Si fa largo idea di ricorso alla Corte europea

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    Quota 96. Per Ragioneria dello stato possono attendere. Per i COBAS, i soldi ci sono. Si fa largo idea di ricorso alla Corte europea


    di Eleonora Fortunato - Sfortunata convergenza tra la volontà politica del Governo e della commissione per la spending review: le pensioni non sono in cima all’agenda al primo né della seconda, che le sta studiando tutte per elevare ancora gli anni di contribuzione.

    E così anche per Quota 96 le cose si fanno più complicate: dopo l’ennesima bocciatura della Ragioneria di Stato e del Mef, non restano che nuove mobilitazioni. Appuntamento martedì 25 dalle 14 davanti al Pantheon a Roma. Giovedì, invece, sarà presentata e calendarizzata in Commissione Bilancio la risoluzione congiunta presentata da numerosi gruppi politici volta ad esortare l’esecutivo a pianificare nuove risorse. E spunta anche l’idea del ricorso alla Corte Europea…

    E già: come più volte abbiamo riportato anche noi di Orizzontescuola, la soluzione per Quota 96 negli ultimi mesi è stata sfiorata più di una volta, ma qualcosa, a quanto pare, continua ad andare storto.

    La deputata Cinquestelle Maria Marzana ha un tono molto concitato quando le si domanda qualcosa a questo riguardo. Soprattutto dopo che la Ragioneria di Stato ha motivato in maniera così arbitraria che, come lei stessa ci riassume, “gli esodati vanno salvaguardati prima di Quota 96 perché i secondi un lavoro, almeno, ce l’hanno”. E dovranno tenerselo ancora a lungo se la loro complessa e intricata vicenda non vedrà presto la soluzione definitiva. “In Ragioneria obiettano sempre le stesse cose – continua Marzana – prima le coperture, poi i numeri, che è stato necessario ripuntualizzare anche nell’ultima risoluzione. Ma è evidente che manca la volontà politica di andare in fondo a questa vicenda e di riconoscere a quasi 4000 lavoratori della scuola un diritto che non è né più né meno sacrosanto dei diritti di altre categorie di lavoratori”.

    Tra i sindacati che hanno fatto sentire la loro voce, spiccano i Cobas, che per voce di Piero Bernocchi sottolineano che “in realtà il governo potrebbe recuperare benissimo i 450 milioni di euro, dal 2014 al 2018, necessari per la pensione dei circa 4000 docenti e Ata, bloccati dalla Fornero, perché il risparmio previsto dal 2012 al 2021 di circa 80 miliardi, grazie al salasso dei settori popolari, era sottostimato e le ultime analisi parlano di una cifra intorno ai 150 miliardi: quindi i fondi necessari a sanare l’intollerabile ingiustizia contro i Quota 96 sono ampiamente disponibili”. Senza contare che restituire ai 4000 docenti ed Ata il diritto alla pensione permetterebbe di dare lavoro stabile ad altrettanti precari della scuola mai assunti a tempo indeterminato, cosa che vorrebbe anche dire nuovi posti di lavoro con stipendi più bassi e meno assenze per malattia.

    Sul gruppo Facebook del Comitato Quota 96 inizia a serpeggiare l’idea di un ricorso alla Corte Europea. Così anche questa vertenza del mondo della scuola potrebbe prendere la via dei tribunali.
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