Riforma Pensioni: Damiano è fiducioso anche sulla quota 100

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    Riforma Pensioni: Damiano è fiducioso anche sulla quota 100




    di Patrizia Del Pidio


    Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, è fiducioso sulla riforma del sistema pensionistico che preveda un’uscita anticipata e flessibile dal mondo del lavoro con un assegno più leggero, possibilità contenuta in una proposta di legge di cui lui stesso è firmatario.

    Dopo l’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Tito Boeri, presidente dell’Inps, Damiano fa notare che l’unico vero problema nella riforma delle pensioni al momento è il reperimento delle risorse.

    Nella sua proposta di legge sulla flessibilità dei pensionamenti, Damiano ricorda che si para della possibilità di accedere alla pensione con 62 anni di età e 35 anni di contributi rinunciando all’8% dell’assegno pensionistico. Quell’8%, però, diminuirà di due punti percentuali l’anno man mano che avanza l’età per sparire del tutto al raggiungimento dei 66 anni, età in cui l’assegno pensionistico tornerà ad essere al 100%.

    Damiano fa notare che un’alternativa potrebbe essere anche il progetto quota 100, da lui stesso promosso, e quella dell’assegno contributivo, già in vigore per le donne che possono accedere alla pensione con 57 anni di età e 35 anni di contributi a patto che il calcolo della pensione sia effettuato interamente con il sistema contributivo.

    Tante le prospettive, quindi, per attuare la riforma della pensione che potrebbe essere portata a termini, secondo quanto dice lo stesso Damiano, nel 2015 a patto che si trovino le risorse. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, però, fa notare che bisogna smettere di fare solo calcoli da ragioniere in tema pensioni; quello che bisogna fare, a suo avviso, è inserire “clausole sociali” che permettano di avere una sostenibilità dei conti e una equità sociale.
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    Quote pensionistiche e ddl Concorrenza



    Aldo Domenico Ficara Mercoledì, 04 Marzo 2015
    Rilanciato in questi ultimi giorni il concetto della pensione flessibile (uscita a 62 anni con 35 anni di contributi e penalizzazioni decrescenti), allo stesso modo viene evidenziata la c.d. quota 41 (uscita dal lavoro con 41 anni di contributi senza considerare l’età) e la quota 100.

    FONTE TECNICA DELLA SCUOLA

    La proposta più apprezzata che si avvicina molto alle “vecchie” quote della pensione di anzianità: i lavoratori, con essa, lascerebbero l’impiego a partire da 60 anni con almeno 40 anni di versamenti contributivi.

    Rimanendo in tema di quote, rimane aperta per la scuola la questione Quota 96, infatti, mentre una parte della platea è riuscita comunque ad ottenere il pensionamento grazie ai benefici della legge 104 e al raggiungimento dei nuovi requisiti, per la parte restante la riforma della "buona scuola" avrebbe previsto per i quota 96 mansioni meno faticose, in modo da semplificarne le attività fino al raggiungimento della data di effettiva quiescenza.

    Sempre in tema di pensioni tra le novità una nuova norma del ddl Concorrenza prevede una possibilità di uscita anticipata per gli iscritti ai fondi di previdenza complementare, disoccupati da più di due anni e a cui mancano meno di dieci anni per maturare i requisiti pensionistici richiesti. In altre parole chi ha perso il lavoro da oltre due anni potrà chiedere in anticipo l'erogazione della pensione maturata nel fondo di previdenza complementare, purché manchino dieci anni dal raggiungimento dei requisiti per accedervi.
     
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    Riforma Pensioni, Damiano: due proposte per abbassare l'età per il ritiro



    Mercoledì, 08 Aprile 2015 18:50


    Bisogna garantire anche una settima salvaguardia per tutelare gli esodati e rivedere il sistema pensionistico per i giovani lavoratori. No all'ipotesi di un taglio delle pensioni retributive.

    Il privilegio non è essere andati in pensione con il retributivo. Invece sta passando questo concetto». Lo ribadisce oggi Cesare Damiano, ex ministro e attuale presidente della commissione del Lavoro della Camera, in una intervista rilasciata al quotidiano Il Garantista. E prova a rilanciare l'agenda su quella che resta la principale voce di spesa del welfare:«Noi proponiamo un'azione in due tempi: scoprire se ci sono risparmi nel Fondo per i cosiddetti esodati e utilizzarli per tutelare altri lavoratori oltre i 170mila già salvaguardati. Una settima salvaguardia. In secondo luogo prevedere con la legge di stabilità una riforma strutturale sull'uscita flessibile e anticipata dal lavoro».

    Invece si parla di ricalcolare le pensioni in essere... Io spero che su questo versante sia chiaro che il molo dell'Inps non è quello del governo: l'istituto fa un semplice esame statistico dei dati, è il ministro Poletti con i suoi colleghi a fare la politica previdenziale. Il ministro ha già fatto sapere che, per facilitare l'uscita dal lavoro, avrebbe inserito degli interventi nella prossima legge di Stabilità.

    E lei, che fa, se ne starà con le mani in mano? Come commissione Lavoro della Camera abbiamo riaperto i dossier sulla previdenza per continuare l'esame dei disegni di legge presentati datutti i partiti che prevedono la flessibilità in uscita. lo per esempio, penso a un pensionamento anticipato a 62 anni con 35 anni di contributi e con una decurtazione dell'8 per cento o a 41 anni di contributi (si veda in tal senso il ddl 857 presentato da Damiano, ndr); oppure con la quota 100 (63 anni e 37 di contributi) ma senza penalizzazione (si veda in tal senso il ddl 2945 presentato sempre dall'onorevole Damiano, ndr).

    Yoram Gutgeld ha lanciato una campagna contro le pensioni di invalidità. Gutgeld è stato protagonista in passato di affermazioni molto pensanti sui pensionati, già tacciati dl furto da Davide Serra per il solo fatto di essere andati in pensione con il sistema retributivo. Un privilegio è andare casomai in pensione con 30 anni di contributi e l'80 per cento dello stipendio. Il governo dovrebbe avere a cuore lo stato sociale, non prevedere la sua distruzione. In commissione, come me, la pensano Forza Italia, il Movimento Cinque Stelle, Sel e il Nuovo Controdestra, con il quale ci siamo divisi sul Job Act. C'è un largo schieramento con il quale debbono fare i conti il governo e la Ragioneria.

    Secondo la ragioneria servono almeno 4 miliardi per finanziare un intervento simile. Quando si tratta di calcolare un risparmio la Ragioneria generale dello Stato utilizza un metro di cento centimetri, quando deve calcolare un costo ne utilizza uno di trecento centimetri. Parlo come presidente della commissione Lavoro: chiameremo in audizione il ministro Poletti e il presidente dell'inps Boeri. Così come abbiamo spinto il governo a trovare le risorse che mancano al Jobs Act, quelle per gli ammortizzatori sociali e per stabilizzare gli incentivi alle nuove assunzioni. chiederemo che corregga la "riforma" Fomero. Che è una delle cause dei nuovi poveri, perché tra di loro ci persone che hanno perso il lavoro e aspetteranno anni per andare in pensione, anziani con assegni troppo bassi, senza dimenticare i tanti giovani che non trovano lavoro per il blocco del turnover. deciso da chi vorrebbe avere fabbriche di 70enni.

    Intanto Boeri parla di "contributo di equità"? È balzana l'idea di tassare le pensioni, a partire dai duemila euro lordi mensili, che al netto sono circa 1.500 euro. Coinvolgerebbe quasi due milioni di pensionati con assegni medio bassi. Non stiamo mica parlando di nababbi né di pensioni d'oro, ma di gente che ha faticato una vita e che ha pagato 35 anni, a volta 40 anni di contributi. Chiedere un nuovo sacrificio al loro, al ceto medio, è inammissibile. Se dovesse passare questa sua idea, io sarei profondamente contrario. L'lnps sta facendo le sue giuste indagini per avere una maggiore trasparenza. Suggerirei allora di farne altre. Intanto sul potere d'acquisto che hanno perso le pensioni a seguito del blocco parziale o totale dell'indicizzazione. Eppoi una seconda sullo scostamento tra le previsioni di risparmio dopo la riforma Fomero del 2011 indicati dalla Ragioniera in 20 miliardi dal 2012 al 2019 e quelli che in realtà si verificheranno: 80 miliardi.
    L'Inps dovrebbe anche indagare sul risparmio atteso tra il 2020 e il 2080 per il sistema pensionistico. E poi quanti sono i cosiddetti esodati attualmente non coperti dalle sei salvaguardie?

    Perché non parlate mai di pensioni dei giovani? Quando ero ministro, nel protocollo con le parti sociali dl luglio 2007, avevano fissato un tasso di sostituzione di almeno il 80 per cento da conseguire con un riscatto molto favorevole della laurea, con contributi figurativi nei periodi passati senza lavoro, con una revisione più espansiva dei coefficienti di trasformazione. Tutte queste ipotesi sono state smantellate dal Governo Berlusconi e dimenticate da quelli successivi.

    Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/previde...5#ixzz3Wyf0f8Rm
     
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    Riforma Pensioni, Damiano: la Quota 100 è una proposta solida e strutturale



    Domenica, 12 Aprile 2015 21:20



    Questa settimana riprendera’ il confronto in Commissione lavoro sul tema delle pensioni con l’ulteriore abbinamento dei nuovi disegni di legge presentati da vari partiti. Tra le proposte del Pd, c’e’ anche quella che consente di andare in pensione a uomini e donne con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica e senza penalizzazioni.
    Si tratta di una soluzione che va soprattutto incontro ai cosiddetti lavoratori ‘precoci’”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. “Parliamo di persone – spiega Damiano – che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni e hanno passato tutta la loro vita in attivita’ prevalentemente manuali e usuranti”.

    “Il fulcro delle proposte di legge che verranno discusse e’ rappresentato però dalla richiesta di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema previdenziale che consenta, a chi ha 62 anni di eta’ e 35 di contributi, di poter andare in pensione con una penalità massima dell’8% oppure, con la quota 100, a partire da 62 anni e 38 anni di contributi. Si tratta di due soluzioni solide e strutturali sulle quali potrebbero convergere anche i sindacati e sulle quali attendiamo un rapido confronto con il Governo. Abbiamo diversi disegni di legge in materia su cui cercheremo una posizione comune in Commissione”, conclude Damiano.

    “E’ positivo comunque il fatto che il ministro Poletti abbia confermato che nella legge di Stabilita’ si mettera’ mano alla riforma Fornero”. “A noi – continua Damiano – interessa rendere piu’ umano e sociale il sistema previdenziale introducendo un criterio di flessibilita’. Il ministro conosce le nostre proposte e siamo pronti al confronto”, conclude Cesare Damiano.

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