Buona Scuola. Anief conferma sciopero supplenti 17 marzo

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    Buona Scuola. Anief conferma sciopero supplenti 17 marzo




    Così il giovane sindacato commenta il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge sulla riforma dell’istruzione: sarà nuovo contenzioso in tribunale.

    Anief contesta innanzitutto il numero delle immissioni in ruolo prefissato dall’Esecutivo: sono 50mila in meno rispetto a quanto annunciato per oltre sei mesi, da settembre a ieri. L’ex ministro Gelmini ne programmò in un solo anno 67mila, senza scomodare l’organico funzionale.

    Si escludono tanti precari delle graduatorie d’Istituto, quando uno di loro su due tiene aperte le nostre scuole. Inevitabile il ricorso in tribunale. Anche perché la chiamata diretta è incostituzionale, poiché viola almeno tre articoli della Costituzione. E anche pensare di utilizzare l’organico funzionale per eliminare le supplenze è una scelta impraticabile: rischiamo di veder sostituito un docente di latino con uno di educazione fisica. Pure l’esclusione degli idonei dei concorsi pubblici sarà oggetto di ricorso nei tribunali della Repubblica.

    Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la scuola non è l’esercito, ogni insegnante è esperto di una sua specifica disciplina e non può essere utilizzato a caso. L’unica buona notizia è rappresentata dal mantenimento degli scatti di anzianità: peccato che la Legge di Stabilità approvata a fine 2014 li abbia di fatto bloccati sino al 2018. Confermiamo la protesta dei 140.000 precari della scuola fissata per il 17 marzo a Roma.

    Il disegno di legge sulla riforma dell’istruzione, presentato stasera dal premier Matteo Renzi, dopo il via libera del CdM, è sbagliato nei numeri e nelle scelte. È questo il giudizio del sindacato Anief, che contesta innanzitutto la clamorosa esclusione, nel piano assunzioni, di tanti docenti precari abilitati inseriti nelle graduatorie d’Istituto. Eppure un supplente su due è scelto da quelle liste di attesa e senza di loro l’offerta formativa ordinaria non sarebbe adeguata.

    Per il sindacato, che ha fornito nei mesi scorsi al Governo indicazioni in tutte le sedi e le possibili vie da percorrere, il ricorso in tribunale sarà inevitabile. Inoltre, la chiamata diretta è incostituzionale, perché viola almeno tre articoli della Costituzione, in particolare quello sull’accesso per pubblici concorsi. Inoltre, non è possibile obbligare un candidato all’assunzione ad accettare una sede al di fuori della provincia prescelta.

    È poi impossibile pensare di eliminare le supplenze con la modalità indicata dal Governo: quando un docente titolare di cattedra si assenta, per pochi giorni o per alcuni mesi, non può essere utilizzato al suo posto un collega qualsiasi prescelto dall’organico funzionale. Nelle scuole operano dei professionisti specializzati in determinate discipline: sostituire un insegnante di latino con uno di educazione fisica, questo è il rischio cui andiamo incontro, è una decisione che non ha bisogno di commenti. E anche l’esclusione degli idonei dei concorsi pubblici sarà oggetto di ricorso nei tribunali della Repubblica.

    “La scuola – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – non è l’esercito: ogni insegnante è esperto di una sua specifica disciplina. Non comprendiamo, ancora, per quale motivo rimanga irrisolto il problema della mancata stabilizzazione dei docenti della scuola dell’infanzia: per assorbirli tutti in ruolo, anziché temporeggiare ancora, sarebbe bastato reintrodurre il tempo scuola tagliato con le riforme degli ultimi anni”.

    “L’unica buona notizia è rappresentata – continua Pacifico – dal mantenimento degli scatti di anzianità. Peccato che la Legge di Stabilità approvata a fine 2014 li abbia di fatto bloccati sino al 2018, che i neo-assunti non avranno mai un aumento e che lo stop per ulteriori tre anni anche della indennità di vacanza contrattuale lasci le buste paga del personale ancora ben al di sotto l’inflazione. Anief, pertanto, presenterà appositi ricorsi per tutelare tutti i docenti non assunti, malgrado abbiano svolto più di 36 mesi di servizio su posto vacante, come indicato dalla curia di Lussemburgo a fine novembre”.

    “Ricorsi ad hoc, inoltre, verranno presentati per tutti i docenti risultati idonei nei concorsi pubblici, anche loro rimasti incredibilmente fuori dal piano di assunzione. E lo stesso vale per coloro che verranno assunti fuori provincia o in organico funzionale su un posto non di loro competenza. A tal proposito, ricordiamo che i tribunali continuano a condannare il Miur alla stabilizzazione dei precari storici, con indennizzi che vanno dai 30mila ai 50mila euro a lavoratore. Insomma, sarà inevitabile, se questa è la Buona Scuola, la presentazione da parte dell’Anief di una valanga di ricorsi con richiesta di risarcimenti adeguati. E che costeranno cari, milioni di euro, alle casse dello Stato”.

    “Nel disegno di legge – conclude il sindacalista Anief-Confedir – non troviamo poi alcun cenno al personale Ata. Per il quale vi sono decine di migliaia di posti liberi. Viene da chiedersi, infine, perché le 150mila assunzioni iniziali si sono ridotte a 100mila. Il nostro sindacato, pertanto, conferma lo sciopero del 17 marzo dei docenti precari, rivolto a 140.000 supplenti: a Roma si svolgerà dapprima un sit-in del Mida, nei pressi del Parlamento, alle 14.30, e a seguire un altro davanti il Miur organizzato da Anief. Nelle prossime settimane scenderà in piazza anche il personale ATA”.

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    17 marzo sciopero Anief : 140mila docenti precari vanno assunti e indennizzati




    Il 17 marzo si svolgerà anche una doppia protesta, a Roma: nella giornata dello sciopero, nei pressi del Parlamento, alle 14.30, un sit-in del MIDA cui aderisce anche ADIDA. A seguire si svolgerà un altro sit-in davanti il Miur: questo sarà organizzato da Anief, che metterà a disposizione dei lavoratori i pullman per raggiungere la capitale da tutta Italia.

    La piattaforma della protesta è larga: va dalla richiesta di inserimento immediato in GaE di tutti i docenti abilitati a partire dalla seconda fascia d’istituto, e la conseguente immissione in ruolo laddove vi sono posti liberi, al pagamento degli scatti di anzianità negato ancora dal CCNL 2006/2009 e delle ferie; dal recupero del primo gradino stipendiale ai neo-assunti tolto dal CCNL 2011, alla conversione dei contratti, sottoscritti su posto vacante, da 30 giugno a 31 agosto.

    Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è un’iniziativa attraverso cui, alla luce del disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri giovedì scorso, intendiamo contrastare la precarietà, la mancata stabilizzazione di tutto il personale abilitato che ha svolto più di 36 mesi di servizio su posti vacanti. E, in generale, il recupero dei diritti e della dignità del lavoro. Invitiamo, pertanto, tutto il personale docente a tempo determinato in servizio a scioperare unitariamente.

    Quella che il Governo ha approvato e messo nelle mani del Parlamento non è la scuola migliore: i primi ad essere danneggiati sono gli utenti, studenti e famiglie, che si ritroveranno ancora con un offerta formativa ridotta, e tantissimi docenti precari, che lo Stato si ostina a non stabilizzare malgrado ne abbiano pieno diritto. Per difendere questo principio, dopodomani l’Anief chiede loro di fermarsi: il 17 marzo, il giovane sindacato conferma lo sciopero generale del personale insegnante precario docente. Sono interessati alla protesta i 140.000 supplenti che svolgono un ruolo prezioso nelle nostre scuola, ma che il Governo continua in larga parte a trattare, quando si tratta di realizzare i piani di immissioni in ruolo, come dei lavoratori invisibili.

    Lo sciopero di martedì sarà contrassegnato da una doppia protesta, a Roma, nei luoghi chiave per le sorti della nostra scuola. Anief ha messo a disposizione i trasporti per raggiungere la Capitale. Dove, nella giornata dello sciopero, è previsto nei pressi del Parlamento, con inizio alle 14.30, un sit-in del MIDA a cui aderisce anche ADIDA. A seguire, nello stesso pomeriggio, si svolgerà un altro sit-in davanti il Miur: questo sarà organizzato da Anief.

    La piattaforma della protesta è larga: va dalla richiesta di inserimento immediato in GaE di tutti i docenti abilitati a partire dalla seconda fascia d’istituto, e la conseguente immissione in ruolo laddove vi sono posti liberi, al pagamento degli scatti di anzianità negato ancora dal CCNL 2006/2009 e delle ferie; dal recupero del primo gradino stipendiale ai neo-assunti tolto dal CCNL 2011, alla conversione dei contratti, sottoscritti su posto vacante, da 30 giugno a 31 agosto.

    Complessivamente, sono più di 120mila i docenti precari che lavorano attualmente nelle nostre scuole, per lo più con un contratto al 30 giugno, spesso su un posto vacante: più della metà di essi, è chiamato dalle graduatorie d’istituto ma non può inserirsi nella fascia aggiuntiva delle graduatorie ad esaurimento creata nel 2012, utile per le annunciate immissioni in ruolo del Governo. Molti si sono abilitati con TFA e SFP a numero chiuso, su una previsione di posti vacanti nel triennio o quinquennio successivo, con il PAS in virtù dell’esperienza maturata con 36 mesi di servizio, hanno il diploma magistrale abilitante o l’abilitazione conseguita all’estero, e tuttavia sono fuori dal piano di assunzioni deciso dal Miur, peraltro ancora confuso sugli organici, in assenza di un serio censimento che individui i destinatari dei contratti a tempo determinato su posto vacante assegnati dal 1999.

    Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, ricorda che “nessuno dei 120mila precari oggi in servizio, nonostante una chiara giurisprudenza della Corte di Giustizia europea formata sulla direttiva comunitaria n. 70 del 1999 - se non per ordine di un giudice del lavoro -, ha mai ricevuto, per via di leggi e contratti nazionali firmati dai sindacati rappresentativi (l’ultimo scaduto nel 2009), gli scatti di anzianità previsti solo per il personale di ruolo dal 1999 al 2012. E ancora molti di essi devono rivolgersi ai tribunali per ottenere il pagamento delle ferie spettanti, bloccato dalla Legge di stabilità 2013. Per non parlare dei 150.000 precari che saranno assunti dal Governo senza il primo gradino stipendiale, eliminato nel 2011 con il benestare di una parte del sindacato rappresentativo, per realizzare quell’invarianza finanziaria prevista da una legge che ora finanzia il piano di assunzioni con un fondo di 1 miliardo”.

    “Si continua poi a non prendere la decisione che davvero spazzerebbe via il precariato in Italia – continua Pacifico – ovvero quella di assumere 200mila supplenti. In caso contrario, lo ribadiamo, copriremo il Miur con una valanga di ricorsi, con la richiesta di risarcimento, già ottenuto più volte in tribunale, che va dai 30mila ai 50mila euro a docente con 10 anni di precariato”.

    “Per la protesta del 17 marzo – dice ancora il sindacalista Anief-Confedir- le parole chiave sono quindi l’inserimento in GaE, gli scatti di anzianità, il riconoscimento delle ferie e del primo gradino stipendiale, la realizzazione del censimento posti vacanti: è un’iniziativa attraverso cui, alla luce del disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri giovedì scorso, intendiamo contrastare la precarietà, la mancata stabilizzazione di tutto il personale abilitato che ha svolto più di 36 mesi di servizio su posti vacanti. E, in generale, il recupero dei diritti e della dignità del lavoro. Invitiamo, pertanto, tutto il personale docente a tempo determinato in servizio a scioperare unitariamente”.

    Tutti gli interessati a partecipare alla manifestazione del 17 marzo, possono chiedere informazioni sui pullman in partenza per Roma scrivendo a [email protected]. Sarà anche possibile seguire, commentare e partecipare alla manifestazione sui social network con l’hashtag: #PrecariatoNoGrazie
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