Tagli lineari che penalizzano ancora una volta la scuola

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    Tagli lineari che penalizzano ancora una volta la scuola


    LEGGE DI STABILITA’ E SCUOLA

    La scelta del Governo di procedere con tagli lineari nei ministeri penalizza ancora una volta la scuola, anche in questa occasione oggetto di interventi di contenimento della spesa.
    Unica nota positiva la copertura finanziaria per l’assunzione dei docenti precari dal prossimo settembre. Le assunzioni dovrebbero andare oltre la copertura dei posti di organico di diritto prevista dal piano triennale, con l’introduzione di un organico funzionale.
    Rimarrebbero scoperti i precari che operano su posti disponibili ma al di fuori delle graduatorie permanenti.
    La materia è complessa quindi il piano di assunzioni è tutto da verificare.
    Assolutamente inaccettabile la totale assenza per le immissioni in ruolo per il personale Ata, per il quale comunque rimane quanto previsto dal piano triennale.
    Per il resto, tutti interventi di tagli penalizzanti per la scuola e personale come la riduzione di organico del personale Ata, modifiche alle commissioni degli esami di maturità ed altri illustrati nella scheda di dettaglio elaborata dalla Uil Scuola.
    Con il blocco del contratto e della progressione economica di anzianità di fatto si penalizza tutto il personale, non è questa la via per la valorizzazione professionale e per una scuola di qualità.

    Nuovo blocco del contratto e degli scatti anzianità




    LEGGE DI STABILITA’ E SCUOLA | Ancora una ingiusta doppia penalizzazione per il personale della scuola

    Di Menna: Non è questa la via per una scuola di qualità

    Siamo di nuovo ad una ingiusta, doppia penalizzazione per insegnanti e personale della scuola: blocco del contratto e blocco degli aumenti di anzianità – commenta Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola.
    Nessun aumento, né per presunti pigri, né per presunti meritevoli fino al 2019.
    Questo è il grande buco nero della politica sulla scuola: penalizzare anziché valorizzare l’impegno di docenti e personale (con gli stipendi agli ultimi posti in Europa) non è la via per la scuola di qualità.


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