Riforma, da più parti si chiede Decreto legge. Relatore forse la Coscia, martedì si inizia

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    Riforma, da più parti si chiede Decreto legge. Relatore forse la Coscia, martedì inizia percorso parlamentare







    Secondo la Senatrice Puglisi, sarebbe una sconfitta per il Parlamento non terminare per tempo il percorso del DDL scuola. Ma gli scettici aumentano.

    Può il DDL essere approvato in tempo utile per assumere i 100mila docenti precari? Gli ottimisti ci sono, ma aumentano sempre più i pessimisti, man mano che i tempi per l'avvio del dibattito parlamentare vengono sempre più rimandati.

    Il testo del DDL, approvato giorno 12 marzo dal CdM non è ancora approdato in Parlamento, probabilmente martedì si potrà iniziare, ma i tempi sono davvero strettissimi.

    Il relatore della VII Commissione cultura, alla quale sarà assegnato il testo, con molta probabilità sarà l'Onorevole Coscia, del Partito Democratico. Donna di esperienza e fine politico.

    Ciò che preoccupa sono i tempi, infatti sono 56 le audizioni programmate con 15 giorni di tempo per svolgerle. Dalla prossima settimana ci sarà anche lo stop delle vacanze di Pasqua.

    Molti sono i punti da discutere, che non piacciono all'opposizione e a quanto pare neppure a certa maggioranza, soprattutto di area bersaniana.

    Con tempi così ristretti, non c'è spazio per il dibattito politico e si rischia di avere ancor meno tempo che per l'approvazione di un Decreto.

    L'urgenza è legata soprattutto all'assunzione dei 100mila docenti precari, ma anche all'organico funzionale.

    Come detto più volte, nel cassetto c'è sempre il piano B, di un Decreto legge che scorpori le assunzioni e lasci al dibattito parlamentare il resto della riforma.

    Una soluzione chiesta dai sindacati, oltre che dalle opposizioni.

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    #riformabuonascuola Si va verso il decreto legge




    Reginaldo Palermo Sabato, 28 Marzo 2015

    I tempi si fanno sempre più stretti ed è difficile pensare che la Camera possa concludere i propri lavori per la fine di aprile. Il "rischio" che il Governo decida di emanare un decreto legge è sempre più reale.

    fonte tecnica della scuola

    Ricordate le dichiarazioni rese dal ministro Giannini in coda alla conferenza stampa tenutasi al termine del Consiglio dei Ministri del 12 marzo quando il Governo diede il via libera al ddl sulla scuola?
    Più o meno disse che l'indomani mattina il provvedimento sarebbe già stato depositato in Parlamento e avrebbe subito iniziato il proprio iter.
    Siamo invece al 28 marzo e stiamo "sperando" che - se non ci saranno intoppi - martedì 31 il ddl sarà annunciato in aula. Può darsi che mercoledì 1° aprile (ma la data non induce a pensare che si tratti di un ennesima bufala) la Commissione Cultura dia avvio alle audizioni di sindacati e associazioni.
    Devono essere auditi più di 50 soggetti e quindi nella migliore delle ipotesi si andrà avanti almeno per tutta la settimana successiva.
    Finalmente martedì 14 potrebbe inziare l'esame vero e proprio del progetto di legge.
    L'opposizione ha già fatto capire che non intende fare nessuno sconto al Governo, il dibattito sarà durissimo e le prese di posizione dei sindacati e le manifestazioni già annunciate non giocheranno a favore di una rapida approvazione della proposta di Renzi.

    Ecco perchè l'eventuale adozione di un decreto legge da parte dell'esecutivo è ormai molto di più di una semplice ipotesi.
    Ma anche in questo caso sarà lo stesse necessario fare in fretta e non perdere altro tempo.
    Per approvare il decreto, infatti, il Governo dovrà almeno attendere che in Parlamento inizi il dibattito, in modo da poter dimostrare che, con quei ritmi, non sarebbe possibile approvare in tempo il disegno di legge.
    Si può quindi ragionevolmente pensare che il decreto legge arriverà agli inizi di maggio. Per evitare i possibili rilievi del Quirinale sarà però necessario tenere molto sotto controllo il testo del provvedimenti ed escludere dal testo quei riferimenti che potrebbero creare dubbi sulla urgenza del decreto.
    Senza poi considerare che dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale decorrono i 60 giorni entro i quali il Parlamento dovrà convertire in legge il decreto. E a quel punto si arriverà ai primi di luglio. Difficile quindi credere che a settembre si possa già partire con l'organico funzionale e con le altre importanti novità contenute nel disegno di legge.
     
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    #riformabuonascuola, partenza a rilento con fermata immediata





    Alessandro Giuliani Lunedì, 30 Marzo 2015



    Martedì 31 l’affidamento del ddl alla VII commissione della Camera; le audizioni prenderanno il via il 2, ma si prosegue solo fino a venerdì mattina. Poi il rompete le righe per le festività pasquali. La senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd: le nuove audizioni "già martedì". Poi sarà corsa contro il tempo per assumere nel 2015 tutti i 100mila precari. Il premier Renzi: ora dipende dal Parlamento.



    FONTE TECNICA DELLA SCUOLA



    Diverse settimane per arrivare alla Camera, un paio di giorni scarsi di lavoro, poi di nuovo fermo ai box per qualche giorno per via delle imminenti festività pasquali. Come ampiamente preventivato, il disegno di legge di riforma della scuola arriverà all’esame della Camera solo martedì 31 marzo, quando verrà consegnato all’ufficio di presidenza della VII commissione Cultura di Montecitorio. Due giorni dopo, giovedì 2 aprile, prenderanno il via le audizioni richieste da sindacati e associazioni. Ma la prima fase dell’esame del testo durerà non più di un giorno e mezzo.

    "Si comincia questo giovedì - ha spiegato la senatrice Francesca Puglisi, responsabile nazionale scuola del Pd, parlando a margine di un incontro a Roma - e si prosegue anche venerdì mattina". Poi, dopo la breve pausa pasquale, deputati e senatori saranno convocati per nuove audizioni "già martedì".

    Poi "le audizioni congiunte di Camera e Senato", sul ddl di riforma della scuola, "riprenderanno martedì" 7 aprile, ha assicurato Puglisi.

    Del ddl scuola ha parlato anche il premier, Matteo Renzi, alla Direzione al Pd. "Venti sono stati i decreti del governo Renzi, ha detto il premier, 22 quelli del governo Letta, 29 di Monti, 30 di Berlusconi e 27 di Prodi. "C'è rispetto alla centralità del Parlamento - ha concluso - che dipende però dal Parlamento, se vorrà approvare la riforma della Scuola o della Rai".

    "Il filo rosso tra i vari modelli di riforma del nostro governo è che la nostra è l'epoca delle riforme basate sulla responsabilità delle persone e non sullo scaricabarile", ha tenuto a dire il presidente del Consiglio. Quello stesso modello, sottolinea, viene applicato alla riforma della scuola e si applica "al preside o dirigente scolastico". Insomma, il messaggio è chiaro: la riforma della scuola deve passare per le Camere, non basta l’input del Governo a realizzarla.

    Intanto, è già pronto l’iter di approvazione: il calendario prevede per giovedì 2 aprile, come già detto, l'inizio delle audizioni dei soggetti coinvolti - una cinquantina - che vanno dai sindacati alle associazioni degli studenti, degli insegnanti e dei genitori. Entro la fine di aprile, se non ci saranno intoppi, il ddl potrebbe essere approvato dalla Camera e passerebbe al Senato che, considerando anche il ponte del Primo maggio, avrà tempi strettissimi (i lavori potrebbero cominciare il 4 o il 5 maggio).

    “È assai improbabile – scrive l’Ansa - che i senatori, non particolarmente soddisfatti del fatto che il disegno di legge sia stato assegnato alla Camera, rinuncino a proporre modifiche ed emendamenti, il che renderebbe obbligatorio un nuovo passaggio alla Camera. I trasferimenti dall'uno all'altro ramo del Parlamento potrebbero tuttavia - se c'è la volontà politica - anche essere veloci, consentendo l'approvazione definitiva a fine maggio, termine ancora sufficiente per mandare in cattedra dal prossimo settembre circa 100.000 precari. Al Ministero dell'Istruzione la macchina organizzativa si è già messa in moto per gli adempimenti. Ma la strada non è così spianata come vorrebbe il Governo. Oltre all'ostilità dei sindacati, c'è anche quella di alcune forze politiche”.

    Da vincere ci sono, però, soprattutto le avversità sulla tempistica di approvazione: considerando i due mesi canonici utili a convertire in legge dello Stato il ddl, il via libera per le immissioni si concretizzerebbe non prima di inizio luglio. Qualsiasi intoppo sarebbe fatale per vedere sfumate le 100mila immissioni in ruolo. Con il disco verde che, a quel punto, scatterebbe solo per il turn over: in pratica, non più di 50mila posti.

     
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    Riforma. DDL alla Camera, oggi saranno ascoltati i sindacati. Il programma





    Continua dalla mattina di oggi la consultazione sul DDL della riforma della scuola, dopo la pausa pasquale. Si andrà avanti fino a giovedì.



    uesta mattina, in VII Commissione cultura presso la Camera, ma con i due rami del parlamento in seduta congiunta, saranno ascoltate alcune associazioni di docenti, mentre di pomeriggio, a partire dalle 14, sarà la volta dei sindacati.



    Quindi spetterà alla fondazione Agnelli, la fondazione Treelle, l'agenzia Tuttoscuola e l'Isfol per le fondazioni e gli enti di categoria. Infine, dalle 20 alle 22 in calendario ci sono le audizioni dei rappresentanti di Confindustria, Rete imprese Italia e Confcommercio.



    Il giro delle audizioni durerà fino a giovedì 9, quindi inizierà il vero e prorio iter di trasformazione in legge.



    I nostri resoconti delle audizioni del 2 aprile



    Genitori cattolici alla Camera. Assunzioni "chi resta a lavorare nella paritaria non perda diritto assunzione nella statale"



    FISH alla Camera: valutare gruppo classe non singolo docente sostegno. Porre limite al numero di ore sostegno



    Riforme. ADIDA in VII Commissione: docenti GI non sono anomalia, servono misure transitorie



    Riforma. Docenti TFA in audizione alla Camera chiedono "doppio canale per assunzioni"



    Docenti scienze formazione primaria alla Camera "fuori dal piano assunzionale"



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    Riforma scuola. Maggioranza discute se spacchettare assunzioni. Scheda riassuntiva: dal potere dei presidi, alle deleghe




    Prosegue oggi, nelle commissioni riunite Cultura e Istruzione di Camera e Senato, l'indagine conoscitiva sul ddl Buona scuola in esame. Le audizioni (circa 80) proseguiranno per tutta la settimana, fino a venerdì mattina e l'esame del provvedimento in sede referente dovrebbe iniziare dopo il 13 aprile.

    All'interno della maggioranza - a quanto si apprende - si continua a discutere sull'ipotesi di 'spacchettamento' del testo: l'ipotesi è quella di inserire la prima parte sulle assunzioni dei docenti, in un provvedimento a parte da approvare entro metà maggio. La restante parte verrebbe esaminata con più calma e approvata entro l'estate.

    DALL'ORGANICO AUTONOMIA ALLO 'SCHOOL BONUS', PASSANDO PER I POTERI DEI PRESIDI

    Il ddl è stato presentato dal governo il 27 marzo e introduce modifiche all'autonomia scolastica 'incrementando - si legge nella relazione illustrativa - le risorse umane, materiali e finanziarie'. In particolare, prevede: IL PIANO TRIENNALE

    Il ddl disciplina l'istituzione dell'organico dell'autonomia, che sarà composto da posti comuni, posti di sostegno e posti per il potenziamento dell'offerta formativa. Prevede anche l'introduzione della programmazione triennale dell'offerta formativa: nel Piano triennale (che si aggiungerà al Pof annuale) le scuole indicheranno le infrastrutture e le attrezzature materiali e i docenti di cui hanno bisogno per l'aumento dell'offerta formativa. Il Piano sarà elaborato dal preside sentiti il collegio dei docenti e il consiglio di istituto.

    Gli obiettivi, si legge sempre nella relazione illustrativa, sono il potenziamento dell'insegnamento linguistico in italiano e in inglese, tramite l'utilizzo della metodologia Clil (Content and language integrated learning), il potenziamento delle competenze matematiche, logiche e scientifiche, di musica e arte, diritto ed economia, digitali, e lo sviluppo delle discipline motorie.

    E ancora: la riforma ha l'obiettivo di potenziare l'apertura pomeridiana delle scuole, il contrasto della dispersione scolastica e della discriminazione, l'incremento dell'alternanza scuola-lavoro, la riduzione del numero di alunni per classe, l'alfabetizzazione e il perfezionamento della lingua italiana per stranieri. Viene previsto, infine, l'incremento del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche per 126 milioni di euro annui dal 2016 al 2021.

    Per quanto riguarda l'organico dell'autonomia, la riforma stabilisce che i ruoli dei docenti saranno regionali e si articoleranno in albi territoriali, suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso, tipologie di posti. Le nuove norme sull'iscrizione negli albi non si applicherà ai docenti già assunti a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore del provvedimento, salvo che in caso di mobilità territoriale e professionale.

    Per consentire alla costituzione dell'organico, il governo ha previsto per l'anno scolastico 2015/2016, un piano straordinario di assunzioni di docenti a tempo indeterminato, rivolto ai vincitori del concorso del 2012 e agli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, che presentino domanda. Dunque l'accesso ai ruoli del personale docente della scuola statale - a eccezione di quello degli asili e del personale educativo - avverrà esclusivamente mediante concorsi per titoli ed esami. Le graduatorie resteranno valide per non più di 3 anni.

    Durante il periodo di formazione e prova, cui sarà subordinata l'effettiva immissione in ruolo, i professori dovranno svolgere almeno 120 giorni di attività didattiche. La valutazione sarà effettuata dal preside della scuola, anche con visite e ispezioni in classe. In caso di valutazione negativa, il dirigente provvederà alla dispensa dal servizio con effetto immediato, senza obbligo di preavviso.

    La formazione in servizio sarà obbligatoria e definita dalle scuole sulla base delle priorità indicate nel Piano nazionale di formazione - che sarà adottato ogni tre anni - nonché in coerenza con i Piani di miglioramento adottati nell'ambito della fase di autovalutazione. Inoltre, è prevista l'istituzione della Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo - che ha un valore nominale di 500 euro annui - da utilizzare per acquisti o iniziative di carattere culturale.

    Infine, sempre per i docenti, disegno di legge prevede l'istituzione, dal 2016, di un fondo per la valorizzazione del merito. Le risorse, ripartite su base territoriale, saranno assegnate dal preside, sulla base della valutazione dell'attività didattica di ogni insegnante.

    Con il ddl vengono rafforzate le funzioni dei dirigenti scolastici, ai quali spetterà proporre gli incarichi ai docenti iscritti negli albi territoriali. Una volta predisposto il Piano triennale, infatti, i presidi sceglieranno il personale da assegnare ai posti riservati all'organico dell'autonomia.

    Gli incarichi di docenza, inseriti negli albi, saranno triennali e rinnovabili.

    PER L'ANNO SCOLASTICO 2015/2016 Per il prossimo anno scolastico, il disegno di legge prevede una deroga all'attuazione del Piano triennale che entrerà a regime nel 2016/2017. Dunque per la determinazione del fabbisogno organico, il dirigente scolastico 'provvederà all'immediata predisposizione di una stima del fabbisogno necessario', scegliendo i docenti dagli albi territoriali.

    PER SUPPLENZE CONTRATTI MAX PER 3 ANNI Per quanto riguarda il personale a tempo determinato, il disegno di legge prevede il divieto, per i contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili (le supplenze annuali), di superare la durata di 36 mesi. Viene istituito un Fondo per i risarcimenti in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali.

    'SCHOOL BONUS' AL 65% PER EROGAZIONI LIBERALI Il ddl, oltre a introdurre nuove norme per l'autonomia scolastica, prevede alcune agevolazioni fiscali. Inanzittutto, un credito d'imposta al 65% per il 2014 e al 50% per il 2016 per coloro che donano soldi 'per gli investimenti in favore' delle scuole, 'per la realizzazione di nuove strutture, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti'.

    DETRAZIONI ISCRITTI PRIVATE, PER ASILI-ELEMENTARI(Public Policy) E ancora: 400 euro all'anno, da detrarre ai fini Irpef, per ogni alunno iscritto alle scuole paritarie. Le detrazioni riguarderanno gli iscritti agli asili e alle scuole elementari private.

    BANDI GARA PER SCUOLA INNOVATIVE Il ddl prevede anche l'emanazione di un avviso pubblico per l'elaborazione di proposte progettuali per la realizzazione di scuole innovative dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, dell'incremento dell'efficienza energetica e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento. Inoltre, vengono rafforzate le funzioni dell'Osservatorio per l'edilizia scolastica - al quale, in particolare, saranno affidati compiti di indirizzo e di programmazione degli interventi - e la redazione di un piano del fabbisogno nazionale 2015-2017, al quale sono destinate risorse già stanziate e non utilizzate.

    Il governo ha poi deciso di ridurre le sanzioni per gli enti locali che non hanno rispettato gli obiettivi del patto di stabilità 2014 e hanno sostenuto, nello stesso anno, spese per l'edilizia scolastica. Infine, vengono stanziati 40 milioni per il 2015 per il finanziamento di indagini diagnostiche dei solai e dei controsoffitti degli edifici scolastici.

    LA DELEGA AL GOVERNO PER LA FUTURA RIFORMA Infine, 'per la riforma di ulteriori, differenti, aspetti, del sistema scolastico (e, in parte, del sistema terziario)', il disegno di legge prevede una lunga delega al governo.

    Gli ambiti della delega riguardano l'autonomia scolastica, l'abilitazione all'insegnamento nella scuola secondaria, i dirigenti scolastici, il diritto all'istruzione degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali, la governance della scuola e gli organi collegiali, i percorsi dell'istruzione professionale, gli istituti tecnici superiori.

    E ancora: il (nuovo) sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni, la definizione dei livelli essenziali del diritto allo studio, gli ausili digitali per la didattica, le scuole italiane all'estero, le modalità di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e le modalità di svolgimento degli esami di Stato.

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    Riforma. FI chiede numeri posti liberi. Rete scuole, autonomia crea differenze. Scuola Repubblica, assunzioni in decreto. Precari, più cattedre




    Riforma. FI chiede numeri posti liberi. Rete scuole, autonomia crea differenze.

    In audizione, ieri presso la VII Commissione cultura, anche l'Opera Montessori, che ha chiesto delle tutele per chi improvvisa il loro metodo. Il resoconto delle associazioni audite in serata.

    OPERA MONTESSORI: AIUTO PER COMBATTERE 'IMPROVVISATORI' DEL METODO

    "C'è un grande interesse per la didattica montessoriana ma questo interesse può diventare un pericolo molto grave se trasformato in un brand. Noi facciamo dei corsi di formazione impegnativi e lunghi ma è necessario che sia così, per cui chiediamo l'aiuto del ministero".

    A dirlo è stato Benedetto Scoppola, presidente dell'Opera nazionale Montessori, in audizione nelle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato sul ddl Buona scuola, parlando dei cosiddetti "improvvisatori" del metodo Montessori.

    COORDINAMENTO PRECARI CHIEDE AUMENTO DELLE CATTEDRE

    "Chiediamo un aumento delle cattedre perché con questo tipo di assunzioni non si rispetta il percorso professionale e umano che ciascun insegnante ha fatto".

    A dirlo è stato Massimo Gargiulo, del Coordinamento precari scuola, in audizione nelle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato sul ddl Buona scuola. Per Gargiulo questo ddl esclude dalle assunzioni "200mila precari che avete fatto abilitare".

    RETE SCUOLE: QUESTA AUTONOMIA CREA DIFFERENZE TRA ISTITUTI

    "In questo ddl non ci sono proposte specifiche di intervento sull'autonomia, la risposta che si dà è 'diamo al dirigente scolastico il potere di intervenire su questa materia', ma in modo diversificato". A dirlo è Bruno Moretto, di Rete scuole, in audizione nelle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato sul ddl Buona scuola.

    Sul tema delle risorse Moretto ha criticato l'impianto del ddl, che favorisce le private: "Perché la detrazione delle spese di frequenza vale solo per chi frequenta le paritarie? Eppure le spese di frequenza ce l'ha anche chi va nelle scuole statali".

    Sul 5X1000 ai singoli istituti il rappresentate di Rete scuole ha spiegato che "favorisce le differenze che già ci sono in Italia" perché "è evidente che avranno più soldi le scuole che hanno un'utenza più ricca".

    ASSOCIAZIONE SCUOLA REPUBBLICA: PARTE ASSUNZIONI IN DECRETO

    Stralciare dal ddl la parte relativa alle assunzioni degli insegnanti precari per discuterla attraverso "un provvedimento d'urgenza". A chiederlo è Marina Boscaino, dell'Associazione nazionale per la scuola della Repubblica, in audizione nelle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato sul ddl Buona scuola.

    Inoltre, per Boscaino, le "deleghe in bianco" contenute nel ddl del governo sono un "atto irricevibile".

    FORZA ITALIA: GOVERNO COMUNICHI NUMERI GRADUATORIE E POSTI LIBERI

    "Durante le audizioni sul ddl scuola, ho chiesto ai sindacati e al governo di conoscere i dati e i numeri esatti del censimento delle graduatorie ad esaurimento, dei posti liberi, assegnati in supplenza, e di quelli disponibili per ciascuna classe di concorso e per il sostegno, delle supplenze temporanee e di quelle per maternità. Per trovare soluzioni valide e dar vita ad un vero cambiamento nella scuola si deve ragionare su dati certi non sulle parole".

    Lo dichiara, in una nota la responsabile Scuola di Forza Italia, Elena Centemero.


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    DDL Scuola. Sindacati, associazioni e movimenti chiedono "tutti in ruolo", anche idonei concorso e II fascia GI






    Ieri, seguite in diretta da OrizzonteScuola, si sono svolte le audizioni dei sindacati e delle associazioni dei docenti. Tema centrale le assunzioni dei docenti precari.

    Molti sindacati e associazioni hanno, innanzitutto, chiesto che vengano forniti i numeri effettivi dei posti liberi disponibili per le assunzioni.

    Altra richiesta, quasi univoca, è stata, da parte dei sindacati, la richiesta di estendere le assunzioni anche ai docenti iscritti in seconda fascia d'istituto, attraverso un piano pluriennale.

    Le richieste vanno dall'inserimento in coda alle Graduatorie, al coinvolgimento di chi ha servizio, alla trasformazione delle Graduatorie d'istituto in un secondo canale di assunzioni.

    Qualche lancia è stata spezzata anche a favore dei docenti idonei al concorso 2012, esclusi dall'attuale piano assunzionale.

    Anche Forza Italia ha chiesto che i docenti idonei al concorso 2012 vengano coinvolti da subito nelle assunzioni che saranno attuate a settembre 2015.

    Riforma, diretta. SNALS, dirigente figura autoritaria. COBAS, piano triennale assunzioni. CISL, eccesso delega. GILDA, dirigenti-padroni. UIL abolire chiamata docenti
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    DDL Scuola. Appello di 27 associazioni al Parlamento per modificarlo




    inviato in redazione - Ci rivolgiamo al Parlamento per chiedere di cambiare il disegno di legge sulla scuola presentato dal Governo. Rappresentiamo studenti, insegnanti, genitori, forze sociali e sindacali, associazioni interessate a una scuola buona.

    I vari governi che si sono succeduti dal 2011 a oggi, tuttavia, nonostante le proposte di confronto avanzate, non ci hanno mai dedicato uno spazio di ascolto. L'investimento di tre miliardi nella scuola pubblica può essere una positiva inversione di tendenza, se finalizzato a innalzare i livelli di istruzione e di competenza di tutto il Paese e a contrastare le gravi diseguaglianze socio-culturali e territoriali che condizionano gli esiti scolastici.

    Siamo convinti che senza la partecipazione attiva dei soggetti che rappresentiamo, nessuna riforma possa raggiungere questi obiettivi decisivi per lo sviluppo del Paese. La consultazione sui temi della “Buona Scuola”, come dimostrato dagli stessi dati esposti dal MIUR, non ha purtroppo coinvolto il Paese nell'auspicato dibattito capillare.

    Pertanto, consideriamo indispensabile aprire un ampio confronto nel Paese per delineare una visione generale, il più possibile condivisa, sul nuovo ruolo della scuola nella società della conoscenza. A questo proposito riteniamo decisivo partire dal diritto di ogni persona all'apprendimento permanente come base per un progetto complessivo di cambiamento del sistema educativo italiano. Pur rappresentando organizzazioni con punti di vista anche molto diversi, abbiamo individuato in cinque punti le proposte per cambiare il disegno di legge presentato dal governo:

    Diseguaglianze. I risultati delle indagini internazionali dicono che la nostra scuola è penalizzata dall'essere tra le più diseguali d'Europa, con il rendimento degli studenti legato non tanto al merito individuale quanto al contesto territoriale e alle scelte dell'indirizzo e dello specifico istituto. Il fatto che ci siano, di norma, basse differenze di rendimento all'interno della stessa scuola e alte differenze fra scuole diverse significa che il contesto socio-economico delle scuole stesse incide al momento più di quello delle famiglie sui risultati dei discenti. Potenziare l'autonomia scolastica significa allora ridurre le diseguaglianze che frenano il diritto al successo formativo di ogni studente e la crescita di qualità dell'intero sistema. L'organico dell'autonomia non deve essere destinato prioritariamente alla copertura delle supplenze, ma al rafforzamento delle strategie per combattere la dispersione scolastica e a promuovere il successo scolastico di tutti. Si deve sviluppare quel progetto di scuola che non è la somma di mille progetti, ma corrisponde alla costruzione di curricoli che sappiano misurarsi con i nuovi modi di apprendere e di vivere dei giovani, facendo della scuola un laboratorio permanente di innovazione educativa, partecipazione ed educazione civica. Per fare questo ci vogliono sperimentazione e costante ricerca, così che la scuola possa assumere anche un ruolo centrale nel sistema nazionale di formazione degli insegnanti. E' altresì fondamentale garantire l'accesso al diritto allo studio, nel rispetto della Costituzione e come primo essenziale strumento di uguaglianza sostanziale, adottando una legge quadro nazionale che imponga dei livelli essenziali di prestazione e che sia soprattutto finanziata: qualsiasi intervento legislativo in materia di diritto allo studio che non preveda un grande investimento dello Stato sarebbe semplicemente inutile. È poi necessario, in secondo luogo, potenziare gli strumenti di welfare studentesco attraverso un sistema di servizi, che garantiscano una piena inclusione degli studenti e delle studentesse non solo nella dimensione scolastica ma anche in quella di cittadini. La strategia di innalzamento dei livelli di istruzione e competenza riguarda anche la popolazione adulta, come ci ricorda l'indagine Ocse-Piaac. Un significativo investimento di una quota di organico funzionale per lo sviluppo dell'Istruzione degli Adulti rappresenta un passo decisivo per la costruzione del Sistema Integrato dell'Apprendimento Permanente (Legge 92/2012).

    Governance. Occorre rafforzare l'autonomia nel senso pieno del DPR 275 e quindi come "garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale", strumento per porre al centro l'apprendimento degli studenti e "garantire loro il successo formativo". A questi fini è nata l'autonomia scolastica, come strumento di democratizzazione della scuola: tramite il decentramento dei livelli decisionali e attivando una reale partecipazione delle componenti, la scuola deve diventare una comunità che si auto-governa, dove tutti sono soggetti attivi del processo educativo e delle scelte chiave. In questo modo la scuola potrà rispondere alle nuove esigenze della società odierna, così multiforme e diseguale. Invece l'eccessivo accentramento dei poteri nelle mani del preside-manager, previsto nel ddl, e la conseguente completa estromissione degli studenti, dei docenti, dei genitori e del personale ATA dai processi decisionali non rispondono affatto alle necessità di corresponsabilità e partecipazione che riteniamo essere imprescindibili per conseguire le finalità originarie dell'autonomia.

    Vanno quindi riviste a fondo le prerogative previste per il dirigente scolastico, che nell'articolato del ddl ne vede enfatizzati poteri e ambiti di competenza, evidenziando una parallela compressione della dimensione collegiale della scuola: riaffermiamo il valore degli organi collegiali come cuore di una comunità educante che svolge anche la funzione di palestra di democrazia per gli studenti. La scuola ha fondato le sue conquiste più importanti su un clima di cooperazione reso possibile proprio dalla impersonalità delle norme e dalla crescita di un sistema complesso a responsabilità diffusa. I poteri del dirigente scolastico non escono né umiliati né diminuiti dal fatto che le sue responsabilità sono chiamate a coesistere con le prerogativa affidate agli altri soggetti della scuola: il dirigente dirige, ma non dei “sottomessi”. La responsabilità è certo necessaria ma non deve essere monocratica e unilaterale, perché la partecipazione attiva delle componenti si concretizza solo se queste hanno un effettivo potere decisionale.

    E' necessario perciò affinare gli strumenti di gestione dei processi educativi e formativi, che costituiscono in definitiva l'essenziale ragion d'essere del sistema scolastico, affinché sia perseguibile un sostanziale esercizio delle distinte e sinergiche responsabilità nel processo di costruzione delle decisioni. Riteniamo dunque importante riformare gli organi collegiali in direzione radicalmente opposta ed incentrata su una maggiore partecipazione di studenti e famiglie, così da rendere la gestione della scuola sempre più collettiva, responsabilizzando tutte le componenti del tessuto scolastico nell'elaborazione dell'offerta formativa, nella scrittura di progetti, nell'individuazione di punti deboli e strategie collettive di miglioramento. Sono improrogabili interventi per valorizzare il lavoro nella scuola nel rispetto della funzione contrattuale, indispensabile per raggiungere soluzioni efficaci e condivise.

    Risorse economiche. La scuola italiana necessita urgentemente di un aumento dei finanziamenti pubblici, almeno fino a riallineare il nostro paese con la media europea. Sono inammissibili le dichiarazioni per cui lo Stato non può coprire le spese per l'istruzione. È tuttavia possibile prevedere forme di finanziamento aggiuntivo, che in ogni caso non possono andare a finanziare singole istituzioni scolastiche: le diseguaglianze tra regioni e tra scuole della stessa regione sono altrimenti destinate ad aumentare, nonostante gli interventi perequativi che si possano prevedere. Riteniamo indispensabile quindi che forme di finanziamento privato totalmente libere e dirette, come la cessione del 5 per mille, siano finalizzate a potenziare il sistema educativo pubblico migliorandone i livelli di qualità ed equità. Il F.I.S. e il M.O.F., i canali con cui viene ordinariamente finanziata l'attività autonoma delle singole scuole, devono essere rinforzati e stabilizzati, così come peraltro annunciato nelle linee guida iniziali della “Buona Scuola”. La ripresa di una politica di investimenti nel sistema educativo pubblico deve inoltre essere accompagnata a un piano pluriennale che permetta all'Italia di raggiungere almeno la media europea.

    Rapporto scuola e lavoro. Lo sviluppo del rapporto-scuola lavoro deve essere orientato ad arricchire il percorso educativo e potenziare le opportunità occupazionali di tutti i giovani, assicurando a ognuno effettive capacità di apprendimento lungo tutto il corso della vita. Deve essere superato il pregiudizio, ancora molto radicato, dei percorsi per il lavoro destinati a chi è ritenuto poco adatto per gli studi. Tutti i percorsi scolastici devono essere aperti alla cultura del lavoro anche attraverso concrete esperienze di alternanza scuola-lavoro. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro devono essere articolati secondo criteri di gradualità e progressività rispettosi dello sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti in relazione alla loro età. Per questo ha grande rilievo la qualità della funzione tutoriale svolta dal docente tutor scolastico e dal tutor formativo. I diritti delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola lavoro devono essere garantiti per mezzo di uno Statuto che impedisca la creazione di sacche di lavoro gratuito mascherate da opportunità formative. La didattica laboratoriale deve essere sostenuta e diffusa in tutti i percorsi formativi.

    A ogni giovane, a conclusione del percorso formativo, deve essere assicurata la certificazione di tutte le competenze acquisite e la possibilità di accedere all'università. Un'idea molto diversa si rintraccia nel DDL laddove si prevede la possibilità di svolgere l'alternanza nelle pause estive, affidando alle sole imprese la gestione del percorso formativo; così facendo si afferma un'idea che dequalifica l'idea di apprendistato prevedendo una remunerazione nulla o irrisoria per le ore di formazione. L'utilizzo del contratto di apprendistato per l'acquisizione di titoli di studio deve essere esclusivamente finalizzato all'apprendimento e comunque successivo al conseguimento dell'obbligo di istruzione. La possibilità di acquisire un diploma di istruzione in apprendistato deve essere reintrodotta per dare continuità e sviluppo al programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda e come opportunità per i giovani NEET privi di diploma.

    Deleghe al Governo. Riteniamo che le numerose deleghe al Governo previste nel ddl siano un errore perché vi sono previsti temi troppo importanti, cruciali per il miglioramento della scuola italiana, che non possono essere affrontati senza un serio dibattito parlamentare. Crediamo inoltre che i criteri direttivi previsti siano insufficienti e spesso troppo vaghi, per determinare in quale direzione debbano andare queste importanti riforme; allo stesso tempo è inaccettabile la specifica previsione di non finanziare queste deleghe, perché temi come il diritto allo studio necessitano prioritariamente di un finanziamento da parte dello Stato. L'idea che il Parlamento abdichi alla sua funzione legislativa in favore del Governo, delegando senza i necessari criteri direttivi e senza finanziamenti su materie che sono determinanti per una qualsiasi riforma scolastica, è per noi ingiusta e inammissibile. Davvero oggi occorre cambiare la scuola, per cambiare l'Italia.

    Dunque riteniamo che, su un tema tanto cruciale per il futuro del nostro Paese, la discussione parlamentare non possa essere sottoposta a scadenze perentorie, ma anzi debba essere aperta all'ascolto e al confronto con il mondo della scuola e la società civile. Studenti, docenti, famiglie e personale hanno diritto a una “buona scuola”, già dal prossimo anno scolastico. Auspichiamo dunque che il Parlamento possa inserire nel proprio dibattito le questioni che abbiamo voluto segnalare come qualificanti, per la costruzione di una scuola che risponda ai dettati costituzionali e alle sfide del moderno contesto nazionale e comunitario. Per consentire di portare a sistema interventi ambiziosi come quelli che noi, tutti insieme, portiamo all'attenzione, riteniamo necessario lo stralcio del tema delle assunzioni per garantire il regolare ed efficace avvio del prossimo anno scolastico e dare una risposta ai tantissimi docenti precari che da anni tengono in piedi la nostra scuola. Tempi adeguati all'ascolto e al confronto non sono un modo per rallentare o, peggio, per rinviare i primi interventi di rilancio della scuola pubblica. Sono, invece, la condizione per correggere gli errori contenuti nel testo di ingresso e creare il necessario clima di condivisone per avviare nel minor tempo possibile i primi interventi di cambiamento.

    Aderiscono:

    Agenquadri
    AIMC
    RCI
    AUSER
    CGD
    CGIL
    CIDI
    CISL
    CISL
    Scuola Edaforum
    FNISM
    FLC CGIL
    IRSEF-IRFED
    Legambiente Legambiente Scuola e Formazione
    Link - Coordinamento Universitario
    MCE Movimento Studenti di Azione Cattolica
    Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica
    Proteo Fare Sapere
    Rete della Conoscenza
    Rete degli Studenti Medi
    Rete29Aprile
    UCIIM
    UDU Unione degli Studenti
    UIL
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    DDL Scuola. Fondazione Montessori: no più potere a Dirigente, non è manager. Ricordiamo l'insegnamento della Montessori




    "Non si può assegnare un potere più grande al dirigente in un sistema aperto, pieno di antinomie. Non si può presupporre che sia un vero manager solo perché lo chiamiamo 'dirigente'". A dirlo il segretario generale della Fondazione Montessoti, Andrea Lupi, in audizione a Montecitorio sul ddl Buona scuola.

    "È rischioso - ha detto Lupi - assegnare potere al dirigente scolastico in un sistema spesso ingovernabile, come quello della scuola. Da una parte abbiamo la libertà di insegnamento del docente e dall'altra, però, il diritto di dare un orientamento dell'offerta formativa. Non credo che andando a cercare riferimenti culturali nel management di azienda si possa essere d'accordo che il dirigente scolastico possa essere un vero 'dirigente', nel vero senso della parola".

    Per quanto riguarda le scuole innovative, secondo Lupi "saranno cattedrali nel deserto". "Ne avremo 20 o 30 ma a che cosa servono? È un'innovazione per fare buona pratica, da Sondrio al quartiere Zen di Palermo oppure per giustificare un investimento politico - misero - per dire abbiamo delle eccellenze? In Italia abbiamo già eccellenze, perché non valorizzarle?".

    Maria Montessori - prosegue il segretario generale della Fondazione Montessori - sosteneva che i premi e le punizioni non funzionano per spingere gli umani alla loro piena realizzazione. Servono invece per un asino per portarlo al mercato quando non ha voglia. È dimostrato che non funzionano. In un sistema complesso i premi vengono date a pioggia e le punizioni vengono assegnate su basi che non sono valoriali o valutative".

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    DDL Scuola. Cittadinanzattiva: poco realistici i nuovi poteri ai Presidi. Destinare uno per mille solo alle scuole




    "Se il dirigente è l'anello forte di questo impianto, le famiglie e gli studenti sembrano l'anello debole; non vengono rappresentanti. A loro viene riservato il ruolo di soli ratificatori". A dirlo Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva, in audizione a Montecitorio sul ddl Buona scuola.

    POCO REALISTICI NUOVI POTERI A PRESIDI

    Gli obiettivi dell'articolo 7 del ddl Buona scuola "sembrano poco realistici e molto sbilanciati in capo di una sola figura. Non convince la previsione di affidare esclusivamente al dirigente scolastico il potere di incaricare i docenti".

    "L'eccessiva centralità e l'eccessivo potere riservato ai dirigenti scolastici - ha aggiunto - come chiave di volta per far decollare l'autonomia scolastica non sono realistici. E c'è una scarsa fattibilità dell'esercizio di tali funzioni da più scuole, su una popolazione di studenti e di docenti molto numerosa e difficilmente conoscibile per vie dirette".

    "Non convince - ha proseguito Bizzarri - che il potere di attribuire incarichi ai docenti e di valutazione del personale docente sia appannaggio esclusivo del dirigenti". Sul tema della valutazione dei professori, il ddl "prevede sì i criteri di valutazione per l'assegnazione del bonus annuale, ma non le modalità e gli strumenti di valutazione che dovrebbero invece essere misurabili e verificabili".

    Per questo Cittadinanzattiva propone "di mettere a punto un sistema articolato di valutazione, che riguardi non solo gli studenti, ma anche i dirigenti e i personale docente. Il sistema però dovrebbe essere aperto anche ad altri soggetti valutatori, esterni e interni: colleghi e famiglie"

    POCHE RISORSE PER 92MILA ENTI. DESTINARE UNO PER MILLE SOLO ALLE SCUOLE

    "È condivisibile trovare risorse aggiuntive per le scuole, ma ampliare il 5 per mille alle statali, come modalità di autofinanziamento, non ci sembra né perseguibile né adeguato. Il fondo ammonta a 500 milioni di euro e i soggetti aventi diritto sono al momento 50mila, a cui si aggiungeranno le scuole (per un totale di 92 mila soggetti)". In questo modo "si innescherà una rivalità tra enti. Le famiglie potrebbero poi decidere di donare il 5 per mille e di non donare più il cosiddetto 'contributo scolastico volontario', provocando un danno per il futuro. Quest'ultimo ammonta a 390 milioni di euro. Si creerebbe un divario tra le scuole che hanno più contribuenti e contribuenti più abbienti".

    "Facendo una simulazione su base aritmetica - ha aggiunto - 500 milioni di euro divisi per 92 mila enti verrebbero circa 5.500 mila euro a soggetto. Si capisce in questo modo che questa grande manovra rischia di vanificare questa opportunità. Chiediamo di cambiare questa norma, o di raddoppiare il fondo, oppure di destinare alle scuole l'uno per mille".
    RINVIARE REVISIONE GOVERNANCE PENALIZZA STUDENTI

    "Rinviare per l'ennesima volta alla legge delega la revisione del sistema di governance e degli organi collegiali penalizza fortemente gli studenti". Quest'ultimi "non possono incidere sui Pof, sulla programmazione triennale, sugli investimenti in edilizia scolastica né sul piano di digitalizzazione

    "Chiediamo l'eliminazione della norma, del 2008, che ha innalzato il numero di alunni per classe e chiediamo la predisposizione di un regolamento sulla sicurezza delle scuole, che semplifichi la normativa, che riveda i ruoli e modifichi il sistema assicurativo vigente".


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  10. rsustaff
     
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    DDL Scuola. Tutela legge 104, maternità, sovrannumerari mettono a rischio gli albi territoriali?


    di Lalla


    Il progetto del DDL Scuola, se approvato nei termini in cui è stato presentato dal Governo, rischia di infrangersi nella sua attuazione pratica alla luce di alcuni elementi che in esso non vengono prese in considerazione, e che quindi svolgeranno la funzione di "variabili impazzite".

    Sappiamo, dalla lettura del DDL, che il Dirigente Scolastico propone gli incarichi di docenza per la copertura dei posti assegnati all'istituzione scolastica ai docenti iscritti negli albi territoriali, nonchè al personale docente già di ruolo in servizio presso altra istituzione scolastica.

    Gli incarichi sono di durata triennale, rinnovabili.

    La semplifichiamo, ma detto così, sembrerebbe che ogni docente potrà "costruire" una scuola ottimale per gli obiettivi che vorrà raggiungere. E, detta così, se vivessimo sulle nuvole, perchè non dovrebbe piacerci?

    Ma lavoriamo nelle scuole, siamo insegnanti anche non più giovani, facciamo ogni giorno i conti con difficoltà che nel DDL non vengono prese in considerazione.

    Alcune di queste le abbiamo già citate nel titolo del pezzo: il DS avrà potere anche su insegnanti tutelati dalla legge 104, potrà impedire ai genitori con figli minori di 3 anni di proporsi per la sede più vicina alla famiglia e - se vogliamo trascurare le tutele di legge -come verranno sistemati i sovrannumerari (ci saranno ancora sovrannumerari o l'organico di autonomia si farà carico di assorbire tali figure?)

    Alla stregua di quei docenti di ruolo che hanno proposto volontariamente mobilità e quindi soggetti alle regole degli albi territoriali?

    E se invece tali tutele sono imprenscindibili, il progetto non verrà a perdere quello smalto che invece ne caratterizza l'impianto? Certo il Dirigente potrà essere fortunato e le professionalità rappresentate dagli insegnanti in questione potranno essere soddisfacenti per gli obiettivi dell'istituzione scolastica, e allora il problema si ammortizzerà, ma il problema di fondo rimane.

    Perchè tali criticità non vengono menzionate nel progetto (sarebbe stato sufficiente scrivere "fatte salve le tutele di legge") che a prima vista sembra comporre le scuole esclusivamente a misura dei bisogni formativi dell'utenza - e chi non vorrebbe fosse così - ma poi trascura di dirci quale potrà essere la soluzione ai problemi contingenti?

    Si tratterà di una fase successiva delegata alla contrattazione con i sindacati? E quali saranno i tempi di realizzazione? In tale clima di incertezza l'ipotesi di una composizione degli albi territoriali nel corso dell'anno scolastico 2015/16 per l'avvio dal successivo si fa sempre più concreta, poichè è impensabile che da qui al 1° settembre tutti questi problemi, che si intrecciano con il piano assunzionale straordinario, possano essere risolti.

    Riforma scuola. Albi regionali, potrebbero non partire subito. Le ipotesi per "salvare" le assunzioni

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  11. precariosolitario
     
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    Il DDL è appeso a un filo


    Reginaldo Palermo Giovedì, 09 Aprile 2015

    Nella giornata del 10 aprile terminano in Commissione Cultura le audizioni e inizia l'esame del ddl. Gli emendamenti vanno presentati entro il 18 aprile. Ma c'è già chi parla di possibile "stralcio" in modo da lavorare su un testo più "snello" e ridotto al tema delle assunzioni.

    fonte tecnica della scuola

    Il futuro del disegno di legge 2994 è sempre di più appeso ad un filo esilissimo.
    Nella giornata odierna (9 aprile) l'Ufficio di presidenza della Commissione Cultura della Camera ha fissato per il 18 aprile il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti ed ha anche deciso di dare avvio all'esame del provvedimento a partire dalle ore 13,30 di domani, subito dopo la conclusione delle ultime audizioni.
    Il dato importante è che il DdL del Governo risulta abbinato ad un'altra mezza dozzina di proposte di legge sia della maggioranza sia dell'opposizione (fra queste troverà spazio anche la "legge di Iniziativa popolare").
    Sarà dunque interessante capire come potrà la relatrice Maria Coscia presentare il provvedimento del Governo raffrontandolo con altri progetti di legge che non solo sono diversi ma sono addirittura in contrapposizione (è il caso proprio della cosiddetta LIP).
    In casi analoghi le Commissioni istituiscono un gruppo di lavoro ristretto a cui viene affidato il compito di predisporre un testo unificato. Ma questa volta non ci sono i tempi per procedere in questo modo.
    Prende così sempre più corpo una ipotesi diversa.
    Nella giornata di domani la Commissione potrebbe decidere di operare uno "stralcio" estraendo dal testo del Governo solo le parti relative alle assunzioni e inserendo tutto il resto in un provvedimento da esaminare con più calma in tempi successivi.
    Secondo i "rumors" provenienti dalla Camera è possibile che una decisione del genere possa mettere d'accordo tutti.
    In questo caso ciò che verrà approvato alla fine dell'iter parlamentare sarà però cosa ben diversa dalla proposta del Governo; se al contrario il DdL dovesse rimanere intatto sarebbe pressochè impossbile rispettare i tempi: dopo la presentazione degli emendamenti (18 aprile come già detto) dovrebbe prendere avvio il dibattito in Commissione, e si arriverebbe al 21 aprile. Qualche giorno di dibattito sarà pur necessario e quindi è difficile pensare che il passaggio in aula possa avvenire prima del 29, 30 aprile. Il voto della Camera potrebbe quindi arrivare nei primi giorni di maggio.
    Solo l'11 maggio il DdL potrebbe finalmente pervenire al Senato: questo, nella migliore delle ipotesi.
    A questo punto è difficile credere che l'intero iter si possa concludere entro l'ultima settimana di maggio.
    Senza contare che, dopo il voto conclusivo, ci sono comunque tempi tecnici (esame finale da parte della Presidenza della Repubblica e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale). Davvero troppo tardi per far sì che la "riforma" entri concretamente in vigore con l'inzio del nuovo anno scolastico.
    La giornata del 10 aprile appare dunque decisiva per il futuro del disegno di legge. Vedremo cosa capiterà in Commissione.
     
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10 replies since 28/3/2015, 21:01   66 views
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