Quota96: in pensione sì, ma senza TFS. Poi a rate. Buone notizie per le lavoratrici

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  1. rsustaff
     
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    Quota96: in pensione sì, ma senza TFS. Poi a rate. Buone notizie per le lavoratrici




    Un compromesso, sicuramente, quello proposto ai lavoratori della scuola Quota96 che lottano da 3 anni per ottenere il diritto alla pensione, vanificato da una svista nella Legge Fornero. Ci sarà la possibilità per le lavoratrici di rivedere il calcolo contributivo della pensione.

    Siamo stati i primi a dare la notizia di una rivisitazione, in positivo, nell'emendamento che pensionerà (si spera) i Quota96 al Dl PA-EXPO. Infatti, sarà data possibilità ad un centinaio di lavoratrici di rivedere il calcolo contributivo della pensione che era stato scelto per velocizzare la pensione, rinunciando, di fatto, perso fino al 30% dell'assegno.

    Per quanto riguarda i Quota, il loro pensionamento è subordinato alla rinuncia del pagamento del TFS, almeno fino a quando non sarà maturato secondo la tempistica della Legge Fornero. Insomma, vai in pensione secondo le vecchie regole, ma percepisci la liquidazione dopo e a rate, scansionate in base al reddito.

    Nessuna penalizzazione, invece, per il calcolo del TFS che sarà identico a quello degli altri impiegati pubblici. A darcene certezza il Corriere della Sera: per il lavoro svolto fino al 31-12-92 si terrà conto dell'ultima busta paga, quella di agosto 2014; per quello svolto fino al 31-12-2011 varrà la retribuzione media, come per tutti, lavoratori pubblici e privati; infine solo per gli ultimi due anni e otto mesi di lavoro si terrà conto della contribuzione effettivamente versata.

    Vedi anche

    Approvato emendamento Quota96. Forse è la volta buona. Aggiunto ricalcolo a pensione secondo sistema contributivo per lavoratrici

    Stop a trattenimento in servizio

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  2. rsustaff
     
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    Quota 96, non tutti ci stanno a rinunciare al TFS. Rischio pensionamenti inferiori a 4mila


    Non tutti faranno domanda di pensionamento, dopo anni di lotta per ottenere un diritto, molti saranno costretti a rinunciare. Sembra proprio la storia infinita. Marzana, M5S: "ci rifiutiamo di essere complici".

    Intanto, ricordiamo che l'emendamento approvato al Decreto sulla PA deve ancora passare dalle Force Caudine del Ministero dell'Economia.

    Pare, però, che non dovrebbero esserci problemi, che i finanziamenti che serviranno (416mln di euro) saranno strutturali. Sull'argomento si sono spesi anche il Ministro Giannini, nonché il Ministro Madia. Insomma, pare che ci siamo.

    Ma non è tutto oro quel che luccica. Infatti, i lavoratori che vorranno andare in pensione dovranno rinunciare al TFS, almeno fino a quando non raggiungono i requisiti pensionistici secondo la legge Fornero.

    Già da ieri, sono giunte in redazione delle lettere che ritengono inaccettabile la penalizzazione del TFS, sia per motivi di principio che per motivi economici. Non tutti possono permettersi di rinunciarvi, insomma.

    Inoltre, molti hanno fatto notare che il numero di 4mila (inserito, all'interno dell'emendamento, come massimo per i pensionamenti) in realtà potrebbe non essere raggiunto, dato che molti, nel frattempo, sono già andati in pensione. A ciò bisognerà aggiungere le rinunce.

    Insomma, i numeri reali di quanti posti si libereranno lo sapremo con certezza a fine agosto.

    Sulla questione TFS è intervenuta l'On Maria Marzana, deputata M5S, che così ha commentato: “Sul caso quota 96 esprimiamo soddisfazione ma occorre precisare che il diritto è stato ripristinato solo in parte”.

    Il riferimento è al Trattamento Fine Servizio: "Il M5S ha chiesto, ed ottenuto, la votazione per parti separate dei vari commi componenti l’emendamento - spiega Marzana - e dopo aver votato favorevolmente al riconoscimento del diritto alla pensione, ci siamo astenuti sul comma che posticipa e rateizza con scadenze lontane tra loro l’erogazione del trattamento di fine servizio.

    Riteniamo infatti che le disposizioni normative a cui riferirsi sarebbero dovute essere quelle antecedenti la riforma Fornero. Rifiutiamo di essere complici di questo governo e di questa maggioranza che ha voluto ripristinare parzialmente un diritto trattenendo come cauzione parte dei contributi versati nei decenni di attività lavorativa da questi soggetti."

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    4mila immissioni in più già da quest'anno? Attenzione, perché non ci sono i tempi tecnici
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    Lun, 28/07/2014 - 08:23 - Categoria:

    quota 96

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    Quota 96: sul pensionamento dei docenti la parola ora passa alla Ragioneria dello Stato




    di Patrizia Del Pidio - Dopo l’approvazione dell’emendamento sul pensionamento dei Quota 96 della scuola, contenuto nel decreto legge sulla riforma della PA, la parola sul contenimento massimo delle 4mila unità passa alla Ragioneria dello Stato.

    Il dossier dei tecnici del servizio bilancio di Montecitorio, di cui siamo venuti in possesso, infatti, in un’analisi approfondita delle coperture evidenzia che potrebbero esserci problemi sul limite massimo delle 4mila unità stabilite dal decreto. Già nel 2012 la Ragioneria dello Stato diede il suo parere negativo sul pensionamento dei Quota 96 del comparto scuola.

    Oggi i tecnici del bilancio, riprendendo la relazione di allora, fanno notare che il punto debole del decreto potrebbe essere proprio l’aver fissato il limite massimo a 4mila unità, dove i potenziali beneficiari che dovrebbero usufruire del pensionamento potrebbero essere un numero nettamente maggiore.

    I tecnici, secondo l’analisi effettuata, vorrebbero una conferma da parte del governo che le coperture finanziarie per i limiti di spesa prefissati, calcolati su una pensione media annua di 28mila euro ogni anno per ogni insegnante, siano idonee ad assicurare l’effettiva realizzazione di quanto approvato nell’emendamento riguardante i Quota 96.

    Il problema che secondo i tecnici si potrebbe porre, inoltre, è quello di cercare di capire a quale platea realmente sia rivolta la possibilità di avvalersi del pensionamento con Quota 96: secondo i dati dell’INPS circa 9mila docenti avrebbero i requisiti per accedervi ma è da tenere presente che molti dei beneficiari sceglieranno di non avvalersi del diritto al pensionamento per la spinosa questione TFS (cui, sempre per effetto della legge Fornero, potrebbero accedere solo nel 2017).

    La platea dei destinatari del pensionamento, però, potrebbe essere sempre superiore alle 4mila unità definite nel limite del decreto e tali unità dovrebbero essere scelte dall’INPS in base all’ordine di priorità, basandosi sul criterio che è dalla somma dell’età anagrafica e da quella contributiva al 31 dicembre 2012.

    Tutti coloro che, proprio in conformità a questo ordine di priorità, non dovessero rientrare nelle 4mila unità destinate al pensionamento Quota 96, potrebbero, a questo punto, avviare un contenzioso che potrebbe sfociare in pretese che sarebbero difficilmente contenibili all’interno del limite-spesa fissato inizialmente.

    L’approvazione definitiva da parte del Senato potrebbe arrivare già in settimana, poiché da parte del mondo politico c’è accordo per portare i Quota 96 al pensionamento, anche se l’approvazione finale spetta, comunque, alla Ragioneria dello Stato e al ministro dell’Economia che potrebbero dare un freno all’emendamento a causa dei dubbi che persistono sulle coperture disponibili nonostante il presidente Boccia abbia assicurato che le risorse necessarie al contenimento della spesa ci siano.


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    ‘Quota 96’, anche la Commissione Bilancio dà il via libera: superato il parere negativo del Mef
    Alessandro Giuliani Martedì, 29 Luglio 2014

    L’annuncio è arrivato nella serata del 29 luglio dal presidente, Francesco Boccia, al termine dell'esame delle coperture del dl P.A.: "è una spinta all'innovazione". Torna a salire il pensionamento d'ufficio di professori universitari e primari: da 70 si era passati a 65, ora si va a 68 anni ma per ogni prof comandato a riposo si dovrà procedere all'assunzione di almeno un nuovo docente o ricercatore. Pollice verso, invece, per far dirigere le scuole ai vicari in assenza di ds titolari e con graduatorie esaurite.
    Fonte: tecnica della scuola

    Per il pensionamento dei ‘Quota 96’della scuola arriva il via libera più sofferto: quello della Commissione Bilancio della Camera. I parlamentari hanno detto "sì" allo sblocco di 4 mila dipendenti nella scuola, la cosiddetta quota 96, "nonostante il parere contrario del Mef", ha spiegato nella serata del 29 luglio il presidente della Commissione, Francesco Boccia, al termine dell'esame delle coperture del dl P.A..

    Boccia ha riconosciuto "il lavoro del sottosegretario all'Economia Giovanni Legnini", sottolineando come la contrarietà fosse stata espressa "da una parte della Ragioneria". La posizione della Commissione per Boccia rappresenta "una spinta all'innovazione, contro i conservatorismi".

    Lo stesso è accaduto, spiega Boccia, per la misura sul pensionamento d'ufficio di professori universitari e primari, in cui si è riusciti almeno ad abbassare l'età da 70 a 68 anni. Insomma Boccia e il ministro della P.A., Marianna Madia, avrebbero cercato di tenere il punto sugli aspetti del decreto relativi al turnover.

    Si alza così la soglia d'età prevista per le uscite 'obbligate', la commissione Affari costituzionali della Camera è, infatti, tornata sulla modifica inserita venerdì scorso nel decreto legge di riforma della Pa, che fissava l'età per i cosiddetti 'baroni' a 65 anni. Ora questo limite resterebbe solo per i medici, mentre i ricercatori sono stati equiparati al resto dei dipendenti pubblici, per cui il tetto stabilito è di 62 anni.

    Il governo, di fronte agli oltre mille emendamenti presentati, ha deciso, come era nelle attese, di porre la fiducia. A riscrivere la regola sul pensionamento d'ufficio è un emendamento presentato dal relatore al dl, Emanuele Fiano (Pd), che però precisa come per ogni professore comandato a riposo si debba procedere all'assunzione di almeno un nuovo docente o ricercatore.

    Così, se da una parte la misura che punta a rottamare la Pa viene indebolita, aumentando di tre anni il limite per l'uscita, dall'altra viene imposto un turnover al 100%, almeno per gli istituti accademici. Dalla regola restano invece esclusi i magistrati, per cui è stato anche arduo abolire il trattenimento in servizio, tanto da rendere necessaria una proroga di oltre un anno (dall'ottobre del 2014 al dicembre del 2015). Slittamento che però è saltato per gli avvocati dello stato. Come dovrebbero non andare in porto le novità proposte per i dirigenti scolastici, per cui era stata avanzata l'ipotesi di rimpiazzarli con i vicari laddove le graduatorie risultino esaurite.

    Come previsto, una valanga di oltre mille emendamenti, intanto, ha spinto il governo a porre fiducia sul dl, indicata in serata dalla conferenza dei capigruppo. Il 30 luglio dalle ore 21, dunque, sono previste le dichiarazioni di voto mentre il voto è atteso a partire dalle ore 23.
     
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3 replies since 27/7/2014, 10:13   19 views
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