Sugli scatti.......(vedi i video)

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  1. rsustaff
     
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    Sugli scatti solo misure provvisorie


    di R.P.
    17/01/2014
    E' quanto lascia intendere lo stesso ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi 17 gennaio che parla di un decreto legge in materia di "disposizioni temporanee ed urgenti in materia di automatismi stipendiali del personale della scuola”.
    La stesura del testo dell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri deve essere stata particolarmente difficile, perché, contrariamente al solito, il programma dei lavori è stato reso noto solo nella mattinata odierna, due-tre
    In effetti il primo punto all’ordine del giorno appare all’insegna dell’equilibrismo politico-economico: “Decreto legge: Disposizioni temporanee ed urgenti in materia di automatismi stipendiali del personale della scuola”.
    Non sfuggirà, per esempio, che non si parla di “modifica del DPR 122” come i sindacati stanno chiedendo anche se è molto probabile che, in concreto, il decreto legge che verrà adottato oggi faccia riferimento al provvedimento in questione.
    Ma soprattutto lascia perplessi l’espressione “disposizioni temporanee” che sembra confermare proprio il fatto che il decreto non interverrà in modo strutturale sul meccanismo introdotto dal DL 78/2010 e successivamente confermato e anzi appesantito con provvedimenti successivi.
    La sensazione è che il decreto legge che verrà approvato oggi conterrà disposizioni del tutto provvisorie finalizzate ad evitare il recupero degli aumenti già attribuiti, in attesa che venga sottoscritto il contratto nazionale che, inevitabilmente, dovrà attingere alle risorse del Fondo di Istituto.
    E, a questo proposito, va detto che si parla con sempre maggiore insistenza di una decurtazione di non meno di 300 euro che corrisponderebbe ad un taglio di un buon 35%. Se poi il talglio sarà fatto con lo stesso criterio dello scorso anno e cioè penalizzando maggiormente le scuole del I ciclo e un po’ meno la secondaria di secondo grado, il risultato sarà pesantissimo: istituti comprensivi e direzioni didattiche avranno a disposizione poco più della metà di quanto avuto lo scorso anno.
    In pratica, il decreto legge di oggi sarà una specie di “certificato di morte” dell’autonomia scolastica e della contrattazione di istituto.

    Scatti di anzianità dei docenti? Colleghi, serve una colletta per Saccomanni


    17/01/2014
    Non vorrei che fosse l’ennesimo pasticcio. Abbiamo protestato, noi docenti, mettendo on line una petizione che ha avuto le firme di tutti noi, per una questione di diritti dei lavoratori. Adesso dobbiamo vedere messo a repentaglio ancora una volta il diritto a un’istruzione di qualità dei nostri allievi?
    Bene per il governo che abbia rimediato alla restituzione degli scatti d’anzianità di noi docenti, ma non vorrei che a pagarmi questa elemosina fosse la mia scuola togliendo fondi ai ragazzi. Lo dico da docente e lo dico da componente della Direzione Nazionale del PD. Leggo infatti che forse verranno pagati con una decurtazione dei fondi di funzionamento e di miglioramento dell’offerta didattica. Questo significa metterci non solo contro le famiglie o gli alunni, ma contro noi stessi.
    Ci arriveranno quelle 30 euro, in più, di questo si parla, e non a tutti, solo quelli che hanno maturato gli scatti lavorando, e dovremo sentirci in colpa perché nelle nostre scuole non avremo come pagare bollette, supplenze e attività per i nostri alunni. E alla fine ci toccherà fare quello che già facciamo: pagare comunque noi. Siamo davvero su scherzi a parte? Gli scatti dei docenti non possono essere pagati con i fondi destinati ai nostri ragazzi. Specie quando il 60% delle famiglie vive un momento di difficoltà e noi docenti ci ritroviamo a far fronte ad emergenze continue, a fare la colletta per libri e quaderni e le attività scolastiche sono ridotte all’essenziale. E’ umiliante questa contrattazione continua al ribasso su cose essenziali in uno Stato che a chi non ha o ha poco toglie, la scuola, i docenti, gli infermieri, i carabinieri e a chi ha troppo aggiunge. E’ umiliante per lo Stato ed è umiliante per il Partito Democratico permetterlo.
    Adesso ci toccherà fare una Petizione per una colletta a Saccomanni? Ha bisogno dei miei 30 euro da docente o di toglierli ai ragazzi per salvare la Patria? Mi impegno ad andarglieli a restituire direttamente a mano in quel caso. A Churchil venne chiesto di tagliare l'arte e la cultura per affrontare la guerra e lui rispose: e per che cosa dovremmo combattere allora? Noi che guerra dobbiamo combattere? Una guerra con la Scuola o una guerra contro la Scuola?

    Mila Spicola

    "Sugli scatti gli insegnanti possono stare tranquilli"


    di A.G.
    17/01/2014
    Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, a margine del breve Consiglio dei ministri di venerdì 17 gennaio che ha dato il via libera al decreto legge sugli scatti degli insegnanti. A breve le necessarie delucidazioni, ma per ora di sicuro si può dire che si allarga la platea dei dipendenti interessati: nel provvedimento del Governo, infatti, si citano anche le progressioni del 2014.
    "Gli insegnanti possono stare tranquilli". Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, a margine del breve Consiglio dei ministri di venerdì 17 gennaio che ha dato il via libera al decreto legge sugli scatti degli insegnanti. I diretti interessati debbono ancora comprendere se alle parole di Mauro corrispondano provvedimenti concreti con effetto immediato oppure se, come da questa testata giornalistica ipotizzato, la soluzione trovata dal Governo è tutt’altro che definitiva.
    In attesa di “tradurre” i contenuti del provvedimento adottato dal Consiglio dei ministri, ci dobbiamo accontentare di quanto comunicato da Palazzo Chigi. Ovvero che il decreto conferma lo stop alla restituzione degli scatti stipendiali del personale della scuola già percepiti nel 2013 con una trattenuta di 150 euro mensili. Stabilisce, inoltre, che non ci sarà retrocessione a una classe stipendiale inferiore per il personale della scuola che ne abbia acquisita una superiore nel 2013 in virtù dell'anzianità economica attribuita nello stesso anno.
    A breve daremo le necessarie delucidazioni per comprendere quali effetti vi saranno per decine di migliaia di dipendenti della scuola direttamente interessati: stime sindacali avevano indicato 90mila docenti. E forse anche più, visto che il decreto riguarda anche l’anno 2014.

    Scatti, un bel passo avanti ma non basta


    di A.G.
    17/01/2014
    I fondi necessari a ripristinare gli scatti d'anzianità mancanti, ma non tutti perchè rimane il “buco” del 2013, verranno prelevata dal 30% di risparmi derivanti dai tagli dell'era Gelmini (sono stati accantonati 120 milioni di euro) e poi, per la restante parte probabilmente come in passato dal Mof. I commenti dei sindacati di categoria sono in agro-dolce. E il sindacato di polizia Silp-Cgil avverte: ora tocca a noi.
    Un bel passo in avanti sulla "vertenza" sugli automatismi stipendiali del personale della scuola. Il decreto legge varato il 17 gennaio dal consiglio dei ministri conferma quanto annunciato dal premier Letta nei giorni scorsi e cioè che dalle buste paga non verrà prelevata la tranche di 150 euro come restituzione degli 'scatti' già pagati dal primo gennaio 2013, ripristina gli scatti d'anzianità per il 2014 e consente di recuperare quelli del 2012 e 2013. Il provvedimento demanda, infatti, a un'apposita sessione negoziale il riconoscimento dell'anno 2012 ai fini della progressione stipendiale dei dipendenti della scuola (insegnanti e personale non docente). E assicura che nelle more della conclusione di questa sessione ("e comunque non oltre il 30 giugno 2014") "al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013".
    La procedura negoziale per il recupero dei mancati scatti è stata già utilizzata per gli anni precedenti al 2012 e - si spiega - viene finanziata con risparmi e risorse provenienti dal settore scolastico senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. Si attingerà dunque senz'altro al 30% di risparmi derivanti dai tagli dell'era Gelmini (sono stati accantonati 120 milioni di euro) e poi, per la restante parte probabilmente come in passato dal Mof, il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa.
    Commenti in agro-dolce tra sindacati, che continuano a chiedere con urgenza di un confronto con il ministro Carrozza. Il decreto "risolve solo in parte le questioni" afferma il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, secondo il quale "resta indispensabile e risolutivo, come avvenuto negli anni scorsi, un passaggio negoziale di cui torniamo a chiedere che siano accelerati i tempi". Scrima lamenta poi che nel provvedimento "nulla si dice sull'altra questione in campo, quella delle posizioni economiche del personale Ata" (al quale era stata chiesta la restituzione, poi sospesa, dell'incentivo economico, stabilito con un accordo del 2011, per mansioni che vanno oltre i normali compiti). "Contrariamente a quanto affermato dal Ministro nei giorni scorsi il governo non ha stanziato le risorse necessarie a evitare il prelievo fondo per il miglioramento dell'offerta formativa" accusa il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo che ritiene "gravissimo non aver previsto alcuna soluzione strutturale per le posizioni economiche del personale Ata".
    Della stessa idea il leader della Gilda, Rino Di Meglio: "adesso chiediamo al ministro Carrozza, di convocare con urgenza i sindacati per riavviare in tempi rapidi la trattativa all'Aran e risolvere la questione definitivamente". Se gli insegnanti, come ha detto il ministro Mauro lasciando stamani Palazzo Chigi, possono stare tranquilli, cominciano ad agitarsi altri dipendenti pubblici. Il sindacato di polizia Silp-Cgil auspica un provvedimento analogo a quello della scuola anche per il personale di polizia e chiede ai ministri D'Alia e Alfano "un impegno reale su questo delicato versante al fine di non mortificare operatori che contribuiscono, ogni giorno, alla tenuta democratica del nostro Paese". Come dire: dopo i docenti tocca a noi bypassare il blocco degli aumenti in busta paga.
    Mentre il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ricorda che viene sì “ripristinata la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente”, ma” contemporaneamente “viene per tutti rallentata per il mancato riconoscimento del 2013”. Ed individua nel “blocco del contratto, oltre agli errori commessi dai ministri e dai ministeri, alla base del pasticcio a cui oggi il decreto ha posto rimedio”.

    Edited by rsustaff - 22/1/2014, 18:39
     
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    Scatti, rimane il “buco” del 2013: non sarà valido


    di Alessandro Giuliani
    17/01/2014
    Quella prospettata dal Governo è una soluzione alla questione del riconoscimento delle anzianità raggiunta attraverso un fitto percorso contabile che differenzia e pospone di anno in anno il riconoscimento degli aumenti. A sostenerlo è Massimo Di Menna, leader della Uil Scuola. Ecco il “balletto” degli anni: il 2012 verrà riconosciuto solo se si chiude la trattativa all'Aran; 2013, non è valido, resta infatti in piedi il blocco previsto dal governo; 2014, è valido grazie al provvedimento emanato oggi da Palazzo Chigi sia come anzianità sia come aumento di stipendio.
    Quella trovata il 17 gennaio sugli scatti del personale della scuola dal Consiglio dei ministri è solo una soluzione parziale problema: rimane in vita, infatti, il problema del mancato riconoscimento del 2013. A ricordarlo, facendo il punto dell’intricata situazione, è il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna. Il sindacalista sintetizza quanto accaduto sulla vicenda come un vero e proprio “balletto degli anni degli scatti”. Sostenendo che quello approvato dal Consiglio dei Ministri è una "soluzione alla questione del riconoscimento delle anzianità del personale della scuola raggiunta attraverso un fitto percorso contabile che talvolta differenzia, talvolta pospone di anno in anno il riconoscimento degli scatti".
    E poi riassume la situazione: “abbiamo: 2012, anno che sarà valido solo se si chiude la trattativa all'Aran (è il terzo del triennio di blocco 2010-2011-2012. In analogia con quanto già fatto per la validità del 2011, occorre una trattativa per pagare gli scatti maturati); 2013, non è valido, resta infatti in piedi il provvedimento di blocco previsto dal governo; 2014, è valido grazie al provvedimento emanato oggi da Palazzo Chigi sia come anzianità che come aumento di stipendio conseguente al riconoscimento delle anzianità degli anni precedenti”.
    Di Menna, quindi, sottolinea che viene sì, in effetti, “ripristinata la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente, ma” contemporaneamente “viene per tutti rallentata per il mancato riconoscimento del 2013”. Ed individua nel “blocco del contratto, oltre agli errori commessi dai ministri e dai ministeri, alla base del pasticcio a cui oggi il decreto ha posto rimedio”.
    Per questi motivi, il leader della Uil Scuola, chiede di passare ora a "dare maggiori certezze su tutti gli aspetti retributivi del personale, cosa che si può fare solo per via contrattuale. A tal fine - conclude - rimane urgente un incontro con il ministro su tutte le questioni che attengono al rapporto di lavoro e al riconoscimento professionale, comprese quelle riguardanti la seconda posizione economica Ata e del fondo per i dirigenti scolastici".

    Decreto legge sugli scatti: un provvedimento ancora insufficiente


    Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
    17/01/2014


    Confusione sul recupero delle anzianità 2013. Prendo, ridò, forse congelo

    Dalle prime informazioni e in attesa di una attenta valutazione del testo del decreto legge approvato oggi, 17 gennaio, dal consiglio dei ministri sul recupero degli scatti di anzianità del personale della scuola, pur valutando positivamente l' aver scongiurato il prelievo diretto in busta paga per l'anno 2013, rileviamo però che non è previsto alcuno stanziamento aggiuntivo per coprire la validità dell'anno 2012.

    Contrariamente a quanto affermato dal Ministro nei giorni scorsi, il governo non ha stanziato le risorse necessarie ad evitare il prelievo dal fondo per il miglioramento dell'offerta formativa. Inoltre è gravissimo non aver previsto alcuna soluzione strutturale per le posizioni economiche del personale ATA.

    Ribadiamo la nostra contrarietà alla drastica riduzione del fondo per il miglioramento dell'offerta formativa che determinerà un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro del personale e della qualità della scuola, oltre alla riduzione del salario accessorio.
     
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    SUGLI SCATTI LINEA DURA DELLA GILDA




     
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    Decreto legge sugli scatti: forse c'è anche una soluzione per gli Ata


    di R.P.
    18/01/2014
    Nel testo che sta circolando in rete da qualche ora è contenuta una disposizione che sembra scritta anche per dare una mezza soluzione al problema delle posizioni ecomiche degli Ata. Ma la situazione è ancora piuttosto confusa.
    Del decreto legge approvato nella mattinata del 17 gennaio non si conosce ancora il testo ufficiale e anche le anticipazione che stanno circolando in rete vanno prese con le dovute cautele.
    Dalle informazioni che abbiamo raccolto risulta infatti che la Ragioneria Generale dello Stato abbia già fatto sapere di non essere del tutto convinta: le coperture indicate nel decreto non sarebbero infatti considerate sufficienti e adeguate.
    Oltretutto il testo diffuso in rete contiene un passaggio (il 4° comma) che sembra dare una soluzione, seppure parziale, alla questione delle posizioni economiche del personale ATA.
    Vediamo perché
    Il testo (ripetiamo: si tratta di un documento che sta circolando in rete che non sappiamo se e in che misura corrisponderà al decreto approvato) dice esattamente quanto segue: "In relazione a quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera b, del decreto del Presidente della Repubblica 4 settembre 2013, n. 122, per il personale della scuola non trova applicazione per l’anno 2014, nell’ambito degli stanziamenti di bilancio relativi alle competenze stipendiali, l’articolo 9, comma 1, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, come prorogato dall’articolo 1, comma 1, lettera a, del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2013".
    Proviamo a decodificare.
    Le posizioni economiche Ata sono state bloccate dalla Ragioneria in quanto l’articolo 9 comma 1 del DL 78/2010 stabiliva che, da quel momento in avanti e fino alla fine del 2013, nessuna posizione stipendiale individuale avrebbe potuto superare quella in godimento nell’anno 2010. Questa stessa disposizione è stata prorogata fino alla fine del 2014 dal DPR 122/2013.
    Inoltre l’articolo 9, comma 23 , del DL 78/2010 stabiliva che gli anni 2010, 2011 e 2012 non sarebbero stati utili ai fini della progressione di carriera; tale norma è stata estesa all’anno 2013 dall’articolo 1, comma 1 lettera b) del DPR 122/2013.
    A questo punto viene chiarito che, invece, per il 2014 non si applica più la norma del DL 78/2010 che impediva qualunque forma di aumento delle posizioni stipendiali individuali, ivi comprese le cosiddette “posizioni economiche “ degli Ata.
    E quindi, sembra di capire che a partire dal 2014 al personale Ata potranno essere riconosciute nuove posizioni economiche.
    In realtà la situazione resta complicata perché comunque il decreto di questi giorni contiene un inciso molto chiaro e dice che questo si può fare ma “nell’ambito degli stanziamenti di bilancio relativi alle competenze stipendiali”.
    Inoltre resta il fatto che la norma si riferirisce al 2014 e nulla dice in merito alle posizioni già conseguite a partire dal settembre 2011.
    Per capire meglio come potrà essere applicata questa disposizione bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto e soprattutto leggere la relazione tecnica che verrà inviata alle Camere nei prossimi giorni.
    Senza dimenticare che per ora si tratta di un decreto che dovrà comunque essere convertito in legge entro 60 giorni e quindi, presumibilmente, entro gli ultimi giorni di marzo.
     
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    Per pagare gli scatti si prosciuga il fondo d’istituto


    di Lucio Ficara
    18/01/2014
    La "linea" è ormai chiara, se si continua su questa strada il fondo di istituto sparirà del tutto e rimarranno, forse, pochi spiccioli solo per collaboratori del dirigente e funzioni strumentali. Il conto alla rovescia è iniziato. I funerali dell'autonomia sono certi, manca solo di conoscerne la data.
    Il pagamento degli scatti d’anzianità degli insegnanti o la tutela del fondo d’istituto per il miglioramento dell’offerta formativa? Questa è una domanda che nasce dal fatto che il governo ha deciso di mettere sui piatti di una bilancia due capitoli di spesa importanti per il nostro sistema scolastico, per i quali uno dei due dovrebbe prevalere necessariamente sull’altro.
    È giusto dire che gli scatti di anzianità sono una parte salariale molto importante per gli insegnanti, che non hanno altro modo di avanzare in carriera. Infatti ancora oggi i docenti progrediscono in carriera unicamente attraverso il riconoscimento dell’anzianità di servizio, che è stata garantita da precisi accordi sindacali risalenti al gennaio 2009.
    È utile ricordare che la Flc-Cgil è stato l’unico sindacato che non sottoscrisse quell’accordo economico del contratto scuola, dichiarando che l’accordo non adeguava gli stipendi all’inflazione reale e riduceva il fondo d’istituto delle scuole. Da allora fino ad oggi, le politiche governative dei vari esecutivi che si sono succeduti, hanno bloccato gli scatti di anzianità per alcuni anni, per poi sbloccarli utilizzando le risorse dei risparmi di spessa disposti dall’art.64 della legge n. 133/2008 e le risorse destinate alle scuole per garantire il miglioramento dell’offerta formativa.
    Prelevare sodi dai fondi destinati per il miglioramento dell'offerta formativa per garantire lo sblocco degli scatti di anzianità sta diventando un vero e proprio problema che sta determinando un pesante peggioramento delle condizioni di lavoro del personale, un evidente abbassamento della qualità dell’offerta formativa, oltre alla riduzione del salario accessorio nelle tasche dei docenti.
    Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 17 gennaio 2014, consentirà a tutto il personale scolastico che era scattato nel 2013 per effetto del blocco dell’anno 2012, di non restituire al mittente gli aumenti stipendiali ricevuti a gennaio 2013 o a settembre 2013 di mantenere la classe stipendiale raggiunta con tale scatto.
    Una toppa messa dal Governo all’ultimo secondo, che comunque vedrà reperire le risorse sempre dai risparmi di spesa ai sensi dell’art. 64 legge n. 133/2008, ma anche da una ulteriore decurtazione del fondo per il miglioramento dell'offerta formativa.
    Quindi, da quanto emerge dal decreto sugli scatti, sembrerebbe che si continuano ad utilizzare le risorse destinate per il funzionamento delle scuole autonome, senza prevedere stanziamenti finanziari aggiuntivi volti a garantire la validità dell'anno 2012 per l’avanzamento di carriera del personale scolastico.
    In buona sostanza si pagano gli scatti ma si prosciuga il fondo d’istituto, rischiando di mandare in corto circuito l’organizzazione del lavoro delle scuole. Per comprendere le dimensioni economiche del problema di cui stiamo parlando, è utile sapere che per sanare il mancato pagamento degli scatti del 2012 serviranno 490 milioni di euro. I tre quarti di questi soldi, cioè circa 370 milioni di euro saranno prelevati obtorto collo dal cosiddetto Mof, che rappresenta linfa vitale per rendere una scuola veramente autonoma.
    I dirigenti scolastici stanno incominciando a protestare seriamente, contro questi tagli continui alle risorse della scuola, lamentando anche l’impossibilità di potere chiudere i contratti integrativi di istituto con le Rsu, per l’incertezza che regna sovrana sulla precisa entità del fondo d’istituto, che è diventato ormai, con grande dispiacere di tutti, il bancomat governativo per sanare la norma dello sblocco degli scatti di anzianità.
     
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    Scatti stipendiali, vittoria (per i prof). Pagamento 2012, sblocco 2013 e ripristino 2014. Gli ATA? Il testo del Decreto


    Oggi in Consiglio dei Ministri, il Governo ha approvato un Decreto che mette fine alla vicenda del recupero dei 150 euro dagli stipendi dei prof e non solo. Vittoria su tutti i fronti, ma mancano gli ATA. Con le reazioni da parte dei sindacati. Per la UIL resta buco del blocco 2013

    Infatti, il Decreto pone le condizioni per il recupero degli scatti stipendiali del 2012 e 2013, che dovranno essere negoziati all'ARAN.

    Per questi scatti viene accantonata la somma di 120 mln di euro provenienti dal fondo derivante dai risparmi provenienti dai tagli Gelmini. Il resto dovrà provenire dal taglio al fondo di istituto.

    "Il Consiglio dei ministri - recita il comunicato del CdM - ha approvato, su proposta del Presidente, Enrico Letta, e dei ministri dell'Istruzione università e ricerca, Maria Chiara Carrozza, dell'Economia e Finanze, Fabrizio Saccomanni, e della Pubblica amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D'Alia, un decreto legge in materia di retribuzioni per il personale della Scuola che demanda ad un'apposita sessione negoziale il riconoscimento dell'anno 2012 ai fini della progressione stipendiale del personale della scuola (docente, educativo ed Ata)".

    Il Decreto dà lo stop al prelievo dei 150 euro dagli stipendi ed evita, inoltre la doppia emissione per il reintegro delle somme sottratte. Stipendio gennaio 2014. 150 euro (eventualmente) decurtati, saranno recuperati con una emissione straordinaria

    Inoltre, a sorpresa, il Decreto ripristina gli scatti stipendiali per il 2014

    Leggiamo nel comma 4 del Decreto, "in relazione a quanto disposto dall'articolo 1, comma 1, lettera b), del Decreto del Presidente della Repubblica 4 settembre n. 122, per il personale della scuola non trova applicazione per l'anno 2014, nell'ambito degli stanziamenti di bilancio relativi alle competenze stipendiali, l'articolo 9 comma 1 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, come prorogato dall'articolo 1, comma 1, lettera a), del citato decreto del presidente della Repubblica . 122 del 2013"

    Il testo, dunque, stabilisce che per il 2014 "non trova applicazione" il blocco previsto dalla Manovrina correttiva del 2010 (dl 78, misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria), che stabilisce - al comma 1 dell'articolo 9 - che il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti pubblici (compresi quelli della scuola) "non può superare, in ogni caso, il trattamento ordinariamente spettante per l'anno 2010, al netto degli effetti derivanti da eventi straordinari della dinamica retributiva, incluse le variazioni dipendenti da eventuali arretrati".

    Infine, "il ministro dell'Economia - troviamo riportato alla fine del primo articolo - è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio".

    Per la UIL resta buco del blocco 2013.

    2012 – anno che sarà valido solo se si chiude la trattativa all’Aran (è il terzo del triennio di blocco 2010 – 2011 – 2012. In analogia con quanto già fatto per la validità del 2011, occorre una trattativa per pagare gli scatti maturati).

    2013 – non è valido. Resta infatti in piedi il provvedimento di blocco previsto dal governo.

    2014 - è valido grazie al provvedimento emanato oggi da Palazzo Chigi sia come anzianità che come aumento di stipendio conseguente al riconoscimento delle anzianità degli anni precedenti.

    In sostanza viene ripristinata la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente, ma viene per tutti rallentata per il mancato riconoscimento del 2013.

    ATA

    Non è stata affrontata, invece, la questione relativa al personale ATA, relativamente alla restituzione della retribuzione per lo svolgimento delle mansioni superiori. Era attesa per oggi, infatti, una risoluzione alla questione, ma nel testo del Decreto non se ne fa menzione.

    La CISL è intervenuta prontamente sulla faccenda: "Quanto al recupero di compensi già erogati negli anni scorsi, - dice Scrima - si tratterebbe di un’operazione inaudita e
    inconcepibile, addirittura di un furto, visto che con quei soldi si sono pagate prestazioni già rese effettivamente dai lavoratori."

    Di Menna: il Governo trova una soluzione con il ‘balletto degli anni degli scatti’




    UIL - Il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri indica una soluzione alla questione del riconoscimento delle anzianità del personale della scuola.

    Una soluzione – spiega il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – raggiunta attraverso un fitto percorso contabile che talvolta differenzia, talvolta pospone di anno in anno il riconoscimento degli scatti.

    Per semplificare quello che potrebbe essere un ‘balletto degli anni degli scatti’ – aggiunge Di Menna abbiamo:

    2012 – anno che sarà valido solo se si chiude la trattativa all’Aran (è il terzo del triennio di blocco 2010 – 2011 – 2012. In analogia con quanto già fatto per la validità del 2011, occorre una trattativa per pagare gli scatti maturati).

    2013 – non è valido. Resta infatti in piedi il provvedimento di blocco previsto dal governo.

    2014 - è valido grazie al provvedimento emanato oggi da Palazzo Chigi sia come anzianità che come aumento di stipendio conseguente al riconoscimento delle anzianità degli anni precedenti.

    In sostanza viene ripristinata la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente, ma viene per tutti rallentata per il mancato riconoscimento del 2013.

    E’ il blocco del contratto, oltre agli errori commessi dai ministri e dai ministeri, alla base del pasticcio a cui oggi il decreto ha posto rimedio.

    Ora occorre dare maggiori certezze su tutti gli aspetti retributivi del personale, cosa che si può fare solo per via contrattuale. A tal fine rimane urgente un incontro con il ministro su tutte le questioni che attengono al rapporto di lavoro e al riconoscimento professionale comprese quelle riguardanti la seconda posizione economica Ata e del fondo per i dirigenti scolastici.

    Scatti stipendiali, vittoria su tutti i fronti (per i prof). Pagamento 2012, sblocco 2013 e ripristino 2014. Gli ATA? Il testo del Decreto
     
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    Scatti, ora si fanno sentire gli altri dipendenti pubblici: e noi?


    di Alessandro Giuliani
    19/01/2014
    Il sostanziale via libera agli aumenti in busta paga di docenti Ata scatena le rivendicazioni dei rappresentanti dei lavoratori degli altri comparti dela PA. Dopo il sindacato di polizia Silp-Cgil, arriva il commento davvero aspro del Cocer della Guardia di Finanza: chi lavora in silenzio e con responsabilità, rispettandoe regole, è sempre sistematicamente fregati.

    Prima i sindacati dei poliziotti, ora quelli dellla Guardia di Finanza. L'epilogo sostanzialmente positivo della vicenda degli scatti automatici dei dipendenti della scuola, culminato nel decreto aprovato dal CdM il 17 gennaio, non è passato inosservato ai rappresentanti del lavoratori degli altri dipendenti pubblici. In particolare a quelli in divisa, che non si riconducono però alle forze armate. Che non hanno una vera e propria rappresentaza sindacale. A frasi sentitre, chiedendo un trattamento analogo, che superi il blocco quadriennale del contratto sino a tutto il 2014, è stato prima Il sindacato di polizia Silp-Cgil. Che si è rivolto direttamente ai ministri D'Alia e Alfano, cui ha chiesto "un impegno reale su questo delicato versante al fine di non mortificare operatori che contribuiscono, ogni giorno, alla tenuta democratica del nostro Paese".
    Nelle ultime ore è stata la volta del Cocer della Guardia di Finanza, il quale con una certa asprezza, ha detto che "chi lavora in silenzio e con responsabilità, rispettandoe regole, è sempre sistematicamente fregato".
    Per poi aggiungere: "se qualcuno pensa che specifico è sinonimo di fesso, si sbaglia di grosso. Più che proporci favole ed illusioni a costo zero, ci aspettiamo proposte concrete per reintegrare completamente le retribuzioni 2013 e cancellare il taglio per il 2014. Tutti gli altri dipendenti pubblici (quelli privatizzati) hanno potuto utilizzare la contrattazione integrativa, prima, per ottenere, sotto forma di premi, incrementi stipendiali molto superiori ai nostri e, poi, per attenuare gli effetti dei tagli stipendiali, girando gli oneri sul turn-over e sulla funzionalità delle proprie amministrazioni - continua il Cocer - Anche il personale della scuola ha recuperato interamente i propri scatti di anzianità 2012 e 2013, attraverso la contrattazione integrativa, mentre noi abbiamo dovuto sopportare un taglio stipendiale più pesante rispetto agli altri pubblici dipendenti, subire il taglio delle spese per missioni, per il vitto e per la sicurezza sul lavoro".
    Secondo il Cocer i provvedimenti legislativi che si stanno studiano sono un'operazione di "mero marketing politico sindacale, superficiali, disorganici ed assolutamente inidonei a risolvere i cronici problemi del comparto". Dunque "se qualcuno pensa di comprare il nostro silenzio con un'altra scatola vuota, stavolta si sbaglia di grosso".
    Nelle conclusioni del proprio intervento il Cocer sembra prendersela addirittura con chi è riuscito a portare a case dei risultati: "Siamo pronti a discutere, ma prima di pensare al futuro si deve necessariamente sanare il passato: non si può più continuare a garantire gli stessi servizi con risorse minori, non si può più continuare a fare i responsabili in un paese che continua premiare solo i furbi".
    Ora, considerando che i comparti pubblici sono decine, con professionalità diverse, è probabile che nei prossimi giorni ad alzare la voce tocchi anche ad altri. Uno scenario che non farebbe altro che determinare ulteriori polemiche per la concessione al personale della scuola di aumenti tutto sommato pagati con risorse interne.
     
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    Le bugie politiche sulla storia degli scatti


    di Lucio Ficara
    19/01/2014
    La "vera" storia degli scatti bloccati, sbloccati in parte, prorogati e altro ancora è piuttosto complicata e per ricostruirla bisogna andare indietro negli anni.
    Incominciamo con il dire che gli scatti di anzianità, unico modo per gli insegnanti di avanzare in carriera, non sono da considerarsi un privilegio economico di categoria, ma più correttamente bisognerebbe considerarli un sistema per distribuire e spalmare a tutti i docenti italiani, con l’avanzamento dell’anzianità di servizio, il salario ottenuto dai patti contrattuali del 23 gennaio 2009. Quel contratto, è giusto ricordarlo, non venne firmato dalla Flc-Cgil, che lo bollò come inadeguato e irricevibile.
    Da allora più nessun contratto è stato firmato per la scuola, fatta eccezione per un altro contratto stipulato per garantire la sostenibilità economica e finanziaria del piano delle immissioni in ruolo del personale.
    In quell’occasione si rimodularono le posizioni stipendiali contrattualmente previste in modo tale da sopprimere la seconda fascia stipendiale accorpandola con alla prima dal punto di vista economico. In buona sostanza quell’accordo avvenuto nel 2011 portò la prima fascia stipendiale da 0 a 8 anni, bloccando per i neo immessi in ruolo l’avanzamento di carriera fino al nono anno di servizio.
    Questo fu l’incipit del blocco degli scatti di anzianità per il personale scolastico.
    Infatti è opportuno ricordare che con l’art. 9, comma 23, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, si dispose che gli anni 2010, 2011 e 2012 non erano utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti.
    Quindi il blocco degli scatti arriva quando al Governo c’è ancora il ministro Gelmini. Ma chi è stato a sbloccare gli scatti di anzianità della scuola e a porre rimedio a questo pasticcio?
    Su questa domanda nasce un duro confronto tra la senatrice Francesca Puglisi del Partito Democratico e la responsabile scuola di Forza Italia on. Elena Centemero.
    Da un gruppo facebook aperto dalla stessa Centemero, intitolato “Forza Italia scuola 3.0”, riprendiamo la risposta che la Centemero dà alla Puglisi: "La Senatrice Puglisi è un po' smemorata. Lo sblocco degli scatti per i docenti fu una scelta politica della Ministra Gelmini, come tutti i sindacati ricordano, e riguardava gli anni 2010, 2011 e 2012 a valere sul fondo per il merito. La cosa grave del dl uscito oggi dal CDM è il fatto che, qualora i risparmi del fondo per il merito non venissero usati nella negoziazione degli scatti, tornerebbero al MEF. Un'ennesima figuraccia della Ministra Carrozza che forse anche questa volta non ne era informata!".
    Ma le cose stanno veramente così come sostiene la responsabile scuola di Forza Italia? Qualche bugia nella dichiarazione della Centemero c’è. È assolutamente vero che il decreto interministeriale tra Mef e Miur del 14 gennaio 2011 è stato emanato congiuntamente dai ministri Gelmini e Tremonti, artefici primari del blocco, ma quel provvedimento dava certezza solo per il 2010, e poneva all’art.4 di detto decreto dei limiti oggettivi per le annualità successive. La Centemero dimentica di dire un’altra verità che è giusto ricordare: “A causa dei tagli sui docenti di sostegno attuati dai ministri Gelmini e Tremonti, riconosciuti illegittimi dalla Corte Costituzionale, le economie certificate ai sensi dell’art.64 della legge 133/2008, sono servite a mettere una toppa a questi tagli, reintroducendo i posti in organico, ma lasciando, per tale motivo, le casse vuote per sanare i blocchi degli scatti 2011-2012".
    Quindi se la Puglisi, come afferma la Centemero dice bugie o omette verità, la stessa cosa vale per la stessa Centemero, che se non bugie dice mezze verità.
     
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  9. rsustaff
     
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    Scatti stipendiali, altro pasticcio: decreto approvato dal CdM inesatto e senza copertura finanziaria




    Anief - Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il provvedimento è frutto della superficialità dei tecnici del Tesoro sulle questioni scolastiche. Invece di avventurarsi in riferimenti normativi inappropriati, sarebbe bastato adottare una deroga per i dipendenti della scuola al D.P.R. 122/2013, nella parte in cui prevede la mancanza di riconoscimento degli aumenti già a partire dal 2011. L’unico risultato sicuro che porterà il Governo è la sensibile riduzione dei fondi destinati al Miglioramento dell’offerta formativa.

    Sugli scatti di anzianità del personale della scuola regna la confusione più totale: anziché adottare una deroga per i dipendenti della scuola al mancato “riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall'anno 2011” a favore del “personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche”, come previsto dal D.P.R. 122 del settembre 2013, venerdì il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto ad hoc che solo in apparenza dà una boccata d’ossigeno alle buste paga degli insegnanti.

    Da un’analisi approfondita del provvedimento, il sindacato Anief-Confedir ha appurato che il decreto produce ulteriore confusione, non determina alcuna soluzione definitiva e non individua le risorse necessarie per uscire dalla situazione stipendiale di stallo in cui versano docenti e Ata. L’operazione è così destinata ad essere finanziata in larga parte con fondi già in seno all’amministrazione scolastica: quelli per l’incentivazione del personale scolastico impegnato nel miglioramento dell’offerta formativa dei nostri alunni.

    C’è da sperare, inoltre, che la bozza del decreto approvato dal CdM non sia quella definitiva: in alcuni passaggi risulta infatti zeppa di inesattezze, confermando la poca attenzione alle vicende della scuola da parte dei tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In particolare, nel testo del decreto si fa riferimento ad una “sessione negoziale”, che si dovrebbe svolgere ai sensi del comma 9 dell’art. 64 della Legge 133 del 2008. Mentre l’estensore del provvedimento governativo avrebbe dovuto indicare l’art. 8 della Legge 122 del 2010.

    Inoltre, si ribadisce in toto il blocco contrattuale previsto dall’art. 1 comma 1 lettera b) del D.P.R. 122 del settembre 2013 per tutto l’anno 2013: una conferma che, senza un intervento legislativo, creerà inevitabilmente un “buco” annuale ineliminabile nella carriera di docenti e Ata. È davvero grave, poi, che si preveda di coprire gli scatti fino al 2014 con appena 120 milioni di euro, derivanti dai tagli decisi dalla gestione Tremonti-Gelmini, peraltro soggetti ad essere incamerati dal Tesoro qualora non si arrivi ad una sottoscrizione dell’accordo in fase negoziale: è una cifra a dir poco irrisoria, soprattutto se si pensa che solo per finanziare gli scatti automatici del 2011 servirono oltre 480 milioni di euro. Non si capisce, infine, per quale motivo si dia il via libera agli scatti del 2014, senza citare la Legge di Stabilità che ha superato le norme precedenti.

    “Anche se il Governo invia segnali di distensione – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – per chi si intende di norme scolastiche è evidente che ha combinato un altro pasticcio. Da cui potrà uscire solo approvando una specifica deroga per i dipendenti della scuola al D.P.R. 122/2013, nella parte in cui prevede la mancanza di riconoscimento degli aumenti già a partire dal 2011. Mentre l’unico risultato sicuro che porterà è quello della sensibile riduzione delle attività a supporto della didattica e della formazione scolastica”.

    Gli scatti, infatti, verranno pagati principalmente con la riduzione dei fondi destinati ad incentivare docenti e Ata per svolgere una serie di attività scolastiche: dalla retribuzione delle funzioni ‘strumentali’ del personale docente e degli incarichi specifici del personale Ata (figure chiave nella scuola dell’autonomia) alle ore eccedenti per la sostituzione degli insegnanti assenti; dall’indennità del lavoro notturno e festivo per gli educatori, fino alle ore eccedenti di pratica sportiva nella scuola secondaria. Ora, tagliando drasticamente la retribuzione delle prestazioni aggiuntive dei lavoratori della scuola, viene da chiedersi come faranno le scuole, in queste condizioni, a potenziare le attività di didattica e la qualità dell’insegnamento.

    Tra l’altro, quella di andare a “saccheggiare” gli istituti del fondo per l'istituzione scolastica non è una novità: l’amministrazione aveva cominciato nel 2011, prelevando 7 milioni di euro; si è continuato l’anno successivo, con una quota molto più consistente, pari a 138,91 milioni; e anche nel 2013, quando furono presi del Mof 275,41 milioni di euro. E pure nel 2014 la differenza per arrivare ai 570 milioni utili alla copertura degli scatti di anzianità, tra coperture arretrate e attuali, si coprirà con lo stesso metodo. Togliendo a circa 8.400 istituti scolastici italiani praticamente la metà di quanto era stabilito inizialmente: 985 milioni di euro.

    “La realtà – conclude Pacifico - è che stiamo assistendo ad un assurdo ‘storno’ di soldi. Da una parte vengono sottratti al personale. Mentre, dall’altra, vengono riconcessi attraverso il recupero di quegli scatti automatici che non andavano sottratti. Insomma siamo veramente al gioco delle tre carte.”.
    di OrizzonteScuola!
     
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  10. rsustaff
     
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    Scatti, ore decisive per la copertura. Carrozza convoca i sindacati


    di Alessandro Giuliani
    22/01/2014







    Il Ministro ricorda, in audizione al Senato che il blocco deciso dal Governo ha riguardato solo gli insegnanti ed è molto oneroso. I soldi presi dal Mof? E’ presto per dirlo, stiamo facendo un monitoraggio dei fondi disponibili. Intanto la Gilda chiede l’avvio degli incontri all’Aran: i prof quest'anno rischiano di realizzare lavori extra gratuitamente.
    Sugli scatti automatici al personale della scuola è arrivato il tempo delle scelte. Che possono essere anche dolorose. A farlo intendere è stato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, durante un'audizione in commissione Istruzione al Senato durante la quale ha ripercorso i principali passaggi della vicenda: Carrozza ha ricordato che l'operazione di recupero delle progressioni economiche, dopo il blocco deciso dal Governo, ha riguardato solo gli insegnanti ed è molto onerosa. In ogni caso, sulla questione "incontrerò i sindacati la prossima settimana".
    Ed è in quella occasione che si capire se, effettivamente, alcune centinaia di milioni di euro verranno prelevati dal Mof. “Ci stiamo lavorando, è presto per dirlo, stiamo facendo un monitoraggio dei fondi disponibili”, aveva risposto il Ministro ai cronisti che le chiedevano se si dovrà attingere dal Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa o se si potranno trovare i soldi altrove. Anticipando anche che “l'audizione in Senato di oggi” servirà “a rendere conto al Parlamento di ciò che è successo. Farò una ricostruzione di tutto il meccanismo, illustrerò tutti i dati in modo trasparente. Mi sembra anche un'occasione importante - ha aggiunto - per dire pubblicamente quali sono gli stipendi degli insegnanti, come funziona la loro progressione di carriera, anche in funzione di un'assunzione di responsabilità da parte del Parlamento sul futuro”.
    Ma ai sindacati la convocazione non basta: nella stessa giornata la Fgu-Gilda degli Insegnanti ha chiesto anche di avviare con urgenza la trattativa all’Aran. Ciò eviterebbe “di perdere i 120 milioni di euro già stanziati e di attivare procedure inaccettabili di restituzione degli scatti non contrattualizzati.“Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 17 gennaio e non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale – ha fatto sapere la Fgu-Gilda - ha risolto solo in parte le urgenze relative alle trattenute che il Mef intendeva applicare sulle buste paghe dei docenti in mancanza dell’accordo sugli scatti del 2012-13. La copertura finanziaria appare ancora incerta. Di fronte a 120 milioni di euro disponibili, frutto delle economie derivanti dalla ‘riforma Gelmini’, mancano ancora oltre 250 milioni per garantire il riconoscimento degli scatti del 2012 e affrontare in parte la situazione del 2013. Il Governo – ha concluso la Gilda - non ha trovato alcuna risorsa aggiuntiva ed è quindi necessario e urgente l’atto di indirizzo interministeriale”. Per questo, “bisogna fare in fretta – denuncia la Fgu-Gilda – perché le scuole non hanno certezza delle risorse da utilizzare in sede di contrattazione di istituto e il personale rischia di lavorare gratuitamente”.

    Edited by rsustaff - 22/1/2014, 18:38
     
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    Carrozza: gli scatti di anzianità hanno fatto il loro tempo


    di Pasquale Almirante
    23/01/2014
    Maria Chiara Carrozza riprende il progetto dei predecessori: gli scatti d'anzianità, l'unico modo di progressione economica nella scuola, “hanno fatto il loro tempo”: un tabù che si sgretola?
    In sede di rinnovo del contratto, bisognerà “pensare ad altro” per migliorare le "carriere" e quindi le buste paga degli insegnanti.

    Messaggio inequivocabile e che allinea il pensiero della ministra Carrozza a quello già espresso dalla sua predecessora, Maria Stella Gelmini, che aveva anche avviato una sperimentazione, disertata e contestata, sulla valutazione della scuole e degli insegnanti per arrivare proprio ad “aggiustare” gli stipendi dei prof in base al loro valore sul campo.
    Carrozza dunque ha ribadito con forza che questo modo di progredire "economicamente" solo per effetto dell’anzianità è molto dispendiosa e un'annualità, che già costa, ha poi ulteriori incrementi allorchè passa a regime.
    Visto che di questi tempi, e pure per il futuro, le risorse si sono esaurite, non resta ai professori che piangere, pianto antico per sedare il quale, nella forma degli scatti del 2012 scattati però nel 1013, si è dovuto ricorre ai risparmi della Gelmini e del suo collega Tremonti.
    Ma non solo, si intaccheranno anche le rimesse per il fondo al miglioramento dell'offerta formativa, penalizzando attività aggiuntive, corsi di recupero, pratica sportiva, progetti nelle aree a rischio e altro.
    La ministra incontrerà il prossimo 28 gennaio i sindacati e in quella sede vedremo cosa succederà, anche se, viste le premesse, con ogni probabilità il discorso dovrebbe essere incentrato sulle problematiche relative alla valutazione dei docenti, con grande soddisfazione della ex ministra Gelmini che aveva, non solo anticipato l’idea, ma anche trovato il modo di come fare.
     
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  12. rsustaff
     
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    Decreto scatti: è il n. 3 ed è già in Gazzetta Ufficiale


    di R.P.
    23/01/2014
    Il testo è sostanzialmente identico a quello ufficioso. Prevista una copertura per 120mlioni di euro, ma il contratto dovrà essere firmato entro il 30 giugno. C'è la possibilità che nel passaggio parlamentare le risorse vengano aumentate. Fondo di istituto a rischio.
    Entra in vigore da oggi, 23 gennaio, il decreto legge n. 3 “Disposizioni temporanee e urgenti in materia di proroga degli automatismi stipendiali del personale della scuola”.
    Il provvedimento è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale odierna.
    Si compone di due articoli il cui testo è sostanzialmente identico a quello provvisorio che stava circolando in rete già da diversi giorni.
    Il decreto ribadisce dunque che il problema dovrà trovare soluzione attraverso una apposita sessione negoziale da chiudere entro il 30 giugno prossimo. In caso di mancata firma del contratto, le risorse messe a disposizione (120milioni di euro, derivanti dai risparmi di sistema dovuti ai “tagli” di organici) verranno incamerate dallo Stato.
    Nelle prossime ore il provvedimento sarà trasmesso alle Camere che avranno tempo fino al 24 marzo per convertirlo in legge.
    Vedremo se, nel passaggio parlamentare, le forze politiche riusciranno a recuperare ulteriori risorse in modo da evitare la decurtazione del fondo di istituto che si preannuncia al momento piuttosto pesante (250-300 milioni di euro).
     
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    Decreto scatti: al via la procedura per la conversione in legge
    di Reginaldo Palermo
    25/01/2014
    Il decreto legge è stato depositato al Senato. I lavori prenderanno avvio il 28 gennaio. Pubblicata anche la relazione tecnica con il parere favorevole della Ragioneria Generale dello Stato
    Il decreto legge n. 3 sugli scatti stipendiali del personale della scuola è stato depositato in questi giorni al Senato.
    L’esame del provvedimento prenderà quindi avvio già nella settimana del 27 gennaio.
    La commissione referente, quella cioè che dovrà proporre eventuali modifiche e che dovrà riferire in aula, è la VII (Cultura e Istruzione) che dovrà però acquisire i pareri degli Affari Costituzionali e del Bilancio.
    I lavori inizieranno martedì 28 e potrebbero concludersi prima della metà di febbraio. Ma in questi casi non bisogna mai trascurare la possibilità di un rallentamento legato al tentativo di apportare modifiche al decreto governativo.
    Al Senato è già stata depositata anche la relazione tecnica che, in sostanza, conferma la sussistenza della copertura finanziaria.
    La relazione chiarisce che per il triennio 2014/2016 il bilancio dello Stato prevede già un aumento delle somme destinate al pagamento degli stipendi del personale della scuola, in quanto su tale capitolo sono confluiti 700milioni di euro derivanti dai risparmi di sistema derivanti dai “tagli” di organico previsti dall’art. 64 della legge 133/2008 (per evitare di dover chiedere al personale la restituzione delle somme già percepite nel 2013 sono necessari - si legge sempre nella relazione tecnica - 70 milioni di euro).
    Ma, per garantire lo scatto stipendiale già acquisito, sarà necessario che Aran e sindacati raggiungano al più presto un accordo che consenta la sottoscrizione di un contratto nazionale che ponga termine a questa complessa vicenda dovuta alla entrata in vigore del DPR 122/2013.
    Nella relazione che accompagna il decreto si parla anche dell’atto di indirizzo che il Governo dovrà inviare all’Aran per dare avvio alla trattativa con i sindacati.
    Vedremo nei prossimi giorni cosa come si svilupperà il dibattito nelle Commissioni del Senato: le prime sedute saranno certamente indicative delle reali intenzioni delle forze politiche. La partita – ricordiamo – si dovrà necessariamente chiudere entro il 24 marzo, data entro la quale il decreto dovrà essere convertito in legge.

    tecnica della scuola
     
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    Decreto sblocco scatti stipendiali, già al Senato. Negoziazione con sindacati entro 30 giugno 2014 o tornerà retrocessione. Stipendi comunque salvi



    E' stato presentato al Senato, assegnato alla VII Commissione cultura il Decreto legge per lo sblocco degli scatti stipendiali del personale della scuola. C'è un termine per la fase negoziale con i sindacati, ma le somme erogate non saranno più recuperate. Decreto da convertire entro entro il 24 marzo

    Il Decreto si pone quale obiettivi di:

    consentire in via transitoria la corresponsione del trattamento economico, già definito nell'anno 2013, in ragione dell'acquistata classe stipendiali per il personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) della scuola;
    evitare i recupero delle somme già corrisposte in virtù del conseguimento di un nuovo livello stipendiale.

    Cosa è accaduto? Una veloce carrellata

    Ricordiamo che il DPR 122 del 2013 ha prorogato il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali disposto dall'art. 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

    Fino all'adozione del suddetto Dpr, il personale della scuola aveva legittimamente maturato dieci mesi di anzianità (1 gennaio 2013 - 9 novembre 2013) utili, per alcuni dipendenti, per il passaggio alla classe stipendiali successiva e al riconoscimento del relativo trattamento economico. L'emanazione del DPR 122 obbliga il Ministero dell'economia ad intervenire facendo retrocedere alla classe stipendiale inferiore e recuperando le somme già percepite dai dipendenti.

    Il Decreto-legge che blocca il prelievo, in Gazzetta ufficiale da giorno 23 gennaio 2014, introduce una disciplina, efficace fino al 30 giugno 2014, avente lo scopo, fino a quando non sarà conclusa la sessione negoziale con i sindacati, di recuperare le utilità ai fini della maturazione dell'anzianità stipendiali.

    C'è un termine per la negoziazione

    La sessione negoziale consentirà il recupero dell'anzianità 2012, eliminando gli effetti della sottrazione 2013. Ma il tutto deve avvenire entro il termine del 30 giugno 2014. Mancato l'appuntamento, il DPR 122 tornerà ad esplicare la propria efficacia, determinandosi la retrocessione stipendiale.

    Retrocessione che, però, rende salva l'impossibilità di procedere al recupero delle somme comunque erogate da gennaio a novembre 2013. Stipendi, comunque, salvi.

    Stop al blocco anche per il 2014

    L'intervento, infine, chiarisce la mancata applicazione della proroga del blocco retributivo per il comparto scuola per l'anno 2014, evitando così che il blocco quadriennale previsto per la generalità dei dipendenti pubblici si trasformi, per il personale della scuola, in blocco quinquennale.

    Cosa succede nel cedolino

    Il Ministero dell'economia ha già provveduto a recuperare le somme 2013 erogate ma bloccate dal DPR 122, ed ha provveduto ad una seconda emissione per restituire le somme.

    La somma restituita è gravata con aliquota massima, il che ha fatto storcere il nato a qualche nostro utente. Ricordiamo che nel caso in cui ci fossero delle ritenute superiori al dovuto, esse verranno compensate con il conguaglio fiscale del 2014 (che molto probabilmente avverrà nel 2015)

    Nessun problema anche per quanto riguarda la data della posizione stipendiale, che nei cedolini emessi a gennaio è precedente a quella acquisita nel 2013, confermando la retrocessione prevista dal Dpr 122. Ma il tutto dovrebbe ritornare in ordine a partire dalla prossima emissione, la retrocessione era dovuta alla mancata pubblicazione del "Decreto sblocca scatti" in Gazzetta ufficiale. Monitoreremo le prossime emissioni.

    Per maggiori dettagli, leggi:
    Scatto stipendiale restituito tassato con aliquota massima, perché?

    La copertura finanziaria

    Gli oneri relativi alla restituzione degli scatti legati al Dpr 122 sono quantificati in complessivi 120mln di euro, di cui 58,1 relativi a somme corrisposte nell'anno 2013 e 61,9 relativi al mantenimento della posizione economica maturata nel 2013.

    Fino a quando non sarà conclusa la sessione negoziali con i sindacati, viene accantonata la somma di 120mln di euro corrispondente ad una parte dei risparmi conseguiti nell'anno 2012, che rimangono comunque nella disponibilità della sessione negoziale con i sindacati.

    Per quanto riguarda il periodo 2014-16, veniamo a conoscenza dalla relazione tecnica presentata in Parlamento, che sono già stati stanziati 700milioni di euro, provenienti parzialmente dai risparmi di spesa correlati alla riduzione del personale docente ed ATA.

    Il Decreto dovrà essere convertito entro il 24 marzo, vi terremo aggiornati.

    ORIZZONTESCUOLA
     
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