‘La buona scuola’ che ignora ventimila insegnanti tecnico pratici

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    ‘La buona scuola’ che ignora ventimila insegnanti tecnico pratici

    di Marina Boscaino | 22 ottobre 2014




    Una degli evergreen della didattica degli ultimi lustri è la “didattica laboratoriale”. Approccio metodologico, didattico e pedagogico nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, dove la conoscenza difficilmente può essere separata dall’esperienza. Una sorta di must, per chi mastichi di scuola e voglia in qualche modo segnalare la propria attenzione – reale o presunta – nei confronti di un apprendimento attivo e collaborativo da parte degli studenti. Ma anche di un male interpretato concetto di modernità nel parlare di scuola. Per intenderci: non ho sentito un solo politico – tra coloro che indegnamente hanno rappresentato e rappresentano la scuola nello sconsolante panorama attuale – non parlare di “didattica laboratoriale”, anche nella scuola secondaria di II grado. Persino Maria Stella Gelmini aveva spesso in bocca questa formula.


    Dico persino, perché 20mila insegnanti tecnico pratici (destinati per qualifica e classi di concorso esattamente all’attività laboratoriale) – un’enormità – vennero tagliati proprio dal ministro berlusconiano, artefice della famosa (contro)riforma: figura professionale dedicata completamente alla preparazione, pianificazione e valutazione delle esperienze pratiche di laboratorio, attività per la quale è richiesta una specifica formazione. Presenti in particolare negli istituti Tecnici e Professionali, questi insegnanti – spesso in compresenza con altri docenti, talvolta con insegnamenti indipendenti – hanno rappresentato soprattutto in quegli ordini di scuola una risorsa che, per una certa fase dell’istruzione italiana, ha dato frutti notevoli. Poi – in particolare a partire dal 2008 – la scuola ha cessato di essere oggetto di investimento e viatico di pari opportunità per tutti. In questo senso la riforma Gelmini attaccò particolarmente gli indirizzi più “deboli” (considerata l’utenza e la vocazione gentiliana del sistema italiano) dell’istruzione secondaria di II grado. Fu così che il modello di “razionalizzazione e semplificazione” cui il ministro disse di ispirarsi comportò – in concreto e tra le altre scelleratezze – quel taglio drastico anche di chi aveva una funzione fondamentale in quel settore, indebolendo ulteriormente la scuola del “saper fare” (sic!): il 60% delle ore di laboratorio vennero annullate con conseguente estinzione delle classi di concorso dei docenti ad essi preposti.

    Una categoria professionale allo sbando, abbandonati dall’amministrazione scolastica e poi dai sindacati. Un repentino ed improvviso cambio delle carte in tavola mentre il gioco era già iniziato; docenti in esubero che hanno chiesto a gran voce una riqualificazione personale per sopravvivere al colpo di mano. La maggior parte di loro è confluita nella Dotazione Organica Provinciale (senza cattedra e senza sede) e da anni perfeziona strategie per una particolarissima lotta per la sopravvivenza, che li ha resi veri e propri Jolly, magari a 100 Km da casa, su due-tre scuole, con pochissime ore in ciascuna scuola, talvolta assegnati alla materia alternativa alla religione cattolica o a tappare i buchi di colleghi assenti. Come per i docenti inidonei, altra anomalia clamorosa del nostro sistema scolastico, si è tentato in passato con atti di imperio (provveditorato di Catania ed altri) di riconvertirli ad assistenti tecnici, con pronta reintegra nella qualifica contrattuale e giuridica da parte dei giudici del lavoro. Questo accade in un Paese che non ha rispetto del lavoro, delle competenze specifiche di ciascuno, della dignità degli individui. L’attesa dei corsi per la riconversione dura da 2 anni; un decreto del Direttore Generale del Miur (7/2012) ne disponeva l’attivazione; una sola università – la Suor Orsola Benincasa di Napoli – ha adempiuto, creando disparità di trattamento tra gli Itp campani e quelli di tutte le altre regioni.

    Gli insegnanti tecnico pratici – inascoltati, inutilizzati, demansionati – hanno ottenuto che l’on. Silvia Chimienti (M5S) depositasse il 18 settembre una interrogazione parlamentare. In attesa di una risposta in una qualunque direzione, è stata aperta una pagina Facebook: ’Io sto con gli Itp‘. Non altrettanto si può dire di Renzi. Nelle 136 pagine de La buona scuola ai proclami in didattichese smart (“affiancare al sapere il saper fare, partendo dai laboratori, perché permettere ai ragazzi di sperimentare e progettare con le proprie mani è il modo migliore per dimostrare che crediamo nelle loro capacità”, p. 8; “organizzare differentemente le lezioni con il personale che ha a disposizione, prevedere un potenziamento di ore in altre discipline, ovvero fare attività di laboratorio o altre attività extra-curricolari, nonché organizzare l’orario scolastico in modo flessibile”, p. 25; “affiancare al sapere il saper fare, partendo dai laboratori, perché permettere ai ragazzi di sperimentare e progettare con le proprie mani è il modo migliore per dimostrare che crediamo nelle loro capacità.”, p. 105 ecc) non ha trovato una sola occasione per citare gli insegnanti tecnico pratici.

    Fonte: I blog de IlFattoQuotidiano.it
     
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    17 INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE CAMERA 09/18/2014 293 5 305535 CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/18/2014 306058 VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 306085 D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 306080 MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 305900 GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 305715 BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 305717 VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 306045 DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 305852 BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 18/09/2014 VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
    Atto Camera

    Interrogazione a risposta in commissione 5-03590
    presentato da
    CHIMIENTI Silvia
    testo di
    Giovedì 18 settembre 2014, seduta n. 293

    CHIMIENTI, VACCA, D'UVA, MARZANA, LUIGI GALLO, BATTELLI, SIMONE VALENTE, DI BENEDETTO e BRESCIA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
    conseguentemente al riordino degli istituti tecnici e professionali voluto dalla «riforma Gelmini», si è assistito all'aumento progressivo degli esuberi riguardanti gli insegnanti di laboratorio, una categoria che ha subito gravi tagli nei quadri orari con l'eliminazione del 50 per cento delle ore riservate ai laboratori;
    la figura degli insegnanti tecnico pratici rischia così la quasi totale estinzione, senza la possibilità di un reintegro nel sistema scolastico, ma andando ad infoltire la già considerevole lista dei soprannumerari;
    presumibilmente per cercare di ovviare a questo problema, in data 16 aprile 2012, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha emanato il decreto direttoriale generale n. 7 con il quale stabilisce che i docenti in esubero possano partecipare a dei corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegni;
    tali corsi sono suddivisi in 3 moduli (base, intermedio e avanzato), ognuno equivalente a 20 crediti formativi universitari ed interamente finanziati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
    il 22 ottobre 2013, con la circolare n. 11235, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca fornisce le tabelle concernenti i corsi di formazione attivabili con i posti disponibili suddivisi per regione, in rapporto alla consistenza dell'esubero di ciascuna regione, con un massimo di 1.500 corsisti a livello nazionale a fronte di oltre 8.000 soprannumerari nelle sole scuole di II grado;
    nella suddetta circolare vengono, inoltre, riconfermate le priorità per la partecipazione, vale a dire: i docenti in posizione di esubero nelle classi di concorso A075, A076, C555 e C999, nel caso in cui questo personale non sia transitato su altra classe di concorso o posto in quanto in possesso dell'abilitazione o di titolo idoneo; a seguire i docenti appartenenti alla Tabella C in relazione all'entità dell'esubero da verificare su base regionale; in subordine i docenti appartenenti alle classi di concorso in esubero della tabella A o di altri ordini di scuola;
    gli uffici scolastici regionali sono così riusciti ad individuare i docenti in esubero stilando le graduatorie che sono poi state consegnate al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
    a distanza di oltre 2 anni dall'emissione del D.D.G. n. 7/2012 e dopo una serie di circolari chiarificatrici, nonché diverse rassicurazioni sull'imminente partenza dei corsi di riconversione su sostegno da parte del Ministero, a seguito delle rimostranze dei docenti soprannumerari e dei sindacati, i suddetti corsi devono ancora essere attivati;
    come unico esempio tra le varie rassicurazioni ministeriali si riporta la dichiarazione del dottor Luciano Chiappetta, capo dipartimento per l'istruzione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il quale, nella nota n. 10402 emanata in data 4 ottobre 2013, dichiara «In considerazione della particolare circostanza della contemporaneità dell'espletamento dei corsi di formazione destinati al personale docente in esubero e dei corsi di specializzazione destinati al personale docente fornito della prescritta abilitazione nello stesso anno accademico, si sottolinea l'urgenza di avviare prioritariamente i corsi destinati ai docenti delle classi di concorso in esubero e a seguire i percorsi di formazione destinati al personale munito di abilitazione»;
    a tutt'oggi questi docenti sono in attesa di certezze riguardo il loro futuro e costretti a migrare nella dotazione organica provinciale che, come è noto, li obbliga a ricoprire ruoli che spesso esulano da quelli specifici della categoria, in diverse scuole della provincia di residenza –:
    quali rassicurazioni si intendano fornire ai docenti soprannumerari circa l'attuazione dei corsi di riconversione su sostegno di cui in premessa;
    in quali tempi e modi verranno definite le quote da versare agli atenei per ogni corsista, in modo da rendere effettiva, da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, l'intenzione di portare a compimento la riqualificazione dei soprannumerari;
    se vi sia la possibilità di aumentare il numero dei docenti che possono essere ammessi a frequentare i corsi di cui in premessa, ad oggi fissati in 1500 unità contro una presentazione di circa 16.000 domande per le scuole di ogni ordine e grado. (5-03590)
    MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2014 MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA formazione professionale insegnante istruzione professionale
     
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