IN ARRIVO UN ALTRA "MAZZATA" SULLA SCUOLA

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    Riforme scolastiche nella legge di stabilità: il Governo fa marcia indietro







    di A.G.
    18/11/2013
    Con una nota sintetica il Miur fa sapere che il testo a cui si fa riferimento è da ritenersi “del tutto superato”. Decisive le forti proteste dei sindacati?
    Sul testo del disegno di legge delega in materia di istruzione Governo fa marcia indietro. A comunicarlo è stato il ministero dell’Istruzione, con una nota sintetica emessa nella giornata del 18 novembre.
    "A seguito delle notizie di stampa sul Disegno di legge delega in materia di Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero precisa - si legge nel testo pubblicato dal dicastero di Viale Trastevere - che il testo a cui si fa riferimento è da ritenersi del tutto superato".
    Sulla decisione dell’Esecutivo Letta di rivedere la modifica di alcune parti rilevanti dell’organizzazione scolastica, ad iniziare dalla revisione degli organi collegiali, oltre che sullo stato giuridico del personale e del reclutamento, potrebbero aver pesato le forti critiche espresse nei giorni scorsi dai sindacati.

    Edited by redrose - 14/1/2014, 11:12
     
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    Contrordine: adesso si parla di spending review


    di R.P.
    18/11/2013
    Torna l'ipotesi di mettere mano alle dimensioni delle scuole. E si parla anche di intervenire (ma in che modo?) sull'organico di sostegno. L'impressione è che il Governo non abbia una idea chiara di dove andare a parare.
    Un passo avanti e due indietro, uno a destra e uno a sinistra..
    In materia di politiche scolastiche il Governo sembra sempre più in affanno. Dopo la difficile conversione in legge del Decreto 104 è circolata la notizia che il Governo stava preparando una legge delega in materia di istruzione per la revisione delle norme sugli organi collegiali e sullo stato giuridico del personale.
    A distanza di poche ore il Ministero ha subito chiarito che il testo della legge delega che sta circolando è ampiamente superato (si badi che il comunicato non smentisce che c’è l’idea di varare una legge delega ma soltanto che il testo non è quello che è stato divulgato).
    Nel pomeriggio del 18 novembre, però, le agenzie di stampa hanno parlato di una possibile nuova spending review che coinvolgerà anche la scuola.
    Due sono i temi ai quali il Ministero dell’Economia si sta interessando: le dimensioni delle scuole e l’organico del sostegno.
    Prima di esprimersi compiutamente è bene disporre di qualche elemento in più, perché le anticipazioni di cui ora disponiamo sono davvero poche.
    Ma un fatto ci pare abbastanza evidente: in materia di politica scolastica il Governo sembra ormai aver perso la bussola.
    I provvedimenti adottati e quelli annunciati sembrano del tutto privi di una strategia anche solo a medio termine.
    Non sappiamo con esattezza cosa voglia dire intervenire sulle dimensioni delle scuole, ma è strano che il Governo non ricordi che su questa materia nel DL 104 è stato scritto che regole e criteri devono essere concordati con la Conferenza unificata.
    E sul sostegno ? Non ci si ricorda che l’articolo 15 del DL 104 prevede un piano per la trasformazione in organico di diritto dei posti di sostegno in organico di fatto ?
    Francamente viene da commentare che le idee sono davvero “poche, ma confuse” !
     
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    Revisione spesa (tagli). Per la scuola: dimensionamento scuole, insegnanti di sostegno, docenti inidonei ed edilizia scolastica




    Sono questi i temi che il gruppo di lavoro ministeriale dovrà affrontare alla ricerca di possibili risparmi. Interventi pure per le Università, la cui rete dovrà essere ristrutturata. Inoltre, potenziamento del ruolo della CONSIP, razionalizzazione degli immobili e formazione dei dirigenti

    Ad occuparsi della spending review italiana, Carlo Cottarelli, ex del Fondo monetario internazionale, chiamato da Letta e Saccomanni come commissario straordinario.

    Sua la redazione del "Programma di lavoro del Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica", che contiene le indicazioni degli ambiti di intervento per il ridimensionamento della spesa pubblica.

    Il documento dà indicazioni per i tre anni previsti dall'articolo 49-bis del decreto-legge n. 69 del 2013 (Decreto del "Fare"), durante i quali si prevedono, per tutta l'amministrazione, risparmi di spesa per il 2015 (3,6 miliardi), 2016 (8,3 miliardi) e 2017 (11,3 miliardi). Nessun risparmio per il 2014, anche se nel documento leggiamo, "in sede politica dovrà essere valutata l'opportunità di andare oltre questi obiettivi minimi, individuando risparmi addizionali già nel 2014 e con più apprezzabili risparmi complessivi per il periodo 2014-16 rispetto al quadro a politiche invariate della legge di stabilità"

    Nel documento, inoltre, si individuano i gruppi di lavoro e i temi di intervento, anche se si invitano i gruppi ad "esplorare aree di risparmio" oltre quelle indicate.

    Veniamo alla scuola.

    I temi suggeriti nel documento, che il gruppo preposto dovrà affrontare per i risparmi di spesa, sono:

    Rivisitazione della dimensione delle scuole
    Insegnanti di sostegno
    Docenti inidonei
    Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    Interventi previsti anche in ambito universitario

    Criteri di finanziamento università e ristrutturazione rete universitaria
    Fondi per la ricerca. Revisione criteri di assegnazione (CNR, ENEA, etc.)
    Enti vigilati

    In cosa si tradurrà l'individuazione di tali temi? Il documento in nostro possesso si limita all'elenco che abbiamo riportato, la loro declinazione spetterà ai singoli gruppi che fanno capo ai ministeri. Se tali temi di intervento saranno confermati in termini di tagli, ci troveremmo in una situazione a dir poco paradossale, se si considera che grazie al Decreto istruzione (appena trasformato in legge) si attuerà un piano straordinario di immissioni in ruolo per il sostegno e si apporteranno modifiche migliorative per i docenti inidonei. Ancora presto per tirare delle conclusioni, non possiamo che seguire per voi gli sviluppi, informandovi in modo tempestivo.

    Gli interventi che riguardano la scuola non finiscono qui, ce ne sono sono anche altri, che rientrano in modo "trasversale".

    Tra essi, quelli che riguardano l'acquisto dei beni e dei servizi, con il rafforzamento, suggerito nel documento, del ruolo della CONSIP e di "centrali di acquisto"

    Sott'occhio anche gli immobili per i quali si chiede una razionalizzazione nell'utilizzo: spesa per locazioni, contratti di fornitura dei servizi energetici, global service, manutenzione.

    Un altro campo di intervento che ha attirato la nostra curiosità nel leggere il documento riguarda la formazione dei "dirigenti pubblici" per i quali si chiede di aumentarne la "flessibilità gestionale", organizzando "programmi di formazione volti a trasformarli in veri manager della spesa pubblica interessati non solo al rispetto formale delle regole contabili ma anche al contenimento dei costi e al miglioramento della qualità dei servizi". Ci siamo chiesti se in tale progetto rientrano anche i dirigenti scolastici.

    Ultimo appunto, nel progetto c'è anche la revisione dei costi della politica per: regioni, province, comuni e finanziamenti pubblici ai partiti. Segue un "etc" che fa ben sperare.
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    Spending review scolastica

    di Aldo Domenico Ficara
    20/11/2013
    Il gruppo di lavoro ministeriale che dovrà affrontare i risparmi di spesa, impronterà un documento riguardante le seguenti tematiche sulla scuola:

    1. Rivisitazione della dimensione delle scuole
    2. Insegnanti di sostegno
    3. Docenti inidonei
    4. Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    Di particolare importanza il punto 4 ( Edilizia scolastica ), il vero e proprio tallone d’Achille della scuola pubblica, che invece di subire la razionalizzazione fondi dovrebbe attingere risorse finanziarie per risolvere la drammatica situazione in cui si trova. Si ricorda che razionalizzare i costi degli immobili scolastici significa tagliare sulla spesa per locazioni, sui contratti di fornitura dei servizi energetici, sul global service e sulla manutenzione. Proprio i tagli alla manutenzione ordinaria delle scuole potrebbero avere ripercussioni riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro, entrando in contrasto con gli articoli del testo unico 81/08. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica rimane in piedi un piano di sicurezza di 300 milioni (fondi Inail) per la messa in sicurezza e per gli interventi di riqualificazione delle strutture scolastiche dello Stato. Il Decreto del Fare, infatti, mette in chiaro che le risorse per tale piano devono essere suddivise tra Regioni e che le Regioni stesse devono assegnare i relativi finanziamenti agli enti proprietari degli immobili adibiti all’uso scolastico in base al numero degli edifici scolastici, agli alunni presenti in ciascuna regione e alla situazione del patrimonio edilizio scolastico.
     
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    Spending review scolastica

    di Aldo Domenico Ficara
    20/11/2013
    Il gruppo di lavoro ministeriale che dovrà affrontare i risparmi di spesa, impronterà un documento riguardante le seguenti tematiche sulla scuola:

    1. Rivisitazione della dimensione delle scuole
    2. Insegnanti di sostegno
    3. Docenti inidonei
    4. Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    Di particolare importanza il punto 4 ( Edilizia scolastica ), il vero e proprio tallone d’Achille della scuola pubblica, che invece di subire la razionalizzazione fondi dovrebbe attingere risorse finanziarie per risolvere la drammatica situazione in cui si trova. Si ricorda che razionalizzare i costi degli immobili scolastici significa tagliare sulla spesa per locazioni, sui contratti di fornitura dei servizi energetici, sul global service e sulla manutenzione. Proprio i tagli alla manutenzione ordinaria delle scuole potrebbero avere ripercussioni riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro, entrando in contrasto con gli articoli del testo unico 81/08. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica rimane in piedi un piano di sicurezza di 300 milioni (fondi Inail) per la messa in sicurezza e per gli interventi di riqualificazione delle strutture scolastiche dello Stato. Il Decreto del Fare, infatti, mette in chiaro che le risorse per tale piano devono essere suddivise tra Regioni e che le Regioni stesse devono assegnare i relativi finanziamenti agli enti proprietari degli immobili adibiti all’uso scolastico in base al numero degli edifici scolastici, agli alunni presenti in ciascuna regione e alla situazione del patrimonio edilizio scolastico.
     
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    Spending review: tagli alla scuola. E quando ricuciamo?





    da Il Fatto Quotidiano

    Spending review: tagli alla scuola. E quando ricuciamo?
    di Marina Boscaino

    Appena rientrata l’emergenza relativa al disegno di legge (definito qualche giorno fa “superato” da Carrozza), che – con un colpo di mano – avrebbe delegato il governo a intervenire su stato giuridico dei docenti, reclutamento, salari e orari di lavoro, democrazia scolastica e prerogative degli organi collegiali, ecco la nuova insidia dal vecchio nome tristemente conosciuto: spending review. Naturalmente la spesa da rivedere non può trascurare la scuola statale, rea di aver continuato a funzionare dignitosamente (e con sforzi privi di alcun tipo di riconoscimento) nonostante la “riforma” Gelmini e gli analoghi e conseguenti provvedimenti del governo Monti.

    Una serie di interventi costati il taglio di circa 145mila posti di lavoro, aumento del numero di alunni per classe, la diminuzione del tempo scuola, accorpamento di istituti scolastici in plessi elefantiaci, diminuzione di tempo pieno e tempo prolungato e taglio indifferenziato, ma che ovviamente va a ricadere sui più deboli, di diritti. La scuola non è più uno strumento di tutela dell’interesse generale, semplicemente perché l’interesse generale non è più considerato un principio da tutelare. Di qui, il sostanzialmente invariato – nonostante crisi e “razionalizzazione” della scuola pubblica – foraggiamento alle scuole private.

    Carlo Cottarelli, ex Fondo Monetario Internazionale, è il tecnico cui è stata commissionata la messa a punto dei nuovi interventi: in sostanza vogliono evidentemente comprendere fino a che punto estremo la scuola sia in grado di reggere e resistere. Naturalmente lo vuole l’Europa, che però proprio ieri ha richiamato l’Italia sull’infrazione rispetto al trattamento dei precari della scuola. Lì, però, continuiamo a fare orecchie da mercante e le ammonizioni non sembrano poi fomentare lo zelo a intervenire, viceversa dimostrato in altri campi: tagliare, appunto. Sui precari ci teniamo le bacchettate, abbassando le orecchie e cercando di far finta di niente. Cottarelli invece il suo dovere l’ha fatto, redigendo il Programma di lavoro del Commissario Straordinario per la revisione della Spesa pubblica. Per quanti consideravano impossibile un ulteriore sequestro di risorse ai danni della scuola un’amara delusione: ce n’è ancora, almeno nelle intenzioni.

    Per realizzare gli oltre 23 miliardi di “razionalizzazione della spesa” proposti per il triennio 2015-2017, la scuola è stata chiamata in causa relativamente a 4 ambiti: dimensionamento scolastico (pare sia prevista la riduzione di ulteriori 800 istituzioni scolastiche), insegnanti di sostegno (come mai, visto che il decreto istruzione prevede un piano straordinario di assunzioni?) inidonei ed edilizia scolastica (ricordate? Una delle priorità assolute del Pd e del governo delle larghe intese). Ciò che sembrava impensabile, ci potrebbe essere imposto da un momento all’altro.
     
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    Insediata al Ministero commissione Spending Review. Il Ministro rassicura, non ci saranno tagli, ma solo "razionalizzazioni"




    Dopo le rivelazioni di OrizzonteScula.it che ha commentato la presenza della scuola nel piano di risparmi di spesa per i prossimi anni, i sindacati, oggi ricevuti al Ministero, hanno fortemente contestato ulteriori possibili tagli. La risposta del Ministro Carrozza.

    Il documento del quale siamo venuti in possesso ha titolo "Programma di lavoro del Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica", e contiene le indicazioni degli ambiti di intervento per il ridimensionamento della spesa pubblica.

    Il documento dà indicazioni per i tre anni previsti dall'articolo 49-bis del decreto-legge n. 69 del 2013 (Decreto del "Fare"), durante i quali si prevedono, per tutta l'amministrazione, risparmi di spesa per il 2015 (3,6 miliardi), 2016 (8,3 miliardi) e 2017 (11,3 miliardi). Nessun risparmio per il 2014, anche se nel documento leggiamo, "in sede politica dovrà essere valutata l'opportunità di andare oltre questi obiettivi minimi, individuando risparmi addizionali già nel 2014 e con più apprezzabili risparmi complessivi per il periodo 2014-16 rispetto al quadro a politiche invariate della legge di stabilità"

    In esso viene citata anche la scuola per la quale si individuano 4 ambiti di interventi per il ridimensionamento della spesa pubblica

    Rivisitazione della dimensione delle scuole
    Insegnanti di sostegno
    Docenti inidonei
    Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    Si tratta, ricordiamo, dell'individuazione di alcuni temi, che dovranno essere declinati da una commissione ministeriale.

    Commissione che, apprendiamo, si è già insediata.

    Abbiamo notizie frammentate, tra le quali la richiesta da parte del MEF di una ulteriore riduzione delle istituzioni scolastiche con l'accorpamento di altre 800 scuole. Richiesta che, siamo venuti a conoscenza, è stata contestata dal Miur che proporrà 400 scuole.

    Per il resto possiamo solo ipotizzare.

    Oggi i sindacati sono stati al Ministero e hanno incontrato il Ministro Carrozza. Hanno protestato contro eventuali possibili nuovi tagli. Il Ministro li ha voluti rassicurare, che l'insediamento della commissione sulla Spending review non ha intento di "diminuire ma razionalizzare le nostre spese".
     
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    Tagli alla scuola, non è finita


    di Alessandro Giuliani
    24/11/2013
    Voci insistenti indicano una nuova spending review comprendente la cancellazione del 10% degli istituti. Secondo l’Anief siamo di fronte ad una ipotesi impraticabile che porterebbe ulteriori disservizi: già oggi i ds costretti a gestire 5 istituti, preoccupa poi il personale Ata che ha aumentato i carichi di lavoro ma negli ultimi tre anni ha già perso 47mila posti.
    La stagione dei tagli alla scuola non sembra finire mai. Voci insistenti danno per imminente l’approvazione di un nuova spending review, affidata all’esperto internazionale Carlo Cottarelli, che ingloberebbe anche la cancellazione del 10% degli istituti pubblici. In pratica, oltre 800 scuole autonome verrebbero soppresse.
    Per ora si tratta di indiscrezioni. Intanto, però, l’Anief ha già messo le mani avanti. Reputando l’ipotesi “improponibile”, perché “già oggi un dirigente scolastico gestisce 5 sedi. Inoltre, tagliare di un altro 10% il numero di scuole, oltre che incostituzionale, comporterebbe un danno sociale ulteriore per le aree già oggi più in difficoltà”.
    Il presidente del sindacato autonomo, Marcello Pacifico, è convinto che questa ipotesi “comporterebbe sicuri disservizi all'utenza scolastica: bisogna infatti ricordare che negli ultimi sei anni è stata già cancellata una scuola su tre. Visto che da 12mila sono passate alle attuali 8mila. Con conseguente riduzione dell’organico di dirigenti e Dsga di 4mila unità per profilo. Con il risultato finale che oggi un preside gestisce la propria scuola, più, in media, altri 4 plessi. Tra l'altro spesso posizionati a decine di chilometri l'uno dall'altro”.
    L’Anief, come suo stile, è pronto a dare battaglia patrocinando i ricorsi contro il conseguente taglio al personale: il sindacato, a tal proposito, ricorda che “esistono leggi sulla formazione degli istituti scolastici mai decadute, a partire dai criteri previsti dal D.P.R. 233 del 18 giugno 1998. E che la Consulta con la sentenza n. 147 del 7 giugno 2012 ha anche bocciato la chiusura o l'accorpamento degli istituti con meno di mille alunni”.
    Sempre il sindacato autonomo si è detto preoccupato per le conseguenze negative che si rifletteranno sul personale Ata. Durante un seminario nazionale, svolto a Roma su ‘pianeta Ata e scuola autonoma’, è stato ricordato che negli ultimi tre anni sono già stati tagliati 47mila non docenti. E che “anziché aumentare gli organici delle scuole, diventate autonome, gli ultimi governi hanno ridotto di un quinto il contingente nazionale degli Ata”. Inoltre, “con la nuova spending review” sarebbero “a rischio altri 10mila posti” tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.
    “Uno dei punti centrali per risparmiare sulla spesa pubblica – ha detto il presidente Anief, Marcello Pacifico – dovrebbe anche stavolta andare incostituzionalmente a ridurre il numero di istituti e plessi scolastici. Dimenticando che ha però già messo in ginocchio l'erogazione del servizio, visto che oggi una scuola, quindi un solo dirigente scolastico, in media coordina a distanza altre quattro scuole”.
    Durante il seminario è anche emersa l’esiguità delle nuove immissioni in ruolo previste nel triennio 2013-2015 attraverso la Legge 128/13: appena 13.400 tra amministrativi, tecnici ed ausiliari. A tal proposito i delegati Anief hanno messo in luce che tra i posti già vacanti, al netto dei futuri pensionamenti, ve ne sono quasi altrettanti ancora disponibili: ben 12.773, considerando 2.692 assistenti amministrativi, 1.032 assistenti tecnici, 8.172 collaboratori scolastici, 126 cuochi, 104 collaboratori scolastici tecnici, 111 guardarobieri, 36 infermieri.
    Il giovane sindacato autonomo ha, infine, preso posizione contro l'illegittimità dell'invarianza finanziaria che lascia allo stipendio iniziale i neo-assunti, nonostante i tanti anni di precariato alle spalle.
     
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  9. rsustaff
     
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    Economia chiede taglio di altre 800 scuole, MIUR tenta la mediazione. Salteranno sedie Dirigenti e DSGA dp - Ed ecco svelarsi, gradualmente, il piano che abbiamo per primi anticipato relativamente alla nuova spending review. Sarà toccata la rete scolastica, nuovamente, e il Ministero dell'economia chiede un ulteriore sacrificio.

    mhfm




    Il piano messo a punto da Carlo Cottarelli, ex del Fondo monetario internazionale, chiamato da Letta e Saccomanni come commissario straordinario al fine di redigere un piano per "eliminare gli sprechi" dell'amministrazione pubblica, non lascia indenne la scuola.

    Essa dovrà partecipare al piano di revisione della spesa intervenendo su:

    Rivisitazione della dimensione delle scuole
    Insegnanti di sostegno
    Docenti inidonei
    Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    Abbiamo già ipotizzato quali potrebbero essere gli interventi relativamente al sostegno, adesso vi parliamo delle richieste del Ministero dell'Economia riguardo al ridimensionamento della rete scolastica.

    Da fonti non ufficiali abbiamo appreso che il MEF ha chiesto al ministero una ulteriore riduzione di 800 istituzioni scolastiche. Un taglio non indifferente, che condurrebbe ad una riduzione di organico per i Presidi e i Direttori amministrativi.

    Il Ministero dell'istruzione, a quanto ci risulta, sta tentando una mediazione, proponendo un taglio di 400 scuole, la metà. Appare comunque certo che la riduzione ci sarà, tutto si giocherà sulla consistenza, dando il via ad una nuova ondata di accorpamenti, reggenze e disorganizzazione.
     
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    Tagli alla scuola. Il Ministro protesta, noi vi pubblichiamo il documento. No a tagli su sostegno, inidonei ed edilizia




    I nuovi tagli alla scuola ci sono e a dimostrarlo le proteste del Ministro Carrozza a seguito della presentazione al CdM della Spending review

    Le sforbiciate riguarderanno tutti i Ministri e molti di essi, già alla presentazione del documento, si sono inalberati e hanno protestato

    In primis, il nostro Ministro Carrozza, che ad inizio legislatura aveva minacciato le dimissioni se non ci fossero stati nuovi investimenti, portando a casa l'appoggio da parte del Primo Ministro.

    Richiesta di investimenti che è sfociata nel Decreto Istruzione, che abbiamo seguito in tutte le sue evoluzioni.

    Adesso si riparla di tagli e il Ministro non ci sta. E durante l'incontro che ha visto la presentazione del progetto, il muro più alto alla prospettiva di ulteriori sforbiciate è stato alzato proprio da Maria Chiara Carrozza che avrebbe tuonato: "Ma come, abbiamo appena investito nella scuola dopo anni di taglie ora ricominciamo? Ogni euro di risparmi andrà tassativamente reinvestito in scuola, università e ricerca".

    Ironico il commento di Brunetta riportato dal quotidiano "Il Giornale": "Con una squadretta di sette, otto persone (Cottarelli ndr) dovrebbe fare quel che non sono riusciti a fare prima di lui squadre ben più grosse, ben più rilevanti"

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    Nel frattempo si è insediata al Ministero la commissoine Spending review che avrà come scopo di declinare la richiesta di interventi nel settore istruzione, ma il Ministro ha tenuto a rassicurare che non ci saranno tagli ma solo "Razionalizzazioni". Vedremo

    Ricordiamo che il progetto Cottarelli, come anticipato da OrizzonteScuola.it, prevede per tutta l'amministrazione, risparmi di spesa per il 2015 (3,6 miliardi), 2016 (8,3 miliardi) e 2017 (11,3 miliardi)

    Ed alla scuola, in particolare, si chiede:

    Rivisitazione della dimensione delle scuole
    Insegnanti di sostegno
    Docenti inidonei
    Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    Ed è notizia anticipata da Orizzontecuola.it anche quella del taglio di ulteriori 800 scuole, che il Ministro sta cercando di mediare.

    A ciò si aggiunge anche la richiesta di interventi anche in ambito universitario:

    Criteri di finanziamento università e ristrutturazione rete universitaria
    Fondi per la ricerca. Revisione criteri di assegnazione (CNR, ENEA, etc.)
    Enti vigilati

    Pubblichiamo la parte del documento Cottarelli che riguarda l'ambito scolastico.
     
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    Il commissario Cottarelli e la spending review


    di P.A.
    26/11/2013
    L'obiettivo della spending review per il periodo 2014-16 è un risparmio di spesa di circa due punti percentuali di Pil rispetto al 2013. Lo dice il dossier del commissario Carlo Cottarelli, fissando a 3,6 miliardi i risparmi nel 2015, 8,3 miliardi nel 2016 e 11,3 miliardi a decorrere dal 2017
    Il governo ha pure richiesto al commissario Cottarelli di coordinare una prima ricognizione per identificare ''almeno una parte di tali misure entro la fine di febbraio del 2014'', mentre una seconda fase avrà luogo nel corso del 2014 come input alla legge di Stabilità per il 2015.
    La tabella di marcia, come si legge nelle agenzie, prevede adempimenti specifici, mese per mese ma sarà nell’aprile 2014 l’analisi dell'impatto macroeconomico e distributivo delle misure e a maggio-luglio 2014 l’implementazione delle misure a livello legislativo, con effetti distribuiti nel 2014 e nel corso del triennio successivo.
    Il Programma di lavoro del Commissario alla spending review realizzerà: "un sistema di incentivi finanziari che facilitino la collaborazione dei centri di spesa nella individuazione di risparmi";
    "classifiche'' per evidenziare i ''centri di spesa virtuosi e quelli meno efficienti";
    "trasformare" i dirigenti pubblici "in veri manager della spesa pubblica interessati non solo al rispetto formale delle regole contabili ma anche al contenimento dei costi e al miglioramento della qualità dei servizi'';
    la rivisitazione della ''mobilità'' nel pubblico impiego ''compresa l'esplorazione di canali d'uscita e la rivalutazione delle misure del turn-over'', anche al fine di ''incentivare la mobilità tra amministrazioni e funzioni''.
    In particolare al Cap II-Temi e gruppi, paragrafo B- Ministeri, al punto 6 si descrive “L’istruzione università e ricerca”
    6. Istruzione, università e ricerca
    6.1 Scuola:
    a) Rivisitazione della dimensione delle scuole
    b) Insegnanti di sostegno
    c) Docenti inidonei
    d) Edilizia scolastica (razionalizzazione fondi)

    6.2 Criteri di finanziamento università e ristrutturazione rete universitaria
    6.3 Fondi per la ricerca. Revisione criteri di assegnazione (CNR, ENEA, etc.)
    6.4 Enti vigilati
    E nel corso di in audizione di fronte alla commissione Bilancio alla Camera il commissario straordinario per la spending review Carlo Cottarelli, ha pure detto: "La maggior parte dei risparmi derivanti dalla spending review saranno utilizzati per la riduzione della tassazione sul lavoro". 

"La spending review non la faccio solo io, ma l'intera pubblica amministrazione. L'obiettivo è 32 miliardi per il 2016, 2% del Pil, che non è un dato cumulato, ma la differenza tra spesa pubblica con o senza spending review". "Risparmi significativi ci saranno anche per 2014 e 2015".
     
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    Sostegno e Spending review: dove sarà tagliato. Nel mirino il rapporto tra docenti e alunni




    Il piano Cottarelli di revisione della spesa pubblica riguarderà anche la scuola. Ne abbiamo dato notizia per primi la settimana scorsa. Tre le voci anche i docenti di sostegno. Vediamo cosa sarà tagliato

    Dal 2003/04 al 2012/13 il numero di docenti di sostegno è cresciuto, ne abbiamo dato notizia presentando il dossier del Ministero dell'istruzione sull'argomento.

    La crescita ha riguardato tutte le regioni, in particolare quelle del Nord, ma all'interno del macro dato sono state individuate delle "anomalie" che devono essere corrette.

    Si tratta del rapporto tra docenti e alunni che non è uniforme su tutto il territorio nazionale e, su questo punto, la commissione ministeriale per la Spending review appena insediata, lavorerà al fine di trovare la quadra.

    Le regioni nel mirino sono: Molise e Basilicata (1,6% alunni per docente), Sardegna, Puglia, Campania, Calabria (1,7 alunni per docente), Sicilia (1,9). Il Regno delle due Sicilie più la Sardegna.

    Di contro, alcune regioni presentano invece un dato superiore rispetto all'optimum del 2 alunni per insegnante. Si tratta di regioni come Lazio e Lombardia dove il rapporto è di 2,4.



    Vi proponiamo un quadro della situazione per regione.
     
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    Spending review e taglio 800 scuole. Nel mirino: Campania, Sicilia, Basilicata e Calabria



    La commissione ministeriale per la Spending review dovrà elaborare un nuovo piano di ridimensionamento della rete scolastica. Mef chiede un ridimensionamento di ben 800 scuole. Quali aree del paese saranno interessate?

    Secondo il Ministero dell'economia il numero di alunni per istituto ottimale è di 1000, se non si raggiunge le scuole devono essere accorpate.

    Su quali basi sia stato fatto questo calcolo è un mistero che sta tutto nei meandri del MEF, certo non hanno considerato le questioni gestionali e territoriali, il sospetto è che ci sia dietro solo un calcolo ragioneristico.

    Calcolo che non tiene conto delle diverse realtà territoriali, ma che applica un principio generale inflessibile che colpisce soprattutto le aree più deboli del paese.

    Infatti, sotto il mirino ci sono regioni come la Basilicata o la Calabria che hanno rispettivamente una media per istituto di 600 e 900 alunni, ma che hanno realtà geografiche particolari.

    Stesso discorso per Campania e Sicilia con una media di 900 e di 870 alunni.

    Quanto costerà questo potenziale taglio?

    Se si realizzerà quanto richiesto dal MEF, cioè il taglio di ben 800 scuola, secondo i calcoli effettuati dall'ANIEF a seguito della pubblicazione della nostra notizia, la rete scolastica sarà ritoccata del 10% del totale, con conseguente taglio di Dirigenti e DSGA. Sacrificio che dovrà sobbarcarsi il Sud.

    Secondo indiscrezioni, il Ministero starebbe tentando una mediazione, proponendo un taglio di 400 scuole, ma nessuna messa in discussione dell'intervento.
     
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    Sostegno e Spending review: dove sarà tagliato. Nel mirino il rapporto tra docenti e alunni


    Il piano Cottarelli di revisione della spesa pubblica riguarderà anche la scuola. Ne abbiamo dato notizia per primi la settimana scorsa. Tre le voci anche i docenti di sostegno. Vediamo cosa sarà tagliato

    Dal 2003/04 al 2012/13 il numero di docenti di sostegno è cresciuto, ne abbiamo dato notizia presentando il dossier del Ministero dell'istruzione sull'argomento.

    La crescita ha riguardato tutte le regioni, in particolare quelle del Nord, ma all'interno del macro dato sono state individuate delle "anomalie" che devono essere corrette.

    Si tratta del rapporto tra docenti e alunni che non è uniforme su tutto il territorio nazionale e, su questo punto, la commissione ministeriale per la Spending review appena insediata, lavorerà al fine di trovare la quadra.

    Le regioni nel mirino sono: Molise e Basilicata (1,6% alunni per docente), Sardegna, Puglia, Campania, Calabria (1,7 alunni per docente), Sicilia (1,9). Il Regno delle due Sicilie più la Sardegna.

    Di contro, alcune regioni presentano invece un dato superiore rispetto all'optimum del 2 alunni per insegnante. Si tratta di regioni come Lazio e Lombardia dove il rapporto è di 2,4.
     
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    DIMENSIONAMENTO – Giorni cruciali per oltre 800 istituti a rischio chiusura





    Anief si appella alla sensibilità delle istituzioni: negli ultimi sei anni la scuola ha già dato il suo contributo allo Stato, sotto forma di forti tagli di risorse, plessi e organici (che il sindacato riassume in questo documento). Ora basta: le mere esigenze di cassa non possono mettere in ginocchio la funzione della nostra scuola pubblica.



    Ci aspettano giorni cruciali per il futuro di oltre 800 istituti scolastici. Dopo le notizie trapelate nei giorni scorsi sulla volontà del Ministero dell’Economia di tagliare, in regime di nuova spending review, il 10% delle attuali 8mila scuole, dalla stampa nazionale giunge la notizia che le scelte del Miur verranno rese pubbliche il prossimo 15 dicembre.



    Anief rammenta all’amministrazione che tagliare il 10% di istituti scolastici comporterebbe sicuri disservizi all’utenza: negli ultimi sei anni è stata già cancellata una scuola su tre, infatti da 12mila sono passate alle attuali 8mila. Con conseguente riduzione dell’organico di dirigenti e Dsga di 4mila unità per profilo. Con il risultato finale che oggi un preside gestisce la propria scuola, più, in media, altri 4 istituti. Senza peraltro avere più la possibilità di retribuire le reggenze affidate ai vicari (L. 135/12).



    Anief, inoltre, ricorda alle istituzioni responsabili dell’Istruzione pubblica che in Italia sono vigenti delle leggi sulla formazione degli istituti scolastici, a partire dai criteri previsti dal D.P.R. 233 del 18 giugno 1998, che non possono essere eluse per meri motivi di cassa. Anche i giudici lo hanno fatto osservare: non è un caso se la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 147 del 7 giugno 2012, ha bocciato la chiusura o l’accorpamento degli istituti con meno di mille alunni.



    Pertanto, il sindacato non può esimersi dal ricordare a questo Governo che se vuole veramente tracciare un solco rispetto a quelli che lo hanno preceduto deve porsi in controtendenza rispetto a questi dati impietosi. Ai quali ne vanno aggiunti altri, di rilievo altrettanto negativo.



    Negli ultimi sei anni sono stati circa 200mila i posti, tra docenti e personale Ata, che sono stati cancellati per effetto dei piani di razionalizzazione (L. 244/2007, L. 133/2008, L. 111/11, L. 135/12). A proposito del personale non docente, l’Anief ha di recente calcolato che solo nell’ultimo triennio sono stati cancellati 44.500 Ata. Cui vanno aggiunti 2.395 direttori dei servizi generali e amministrativi. In tutto 47mila posti in meno, che corrispondono ad un quinto del totale dei non docenti.



    Inoltre, un sesto dell’organico di diritto a fronte di 75.000 posti ridotti nei restanti due terzi dei comparti pubblici, ha portato il comparto istruzione a collezionare il 75% dei tagli adottati dalla spending review rispetto alla P.A. Ma non finisce qui: è stato anche stato ridotto di un sesto l’orario della didattica, il cosiddetto piano di offerta formativa curricolare. Col risultato che oggi l’Italia ha anche il triste primato di avere 4.455 ore studio nell’istruzione primaria rispetto alle 4.717 dell’Ocse e 2.970 in quella superiore di primo grado rispetto alle 3.034 sempre dell’Ocse con un tasso di Neet tra i 15 e i 29 anni del 23,2% mentre la media Ocse è ben diversa: il 15,8%.

     
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