Giannini replica a Madia: “No a staffetta generazionale nella PA

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    Giannini replica a Madia: “No a staffetta generazionale nella PA: un sistema sano non manda a casa gli anziani per far entrare i giovani”




    Giannini replica a Madia – “Un sistema sano non manda a casa gli anziani per far entrare i giovani”, queste le parole con cui il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha commentato la proposta del ministro alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione Marianna Madia.

    Arrivata al convegno di Confindustria di Bari, il ministro Giannini ha risposto ai giornalisti che le chiedevano un commento alle dichiarazioni rilasciate pochi giorni fa dal ministro Madia che prospettava il prepensionamento di 85 mila dipendenti “anziani” della PA così da dare spazio all’assunzioni di forze fresche: “Non amo – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione – il collegamento tra chi va a casa e chi entra, perché ci deve essere l’alternanza costante che deriva da un flusso normale”.

    “Il precariato è una deformazione patologica del principio della flessibilità che va restituito alla sua fisiologicità – ha aggiunti Stefania Giannini commentando le proposte della collega di governo – Un governo che crede nella flessibilità e non nella sua patologicità, deve trovare gli strumenti e lo sta facendo”.

    Il ministro ha poi commentato anche i dati della ricerca “People First. Il capitale sociale e umano: la Forza del Paese” che veniva presentata proprio durante il convegno di Confindustria e che istituisce uno stretto rapporto tra formazione e andamento economico: “La ricerca del patrimonio intangibile, cioè delle competenze da sviluppare nei nostri giovani – ha spiegato la Giannini – è un fattore fondamentale ma non solo per l’Italia, anche per una Europa un po’ stanca e in declino che deve recuperare soprattutto la centralità dell’educazione”.

    Uno sguardo, poi, alla situazione degli Atenei italiani, in particolare quelli dl Sud, e del mondo della ricerca, accademica e non, nel nostro Paese: “Cerchiamo di essere realisti: le Università meridionali soffrono di mali che sono anche mali territoriali – ha constato il ministro – Gli arabi dicevano che l’Italia è un Paese troppo lungo e forse avevano ragione. Bisogna cercare di accorciarlo in senso economico, sociale e culturale”.

    Mentre a proposito del rilancio della ricerca, Stefania Giannini ha affermato che entro l’estate proporrà, insieme al Governo e al Premier Renzi, l’adozione di un piano decennale sulla ricerca, con l’obiettivo, tra gli altri, di potenziare il sistema coinvolgendo in maniera più diretta anche le grandi aziende

    Un appello, infine, rivolto ai tanti industriali presenti in platea durante il convegno di Confindustria: “Amici imprenditori – ha concluso il ministro dell’Istruzione – ve lo dico chiaramente: adottare un talento in formazione non è un gesto meno nobile, più trascurabile, né un investimento meno sicuro del restauro di un importante monumento”.
    - See more at: www.corriereuniv.it/cms/2014/03/gia...h.2OSBjadH.dpuf

    Edited by redrose - 3/4/2014, 07:01
     
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    Basta polemiche sul turn over nella PA: le regole ci sono già
    di A.G.
    30/03/2014
    A sostenerlo è il presidente dell'Udc ed ex ministro per la P.A. Gianpiero D'Alia: le procedure concorsuali riservate ai precari permettono già una prima operazione di reale inversione di rotta senza modifiche al quadro di finanza pubblica. Basterà l’intervento per porre fine alle diversità di vedute espresse dai ministri Madia e Giannini?
    Basta polemiche sul turn over nella PA: le regole ci sono già. A sostenerlo è il presidente dell'Udc ed ex ministro per la P.A. Gianpiero D'Alia, a margine del comitato dell'Udc siciliano in corso a Catania. Che in questo modo sembra porre fine alle diversità di vedute espresse nelle ultime ore dai ministri Madia e Giannini. "Sul ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni – ha tenuto a dire D’Alia - vanno evitate discussioni stucchevoli: gli strumenti per farlo sono già a disposizione, bisogna applicarli".
    "Nel nostro decreto 101 del 2013 - spiega l'ex ministro - abbiamo affrontato con determinazione la questione di una cura dimagrante della macchina pubblica e dell'ingresso dei giovani nella Pa". D’Alia ha ricordato, in particolare, che sono già esistenti, basterebbe applicarle, "le norme sull'immissione in servizio dei giovani vincitori di concorso e le procedure concorsuali riservate ai precari: permettono già, nonostante i pesanti limiti imposti nel turnover, una prima operazione di reale inversione di rotta senza modifiche al quadro di finanza pubblica".
    Secondo l’ex Ministro "non si tratta di mettere le generazioni l'una contro l'altra - conclude D'Alia - ma di andare verso una P.A. rinnovata ed efficiente che sia in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. Si discuta degli strumenti, non chiudendo nel cassetto quelli che ci sono già e lasciando da parte polemiche che hanno il solo effetto di generalizzare e svilire le professionalità esistenti".
    L’ex ministro della Funzione Pubblica si è soffermato, poi, sui quadri dirigenziali. "Un obiettivo possibile - aggiunge D'Alia - è la riduzione del 30% dei dirigenti nel triennio, per mettere in moto quel meccanismo del decreto '101' che introduce il 'concorso unico' e reclutare così quei quadri intermedi dotati di alta specializzazione e alfabetizzazione digitale che mancano alla nostra Pa. Il decreto ha anche avviato il primo censimento del costo del personale delle società partecipate, che basterebbe rendere operativo per individuare sprechi e strutture elefantiache da tagliare".
     
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    Giannini contro la staffetta generazionale

    Governo diviso: il ministro dell'Istruzione boccia Madia sui prepensionamenti.



    LAVORO
    Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.


    Staffetta generazionale sì, staffetta generazionale no. Il governo sembra avere idee diverse in materia. Mentre il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia continua a ventilare l'ipotesi di prepensionamenti per favorire l'ingresso dei più giovani nella Pa (e ha ribadito il concetto anche il 29 marzo con un'intervista al Corriere della sera), la sua collega dell'Istruzione Stefania Giannini boccia l'ipotesi. «Non amo il collegamento tra chi va a casa e chi entra, un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani», ha detto.
    «ALTERNANZA COSTANTE». «Per me è necessaria una alternanza costante». Il ministro poi ha definito il precariato «una deformazione patologica del principio di flessibilità, che va restituito alla sua fisiologicità». Per questo, «un governo che crede nella flessibilità e non nella sua patologia deve trovare gli strumenti e lo sta facendo».
    Ma se è vero che i nostri dipendenti pubblici sono parecchio più anziani di quelli di molti altri Paesi Ue (su 3,3 milioni circa 750 mila hanno più di 55 anni), il nodo del ricambio generazionale è un problema reale non da poco che riguarda non solo la Pa, ma tutto il mondo del lavoro.
    MADIA: «RIDUZIONE NON TRAUMATICA». «Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l'ingresso dei giovani. Se in un posto mando in pensione leggermente anticipata 3 dirigenti, non devo per forza sostituirli, magari basta prendere un funzionario. Con questa staffetta generazionale riduco, svecchio e risparmio», aveva detto Marianna Madia precisando che gli strumenti del piano non erano stati decisi «ma i contenuti sono chiari».
    Risparmi per 500 milioni, 85 mila tagli
    Marianna Madia, ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione.

    (© ImagoEconomica) Marianna Madia, ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione.

    Contenuti che a far conto con le prime cifre del piano Cottarelli dovrebbero portare a un risparmio di 500 milioni nel 2014 sui dirigenti, e a gestire 85 mila tagli. Ricambio generazionale con il ripristino del turn over, ha detto il segretario confederale della Cgil, Rosanna Dettori che mette in guardia il ministro: si parla «con troppa facilità di esuberi e prepensionamenti» e se non si vuole cambiare la Fornero «si rischiamo nuovi esodati». Se invece c'è disponibilità a identificare meccanismi che riconoscano professionalità e carriere «allora è possibile sedersi intorno ad un tavolo», perché «indubbiamente c'è bisogno di un ricambio generazionale».
    UIL FAVOREVOLE AL RICAMBIO. Quel ricambio generazionale che piace alla Uil con il segretario Mino Foccillo che ha dato un'apertura di credito alla ministra della Funzione pubblica: è giusto che entrino i giovani con nuove capacità anche per far fronte a esigenze mutate. «Su base volontaria, quindi mi sembra che sia un'ipotesi accettabile».
    Una bacchettata però dalla Cisl: «Mi pare che il ministro Madia sia un po' confusa: non è in discussione lo strumento del prepensionamento, ma bisogna fare un piano industriale e poi si decide», ha detto il segretario confederale Giovanni Faverin.
    TABACCI: «GIANNINI SMEMORATA». Ma se dal partito della ministra Giannini l'idea di Madia viene liquidata come «una ricetta in salsa finto-giovanilistica contro gli anziani», Bruno Tabacci dal Centro democratico ha detto: «Giannini smemorata, Sc era per i prepensionamenti», mentre De Poli (Unione di centro) ha sottolineato «prevalga il merito». Nel dibattito è intervenuto anche l'ex ministro del Welfare Elsa Fornero che ha detto alla giovane collega: prepensionamenti? Attenzione a non smontare le riforme perché i privati potrebbero arrabbiarsi.

    Sabato, 29 Marzo 2014
     
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    E se Giannini e Madia avessero torto entrambe?
    di Lucio Ficara
    30/03/2014
    Madia: "Mandare in pensione i docenti più anziani per far posto ai giovani". Replica di Giannini: "Non se ne parla proprio". Ma forse sbagliano entrambe.
    Il governo che non si sta impegnando più di tanto per mandare in pensione i quota 96, che ne avrebbero pieno diritto, ma al tempo stesso, provocando tra l’altro pungenti polemiche al proprio interno, lancia l’idea di promuovere prepensionamenti per la pubblica amministrazione, in modo da dare spazio all’entrata delle nuove generazioni.
    Ci stiamo riferendo alle dichiarazioni della giovane ministra per la pubblica amministrazione Marianna Madia che sostiene, senza troppi giri di parole, che sarebbe giunta l’ora di pensare seriamente per i dipendenti statali più anziani al prepensionamento per fare in modo che anche negli uffici pubblici e soprattutto nelle scuole si possano creare nuovi posti di lavoro e creare i presupposti per un corposo turnover. Arriva stizzita la replica del ministro dell’Istruzione Giannini che bolla questa ipotesi come incauta e azzardata.
    La stessa Giannini, che ritiene l’anzianità di servizio un disvalore per quanto riguarda il meccanismo della valorizzazione stipendiale degli insegnanti, si riscopre garantista del valore dell’anzianità quando si parla di trattenere in servizio gli insegnanti con tanti anni di servizio sulle spalle. Strana questa dicotomia di pensiero del responsabile del Miur, che a seconda dei casi critica o elogia l’anzianità di servizio del corpo docente della scuola pubblica italiana. Se il sistema della scuola è sano e non deve mandare a casa i professori anziani, allora li dovrebbe rispettare, riconoscendo loro un’adeguata retribuzione anche in funzione della loro esperienza acquisita sul campo, altrimenti il sistema non è sano e allora è giusto mandare in pensione piuttosto che obbligare e punire chi ha dato tanto, almeno in termini di tempo, alla scuola. La posizione della ministra Giannini, esposta sinteticamente a Bari durante il convegno biennale della Confindustria, sembra ambigua o quantomeno poco chiara. Certo è che un sistema scolastico come quello italiano, che non riconosce il lavoro dei docenti e non lo retribuisce adeguatamente, un sistema in cui il contratto è scaduto da molti anni e non ci si impegna abbastanza a rinnovarlo, è un sistema che ha delle patologie evidenti e di sano ha ben poco. Si obbligano gli anziani a restare in servizio oltre i 65 anni di età, caricandoli di responsabilità e carichi di lavoro crescenti, si sfruttano pesantemente i precari concedendogli stipendi minimi e diritti limitati, e poi si parla di sistema sano? Sembra una presa in giro, fatta da una politica che non conosce la realtà del quotidiano. Forse si potrebbe dire che in Italia non c’è bisogno né di prepensionamenti né di mantenere in servizio i docenti anziani a tempo indeterminato, ma forse ci sarebbe bisogno di considerare ragionevolmente un’età pensionabile giusta, che tenga conto anche di un massimo di 40 anni di servizio oltre i quali, qualsiasi insegnante non dovrebbe andare. Quindi è lecito pensare che la disputa tra Giannini e Madia sia piuttosto sterile, ma soprattutto che non risolva i problemi del Paese.
    L’impressione di molti cittadini è quella che certi politici si avvitano in ragionamenti incomprensibili e lontani dalla realtà e che a volte sono anche contradditori.

    da tecnica della scuola
     
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    No al prepensionamento nella scuola per far largo ai giovani. Ci sono altri lavori



    Torniamo sulle affermazioni del Ministro Giannini che ha criticato la proposta di Madia, Ministro della Pubblica Amministrazione, di ricorrere alle pensioni anticipate per far largo a giovani leve.

    La Giannini ha voluto specificare quanto già affermato nei giorni scorsi, rilasciando delle dichiarazioni al quotidiano "Il Messaggero": "Mi sono permessa di osservare che un Paese nel quale si spendono in pensioni 270 miliardi di euro non dovrebbe vedere nel prepensionamento la chiave di ingresso dei giovani nella Pubblica Amministrazione."

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    L'uso cicliclo delle baby pensioni, sostiene il Ministro dell'istruzione, crea un circolo vizioso dal quale non se ne esce più?

    La vera riforma, e la soluzione ai problemi della Pubblica amministrazione, è l'introduzione di criteri di valutazione "Chi è bravo viene premiato, chi non raggiunge i risultati rende conto del perché non li ha raggiunti."

    E i giovani? Su questo punto la Giannini non ha titubanze "A me risulta che in Italia ci siano aziende alla ricerca di quarantottomila lavoratori qualificati. E non li trovano. Non manca il lavoro, manca la formazione di lavoratori qualificati."

    Insomma, si rivolgano altrove.
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    Boccia (Pd), tagli e ingresso ai giovani
    01/04/2014
    ''Non ho capito la polemica del ministro Giannini sulla proposta Madia su tagli PA, turn over e nuove assunzioni. Dal ministro dell’università e della scuola mi aspetto risposte sui temi di sua competenza”. Lo dice a Radio Radicale il presidente della commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia del Pd.
    Invece di occuparsi di funzione pubblica, spero ci dia una risposta sui cosiddetti quota 96, visto che il Parlamento chiede con una risoluzione approvata all’unanimità, entro la prossima settimana, una risposta chiara agli insegnanti mandati per sbaglio in pensione a gennaio invece che a settembre. A fronte di questa risposta del governo che pretendiamo positiva, possono entrare 4 mila nuovi giovani insegnanti. Dal ministro Giannini mi aspetterei risposte immediate e connesse alle sue competenze anziché' strali sul pubblico impiego''.
    ''Il ministro Madia sta facendo un lavoro interessante - spiega Boccia - che potrebbe andare nella direzione che avevamo individuato con una proposta di legge che aveva il solo scopo di tagliare, toccando non più del 15% del personale della pubblica amministrazione coincidente con le figure apicali in particolare dagli 80 mila euro in su con tagli proporzionali dal 6% al 15%. Ciò proprio per superare il vincolo posto dalla Corte Costituzionale, ipotizzando un patto che preveda per tre anni la possibilità di riversare una parte dei tagli al turn over del pubblico impiego''.
     
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    Madia: la staffetta generazionale è grande progetto


    di P.A.
    02/04/2014
    Tra i 6 obiettivi prioritari che si pone la ministra per la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, c'è "un grande progetto di staffetta generazionale".Riduzione non traumatica con pensionamenti per ingresso dei giovani
    Lo ha spiegato nel corso di un'audizione alla Camera sulle linee programmatiche del dicastero. "Noi crediamo, come governo, che non serve il blocco del turn over". ..
    "Un grande progetto di staffetta generazionale" con "un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e dei dipendenti vicini alla pensione per favorire l'ingresso di giovani".
    "Se non si fa, non ci può essere rinnovamento" dell'amministrazione, "ma solo agonia".
    Il progetto - ha proseguito la ministra - "non vuole mettere in discussione gli equilibri" della spesa pubblica ottenuti con la riforma delle pensioni. Anche perché sono evidenti i risparmi derivanti dalle differenza "tra gli stipendi attualmente pagati e quelli dei neo assunti".
    Madia annuncia, al riguardo, un "processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione per favorire l'ingresso dei giovani. Di certo l'amministrazione non può permettersi il blocco del turn over".


    Madia è passata poi a parlare della mobilità e ha affermato che è necessario "l'allineamento delle diverse tabelle retributive. La nostra amministrazione ha bisogno di un piano strategico delle risorse, occorre un ruolo forte di coordinamento della funzione pubblica: serve una mappatura completa degli uffici e una pianificazione di personale presente e futuro".
    Basta alle amministrazioni, ha concluso, che "agiscono come monadi".
     
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    Prepensionare i prof per far largo ai giovani. Scettica la Ragioneria dello Stato. Madia, i soldi ci sono




    Dopo la Giannini, che si era detta contraria all'idea, la proposta del Ministro della PA, Marianna Madia, trova lo scetticismo anche da parte della RdS, "la legge deve prevedere una copertura".

    Ieri, durante un'audizione alla Camera, Francesco Massicci, a capo dell’Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Rgs, ha sottolineato che l'operazione proposta dal Ministro Madia non è a costo zero e che l'eventuale legge deve prevedere una copertura finanziaria.

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    Sì, perché un conto è mandare in pensione persone che non vengono rimpiazzate, dal momento che "viene meno lo stipendio e la pensione ed è un costo neutrale", diverso è il caso in cui si prepensiona e bisogna sostituire l'impiegato, pagando "lo stipendio, la pensione e la buonuscita". Ci sono costi in più da sostenere e una copertura finanziaria per la spesa pensionistica in più.

    E Massicci fa un esempio: “se pensioniamo gli insegnanti di lettere, ma resta la cattedra e devo rimpiazzarli, abbiamo da pagare la pensione, lo stipendio e la buonuscita” a cui aggiungere “un effetto sull’anticipo dell’età pensionabile”.

    Anche il Ministro Giannini si era espresso contro la proposta della Madia, ma con argomentazione diversa. La Giannini, infatti, ritiene che un "Paese nel quale si spendono in pensioni 270 miliardi di euro non dovrebbe vedere nel prepensionamento la chiave di ingresso dei giovani nella Pubblica Amministrazione." E prone l'istituzione di un sistema di valutazione della PA per migliorare le prestazioni del settore.

    Ma l’idea del turn over piace molto alla Madia che è stata alla Camera per illustrarne le linee generali. Si tratta, ha detto, di “un grande processo di staffetta generazionale. Io credo - ha continuato - che l’amministrazione non può permettersi e nemmeno serva alcun blocco delle assunzioni. Ha bisogno di cambiamento, di rinnovamento e di nuove competenze fresche”.

    La copertura finanziaria? La Madia ha le idee chiare e anticipa la volontà di utilizzare parte dei risparmi della Spending, derivanti dalla riduzione delle retribuzioni dei più alti dirigenti per "finanziare la staffetta generazionale. Su questo, ha detto, "«sono pronta ad un confronto innovativo di idee con le parti sociali, che ho già iniziato a incontrare".
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    Sì al prepensionamento, Madia insiste: "garantire continuità del reclutamento"




    L'On. Madia, Ministro della funzione pubblica, ha relazionato alla Camera sul programma di Governo. Un capitolo è stato dedicato al progetto "staffetta generazionale", che consentirebbe ridurre il personale della scuola per consentire l'ingresso delle nuove generazioni. Il testo dell'intervento

    Il progetto "staffetta generazionale"

    In queste settimane si è tanto discusso, a proposito di revisione della spesa, in merito al presunto blocco del turnover. L'amministrazione non può permettersi, e nemmeno serve, alcun blocco.

    Il blocco delle assunzioni è un meccanismo "orizzontale" e non selettivo, mentre è necessario fare scelte consapevoli per operare una razionale redistribuzione. L'amministrazione ha bisogno di cambiamento, di rinnovamento e di nuove competenze fresche.

    Per quanto la prima azione sarà un grande progetto di "staffetta generazionale" nella PA: va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e, più in generale, dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l'ingresso di giovani. Se non si fa, non ci può essere il rinnovamento della pubblica amministrazione, ma la sua agonia, con il rischio di alimentare uno scontro tra una generazione che ha dato molto ma ha anche potuto beneficiare delle condizioni di una diversa fase storica e le nuove generazioni cui, per garantire la quadratura dei conti, stiamo facendo pagare, anche nella pubblica amministrazione, il prezzo altissimo del blocco degli accessi e di un precariato perenne.

    Abbiamo l'assoluta necessità di garantire la continuità del reclutamento - in una fase cruciale di modernizzazione, semplificazione e digitalizzazione del settore pubblico - anche in un periodo di crisi finanziaria, che impone di trovare le risorse per le nuove assunzioni.

    Questa operazione, che non vuole mettere in discussione gli equilibri realizzati con la riforma della previdenza attuata nel dicembre 2011, garantirebbe da un lato una forte iniezione di indispensabile rinnovamento, dall'altro un risparmio complessivo per le casse dello Stato, dato dalla differenza tra gli stipendi attualmente pagati e quelli dei neo assunti, al netto della spesa per le pensioni erogate in anticipo.

    Prepensionare i prof per far largo ai giovani. Scettica la Ragioneria dello Stato. Madia, i soldi ci sono
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