TFA ordinario II ciclo

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    TFA ordinario II ciclo, ad andar bene bando a giugno, selezione settembre, avvio lezioni dicembre 2014. I numeri




    Il II ciclo TFA confermato dal Ministro Giannini per il prossimo anno accademico. Ritardo di un anno nell'attivazione, c'è poco di cui rallegrarsi. La formazione iniziale degli insegnanti, dopo la chiusura delle Ssis, è stata materia trascurata. Quanti potranno abilitarsi con il nuovo TFA e con quali tempi?

    Certo, il rischio era quello che il Ministro bloccasse tutto per "inventare"qualcosa di nuovo. E dunque le parole pronunciate nel corso di un'intervista su Repubblica.it "Oggi ci sono i Tfa ordinari, quelli speciali, i Pas, le vecchie Ssis, una follia. Detto che il prossimo tirocinio formativo lo confermerò, perché non voglio fermare nulla di ciò che si muove, mi attiverò subito per varare un'unica forma di abilitazione a professore entro il 2018. I tirocini andranno fatti nel corso dell'ultimo anno di laurea magistrale, è già così all'estero. I candidati non sprecheranno mesi ad aspettare la data di riapertura di questa fisarmonica che è ormai un concorso e potranno formarsi per insegnare già durante gli studi ". suonano come liberatorie per quanti sono in attesa di questo percorso ormai da quasi un anno.

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    Dunque, II ciclo TFA confermato, e potrebbe trovare realizzazione nei tempi anticipati dal M5S TFA ordinario bando probabile a giugno 2014: anticipazione del M5S , poi cambio di rotta.

    E in effetti questo è quello che spaventa di più. Va detto che dopo la Gelmini gli ultimi Ministri non sono mai stati in carica così tanto da poter seguire un progetto di riforma dall'inizio alla fine, per cui non sappiamo come andrà a finire questa volta. Ma questa volta il percorso è già segnato. Si tratterebbe di mettere in pratica quanto già contenuto nel dm 249/10, avviando a regime il sistema delle lauree abilitanti all'insegnamento.

    Ciò che ci auguriamo è che non ci siano più anni in cui non vengano avviati percorsi di formazione degli insegnanti, perchè comunque i docenti continuano ad essere chiamati dalla III fascia delle graduatorie di istituto anche per le supplenze brevi, per cui si rende necessario un percorso organico di formazione iniziale, che garantisca agli studenti personale specializzato.

    Ma torniamo al II ciclo TFA. Confermata la selezione, quanti potranno essere i futuri abilitati? La richiesta dell'ex Ministro Carrozza era stata di 29.000 posti.

    I tempi. A fine febbraio sempre l'ex Ministro Carrozza diceva " a chi vuole sapere del # tfaordinario stiamo aspettando da dicembre il via libera sul regolamento dal MEF, dalla funzione pubblica e dal CDS "

    Adesso sono arrivati? Giannini non ha fatto alcun accenno in merito nel discorso programmatico al Senato di ieri, solo un lapidario "prossimo anno accademico". Si potrebbe cominciare a dar credito alla FLC CGIL che parlava addirittura di dicembre 2014, dopo la conclusione dei corsi PAS "Per quanto riguarda i PAS e i TFA l'Amministrazione ha comunicato che il secondo ciclo di TFA partirà successivamente al completamento dell'attivazione di tutti i corsi PAS, presumibilmente intorno al mese di dicembre 2014 . "

    Ad andar bene la sequenza potrebbe essere: bando a giugno, selezione settembre, avvio lezioni dicembre 2014. Ad andar bene.
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    Edited by rsustaff - 28/3/2014, 20:54
     
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    Tfa ordinario - per la preparazione alle prove selettive affidati ad EdiSES


    OS.it consiglia Edizioni Edises - In attesa dei bandi per il TFA ordinario, sono già pronte le nuove edizioni 2014 dei volumi per la preparazione alle prove selettive.

    Da EdiSES una gamma completa di manuali, eserciziari, software di simulazione, comprensivi delle prive ufficiali svolte, per ripassare i programmi, verificare la propria preparazione e mettersi alla prova con esercitazioni on-line.

    L'elenco delle pubblicazioni disponibili per ciascuna classe di abilitazione è consultabile qui
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  3. rsustaff
     
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    TFA ordinario: necessario prevederli fino al nuovo metodo delle "lauree abilitanti" e anche oltre




    Un intervento del Dirigente dell'ufficio III Lombardia Max Bruschi su ItaliaOggi. Condividiamo la riflessione sulla necessità non porre uno stop alla formazione iniziale degli insegnanti, in attesa della riforma degli ordinamenti annunciata dal Ministro nel discorso programmatico alla VII Commissione Cultura del Senato.

    Max Bruschi da Italia Oggi del 1° aprile 2014 - "Sulla formazione iniziale dei docenti, le parole del Ministro Stefania Giannini pronunciate al Senato suonano come una conferma del principio, tante volte violato, della continuità degli atti amministrativi e della conseguente soddisfazione delle legittime aspettative: «Avvieremo subito una nuova tornata del Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) per il prossimo anno accademico, perché credo sia doveroso offrire ai giovani laureati la possibilità di conseguire il titolo abilitativo. Il modello del Tfa introduce un principio sacrosanto: l'abilitazione si ottiene dopo aver dimostrato in aula di avere la preparazione e l'attitudine all'insegnamento... Per il futuro», aggiunge il titolare di Viale Trastevere «dovremmo introdurre un modello più snello. Penso all'inserimento direttamente nel percorso della laurea magistrale universitaria di un periodo di tirocinio con cui ottenere, al momento della laurea e dopo un esame parallelo alla discussione della tesi, anche l'abilitazione».

    Questa strada fu presa in considerazione e poi scartata già dalla commissione Israel, che preferì per la scuola secondaria un meccanismo di 2 (laurea magistrale) + 1 (Tirocinio), rimasto inattuato se non per strumento musicale, ma è indubbiamente percorribile, ad alcune condizioni e con alcune accortezze.

    Prima di tutto, occorre che il lavoro sulle classi di concorso, simile per tempi e condizionamenti al proverbiale «albero di Bertoldo», sia compiuto scindendo nettamente vecchio e nuovo e arrivando a una drastica riduzione nel loro numero, basata rigorosamente su considerazioni di carattere didattico-disciplinare. Un conto sono le «confluenze» delle vigenti classi sui nuovi insegnamenti (per le quali è necessario un regolamento), altro le prospettive future, gestibili, ai sensi del Testo Unico, in base a un rapido decreto.

    Secondo, occorre che i percorsi di laurea magistrale «abilitanti» (si intende: con severe prove selettive di accesso) siano «blindati», evitando l'anarchia universitaria e di cedere alle lobby accademiche inserendo negli ordinamenti didattici «il troppo e il vano».

    Insomma, se si chiede agli atenei e alle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica di produrre scatole di pomodoro, occorre che di esse si tratti, e non di scatole di fagioli, con la scusa che sempre scatole sono. E ciò sia in termini di settori scientifico disciplinari, che di insegnamenti. Se risulta inconcepibile (eppure, così oggi è) che si possa insegnare, per fare solo un esempio, storia senza dover dare un esame di storia contemporanea, sarebbe altrettanto irresponsabile non prevedere, con esattezza, quali tra le svariate discipline raggruppate in uno stesso settore debbano essere insegnate con riferimento al profilo in uscita. Terzo, altrettanta severità occorre impiegare nei requisiti per l'attivazione dei corsi, mettendo a frutto le esperienze dei Tfa. Spacciare, tanto per fare un esempio, corsi disciplinari per corsi di didattica, come in alcuni casi è accaduto, non è corretto per gli aspiranti docenti, ma ha anche ricadute pesanti sul raggiungimento sostanziale dei profili previsti.

    Sin qui le condizioni. Restano le accortezze. I percorsi di Tfa devono non solo godere di continuità sino alla predisposizione dei nuovi ordinamenti, togliendo gli aspiranti da una ingiustificabile incertezza, ma sarebbe opportuno proseguano, in parallelo, anche successivamente. E ciò per due motivi.

    Primo, ci sono alcune centinaia di migliaia di aspiranti, in possesso del «titolo» di accesso, cui non sembra possibile né giusto far rifrequentare un percorso di laurea magistrale; secondo, alcuni settori male si prestano a una laurea magistrale configurata «ad hoc» per l'insegnamento: solo per fare alcuni esempi, medicina, ingegneria, la stessa giurisprudenza. E sarebbe un rimedio decisamente abborracciato limitarsi ad appiccicare i crediti di tirocinio ai percorsi di laurea magistrale ordinamentali, senza prevedere i necessari apprendimenti relativi alla didattica.

    L'esperienza dice che, lavorando sodo, occorrono almeno 8 mesi per riformare il percorso. Più il tempo necessario a predisporre le tabelle relative alle lauree e ai diplomi, da prevedere in un semplice decreto, rinnovabile costantemente sulla base dell'esperienza. "
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