firmati. Con il sit-in del 28 gennaio i dirigenti scolastici della FLC CGIL vogliono dire BASTA a questa insopportabile situazione e invitano tutti i colleghi a far sentire la loro voce, partecipando numerosi al sit-in e aggiungendo ai tanti motivi di disagio anche un loro motivo.”

    Chi vuole, può collegarsi al sito della CGIL (www.flcgil.it) e aggiungere, al già lungo elenco, le “proprie ragioni per dire basta”.
     
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