Posts written by redrose

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    Carrozza, sulle classi "pollaio" c’è la mia attenzione costante


    di P.A.
    18/09/2013
    Lo ha assicurato la ministra dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, rispondendo, durante il question time, a un'interrogazione sulle iniziative per contrastare il sovraffollamento nelle classi. Ma la questione dipende anche dagli organici su cui hanno inciso tagli
    La dimensione delle classi "è un problema sul quale l'attenzione mia e del Ministero è costante, particolarmente al momento di avvio dell'anno scolastico".
    "Il recente decreto-legge in materia di istruzione non è intervenuto sul tema non perché ne sia stata sottovalutata l'importanza o perché si escludano situazioni di emergenza, ma in quanto - ha spiegato - è possibile intervenire su questo tema a livello amministrativo".
    Al di là dei casi particolari, la ministra ha ribadito l'impegno "nell'assicurare che ogni classe di ciascuna scuola italiana abbia un numero di studenti adeguato all'ordine e al grado degli studi, oltre che alle caratteristiche degli studenti stessi".
    "La giusta dimensione di una classe dipende comunque - ha aggiunto - da diversi fattori. Il primo e il più importante, naturalmente, è costituito dalle esigenze educative, da valutare anche alla luce di eventuali situazioni di disabilità. Non si può negare, peraltro, che sulla dimensione delle classi incidano anche altri fattori, quali l'edilizia scolastica, la sicurezza degli edifici, sulla quale i dirigenti scolastici sono chiamati a vigilare, ma soprattutto gli organici del personale docente della scuola, sui quali hanno inciso pesantemente le misure di contenimento della spesa pubblica, che hanno fatto registrare negli scorsi anni una riduzione di 87.400 unità di personale docente e di 44.500 unità di personale Ata.
    Rispetto a tali dati si è però registrata, già dal precedente anno scolastico, un'inversione di tendenza con la conferma anche per l'anno appena iniziato di 627.732 unità di personale, cosa che garantisce alle scuole la formazione di tutte le classi necessarie, il mantenimento del tempo scuola nei vari gradi di istruzione, nonché l'istituzione di tutti gli indirizzi nelle scuole secondarie di secondo grado".
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    I costruttori dell’Ance: 30mila scuole sono a rischio
    di P.A.
    18/09/2013
    Secondo i costruttori dell'Ance occorre varare un programma di sostituzione edilizia per almeno 15mila scuole
    “Un piano massiccio che preveda tre grandi filoni di intervento: la costruzione di nuove scuole, in sostituzione di quelle obsolete, stimate in circa 15.000 unità (un terzo del patrimonio esistente); la messa in sicurezza degli edifici esistenti; la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali degli edifici esistenti. La valutazione dei costruttori italiani è chiara, che l’ha pure presentata all'audizione presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati
    in più, scrive ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com, l'anagrafe ministeriale dell'edilizia scolastica - progetto avviato dal 1996 con l'obiettivo di censire il patrimonio e il suo stato di conservazione - non è stata ancora conclusa. 
Ma a parte ciò, che rimane comunque un fatto grave, i più autorevoli centro studi lanciano l'allarme sullo stato degli edifici scolastici in Italia. Secondo il recente Rapporto Ance-Cresme sulla situazione degli edifici strategici nazionali in relazione allo stato del territorio italiano, sono oltre 24 mila le scuole che si trovano in aree a elevato rischio sismico e circa 6.250 quelle che sorgono in aree a forte rischio idrogeologico.


    “Questa situazione - sottolineano i costruttori edili - è il risultato più eclatante della mancanza di una politica di manutenzione del Paese e del progressivo disimpegno dello Stato nella realizzazione di interventi, come quelli di messa in sicurezza delle scuole e di mitigazione del rischio idrogeologico, in grado di garantire la qualità della vita dei cittadini”.
    “A questa mancanza di visione e alla pesante riduzione delle risorse da destinare alla sicurezza dei luoghi in cui viviamo, si è aggiunta la scarsa capacità di attuazione dei programmi finanziati, che, peraltro, risultano frammentati e incoerenti tra loro. Ad oggi, infatti, - sottolineano sempre i costruttori edili - lo Stato ha previsto diversi programmi di investimento per la riqualificazione degli edifici scolastici, che prevedono 8 diverse fonti di finanziamento e 12 procedure attuative”.


    Secondo le stime dell'Ance, molte risorse rimangono ancora da attivare: il 53% dei fondi stanziati tra il 2004 ed il 2012 non è stato ancora attivato, ai quali si aggiungono 1,3 miliardi stanziati nel corso del 2013. 

  3. .

    Sicurezza, qualità e accessibilità a scuola: Pantaleo, "servono investimenti adeguati"


    Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
    18/09/2013


    Edilizia scolastica: Pantaleo, non servono annunci ma interventi concreti

    Il rapporto di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità, accessibilità a scuola conferma lo stato disastroso degli edifici scolastici. L'aumento del numero degli alunni per classe e il contemporaneo taglio di organici ha determinato un ulteriore peggioramento delle condizioni di sicurezza e di agibilità delle scuole.

    Non si può separare l'obiettivo di innalzare la qualità del sistema d'istruzione e un progetto di costruzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici che preveda anche la deroga al patto di stabilità.

    Le scuole cadono a pezzi, non si cancellano le barriere che rendono impossibile l'accesso per gli alunni disabili, sono carenti e alcune volte inagibili i bagni e non si riesce a garantire le necessarie manutenzioni ordinarie. In queste condizioni diventa scarsamente credibile la stessa agenda digitale che dovrebbe contribuire a migliorare la didattica e il funzionamento delle scuole.

    Le risorse stanziate nel decreto legge del fare e nel decreto legge sull'istruzione sono del tutto insufficienti anche se è apprezzabile che si inizi ad intervenire su una delle priorità fondamentali. Non bisogna aspettare che succeda qualche ennesima tragedia! Occorre completare l'anagrafe sullo stato degli edifici scolastici, snellire le procedure amministrative e semplificare le responsabilità garantendo un maggiore potere decisionale delle autonomie scolastiche. Ma senza investimenti adeguati non si risolveranno quelle criticità evidenziate dal rapporto.
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    Il 97% degli studenti non vuole Gelmini al Miur


    di P.A.
    23/04/2013
    Skuola.net promuove un sondaggio fra gli studenti e scopre (senza meraviglia) che il 97% degli studenti italiani non vuole il ritorno di Gelmini al Miur, così come da qualche parte si è ventilato: “Non può, è impegnata a scavare il tunnel”
    In alternativa, meglio restare con Profumo, ma neanche troppo, mentre rimane quel 97% di studenti intervistati che sarebbe contrario al bis, giudicando negativo il precedente operato del tanto contestato ex-Ministro.
    Potendo scegliere, gli studenti si terrebbero Francesco Profumo a favore del quale si è espresso il 24%, mentre, invertendo le preferenze, solo il 2% ha promosso la Gelmini. Saldo quindi, deciso e senza tentennamenti un buon 63% di studenti che non vorrebbe nessuno dei due.
    Ma cosa ricorderebbero i ragazzi della gestione Gelmini al Miur? Dai famosi 8 miliardi di tagli, passando per la riforma delle superiori, il voto in condotta, la riforma dell'Università e molto altro ancora. Gli studenti infatti ricordano il Ministro Gelmini soprattutto per i tagli alla scuola, per il 72% dei votanti. Il 19% lega la Gelmini principalmente alla riforma delle scuole superiori, infine per il 9% il magic moment di Mariastella è stato legato alla celeberrima gaffe del tunnel dei neutrini.
    Interessanti i commenti nati sulla fan page di Skuola.net, che sono stati quasi 200, con un tono prevalente tra lo stupito e l'incredulo. C'è chi commenta chiedendosi se "Siamo su Scherzi a parte?", oppure chi ironicamente ricorda che "Non ha tempo! E' troppo impegnata a scavare il tunnel!".
  5. .
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    .....SE QUALCUNO ESERCITA UN POTERE CHE NON GLI COMPETE SIGNIFICA CHE QUALCUN ALTRO NON HA ESERCITATO UN POTERE CHE GLI COMPETEVA......




    LE ATTRIBUZIONI DEL COLLEGIO DOCENTI



    IL COLLEGIO DOCENTI:

    Competenze ed organizzazione
    del Collegio dei docenti .

    di Enzo Gallo,
    responsabile dipartimento giuridico-legale della Gilda degli insegnanti di Napoli.


    In attesa di un provvedimento di riforma sempre annunciato e mai varato
    gli organi collegiali interni ad ogni singola istituzione scolastica
    restano ancora disciplinati dal Titolo I della Parte I del Testo Unico
    in materia di istruzione (D.Lgs. 16.4.1994) così come integrato e
    modificato da successivi provvedimenti normativi.

    L’introduzione dell’autonomia scolastica ha tuttavia inciso non poco sui compiti di
    tali organi, tenuti ad garantirne l’efficacia “nel quadro delle norme
    che ne definiscono competenze e composizione”(art. 16 comma 1 del
    regolamento dell’autonomia approvato con D.P.R. 8.3.1999 n. 275).
    Peraltro la stessa disposizione normativa recita che Il dirigente
    scolastico esercita le funzioni di cui al decreto legislativo 6 marzo
    1998, n. 59, nel rispetto delle competenze degli organi
    collegiali.(comma 2).

    Nella pratica tuttavia non mancano problemi
    interpretativi e fattispecie complesse, non facili da risolvere,
    essendo oggettivamente difficile distinguere, in talune situazioni, le
    attività di gestione e di organizzazione, proprie del dirigente
    scolastico, da quelle di contenuto educativo-didattico, di pertinenza
    degli organi collegiali e particolarmente del collegio dei docenti.

    Il collegio dei docenti, tra gli organi collegiali della scuola, è quello
    che ha la responsabilità dell’impostazione didattico-educativa, in
    rapporto alle particolari esigenze dell’istituzione scolastica e in
    armonia con le decisioni del consiglio di circolo o di istituto. Esso
    mantiene competenza esclusiva per quanto attiene agli aspetti
    pedagogico-formativi e all’organizzazione didattica e, concorre,
    comunque, con autonome deliberazione alle attività di progettazione a
    livello d’istituto e di programmazione educativa e didattica, mentre il
    consiglio di circolo o di istituto ha prevalenti competenze
    economico-gestionali (vedi ad es. l’approvazione del bilancio preventivo
    e del conto consuntivo e l’elaborazione dei criteri per l’impiego dei
    mezzi finanziari e per l’organizzazione generale del servizio
    scolastico).

    Le competenze del collegio dei docenti, fino alla
    riforma degli organi collegiali, risultano da una combinata lettura
    dell’art. 7 del T.U. 297/’74, di successivi provvedimenti normativi e
    delle disposizioni del CCNL. Nel rispetto della libertà d’insegnamento
    costituzionalmente garantita a ciascun docente, il collegio ha potere
    deliberante in ordine alla didattica e particolarmente su:

    a) l’elaborazione del Piano dell’offerta formativa (art. 3 del D.P.R. 08.03.1999, n. 275);

    b) l’adeguamento dei programmi d’insegnamento alle particolari esigenze
    del territorio e del coordinamento disciplinare (art. 7 comma 2 lett. a)
    T.U.);


    c) l’adozione delle iniziative per il sostegno di alunni
    handicappati e di figli di lavoratori stranieri(art. 7 comma 2 lett. m e
    n T.U.) e delle innovazioni sperimentali di autonomia relative agli
    aspetti didattici dell’organizzazione scolastica(art. 2, comma 1 DM
    29.05.1999 n. 251, come modificato dal DM. 19.07.1999 n. 178);

    d) la redazione del piano annuale delle attività di aggiornamento e formazione (art. 13 del CCNI 31.08.1999);

    e) la suddivisione dell’anno scolastico in trimestri o quadrimestri, ai
    fini della valutazione degli alunni (art. 7 comma 2 lett. c T.U., art. 2
    OM 134/2000);


    f) l’adozione dei libri di testo, su proposta dei
    consigli di interclasse o di classe, e la scelta dei sussidi didattici
    (art. 7 comma 2 lett. e T.U.);

    g) l’approvazione, quanto agli aspetti didattici, degli accordi con reti di scuole (art. 7 comma 2 D.P.R. 08.03.1999 n. 275);

    h) la valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione didattica (art. 7 comma 2 lett. d T.U.);

    i) lo studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare
    comportamento degli alunni, su iniziativa dei docenti della rispettiva
    classe e sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7 comma 2 lett. o
    T.U.);


    j) la valutazione dello stato di attuazione dei progetti
    per le scuole situate nelle zone a rischio (art. 4 comma 12 CCNI
    31.08.1999);


    k) l’identificazione e attribuzione di funzioni
    strumentali al P.O.F. (art. 28 del CCNL 26.05.1999 e art. 37 del CCNI
    31.08.1999), con la definizione dei criteri d’accesso, della durata,
    delle competenze richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per
    la valutazione dei risultati attesi;


    l) la delibera, nel quadro
    delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie,
    sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività funzionali
    all’insegnamento (art. 25 CCNL).





    Formula inoltre proposte e/o pareri:



    a) sui criteri per la formazione delle classi, l’assegnazione dei docenti e
    sull’orario delle lezioni (art. 7 comma 2 lett. b T.U.);


    b) su iniziative per l’educazione alla salute e contro le tossicodipendenze (art. 7 comma 2 lett. q T.U.);

    c) sulla sospensione dal servizio di docenti quando ricorrano particolari motivi di urgenza (art. 7 comma 2 lett. p T.U.).



    Il collegio elegge infine nel suo seno i docenti che fanno parte del
    comitato di valutazione del servizio del personale docente e, come corpo
    elettorale, i suoi rappresentanti nel consiglio di circolo o di
    istituto.

    Essendo state sottratte al collegio dei docenti le
    competenze "gestionali" in senso stretto, non compete più ad esso la
    scelta dei collaboratori intesi come staff della dirigenza scolastica
    per specifici compiti di gestione e di organizzazione (cm 30.8.2000 n.
    205). La nomina di collaboratori è quindi una prerogativa del dirigente
    scolastico, mentre al collegio compete la nomina dei responsabili delle
    funzioni strumentali e, eventualmente, di altre figure che operino solo
    sul versante educativo e didattico e non su quello della gestione.

    Il collegio dei docenti è composto da tutti i docenti in servizio nel
    circolo o nell’istituto ed è presieduto dal dirigente scolastico; ne
    fanno parte anche i supplenti temporanei, limitatamente alla durata
    della supplenza, nonché i docenti di sostegno che assumono la
    contitolarità delle sezioni o delle classi in cui operano.

    Nel caso di aggregazioni di più scuole secondarie superiori di diverso
    ordine e tipo, di sezioni staccate e di sedi coordinate, nonché dei c.d.
    istituti comprensivi (o verticalizzati) derivanti dall’aggregazione di
    scuole di diverso ordine e tipo in un’unica scuola, viene costituito un
    unico collegio articolato in tante sezioni quante sono le scuole
    presenti nella nuova istituzione (T.U. art. 7 comma 1 coordinato con
    artt. 6 e 7 del D.P.R. 2 marzo 1998 n. 157). Per alcune questioni esso
    sarà riunito nella totalità delle sue sezioni, mentre per altre,
    riferite alla singola scuola, il dirigente scolastico riunirà
    separatamente le diverse sezioni.

    Il nuovo CCNL all’art. 29 comma
    3 precisa che le attività di carattere collegiale dei docenti sono di
    due tipi, una di pertinenza propria del collegio dei docenti (riunioni
    del collegio, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di
    inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli
    scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento alle
    attività educative nelle scuole dell’infanzia e nelle istituzioni
    educative), l’altra attinenti ai lavori dei consigli di classe. Per
    entrambe le tipologie è previsto un impegno fino ad un massimo di 40 ore
    annue

    Il collegio si riunisce ogni volta che il dirigente
    scolastico lo ritenga necessario o quando un terzo dei componenti ne
    faccia richiesta, e comunque, almeno una volta per ogni trimestre o
    quadrimestre. Le riunioni del Collegio hanno luogo in ore non
    coincidenti con l’orario di lezione. Le funzioni di segretario del
    collegio sono attribuite dal capo d’istituto ad uno dei collaboratori.
    Riguardo le deliberazioni le disposizioni da prendere a riferimento sono
    rinvenibili nell’art.37 del T.U. che prevede al comma 2 un quorum
    costitutivo (o strutturale) : per la valida costituzione in adunanza è
    richiesta la presenza di almeno la metà più uno dei componenti in carica
    e comma 3 un quorum deliberativo (o funzionale): affinché il collegio,
    validamente costituitosi in adunanza, possa poi positivamente adottare
    una deliberazione, è necessario che quest’ultima ottenga la maggioranza
    assoluta dei voti validamente espressi. In caso di parità, prevale il
    voto del presidente.

    In mancanza di regole normative esplicite,
    l’indirizzo interpretativo prevalente (sia in dottrina, sia in
    giurisprudenza) ritiene che gli astenuti incidono sul calcolo del quorum
    strutturale contribuendo a formare il numero dei partecipanti
    all’adunanza ma non sul computo del quorum funzionale, esattamente come
    accade nel caso in cui vi siano voti nulli.

    Di conseguenza,una delibera è da considerare approvata quando riporta voti a favore pari
    alla metà più uno del totale di coloro che hanno concretamente e
    validamente espresso il voto (positivo o negativo), esclusi gli
    astenuti.

    L’allontanamento di persone durante le votazioni non ha
    incidenza sul quorum funzionale. Colui che partecipa all’adunanza e poi
    si assenta al momento della votazione, per ciò stesso non esprime un
    voto valido (positivo o negativo) di cui si possa tener conto. Riguardo
    il quorum strutturale la constatazione della validità della seduta ad
    inizio seduta fa presumere la presenza del numero legale, salvo verifica
    contraria prima però della votazione.


    La verbalizzazione



    Lamanifestazione di volontà dell’organo collegiale deve essere
    documentata mediante la redazione del processo verbale della seduta. La
    redazione del processo verbale può essere legittimamente fatta sulla
    scorta di appunti che siano stati trascritti durante lo svolgimento
    della seduta e, perciò, successivamente alla seduta stessa. La lettura e
    l’approvazione del verbale della seduta, infatti, costituiscono
    adempimenti che possono essere assolti non necessariamente nel corso
    della stessa adunanza, ma anche nell’adunanza successiva (Cons. Stato –
    Sez. VI – 9 gennaio 1997, n. 1).

    Pertanto, le correzioni del verbale portato all’approvazione dei componenti nella seduta successiva,
    vanno inserite nel verbale della seduta di approvazione del verbale
    medesimo, che, conseguentemente, andrà corretto secondo le indicazioni
    di coloro che non hanno riconosciuto corretta la verbalizzazione.

    Il verbale è l’unico mezzo attraverso il quale la deliberazione collegiale
    può essere conosciuta all’esterno e attraverso il quale ne può essere
    provata l’esistenza. Esso, in particolare, non potrebbe essere
    sostituito da dichiarazioni postume rese dai componenti del collegio.

    I verbali vanno trascritti da chi svolge le funzioni di segretario
    dell’organo collegiale su appositi registri a pagine numerate (C.M. 177
    del 4.8.1975 prot. 2571). Il verbale redatto e firmato dal solo
    segretario e non anche dal presidente, è pienamente valido (Cons. Stato –
    Sez. IV dec. 323 del 22.5.1968) e fa prova fino a querela di falso
    (Cons. Stato – Sez. IV dec. 454 del 6.7.1982), da sollevare di fronte
    all’autorità giudiziaria ordinaria (Cons. Stato – Sez. IV dec. 600 del
    27.10.1965).

    Nel procedere alla verbalizzazione della seduta di
    un organo collegiale non è necessario che siano indicate e trascritte
    minuziosamente le opinioni espresse dai singoli soggetti intervenuti
    nella discussione, ma è sufficiente che siano riportate, anche in
    maniera stringata e sintetica, tutte le attività ed operazioni compiute.
    (Cons. Stato - Sez. IV- 25 luglio 2001, n. 4074). Ogni singolo membro
    dell’organo collegiale può tuttavia richiedere che sue dichiarazioni
    siano riportate a verbale. Tale facoltà serve non solo a far sì che la
    verbalizzazione sia completa, ma altresì a tutelare il membro
    dissenziente da rischi di responsabilità civile e penale derivanti da
    delibere illegittime.

    Per prevenire contestazioni, il collegio
    può, con proprio regolamento o con delibera ad hoc, servirsi di un
    registratore (nota MPI Ufficio Decreti Delegati 1430/82) e in presenza
    di delibere particolarmente importanti ricorrere alla verbalizzazione
    immediata.

    In presenza di un interesse qualificato, è possibile
    richiedere la copia del verbale avanzando alla scuola una richiesta di
    accesso all'atto ai sensi della Legge 7 agosto 1990 n. 241, con il
    pagamento di € 0,26 per una o due fotocopie o di € 0,52 per tre o
    quattro fotocopie e così via. La commissione per l'accesso costituita
    presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, con parere del 31
    dicembre 1995, ha stabilito che “non si giustifica la sottrazione
    all'accesso per ragioni di riservatezza di tutti i verbali delle sedute
    di organi collegiali, in quanto trattasi di documenti che non contengono
    necessariamente notizie rientranti tra quelle per le quali l'articolo
    8, comma 5 del D.P.R. 352/1992 tutela la riservatezza”.

    Per prevenire contestazioni e abusi, è bene richiedere l’uso di un
    registratore (è facoltà dell’organo decidere in tal senso, secondo nota
    MPI Ufficio Decreti Delegati 1430/82) e, in presenza di delibere
    particolarmente importanti, esigere la verbalizzazione immediata.

    Va detto,infine, che, per costante giurisprudenza, i vizi della
    verbalizzazione non necessariamente comportano vizi dell’atto
    dell’organo collegiale (Cons. Stato, sez. VI, 13.02.1998, n. 166), e che
    la verbalizzazione integrale delle sedute non è necessaria purché
    risultino elementi che consentano di ritenere conforme a legge l’ iter
    seguito.



    Riflessioni e spunti per un regolamento del collegio dei docenti

    Rivendicare la propria professionalità e assumersi un ruolo da protagonisti
    all'interno delle istituzioni scolastiche significa anche impegnarsi
    attivamente affinché il collegio dei docenti non sia di fatto esautorato
    delle sue funzioni e ridotto ad un ruolo di mera ratifica notarile di
    decisioni prese altrove.

    Agire in conseguenza a tali premesse
    potrà forse essere causa di maggior dispendio di energia e di tempo per
    documentarsi ma sono sforzi necessari qualora si intenda contrastare,
    sia come singoli che come categoria professionale, la deriva
    impiegatizia del nostro lavoro.

    Invitiamo pertanto i colleghi a prestare la massima attenzione nel momento delle delibere collegiali e a
    farsi promotori nelle loro scuole, nel pieno rispetto della normativa
    vigente sull'autonomia e sugli organi collegiali, dell'approvazione di
    un regolamento del collegio dei docenti, considerato che una gestione
    assemblearistica e inconcludente delle riunioni del collegio, pone
    spesso le premesse per una delega in bianco delle decisioni al dirigente
    o ad altri gruppi di potere all’interno delle istituzioni scolastiche.

    Forniamo qui uno schema di regolamento, liberamente adattabile alle esigenze
    delle singole scuole, frutto di una riflessione dei colleghi della Gilda
    degli insegnanti di Milano e di una successiva rielaborazione della
    Gilda degli insegnanti di Napoli



    CONVOCAZIONE



    Il collegio dei docenti è, in via ordinaria, convocato con circolare del
    dirigente scolastico notificata ai singoli docenti 10 giorni prima della
    data della riunione

    Laddove possibile la circolare è
    accompagnata da proposte di delibere da sottoporre al collegio preparate
    dal dirigente scolastico, dalle commissioni espresse dal collegio
    stesso, da singoli gruppi di docenti.



    ORDINE DEL GIORNO




    Entro le prime due riunioni il collegio docenti stabilisce il piano
    annuale delle riunioni ordinarie del collegio sulla base del monte ore
    previsto dal contratto nazionale.

    L’ordine del giorno per tutte
    le riunioni viene predisposto dal dirigente scolastico, tenendo conto
    del piano annuale, delle esigenze di servizio, di eventuali delibere di
    inserimento all’o.d.g. di precedenti collegi, di proposte dei gruppi di
    lavoro di docenti, delle richieste di un terzo dei suoi componenti.



    MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE



    Le proposte iniziali, quelle di rettifica e quelle alternative dovranno fornire le seguenti indicazioni:

    1) punto all’ o.d.g. a cui esse si riferiscono

    2) nome del relatore proponente ed eventuali sostenitori della proposta

    3) specificazione degli obiettivi che si intendono raggiungere

    4) procedure di attuazione della proposta con indicazione dei tempi e delle risorse.



    DISCUSSIONE PRELIMINARE E PUBBLICAZIONE




    I singoli docenti cinque giorni prima della data di convocazione del
    collegio possono far pervenire al dirigente scolastico delle proposte
    indicando se trattasi di proposte in rettifica o in alternativa alle
    precedenti.

    Il dirigente scolastico, nel caso di presenza di più
    proposte su un singolo argomento all’ordine del giorno, può convocare i
    diversi relatori interessati invitandoli ad una eventuale elaborazione
    di un’unica proposta. Qualora tale tentativo di composizione non possa
    realizzarsi i relatori presenteranno separatamente al collegio le
    proposte.

    Due giorni prima della data di convocazione del
    collegio tutte le proposte pervenute saranno disponibili in sala docenti
    ed ai docenti stessi è permesso averne copia.



    DIBATTITO COLLEGIALE



    1) Il dirigente scolastico in qualità di presidente del collegio effettua
    le sue comunicazioni ad inizio di seduta nel tempo di 15 minuti.

    I successivi interventi del dirigente scolastico saranno contenuti nei
    tempi e nelle modalità previsti dai punti 2) e 3). Il dirigente
    scolastico potrà inoltre intervenire brevemente per richiamo al
    regolamento in qualità di moderatore.

    2) Ogni relatore illustra la proposta nel tempo massimo di 5 minuti.

    3) Il dirigente scolastico coordina gli interventi al dibattito. Ogni
    docente può effettuare brevi interventi di 2 minuti. Nell’intervento
    specificherà se trattasi:

    a) di richieste di chiarimenti

    b) di proposte in rettifica o in alternativa

    c) di proprio parere a sostegno o rifiuto della proposta.

    4) Il relatore al termine degli interventi ha diritto di replica per un
    tempo massimo di 3 minuti. In tale intervento il relatore può
    manifestare la volontà di far proprie le proposte di rettifica o
    rifiutarle.



    VOTAZIONI



    Il dirigente scolastico in qualità di presidente del collegio mette ai voti tutte le proposte pervenute.

    I relatori di proposte, prima dell’inizio delle votazioni, hanno facoltà
    di ritirare le proprie proposte. Il dirigente scolastico mette in
    votazione le proposte rimaste chiedendo di esprimere dapprima il voto
    favorevole, poi il voto contrario e infine l’astensione

    Se su un singolo argomento su cui deliberare esiste una sola proposta, viene
    votata la singola proposta e approvata con la maggioranza dei votanti.

    Se su un singolo argomento esistono più di due proposte il Dirigente
    scolastico mette ai voti tutte le proposte. Se nessuna delle proposte
    durante la votazione ha ottenuto la maggioranza assoluta dei votanti
    mette ai voti successivamente in alternativa le sole due proposte che
    hanno avuto il maggior numero dei voti, risulterà approvata la proposta
    che alla fine viene votata dalla maggioranza dei votanti.



    AGGIORNAMENTO COLLEGIO



    La durata massima di una riunione del collegio docenti è di quattro ore.

    Nel caso di mancato esaurimento dell’ordine del giorno entro l’ora prevista
    il collegio può decidere se continuare i lavori oppure di aggiornarsi
    al giorno successivo o ad altra data.



    CONVOCAZIONE STRAORDINARIA



    Il dirigente scolastico, per sopravvenute e urgenti esigenze di servizio
    può convocare il collegio ad horas con un preavviso comunque non
    inferiore alle 24 ore. Le proposte di accompagnamento all’ordine del
    giorno in tal caso hanno carattere informativo e i docenti nell’ambito
    del dibattito collegiale potranno presentare tutte le proposte
    necessarie.



    VERBALIZZAZIONE



    La redazione del
    verbale avrà carattere sintetico. Saranno riportate le proposte, i
    risultati delle votazioni e le delibere approvate. Il contenuto degli
    interventi non sarà riportato tranne il caso che l’intervenuto chieda
    espressamente la messa a verbale di specifiche frasi.

    Il verbale viene votato per approvazione nella seduta successiva del collegio.

    La copia del verbale da approvare viene affissa in sala docenti almeno tre
    giorni prima della riunione del Collegio per assolvere alla visione e
    alla lettura. Osservazioni sul verbale vengono avanzate in sede di
    approvazione dello stesso, tramite dichiarazione scritta che verrà letta
    e approvata.

    Edited by redrose - 20/11/2013, 19:20
  6. .

    CERTAMENTE!




    UNIVERSITA' DI ROMA "SAPIENZA"



    SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA DEL LAVORO



    UNITA' OPERATIVA DI MEDICINA DEL LAVORO



    Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico Legali, e dell'Apparato Locomotore



    SORVEGLIANZA SANITARIA EX ESPOSTI ALL'AMIANTO

  7. .
    QUANDO IN BALLO C'è LA MIA SALUTE NON MI FIDO DI NIENTE E DI NESSUNO


    Eternit
    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    Eternit è un marchio registrato di fibrocemento e il nome di una ditta che lo produceva.

    Utilizzato in edilizia come materiale da copertura nella forma in lastra piana o ondulata, oppure come coibentazione di tubature.

    La commercializzazione in Italia di tale prodotto o comunque della variante cemento-amianto, è cessata tra il 1992 e il 1994.




    Storia


    Nel 1901 l'austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto, un materiale che per la sua elevata resistenza viene battezzato Eternit[chiarire quando e da chi, nei sagomari del 49 è indicato ancora come cementoamianto] (dal latino aeternitas, eternità)[3]. Un anno dopo Alois Steinmann acquista la licenza per la produzione e apre nel 1903 a Niederurnen le Schweizerische Eternitwerke AG.

    In breve l'Eternit diventa popolarissimo e nel 1911 la produzione di lastre e tegole sfrutta appieno la capacità produttiva della fabbrica.

    Nel 1915 vengono messe in commercio le famose fioriere in Eternit. Nel 1928 inizia la produzione di tubi in fibrocemento, che fino agli anni settanta rappresenteranno lo standard nella costruzione di acquedotti. Nel 1933 fanno la loro comparsa le lastre ondulate, in seguito usate spesso per tetti e capannoni.

    Negli anni quaranta e cinquanta l'eternit trova impiego in parecchi oggetti di uso quotidiano. Il più famoso è probabilmente la sedia da spiaggia di Willy Guhl. Nel 1955 nasce lo stabilimento di Eternit Siciliana, tra Priolo e Augusta in Sicilia (chiuso nel 1993).

    Dal 1963 l'Eternit può essere prodotto in varie colorazioni.

    A partire dal 1984 le fibre di amianto vengono via via sostituite da altre fibre non cancerogene fin quando, nel 1994 l'ultimo tubo contenente asbesto lascia la fabbrica.

    Benché sin dal 1962[4][5] fosse noto in tutto il mondo che la polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti e usata come materiale di fondo per i selciati, provoca una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che alla classica asbestosi), a Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Broni (Pavia) e Bari la Eternit e la Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1986 (1985 per Bari e 1992 per Broni), tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l'attività dello stabilimento e quindi accrescere i profitti.

    In particolare a Casale Monferrato i morti e i contaminati da amianto sono e saranno migliaia, anche perché lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione anche di persone non legate alle attività produttive dell'Eternit. Soltanto nel periodo 2009-2011 nella città monferrina ci sono stati 128 nuovi casi di persone ammalate[6]. Siccome la malattia ha un periodo di incubazione di circa 30 anni, si trovano attualmente in pericolo tutti coloro i quali fino alla fine degli anni Ottanta risiedevano in zone limitrofe contaminate dalle polveri. Fino al 1994, ricorda il presidente di Assoamianto Sergio Clarelli, la situazione era paradossale, perché la legge 257/1992[7][8] riconosceva i rischi per la salute e «metteva al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietando l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto, ma non la loro utilizzazione», a parte eccezioni[9]. Oggi l'azienda è fallita presso il Tribunale di Genova ed il Comune di Casale Monferrato sta spendendo milioni di euro per la bonifica del sito. Nella zona di Casale Monferrato e nell'intera Provincia di Alessandria si contano circa 1.800 morti per esposizione ad amianto, morti avvenute perlopiù in silenzio.
    Presente

    In seguito alle indagini, condotte da Raffaele Guariniello, nel 2009 inizia, presso il Tribunale di Torino, il processo contro Stephan Schmidheiny[10] (uno dei due fratelli Schmidheiny — l'altro è Thomas[11] — ex presidenti del consiglio di amministrazione dell'Eternit AG) ed il barone belga Louis De Cartier de Marchienne. Sono ritenuti responsabili delle numerose morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l'asbesto[12].

    Il 13 febbraio 2012 il tribunale di Torino emette una sentenza storica, condannando in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per "disastro ambientale doloso permanente" e per "omissione volontaria di cautele antinfortunistiche", e obbligandoli al risarcimento di circa 3000 parti civili oltre al pagamento delle spese giudiziarie. Il caso Eternit è il primo al mondo in cui i vertici aziendali vengono condannati, costituendo un precedente importante che potrebbe dare il via a decine di processi in tutta Europa[13].
    Incapsulamento, rimozione e smaltimento

    Innanzitutto si deve determinare la presenza di amianto nella lastra di fibrocemento, questo si può accertare risalendo alla data d’acquisto del manufatto, oppure semplicemente facendo analizzare un campione, possibilmente una lastra intera, poiché uno o più frammenti, se poi confermati contenere amianto, sono nella condizione ideale per nuocere gravemente alla salute. Il costo di un'analisi presso laboratorio privato non supera i 200,00 Euro, ed è assolutamente conveniente per la nostra salute e quella dell'ambiente che ci circonda.

    Incapsulamento, è un metodo di bonifica "transitorio" che prevede il trattamento della superficie delle lastre esposta agli agenti atmosferici con sostanze sintetiche, idonee ad inglobare e consolidare le fibre di amianto al manufatto cementizio ed impedirne il rilascio nell’ambiente.
    Rimozione e smaltimento, è un metodo di bonifica "radicale" che prevede diverse procedure speciali atte a garantire la sicurezza: degli operatori addetti alle varie operazioni di rimozione, trasporto e smaltimento; delle persone e degli animali che si trovano in prossimità del cantiere e dei mezzi usati nel trasporto e infine in generale dell'ambiente dove si opera.

    La normative Italiana di riferimento per questi tipi di bonifiche è la legge 257/1992 e per la normativa sulla sicurezza il D.Lgs. 81/2008.
  8. .
    Parte l’iniziativa organizzata da Sirona con il patrocinio di ANTLO: interventi a vari livelli contribuiranno ad avvicinare studenti e docenti delle scuole di odontotecnica alle tecnologie CAD CAM.


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    L’odontotecnica, come tutte le attività fortemente caratterizzate da un’attività manuale tipica dell’artigianato, è stata poco influenzata dall’arrivo dell’informatica, se non come strumento di supporto organizzativo ed amministrativo. Tuttavia negli ultimi anni le tecnologie CAD CAM e l’arrivo di materiali con caratteristiche estetiche innovative hanno iniziato a modificare radicalmente i processi produttivi, amplificando le possibilità riabilitative e instaurando un nuovo modo di collaborazione fra odontoiatria e odontotecnica.

    Tutto questo può portare benefici e rinnovamento nella professione, a patto che venga mantenuto costante il livello di aggiornamento culturale e tecnico, a partire dalle scuole, dove purtroppo l’attività è oggi fortemente penalizzata dalla difficoltà nel mantenere il passo con l’innovazione tecnologica, con maggiore evidenza nelle situazioni di confronto diretto con il mondo del lavoro, come nel caso delle scuole di odontotecnica, che dovrebbero fornire le basi per l’inserimento nel mondo del lavoro con un bagaglio di tecniche ed abilità innovative.

    Per questo motivo Sirona ha deciso di dedicare una parte delle proprie attenzioni al mondo della scuola, con l’intento di avvicinare gli studenti al mondo delle nuove tecnologie digitali in campo odontotecnico, aiutando le scuole ad organizzare laboratori didattici all’interno dei quali sia possibile verificare l’applicazione dei processi lavoro basati sulla scansione di modelli-studio e la progettazione di manufatti protesici mediante software.

    In collaborazione e con il patrocinio dell’associazione di categoria ANTLO, verranno organizzati diversi livelli di intervento: corsi di formazione per docenti sulle nuove tecnologie; seminari e workshop per studenti; fornitura di attrezzature a costo agevolato per l’allestimento di laboratori; viaggi di istruzione presso la sede Sirona, con visita alla fabbrica e training specialistici.

    Una delle prime attività del 2013 avrà luogo il prossimo 20 febbraio presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Europa – Virginia Woolf” di Roma, dove la Direttrice Giuliana Ventricelli ha voluto e organizzato già da tempo un laboratorio attrezzato con tecnologia CAD CAM. Di seguito il programma, che si svolgerà in orario scolastico:

    - Benvenuto - saluto delle autorità scolastiche e di ANTLO
    - Introduzione – “Il senso dell’innovazione”, a cura di Franco Capelli e Domenico Abbate di Sirona
    - Presentazione – “Nuove frontiere dell’odontotecnica”, a cura di Enrico Scolaro di Sirona
    - Presentazione – “I nuovi materiali per l’odontotecnica”, a cura di uno specialist Vita
    - Esempi di progettazione - Attività svolta da un odontotecnico con software inLab



    antlologonazionale





    CHI SIAMO

    ANTLO (Associazione Nazionale Titolari di Laboratorio Odontotecnico), e libera, autonoma e indipendente. Nasce nel 1983 a Marina di Carrara con la sottoscrizione di accorpamento di UNTLO e AITLO. Gli allora presidenti Nicola Pilla per UNTLO e Luigi Scaiola per AITLO, trasformano le loro associazioni a respiro interregionale in un'unica grande associazione nazionale.
    Oggi ANTLO e presente in tutte le regioni italiane con proprie delegazioni territoriali e fa attivita formativa ed informativa con convegni seminari e congressi in tutte le province italiane grazie alle delegazioni provinciali. Ha un numero di associati che sfiora le diecimila unita, ed inoltre e editore della rivista" il Laboratorio Odontotecnico" che viene stampato in circa dodicimila copie ad uscita.
    ANTLO e l'unico sindacato autonomo di categoria, e libero, autonomo e indipendente, ad esso sono iscritti tutti quegli odontotecnici che non si ravvedono o si sentono poco rappresentati dalle associazione di mestiere delle confederazioni artigiane, e quindi a volte anche inadatte alle rivendicazioni di peculiarita professionale e soprattutto prive di quella equidistanza politica, valore irriducibile nell'azione di rappresentanza di operatori sanitari quali gli odontotecnici.

    DIFENDIAMO LA PROFESSIONE DI CHI CURA LA SALUTE DEI CITTADINI
    Gli obiettivi di ordine sindacale sono:

    Le migliori condizioni di esercizio della professione e la massima sburocratizzazione nei laboratori odontotecnici.
    La tutela e il miglioramento delle condizioni professionali, giuridiche ed economiche.
    La rivalutazione dell'immagine e della funzione nel sociale e nel professionale degli odontotecnici .
    La promozione della sicurezza nei laboratori odontotecnici e la tutela della salute degli odontotecnici.

    A cio consegue che per ANTLO e prioritario l'ottenimento del riconoscimento professionale per l'odontotecnico italiano, la lotta a tutte quelle azioni intese ad appiattire la figura dell'odontotecnico come semplice artigiano o, ancor peggio, di assemblatore, non tenendo conto dell'alta professionalita intellettiva necessaria all'odontotecnico.
    Quindi aderire ad ANTLO vuol dire contribuire all'evoluzione della figura odontotecnica, portare esperienza, competenza e passione nel dibattito continuo necessario per essere parte attiva e non succube.



    ANTLO E LE ISTITUZIONI
    ANTLO si propone di essere strumento di collegamento fra odontotecnici e le Istituzioni, un mezzo per far giungere agli organi legislativi e di governo le idee, le istanze e le proposte di chi opera in prima linea nella tutela della salute dei cittadini .
    Le importanti esperienze nate dal quotidiano rapporto con la classe medica odontoiatrica , l'interazione clinico - tecnica votata a dare il miglior giovamento al paziente dentale, impongono ad ANTLO di essere in prima linea affinché siano riconosciuti tali interventi come di prassi e normati.
    Una classe di operatori dentali moderni nell'interazione tra loro per il benessere del cittadino sono elementi di grande evoluzione nazionale.
    ANTLO E I CITTADINI
    ANTLO ritiene di essere un utile strumento di collegamento fra gli odontotecnici e l'opinione pubblica, un mezzo che permette di sviluppare con i cittadini quel dialogo e quella conoscenza a cui non si deve rinunciare, ma che le istituzioni non sempre facilitano.
    Per ANTLO e di fondamentale importanza mettere in campo tutti gli strumenti necessari affinché l'opinione pubblica abbia la giusta conoscenza su tutto quello che potrebbe essere inserito nel loro cavo orale una volta divenuti pazienti dentali, ed inoltre portare a conoscenza dell'opinione pubblica l'importanza di sapere chi e che fabbrichera la propria protesi e con quali materiali e tecniche sara eseguita
    Le occasioni in cui cio deve avvenire sono gli interventi sulla stampa e sulle televisioni, le partecipazioni a dibatti e convegni, i confronti e la collaborazione con le associazioni dei consumatori, ed ogni altro contatto con chi e interessato alla salute del cittadino.
    La nostra autonomia da ogni parte politica e da qualsiasi altra influenza garantisce un atteggiamento realmente al servizio della societa.

    OBIETTIVI
    ANTLO a tale scopo si propone di raggiungere i seguenti fini:

    - la concertazione della categoria per lo studio e la risoluzione dei problemi della stessa;
    - ogni utile intervento, sindacale, giuridico e politico atto a favorire la risoluzione di problemi della categoria e l'unitarieta della stessa e delle sue rappresentanze;
    - la promozione del rispetto e dell'applicazione delle leggi a tutela della categoria e per la crescita della stessa, l'impulso per l'adeguamento delle normative che identificano e regolano l'attivita e la loro proporzionalita alle attivita professionali degli odontotecnici;
    - la consulenza sui problemi della gestione dell'attivita odontotecnica e l'erogazione agli associati di eventuali servizi atti a ridurre il peso burocratico e a risolverli;
    - la rappresentanza sindacale degli associati e delle loro istanze nei confronti delle istituzioni, di enti pubblici o privati e di associazioni italiane ed estere e del comparto industriale e del commercio;
    - l'attivita di editoria, di promozione e di diffusione di periodici specializzati, compatibilmente con la normativa editoriale vigente, per l'informazione, l'aggiornamento sindacale e professionale della categoria degli odontotecnici. Per tale attivita, l'Associazione puo erogare contributi a copertura degli oneri derivanti dalla gestione delle pubblicazioni. Dette erogazioni potranno essere deliberate in relazione alla necessita di gestione delle pubblicazioni;
    - la promozione e la gestione di attivita di formazione, di scambi professionali, studi analitici ed anche attraverso l'organizzazione di attivita per l'aggiornamento professionale; in questo ambito l'associazione costituisce al suo interno, con funzioni consultive, l'Assemblea dei Docenti composta da associati con specifici requisiti valutati sulle basi di un regolamento approvato dal Consiglio nazionale;
    - la ricerca e la valorizzazione della collaborazione con le scuole di odontotecnica, di odontoiatria e con le facolta universitarie, nonché lo sviluppo di relazioni e collaborazione con altre autorita, organismi ed enti pubblici e privati.

    Edited by rsustaff - 8/3/2013, 18:37
9593 replies since 8/3/2013
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