PERSONALE ATA

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    PERSONALE ATA





    PERSONALE ATA – Continua il silenzio assordante sulle assunzioni, migliaia di assistenti amministrativi e tecnici rimasti “al palo” per il secondo anno consecutivo




    Faraci (Anief): il lento smaltimento delle visite medico-collegiali dei docenti inidonei, previsto dal decreto Scuola, complica ulteriormente la situazione. Se ne parlerà domenica 24 novembre a Roma, nel corso di una convention nazionale su amministrativi, tecnici ed ausiliari della scuola che si annuncia particolarmente “calda”.





    Rimangono “al palo” le assunzioni di decine di migliaia di assistenti amministrativi e tecnici: dopo la beffa dell’anno scolastico 2012/2013, al termine del quale, per via dell’ancora non definita questione normativa sui docenti inidonei, tutte le loro immissioni in ruolo furono bloccate. Situazione paradossale che rischia di ripetersi anche quest’anno.



    Eppure, non troppo tempo fa più di un’organizzazione sindacale, in possesso esclusivo della bozza del D.L. 104 del 12 settembre 2013, si era illusa. E dichiarava chiusa la questione docenti inidonei e ITP C555 e C999. Annunciando, davvero con troppa “faciloneria”, che i ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici per gli anni 2012/13 e 2013/14 si sarebbero presto sbloccati.



    “Come Anief – spiega Giuseppe Faraci, responsabile nazionale del comparto Ata – anche in virtù di una attenta lettura proprio del D.L. 104, non ci siamo mai fidati. Anche perché sin da subito avevamo percepito il fatto che quello del Governo era solo un voler prendere tempo. Se è vero, infatti, che nel decreto si è affrontata normativamente la diatriba in atto, dando la possibilità ad alcune migliaia di docenti di poter svolgere una nuova visita medica collegiale, è altrettanto vero che gli articoli approvati non risolvono affatto definitivamente la questione. Questo perché, rispetto a quanto era stabilito in precedenza, adesso il docente inidoneo non è obbligato al transito nei profili Ata. Ma può scegliere di aderire alla mobilità intercompartimentale”.
    Inoltre, agli ITP C555 e C999 è stata finalmente concessa la possibilità di transitare in altre classi di concorso. E pare si stia anche lavorando al prossimo contratto integrativo sulla mobilità annuale, per evitare appunto il transito nei profili Ata.



    “Il problema odierno – continua Faraci – è che, in attesa che si delineino tante situazioni, ad iniziare dai tempi di smaltimento delle visite mediche collegiali per verificare lo stato di inidoneità all’insegnamento, appare davvero lontana la possibilità che possano sbloccarsi le immissioni in ruolo Ata nell’arco di quest’anno scolastico. Vorremmo sbagliarci, speriamo vivamente che il Governo o il Ministro ci smentiscano, ma questa – conclude il responsabile Anief del comparto Ata – rimane la nostra preoccupazione”.



    Domenica 24 novembre, a Roma, presso l’Hotel H10, in via Pietro Blaserna, n. 101, dalle ore 10,30 ANIEF ha riunito in una convention nazionale tutti i suoi iscritti ATA. Tra le varie tematiche in programma, proprio quelle su inidonei all’insegnamento e assunzioni “congelate” si prevede che saranno tra le più “calde” che il giovane sindacato sarà chiamato ad affrontare.

    Edited by redrose - 14/3/2014, 09:09
     
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    IN TRE ANNI TAGLIATI 47MILA A.T.A.: A RISCHIO VIGILANZA E GESTIONE ISTITUTI





    da IMGPress
    IN TRE ANNI TAGLIATI 47MILA NON DOCENTI: A RISCHIO VIGILANZA E GESTIONE ISTITUTI


    I tagli al personale della scuola si sono abbattuti anche su collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici: a seguito della cancellazione spropositata di migliaia di istituti autonomi, solo negli ultimi tre anni sono stati cancellati 44.500 Ata. Cui vanno aggiunti 2.395 direttori dei servizi generali e amministrativi. In tutto 47mila posti in meno, che corrispondono ad un quinto del totale dei non docenti.
    Il dato è stato reso noto nel corso di un seminario Anief su pianeta Ata e scuola autonoma, svolto questa mattina a Roma presso l’hotel H10: la riduzione di organico ha ridotto a 205mila gli Ata complessivi della scuola italiana, rispetto ai 252.000 effettivi dell’anno scolastico 2007/08. Invece di incrementare il loro numero, a seguito dell’introduzione dell’autonomia scolastica, che ha prodotto forti sgravi per le amministrazioni periferiche del Miur e degli ex provveditorati agli studi, per meri motivi di risparmio finanziario nazionale si è deciso di cancellare un Ata su cinque.
    “È sempre più evidente – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che questa spregiudicata opera di dimensionamento voluta dagli ultimi governi sta mettendo a serio rischio il funzionamento delle scuole: tagliare in un solo triennio il 20% del personale a supporto della didattica compromette inevitabilmente tasselli fondamentali per il nostro sistema di istruzione, come la vigilanza negli istituti e le pratiche riguardati studenti, famiglie e personale”.
    Purtroppo non è finita: secondo le ultime indiscrezioni sulla nuova spending review, il Governo sarebbe in procinto di eliminare altri 800 istituti. In tal caso, considerando almeno una decina di Ata per ogni scuola, più altrettanti Dsga, vi sarebbero altri 10mila tra collaboratori, amministrativi e tecnici che verrebbero meno. “Uno dei punti centrali per risparmiare sulla spesa pubblica – commenta ancora Pacifico – dovrebbe anche stavolta andare incostituzionalmente a ridurre il numero di istituti e plessi scolastici. Dimenticando che ha però già messo in ginocchio l’erogazione del servizio, visto che oggi una scuola, quindi un solo dirigente scolastico, in media coordina a distanza altre quattro scuole”.
    Durante il seminario è anche emerso che sono davvero poche le nuove immissioni in ruolo previste nel triennio 2013-2015 attraverso la Legge 128/13: appena 13.400 tra amministrativi, tecnici ed ausiliari. A tal proposito i delegati Anief hanno messo in luce che tra i posti già vacanti, al netto dei futuri pensionamenti, ve ne sono quasi altrettanti ancora disponibili: ben 12.773, considerando 2.692 assistenti amministrativi, 1.032 assistenti tecnici, 8.172 collaboratori scolastici, 126 cuochi, 104 collaboratori scolastici tecnici, 111 guardarobieri, 36 infermieri.
    Il giovane sindacato autonomo ha, infine, preso posizione contro l’illegittimità dell’invarianza finanziaria che lascia allo stipendio iniziale i neo-assunti, nonostante i tanti anni di precariato alle spalle: “secondo la Comunità europea – conclude Pacifico – questi precari dovevano già percepire gli scatti biennali di anzianità, che quindi non possono essere negati solo perché queste unità di personale sono state assunte in ruolo”.
     
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    Stallo per i 24.000 lavoratori degli appalti




    La vertenza attivata dalle organizzazioni sindacali Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltrasporti Uil per garantire dal 1 gennaio 2014 la continuità occupazionale e la tenuta del reddito degli oltre 24.000 lavoratori e lavoratrici occupati negli appalti di pulizia e ausiliari presso 4000 scuole di ogni ordine e grado (LSU), continua non lasciando intravedere esiti positivi.

    A seguito degli incontri che si sono succeduti dal 22 luglio al 4 novembre c. a. al tavolo politico di confronto istituito presso il Miur tra la rappresentanza politica del Ministero e sindacale, le parti avevano stabilito di incontrarsi immediatamente dopo l'incontro della compagine ministeriale alla Presidenza del Consiglio e comunque non oltre il 26 u. s. Ad oggi nonostante si sia svolto l'incontro tra il Miur e la Presidenza del Consiglio, coinvolta dallo stesso Ministero, non è ancora stata convocata alcuna riunione.

    Inoltre sono ancora aperte le procedure di licenziamento collettivo per tutti i 24.000 addetti.

    A fronte di quanto si sta delineando e per il mancato rispetto degli impegni assunti dal Miur, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto un incontro urgente alla Presidenza del Consiglio per far comprendere la gravità che la vertenza riveste per migliaia di lavoratori.

    C’è preoccupazione per le riduzioni programmate dal Ministero dell'Istruzione. Se nelle prossime 24 ore il Ministero dell'Istruzione non provvederà a fissare l'incontro del tavolo politico di confronto, i sindacati organizzeranno nei prossimi giorni “un folto presidio presso il Miur”, e se non sarà garantita “la continuità occupazionale e delle condizioni reddituali”, le stesse organizzazioni sindacali di categoria fanno sapere che verranno proclamati lo sciopero e la manifestazione nazionale delle lavoratrici e lavoratori Ex Lsu e Appalti Storici entro la prima metà di dicembre.
    tuttoscuola.com mercoledì 27 novembre 2013




     
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    Tavoli Tecnici. Terzo incontro sugli Organici ATA
    Procede l’acquisizione dei dati finalizzati alla massima trasparenza e alla definizione di proposte per un migliore utilizzo del personale.


    29/11/2013


    Emergenze ATA: parte il tavolo tecnico sugli organici
    Emergenze ATA: prosegue il lavoro del tavolo tecnico sull'organico

    Nell’incontro tenutosi il 28 novembre scorso, il terzo sullo specifico tema della revisione della tabella degli organici del personale ATA, l’Amministrazione ha fornito i dati da noi richiesti relativi ai punti di erogazione del servizio, ai laboratori esistenti nelle varie tipologie di scuola, alla loro distribuzione sui livelli regionali.

    Su questi elementi di conoscenza si è potuto impostare un primo confronto di merito sulla necessità di una maggiore trasparenza nell’uso del 3% a disposizione degli Uffici regionali per le compensazioni fra settori e province, sulla necessità di estendere la figura degli assistenti tecnici anche nelle scuole del primo ciclo, sul carico di lavoro di collaboratori scolastici in relazione alla presenza degli alunni con disabilità e sul carico di lavoro degli assistenti amministrativi in rapporto allo svolgimento di lavori seriali (pratiche di pensione, di ricostruzione di carriera, di compilazione delle graduatorie di istituto).

    La FLC CGIL ha fatto rilevare come ancora però vi sia la necessità di ulteriori dati conoscitivi relativi ai seguenti temi:

    addensamento degli alunni con disabilità nelle varie tipologie di scuola
    disponibilità di posti nelle varie tipologie di profilo,
    numero del personale in esubero dei diversi profili
    procedura seguita dall’Amministrazione nell’elaborare e comunicare i dati dell’organico (che talora non corrisponde alla stessa tabella prevista dalla norma) anche in relazione alla distribuzione dell’ulteriore 3% sull’organico di diritto
    numero dei laboratori nelle scuole (i dati forniti risultano assai manchevoli) e connesso ricorso alle collaborazioni plurime o a ditte esterne da parte delle istituzioni scolastiche del primo ciclo. Ciò anche al fine di quantificare l’onere finanziario a carico delle Istituzioni scolastiche e più utilmente evitabile o convertibile con figure specificamente addette ai laboratori anche su reti di scuole.

    L’Amministrazione ha accolto le richieste e ha preso l’impegno di avviare un monitoraggio che dia certezze sul numero quanto più possibile esatto dei laboratori e sul ricorso delle Scuole alle collaborazioni plurime e alle ditte esterne.

    Il tavolo si è dato un nuovo appuntamento per il 18 dicembre 2013 per consentire, in questo lasso di tempo, la raccolta dei dati suddetti, soprattutto in merito ai monitoraggi. Nel contempo si è convenuto di focalizzare il confronto della prossima seduta in modo particolare sui temi affrontati nell’incontro odierno (estensione degli assistenti tecnici alle scuole del primo ciclo, gestione dell’esubero, riequilibrio delle dotazioni organiche fra tipologie di istituzioni scolastiche in rapporto alla presenza degli alunni con disabilità o alla presenza di un alto numero di plessi, spostamento al di fuori delle scuole del lavoro amministrativo di tipo seriale – pensioni, carriere - , trasparenza nell’uso del 3% aggiuntivo a gestione territoriale).
     
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    Appalti pulizie scuole, oggi presidio davanti al MIUR. Rischiano il posto in 24mila




    Il Ministero taglia gli appalti per le pulizie e oggi, alle ore10, presidio dei Co.co.co. ex Lsu assimilati Ata in viale Trastevere organizzato da Felsa Cisl Nidil Cgil Uil Tem.p@.

    A rischio 24mila operatori che dal 1 gennaio 2014 rischiano di trovarsi senza lavoro. "L'iniziativa - scrivono i sindacati in una nota - nasce a seguito del lungo silenzio da parte del ministro Carrozza e dalla mancata apertura del confronto più volte richiesto da parte delle organizzazioni sindacali ma anche dai rappresentanti delle istituzioni a livello territoriale".

    "L'ultima richiesta del 12 novembre scorso - continuano i sindacati - inviata al ministro è stata letteralmente inascoltata. Il 18 ottobre scorso si sono organizzate manifestazioni da parte dei lavoratori in tutte le regioni coinvolte nei quali i delegati sindacali sono stati ricevuti dai direttori scolastici e dai prefetti, tuttavia la situazione di queste persone, dopo oltre 20 anni di precarietà di vita e lavoro rimane senza una reale soluzione da parte delle istituzioni".

    Prosegue la nota: "Chiediamo al ministero di fornire adeguate risposte ai lavoratori fortemente penalizzati da un sistema che per anni ha utilizzato personale precario per mantenere servizi all'interno del sistema scolastico. Non è più concepibile rinviare risposte, per questo Felsa Cisl Nidil Cgil Uil Tem.p@ hanno proclamato lo sciopero dei lavoratori co.co.co. ex Lsu e un presidio davanti il Miur".

    Oggi, quindi, al MIUR per chiedere, scrivono, come il Ministero "intende rispettare la legge e come procedere alla stabilizzazione dei lavoratori, prevista da un Dm del 2001."
     
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    Emergenze ATA: prosegue la mobilitazione sulle questioni irrisolte
    Il Comitato direttivo nazionale della FLC CGIL approva all’unanimità un ordine del giorno sulle emergenze ATA. La mobilitazione va avanti. Dare valore al lavoro ATA significa battersi per la qualità del servizio scolastico.
    09/12/2013


    Emergenze ATA: la FLC avvia la procedura di conciliazione

    Il Comitato Direttivo Nazionale della FLC CGIL, riunito nei giorni 5 e 6 dicembre 2013 a Roma, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, assumendo l'impegno di voler "proseguire la mobilitazione" sulle questioni del personale tuttora irrisolte.

    Il CDN ha affrontato la situazione, sotto il profilo della stabilità, dell'emergenza salariale, dei carichi di lavoro, rilanciando lo stato di agitazione per dare valore alla dignità del lavoro ATA, ritenendo irrinunciabile questa necessità con l'altra, altrettanto fondamentale, di voler fornire un servizio scolastico efficiente ed efficace alla collettività.

    Nonostante l'ottenimento dei tavoli tecnici di lavoro sulle materie di carattere retributivo, semplificazione amministrativa e revisione degli organici, non siamo affatto soddisfatti della mancata soluzione di due delle questioni più importanti, poste alla base del nostro tentativo di Conciliazione col Ministero: la conclusione definitiva e positiva della vicenda del personale inidoneo con la conseguente stabilizzazione di Amministrativi e Tecnici su tutti i posti liberi e il pagamento delle posizioni economiche. Ricordiamo che gli AA e gli AT sono fermi da due anni con le immissioni in ruolo, già previste dal piano triennale (Decreto Sviluppo 2011).

    Oltre a queste si affiancano ulteriori problematiche, che è indifferibile definire al più presto:

    la liquidazione dei compensi ai DSGA impegnati nell’incarico di reggenza da ormai oltre un anno;
    l'indizione urgente dei concorsi ordinario e riservato per i DSGA;
    la riduzione dei compensi percepiti dagli assistenti amministrativi per lo svolgimento delle funzioni superiori;
    la riduzione dei finanziamenti alle ditte di appalto che svolgono le pulizie nelle scuole.

    Lo sforzo dell'Amministrazione di superare questi problemi con degli emendamenti migliorativi ad hoc, come richiesto dalla FLC, al DL 104 sulle Misure urgenti per l'Istruzione non è stato risolutivo.

    La politica deve fare di più per la scuola e non ci arrenderemo finché non avremo raggiunto gli obiettivi posti nella nostra piattaforma di lotta.

    Primo obiettivo: subito immissioni in ruolo di tutti i profili su tutti i posti liberi e pagamento delle posizioni economiche spettanti dal 2011 in poi!
     
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    Scuola, la rivolta degli addetti alle pulizie: “Vogliono licenziarci, il ministro ci aiuti”





    da Repubblica.it

    Scuola, la rivolta degli addetti alle pulizie: “Vogliono licenziarci, il ministro ci aiuti”

    Sono 25mila e a causa dei tagli rischiano di perdere il posto a fine anno o di avere uno stipendio decurtato fino al 75 per cento. Dopo il presidio a viale Trastevere, la Carrozza ha promesso che si occuperà del caso. I sindacati: situazione insostenibile

    di SALVO INTRAVAIA

    ROMA – Come regalo di Natale, rischiano il licenziamento. Si tratta dei 25mila addetti alle pulizie che lavorano da decenni nelle scuole italiane e che, dopo molti contratti a termine, potrebbero tornarsene a casa. O, nella migliore delle ipotesi, avranno decurtato lo stipendio anche del 75%.

    Nel 1999, la legge 124 stabilì che dal 1° gennaio del 2000 il personale dipendente dagli enti locali doveva passare allo Stato per la riforma Bassanini. Gli oltre 25mila addetti, che tre giorni fa hanno manifestato davanti al ministero dell’Istruzione, provengono da “due filoni”, spiega Giovanni Pirulli, segretario generale aggiunto della Cisl Fisascat. Circa 8.500 “pulizieri” erano alle dipendenze di cooperative sociali messe in piedi da comuni e province per dare un reddito di sostentamento a soggetti in difficoltà. Gli altri 17mila facevano parte di consorzi nazionali. Quando avvenne il passaggio allo Stato, il ministero dell’Economia finanziò il tutto con 540 milioni di euro. Ma contemporaneamente accantonò nella scuola quasi 12mila posti di collaboratore scolastico (bidello) sostituiti nella sola mansione delle pulizie dai 25mila pulitori delle cooperative e grandi imprese di pulizia. Poi arrivò il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che operò un primo taglio di 150 milioni portando lo stanziamento a 390 milioni l’anno. Con queste risorse gli operatori potevano contare su un congruo numero di ore lavorative settimanali variabile da 24 a 35.

    Nelle scuole, la mansione delle pulizie è affidata ai bidelli che svolgono anche la vigilanza degli alunni. Mentre i “pulizieri” si limitano a mantenere puliti i locali. Le regioni con il maggior numero di addetti sono Campania, Lazio, Puglia e Sicilia che da sole assorbono il 62 per cento di tutti i pulitori presenti nelle 8mila scuola italiane. Adesso, però, in tempi di spending review, il governo vuole ridurre lo stanziamento a quello strettamente legato al risparmio degli 11.857 posti di bidello accantonati nell’organico nazionale dei collaboratori scolastici: cioè, 288milioni di euro. “In questo modo – aggiunge Pirulli – agli 8.500 pulitori provenienti dagli enti locali si propone di ridurre le ore a settimana da 24 a 6, mentre agli altri da 35 a 15. Se le cooperative non volessero licenziare nessuno, dovrebbero ridurre gli stipendi del 75 per cento ai primi e del 60 ai secondi. Insostenibile”. Concorda Elisa Camellini (segreteria Filcams Cgil): “Così si ributtano questi lavoratori nel girone infernale della disoccupazione e della precarietà. Inoltre avremo ambienti scolastici insalubri e insicuri”.

    Con i contratti in scadenza al 31 dicembre, i 25mila hanno intanto ricevuto la lettera di licenziamento. Se il ministero dell’Economia dovesse

    rinnovare il contratto alle condizioni prospettate – con una spesa massima di 288 milioni di euro all’anno – le ore lavorative e gli stipendi subirebbero un mega taglio. Lo scorso 12 dicembre, quando Cgil, Cisl e Uil, assieme ai lavoratori, hanno protestato in viale Trastevere, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha fatto sapere che si sarebbe occupata personalmente della questione. La soluzione potrebbe arrivare con la legge di stabilità. Ma, al momento, tutto tace.
     
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    Prorogati servizi pulizia ditte esterni, 34 milioni "sottratti a fondi supplenze". Stop a 11mila nuovi posti ATA




    A denunciarlo il M5S con un comunicato duro che annuncia anche la bocciatura dell'emendamento per ridimensionare appalti esterni e aumentare posti ATA.

    "Consideriamo l’emendamento del Governo alla Legge di Stabilità che proroga dal 31 dicembre alla fine di febbraio la conclusione dei contratti delle ditte esterne che si occupano di pulizie presso la scuola pubblica come un mero rinvio, che traccia ancora una volta l’incapacità di programmazione e risoluzione dei problemi da parte di questo Governo". Duro il commento dei deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.

    Ricordiamo, infatti, che le risorse destinate alle convenzioni per i servizi esternalizzati erano state ridotte di euro 25 milioni per l’anno 2014 e di euro 49,8 milioni a decorrere dall’anno 2015.

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    “Al di là dell’ulteriore dimostrazione di incapacità da parte di Letta e del suo Esecutivo - aggiungono i deputati -, è paradossale che i 34 milioni stanziati per questa proroga siano stati sottratti ai fondi destinati al funzionamento scolastico e per le supplenze. Risorse previste nel Decreto Fare, costituite da eventuali risparmi di spesa. In pratica, la copertura c'è solo sulla carta, o negli auspici".

    Duro attacco anche per la bocciatura dell'emendamento a firma Luigi Gallo, Vacca, Brescia, Marzana, Valente, Di Benedetto, Battelli, D'Uva, Castelli, Cariello, Currò, Caso, D'Incà, Sorial, Brugnerotto che prevedeva, a decorrere dall'anno scolastico 2014-2015, un piano di ridimensionamento delle esternalizzazioni dei servizi corrispondenti alle mansioni spettanti al personale ATA, da concludersi entro l'anno scolastico 2016-2017. Al ridimensionamento, i parlamentari chiedevano di dar seguito ad un piano di assunzione di personale ATA relativo ai posti lasciati liberi.

    Emendamento bocciato. "Oggi - concludono o deputati M5S - non ha alcun senso continuare ad esternalizzare un servizio che può essere svolto da personale interno, da assumere subito con le risorse disponibili per le esternalizzazioni. Gli appalti non ancora assegnati vanno sospesi e in Aula lo ribadiremo con un nuovo emendamento."
     
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    26 dicembre 2013




    Appalti di pulizie

    Che tante polemiche hanno suscitato, soprattutto per la bocciatura di un emendamento del M5S che aveva proposto di eliminare le esternalizzazioni degli appalti e di aumentare il numero degli ATA, con relativo aumento di immissioni in ruolo.

    Ma il Governo, con un proprio emendamento, ha preferito seguire un'altra strada, rivedendo il taglio delle risorse destinate alle convenzioni per i servizi esternalizzati ad euro 25 milioni per l’anno 2014 e ad euro 49,8 milioni a decorrere dall’anno 2015.

    Le proteste da parte degli addetti ai lavori, hanno condotto il Governo a rivedere la linea e a stanziare ulteriori 34,6 mln di euro per il periodo dicembre 2013 - febbraio 2014.

    L'articolo parla chiaro, lo stanziamento ha come scopo di di consentire di risolvere i problemi occupazionali connessi alla gestione dei servizi di pulizia e ausiliari delle istituzioni scolastiche ed educative statali e degli enti locali. Alle istituzioni viene concesso, fino al 28 febbraio 2014 e situate nei territori nei quali è attiva la convenzione CONSIP per l'acquisto di servizi di pulizia e di altri servizi ausiliari, possono acquistare tali servizi dalle imprese che li assicurano al 31 dicembre 2013, alle stesse condizioni economiche e tecniche in essere a detta data.

    Nei territori in cui a tale data la convenzione è attiva, le istituzioni scolastiche ed educative potranno acquistare servizi ulteriori avvalendosi dell'impresa aggiudicataria della gara CONSIP, al fine di effettuare servizi straordinari di pulizia e servizi ausiliari individuati da ciascuna istituzione fino al 28 febbraio 2014.

    All'acquisto dei servizi di cui al presente comma si provvede, in deroga al limite di spesa previsto dal decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, con uno stanziamento di 34,6 milioni.

    Inoltre, il Governo attiverà un tavolo di confronto tra le amministrazioni interessate, gli enti locali e le organizzazioni rappresentative dei lavoratori interessati, al fine di individuare entro il 31 gennaio 2014 soluzioni normative o amministrative ai problemi occupazionali connessi alla successiva utilizzazione delle convenzioni.
     
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    Recupero degli scatti: urgono forti azioni unitarie. Se non ci fossero gli scatti un collaboratore scolastico dopo 40 anni di carriera percepirebbe 950 euro




    inviato da Cisl Scuola Sardegna - Il recupero degli scatti per il personale della scuola è stato, ed è ancora, oggetto di impegnative battaglie condotte in modo determinato dalla Cisl Scuola, unitamente alle altre sigle sindacali, ad eccezione della FLC CGIL.

    Abbiamo sempre sostenuto che la scuola è penalizzata due volte dalle manovre finanziare, che ormai si susseguono anno dopo anno, imponendo il blocco dei contratti e il blocco degli scatti.
    Per il personale scolastico, infatti, gli scatti rappresentano l’unica modalità di progressione di carriera: se non esistessero gli scatti, un collaboratore scolastico dopo 40 anni di carriera percepirebbe 950 euro, ovvero lo stipendio iniziale.
    È evidente che, con i contratti bloccati, la riconquista degli scatti rappresenta l’unica boccata d’ossigeno per personale che attende da ben sei anni di vedere il diritto maturato.

    Oggi apprendiamo che anche FLC CGIL, pur non avendo mai sottoscritto le Intese precedenti, anzi avendole sempre osteggiate poiché incidenti sulle risorse dei lavoratori, è molto impegnata nel verificare che il personale benefici del giusto diritto.

    Tale Diritto, tuttavia, è stato acquisito solo grazie alle battaglie condotte dalla CISL e dalle altre sigle sindacali.

    Nelle sedi CISL Scuola verifichiamo spesso che a causa del sovrapporsi delle normative, dei ritardi da parte delle Ragionerie di Stato nell’adeguare gli importi all’inquadramento stipendiale spettante, sia docenti che ATA hanno una busta paga non corretta.

    Dopo tutte le battaglie condotte per il recupero dell’agognato scatto, la ricerca della soluzione per errori in busta paga è garantita per tutti!

    Ora siamo fortemente preoccupati perché nonostante la mobilitazione aperta in 28 ottobre e proseguita il 30 novembre, a dispetto della trattativa aperta presso il MIUR, il Ministero dell’Economia impartisce istruzioni per un graduale recupero degli scatti maturati nel 2012 ed erogati grazie all’accordo precedente, con grave danno per i beneficiari e per la trattativa stessa.

    Questa è “una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta. Da parte del governo si tratterebbe di un atto di palese incoerenza rispetto alle tante affermazioni di voler sostenere e valorizzare il lavoro nella scuola.”

    E’ importante poter continuare la battaglia con la maggiore unità possibile e siamo convinti che ciò accadrà! Lavoriamo insieme per “portare a casa i risultati”.

    “Nessun recupero per chi ha già ricevuto le risorse derivanti dall’ultimo scatto!
    Recupero degli scatti per tutto 2012! Tutti insieme, diciamo NOI”!

    La Segretaria Generale
    Maria Giovanna Oggiano
     
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    Senza sosta verso la gloria

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    ATA. Pagamento supplente delle vacanze di Natale




    Paolo Pizzo – La nostra guida è stata confermata dalla nota MIUR 13650 del 18/12/2013. Vediamo cosa dispone tale nota in riferimento al possibile pagamento delle vacanze al supplente

    Art. 40 comma 1 (personale docente ed educativo) e art. 60 comma 1 (personale ATA)

    Le disposizioni citate prevedono che qualora il titolare si assenti in un’unica soluzione a decorrere da data anteriore di almeno 7 giorni dall’inizio di un periodo predeterminato di sospensione delle lezioni e fino a una data non inferiore a 7 giorni successivi a quello di ripresa delle lezioni, il rapporto di lavoro a tempo determinato nei riguardi del supplente temporaneo venga costituito per l’intera durata dell’assenza, includendovi, quindi, anche il periodo sospensivo delle lezioni. L’ARAN ha, poi, successivamente chiarito che la fattispecie si realizza a prescindere da come siano avvenute le modalità di assenza del titolare e cioè sia con unica richiesta di assenza o con più richieste presentate in successione. In relazione a quest’ultima circostanza risulta che il diritto del supplente al pagamento del periodo di sospensione delle lezioni può non rappresentarsi immediatamente all’atto della redazione del primo contratto e, in tali casi, può rendersi necessario provvedere alla contrattualizzazione e alla liquidazione del periodo sospensivo con specifico contratto a parte solo quando vi sia certezza che si siano realizzate le condizioni previste dalle disposizioni in esame. A tal fine è in corso di predisposizione da parte dell’Amministrazione uno specifico modello di contratto che consenta di provvedere per il periodo di sospensione delle lezioni, contenente indicazioni riepilogative circa i periodi di precedenti contratti che cumulativamente danno luogo al diritto alla contrattualizzazione del periodo in questione.

    Nella guida abbiamo infatti precisato che anche più periodi di assenze (ad esempio diversi certificati medici), pure imputabili a cause diverse (ferie e malattia), vanno considerati ai fini del computo del periodo di sospensione delle lezioni nel contratto di lavoro dei supplenti, a condizione però che si tratti di un’assenza continuativa che copra anche il periodo di sospensione delle lezioni.

    Pertanto, premesso che per il personale ATA (a differenza di quello docente) non esiste una disposizione della conferma del contratto, ad esso, nel caso di specie, potrebbe essere applicato solo il pagamento delle vacanze.

    Ciò però è possibile solo se il titolare di cui al quesito si assenti a partire dal 7 gennaio per almeno 7 gg. ovvero almeno fino al 13 (nel quesito non è infatti specificato quando terminerà la nuova assenza).

    Si precisa che domenica 5 e lunedì 6 gennaio sono da ricomprendere nel periodo di malattia del titolare (e quindi utili ai fini dell’applicazione delle norma in questione) in quanto giorni festivi a cui non è seguita una effettiva ripresa del servizio.
     
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    ATA. Ritardi, recuperi e riposi compensativi: come gestirli




    La materia è normata dall'articolo 54 del CCNL. Attenzione, chi non recupera il ritardo può vedersi decurtare lo stipendio. Quando è possibile chiedere il riposo compensativo? In ogni caso deve essere usufruito entro tre mesi.

    Ritardi e recuperi

    Il contratto prevede che il ritardo sull’orario di ingresso al lavoro deve comportare, per il dipendente, l’obbligo del recupero entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il ritardo.

    Il mancato recupero, se attribuibile all'inadempienza del dipendente, comporta la proporzionale decurtazione della retribuzione cumulando le frazioni di ritardo fino a un’ora di lavoro o frazione non inferiori alla mezza ora.

    Prestazioni eccedenti

    Nel caso in cui si rendano necessarie richiesta di prestazioni eccedenti, queste, in quanto autorizzate, sono retribuite.

    In cambio, se per esigenze per esigenze di servizio e previe disposizioni impartite, il dipendente che presta attività oltre l’orario ordinario giornaliero, può richiedere, in luogo della retribuzione, il recupero di tali ore anche in forma di corrispondenti ore e/o giorni di riposo compensativo, compatibilmente con le esigenze organizzative dell’istituzione scolastica o educativa. Le giornate di riposo a tale titolo maturate potranno essere cumulate e usufruite nei periodi estivi o di sospensione delle attività didattiche, sempre con prioritario riguardo alla funzionalità e alla operatività dell’istituzione scolastica.

    Attenzione, perché tali giornate di riposo non possono essere cumulate oltre l’anno scolastico di riferimento, e devono essere usufruite entro e non oltre i tre mesi successivi all’anno scolastico nel quale si sono maturate, sempre compatibilmente con le esigenze di funzionalità dell’istituzione scolastica. In mancanza di recupero delle predette ore, per motivate esigenze di servizio o comprovati impedimenti del dipendente, le stesse devono comunque essere retribuite.

    Infine, è obbligo per l’istituzione scolastica fornire mensilmente a ciascun dipendente un quadro riepilogativo del proprio profilo orario, contenente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali crediti orari acquisiti.
     
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  13. rsustaff
     
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    Blocco 1ª e 2ª pos. economica personale Ata da febbraio


    di An.C.
    08/01/2014
    La nota prot. n.2 del 7 gennaio fissa il blocco dell'erogazione del beneficio economico e il recupero delle somme erogate con decorrenza 1 settembre 2011 ed annualità successive
    Conclusa positivamente la vicenda degli scatti stipendiali per gli insegnanti, un’altra vicenda si abbatte sulla scuola. Infatti la nota prot. n.2 del 7 gennaio del Miur stabilisce il blocco dell'erogazione del beneficio economico e il recupero delle somme liquidate con decorrenza 1 settembre 20111 ed annualità successive per il personale Ata, prima e seconda posizione. Nel documento si legge che “la direzione generale, sebbene abbia ripetutamente fornito le proprie osservazioni e chiarimenti in ordine ai rilievi mossi dagli organi di controllo, non può limitarsi a prendere atto di quanto rilevato” e pertanto si rende inevitabile il recupero delle somme già erogate.
    L’amministrazione - continua la nota - ha invitato il Mef a prevedere una rateizzazione del recupero al fine di non incidere in maniera eccessivamente onerosa sulle esigenze di vita del dipendente. Il recupero avrà inizio da febbraio. Dunque, risolto il problema degli scatti per gli insegnanti, esplode la vicenda per il personale Ata.

    Personale Ata: si riapre la vicende delle posizioni economiche
    di R.P.
    08/01/2014
    La questione va avanti da almeno due anni. Adesso il Miur fa sapere che non si può più aspettare e conferma che quanto prima il Mef procederà al recupero degli aumenti attribuiti ad una parte del personale.
    Una nota del direttore generale del Miur, Luciano Chiappetta, riapre la vecchia vicenda delle posizioni economiche del personale Ata che sembra destinata ormai a concludersi nelle aule giudiziarie.
    La questione è di vecchia data ed è legata alla applicazione di una norma del CCNL che consente al personale Ata di accedere a posizioni economiche migliorative a seguito del superamento di una apposita procedura concorsuale.
    Fino al 2010 tutto è filato liscio e a collaboratori scolastici e assistenti amministrativi che si erano mostrati disponibili a svolgere mansioni più complesse e che avevano partecipato ad una sorta di “concorso interno” era stato riconosciuto un aumento stipendiale.
    Nel 2011, mentre era in corso una nuova analoga procedura, Aran e sindacati avevano sottoscritto una ipotesi di accordo per regolare l’attribuzione dei miglioramenti economici.
    Ma, nel frattempo, era intervenuto il D.L. n. 78/2010, convertito poi nella legge n. 122/2010, che stabiliva che non a partire dal 2011 il trattamento economico dei singoli dipendenti non potesse “superare, in ogni caso, il trattamento ordinariamente spettante per l'anno 2010, al netto degli effetti derivanti da eventi straordinari della dinamica retributiva, ivi incluse le variazioni dipendenti da eventuali arretrati, conseguimento di funzioni diverse...”
    Il Mef e il Dipartimento per la Funzione Pubblica non hanno mai voluto ratificare l’accordo Aran-sindacati sottoscritto nel mese di maggio 2011 anche se di fatto al personale Ata che era già titolare della prima posizione economica conseguita con un precedente concorso veniva riconosciuta (e pagata) anche la seconda posizione economica derivante dal concorso 2010/2011. Nessun aumento veniva invece pagato a chi, pur avendo superato il concorso, non era titolare di nessun beneficio precedente.
    Adesso, in sostanza, il Miur fa sapere che ha avuto un riconoscimento economico a seguito del concorso 2010/2011 lo dovrà restituire “in comode rate mensili”.
    Resta però il problema che tutto questo personale, dal 2011 in poi, ha svolto mansioni più complesse. Non solo, ma questo personale non ha potuto accedere al fondo di istituto, proprio perché la mansione gli doveva essere pagata con un aumento dello stipendio. Il paradosso è che chi non aveva superato il concorso (o non aveva neppure partecipato) ha potuto invece accedere al fondo di istituto e ottenere almeno un compenso forfetario annuale. Insomma chi ha superato il concorso non solo non ha ottenuto alcun beneficio o dovrà restituire eventuali aumenti ottenuti ma ha persino perso l’occasione di accedere al salario accessorio.
    Se sindacati e Miur non troveranno una soluzione, è inevitabile che la vicenda finisca nelle aule dei tribunali.
     
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  14. rsustaff
     
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    ATA. Recupero somme posizione I e II (più di 13 mln di euro). Carrozza: "siano tranquilli". Puglisi PD: "sottrarre personale scuola da governo Ministero economia"




    Durata solo qualche ora l'emergenza che, dopo la disavventura (finita bene) della restituzione di 150 euro da parte degli insegnanti per gli scatti maturati nel 2012, ha coinvolto il personale ATA rientrante nella I e II posizione economica, per il quale il MIUR, ieri, aveva inviato una nota agli Uffici Scolastici Regionali per il recupero delle somme erogate per la liquidazione del beneficio con decorrenza 1 settembre 2011 e successive

    La nota comunicava che presumibilmente con la mensilità del prossimo febbraio si sarebbe dato luogo ad un graduale recupero delle somme corrisposte negli anni scolastici 2011/12 2012/13 al personale ATA individuato, negli stessi anni, come avente titolo all’attribuzione della I e II posizione economica di cui alla sequenza contrattuale 12 maggio 2011.

    Ricordiamo che il beneficio economico è conseguente ad un corso di formazione e la conseguente acquisizione di mansioni più complesse di quelle normalmente previste dal profilo di appartenenza. Situazione che era stata contestata dal Ministero dell'Economia che aveva mosso dei rilievi. Da qui il recupero delle somme erogate.

    Un'operazione da 13 milioni 177 mila e 110 euro che avrebbe colpito tutto il personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario) della scuola:

    6 milioni e 133 mila euro relativi a 7.704 collaboratori scolastici (circa 600 euro lordi lanno);
    4 milioni e 248 mila relativi a 2.668 assistenti amministrativi (1.200 euro lordi l'anno) e
    2 milioni e 794 mila euro relativi a 1.170 assistenti tecnici (1.800 euro lordi l'anno)

    In serata, il Ministro ha voluto tranquillizzare il personale coinvolto. Durante una dichiarazione inerente al passo indietro sulla restituzione delle 150 euro da parte dei docenti, ha affermato: ''anche il personale Ata può stare tranquillo''. ''Stiamo lavorando in queste ore, con gli staff del Miur e del Mef, su questi temi e anche il personale Ata può stare tranquillo'', ha concluso il minsitro.

    Una dichiarazione tempestiva, dato che erano già in circolazione le prime dure dichiarazioni sul caso, come quella di Giancarlo Giordano, capogruppo di Sel in commissione Cultura della Camera: ''Il futuro della scuola e dei suoi lavoratori non può essere lasciato nelle mani dei ragionieri ministeriali. Dopo la marcia indietro sui docenti è doveroso lo stesso atteggiamento sul personale Ata''.

    Anche in casa PD erano state mosse pesanti critiche: 'Il caso del prelievo sullo stipendio del personale Ata è cosa diversa rispetto alla richiesta - sventata - dei 150 euro di scatti stipendiali dei docenti''. Così la senatrice del Pd Francesca Puglisi, capogruppo Pd in commissione Istruzione. ''Questi sono fondi contrattuali attribuiti al personale Ata per funzioni-obiettivo già percepiti dal personale. Al Pd non era sfuggito - continua Puglisi - tant'è che avevamo predisposto un emendamento già nella legge di stabilità, ma ancora una volta era arrivato il niet del Tesoro. Bene fanno le parti sociali a ricordare ai burocrati del Mef che è indebita qualsiasi richiesta di restituzione. Ormai è chiara una cosa: il governo del personale della scuola, dell'università e della ricerca va sottratto al Ministero dell'economia e delle Finanze. Sembra una maionese impazzita''.
     
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    Scuola, allarme della Cisl: "Il prelievo sugli stipendi resta per il personale non docente"



    L'Huffington Post




    Gli insegnanti sono salvi, ma i bidelli no. A lanciare l'allarme, dopo che il governo ha rassicurato che non ci sarà alcun prelievo per gli insegnanti, è una denuncia della Cisl Scuola: "Mentre sembra risolta la questione degli scatti pagati nel 2013, un secondo fronte si apre sul versante degli istituti contrattuali riguardanti il personale Ata" (cioè quello amministrativo, tecnico e ausiliario)".

    In una nota il sindacato spiega che "senza alcun preavviso e in assenza di ogni confronto con le organizzazioni sindacali" il Miur ha infatti inviato "in data 7 gennaio una nota agli Uffici Scolastici Regionali, comunicando che presumibilmente con la mensilità del prossimo febbraio si darà luogo al graduale recupero delle somme corrisposte negli anni scolastici 2011/12 2012/13 al personale Ata individuato, negli stessi anni, come avente titolo all'attribuzione della I e II posizione economica di cui alla sequenza contrattuale 12 maggio 2011."

    A quanto riferisce la Cisl scuola il ministero dell'Economia e delle Finanze ha chiesto al ministero dell'istruzione di restituire una parte delle retribuzioni di circa 11.500 Ata (7.704 Bidelli, 2.668 Assistenti amministrativi e 1.170 Assistenti tecnici) che nel 2011 hanno visto aumentare i loro stipendi dopo aver passato un concorso e svolto una formazione per delle nuove posizioni lavorative. Nel frattempo però il ministero della funzione pubblica non ha legittimato quella procedura e ora il Mef ha chiesto indietro i soldi, circa 13 milioni di euro. Il dicastero guidato da maria chiara carrozza ha provato a contestare la posizione del Mef, ma con un'ultima circolare ha dovuto prendere atto della situazione e ha chiesto agli uffici di via xx settembre di rateizzare l'importo richiesto.

    Al Tg1 però il ministro ha rassicurato. "Anche il personale Ata puo' stare tranquillo, stiamo lavorando in queste ore sia su docenti che sui non docenti, eravamo insieme fino a poco fa con tecnici del ministero dell'Istruzione e di quello dell'Economia per lavorare su questi temi".
     
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