MIUR forse intenzionato ad avviare un nuovo concorso per l'a.s. 2014/2015

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  1. rsustaff
     
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    Gentilissimi,
    l'associazione informa che, come verificabile da questo articolo, il MIUR sembrerebbe intenzionato ad avviare un nuovo concorso per l'a.s. 2014/2015 con il quale verranno annullate le precedenti graduatorie concorsuali.

    Si ricorda a tal proposito che sono ancora aperte le iscrizioni al ricorso GAE rivolto a coloro che hanno conseguito l'idoneità concorsuale.

    L'amministrazione


    ecco l'articolo:


    REPORT dell’incontro della Delegazione dei Precari Uniti contro i Tagli con il Dottor Campione, funzionario del MIUR (sostituto del Sottosegretario Reggi)


    21 Giugno 2014

    Articolo tratto dalla newsletter "Coordinamento Lavoratori scuola", e riportato anche su vari blog. LVG consiglia vivamente la lettura del testo a coloro che sono risultati idonei all'ultimo concorso, ricordando che sono ancora aperte le iscrizioni al ricorso GAE.
    Ricorso GAE Idonei concorso
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    A seguito dell’emissione - avvenuta con discutibili modalità e con sospetta tempistica alle 23,30 del 23 maggio 2014 - del Decreto 356, che ha di fatto istituito, prevedendo uno scorrimento non contemplato e quindi illegittimo, una nuova graduatoria di “non vincitori” dell’ultimo concorso a cattedra, aventi diritto al ruolo nella misura del 50% dei posti disponibili, i Precari Uniti contro i Tagli, ritenendo che tale provvedimento abbia rettificato in modo retroattivo ed inusitato le disposizioni contenute nel bando dell’ormai espletato concorso 2012 (DdG 82/2012, art. 13, comma 2, ribadito dalla Nota Ministeriale 362 del 06/02/2014), hanno lanciato una petizione online che, in meno di quindici giorni, è stata sottoscritta da 1540 lavoratori della Scuola, ed hanno successivamente organizzato un presidio al Miur per il giorno 17 Giugno (ore 12,30-19,00), al fine di consegnare la petizione e di esporre le ragioni dei precari direttamente danneggiati dal decreto.
    Molti precari inseriti nelle Gae da anni, infatti, hanno scelto di non partecipare all’ultimo concorso per l’esiguità dei posti messi in palio (moltiplicati arbitrariamente, ora, dal Decreto 356), mentre quelli che hanno optato per il trasferimento in altra provincia, nel corso delle operazioni di aggiornamento che si sono concluse il 17 maggio scorso, facendo assegnamento sui dati relativi al numero dei soli vincitori, vedono il loro sacrificio vanificato e la meta del ruolo allontanarsi nuovamente, a motivo dell’ennesimo e repentino cambio delle regole.

    Alle ore 16,30 circa, una delegazione formata da quattro esponenti del gruppo è stata ricevuta dal Dott. Campione, il quale ha subito precisato che il Sottosegretario Reggi, dichiaratosi precedentemente disposto a parlare con i precari, era impegnato in una votazione al Senato, e che difficilmente sarebbe arrivato nel corso dell’incontro.
    Al Dott. Campione è stata presentata la petizione, con un discreto ma doveroso riferimento al Collega Carmine Cerbera, primo firmatario, morto suicida perché esasperato dalla sua condizione e dal continuo mutamento delle norme sul meccanismo che all’epoca si chiamava “Salvaprecari”.
    La delegazione ha precisato, preliminarmente e preventivamente, di rappresentare precari non interessati a difendere il proprio tornaconto a detrimento di altri colleghi parimenti sfruttati e legittimamente tendenti alla stabilizzazione, bensì decisi a chiedere l’uniformazione delle procedure di reclutamento, oggi numerose e concorrenziali, anche in ragione della necessità di finanziare le Università in modo indiretto, e la certezza delle norme che presiedono al funzionamento del sistema-Scuola, la defezione continua dalle quali genera caos, una pletora di ricorsi dagli esiti spesso incresciosi o contraddittori e perfino scontri tra categorie diverse di precari, che, proprio in occasione dell’emanazione del Decreto 356, hanno raggiunto punte di violenza intimidatoria molto preoccupanti.
    Nel riferire ciò, i delegati hanno menzionato lo sciopero dell’11 aprile e l’incontro avuto, in tale data, con il Dott. Chiappetta e la Dott.ssa Montesarchio. Il Dott. Campione ha chiesto quali fossero i capisaldi della piattaforma dei Precari Uniti. I delegati ne hanno allora elencato i principali punti: il ritiro dei tagli Gelmini, il ritiro della Riforma Fornero, l’abrogazione della 449/97 che condiziona al parere del MEF le assunzioni, l’esaurimento delle Gae.

    Il Dott. Campione ha ammesso che, effettivamente, le regole, in ambito scolastico, sono cambiate con rapidità e frequenza intollerabile, e si è anche dichiarato consapevole del fatto che il Decreto 356 abbia prodotto malumore e innescato conflitti.
    Ha tuttavia negato che ci fosse, a quanto gli constava, la volontà politica di ritirarlo, nonostante le circostanze in cui esso era stato varato, data la sua “validità piena” come atto ministeriale.
    Ha aggiunto che i danni prodotti dal decreto erano al vaglio del ministero, provincia per provincia, e che, secondo lui, sarebbero stati “pressoché nulli”, dal momento che per l’anno solare in corso si prevedono ancora immissioni di vincitori, mentre per il 2015 è prevista l’indizione di un nuovo concorso, con modalità diverse da quelle del precedente e sempre “a cattedra”, le cui graduatorie faranno decadere quelle create dal 356. Ha aggiunto che proprio per il fatto che il numero delle immissioni in ruolo dei “non vincitori” sarà irrisorio, il ministero avrà più di un anno per intervenire a limitare “i danni”.

    La delegazione, con dati precisi ed esemplificativi relativi alla Romagna, ha eccepito che i danni prodotti dall’atto ministeriale non saranno affatto “nulli”, soprattutto nelle province in cui le vecchie GM erano già esaurite su varie classi di concorso e che, inoltre, a prescindere dalla contabilità nuda e cruda dei posti negati, il decreto rappresenta un sovvertimento inaccettabile di regole già codificate, nonché uno sbilanciamento del Ministero a favore di una sola procedura di selezione, quella del concorso, appunto, e a favore di una data categoria di precari.
    Il Dott. Campione ha chiaramente mostrato di prediligere e di voler “sponsorizzare” la procedura concorsuale, di cui ha esaltato con superficialità la presunta maggiore selettività, arrivando perfino a negare, nel ripercorrere la storia del precariato, che le SSIS abbiano valore concorsuale, al che la delegazione ha risentitamente ricordato gli effetti della L.306/2000, art. 6 ter, e gli esiti del dibattito culturale che accompagnò l’istituzione delle SSIS, le quali erano state introdotte proprio per soppiantare la formula del concorso, ritenuta inidonea, tra le altre cose, a testare la formazione psico-pedagogica dei futuri docenti. Il Dott. Campione, di fronte alla reazione dei precari, decisi a difendere esperienze di formazione costate sacrificio e seriamente affrontate, ha infine affermato, non senza un certo insofferente fastidio, che partecipare al concorso è un’opportunità che l’iscritto nelle Gae è libero di non cogliere, fermo restando che l’assegnazione dei posti va fatta in ossequio alle norme del Testo Unico, a prescindere dalla situazione drammatica che il blocco delle assunzioni ha determinato, creando una pletora di precari in vana attesa del ruolo, una situazione che, secondo lui, non giustificava eccezionali misure né tantomeno la sospensione di nuovi concorsi.
    La discussione si è poi spostata sulla sentenza dell’UE relativa alla stabilizzazione di quanti hanno stipulato almeno tre contratti di lavoro continuativi. Il Dott. Campione ha prospettato diverse reazioni ministeriali ad un’eventuale sentenza favorevole ai precari, in ragione dei contenuti del pronunciamento atteso, dicendo che il ministero potrebbe essere tenuto ad assumere solo i ricorrenti, a risarcire gli stessi o anche quelli a cui la sentenza potrà essere estesa analogicamente, oppure essere costretto ad assumere tutti i precari “storici” in blocco. In quest’ultimo caso, le assunzioni nel comparto Scuola, secondo lui, verrebbero congelate per dieci anni circa. Questa ipotesi è stata presentata con tono tale da indurre i delegati a sentire la responsabilità del “blocco” totale del settore che la stabilizzazione dei precari produrrebbe, come se i precari non avessero anch’essi atteso 15 o 20 anni per vedersi riconoscere e attribuire, finalmente, la loro identità professionale.
    Alla domanda se il ministero avesse o meno già pensato di pagare le multe previste dall’UE piuttosto che assumere, il Dott. Campione ha risposto dicendo che non c’era mai stata discussione, su tale punto, nelle sedi preposte.
    Il funzionario ha poi toccato alcuni punti, quali la ricostituzione del CNPI, secondo lui troppo laboriosa (occorrerebbero, a suo dire, due anni per nominare il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione), surrogato da un Commissario, e la riduzione di un anno del percorso di studi superiori che, secondo Campione, non comporterebbe nuovi tagli al personale scolastico, una dichiarazione, la sua, in contrasto con i dati forniti dal Capo del Dipartimento della P.I. Chiappetta, che l’11 aprile, parlando ad una più ampia rappresentanza di precari, ammise che la riduzione del ciclo di studi superiore avrebbe comportato almeno 25.000 esuberi tra i docenti di ruolo, secondo i calcoli effettuati. Il Dott. Campione ha dichiarato che non sono stati dati input, dal Ministro, sul taglio dell’ultimo anno di scuola superiore, anche perché la sperimentazione, nelle sette scuole in cui è stata avviata, dovrà essere sottoposta ad una valutazione di cui, tuttavia, non si conoscono le modalità né sono stati resi noti i parametri. Ha infine negato che all’eventuale soppressione dell’ultimo anno delle Superiori corrisponderebbero rimodulazioni dei piani orario.

    Il Dott. Campione ha riferito, ancora, che la chiamata diretta non è un approdo auspicato dall’attuale Ministero, come egli stesso ha potuto evincere dalla posizione assunta, in merito, del sottosegretario Reggi; tuttavia, si è detto favorevole alla valutazione dei docenti effettuata dai dirigenti e all’introduzione di pratiche che limitino la libertà dei docenti, da lui intesa non come libertà di approccio metodologico e di impostazione ideologica, come la delegazione, nel ribadire la specificità della Scuola rispetto agli altri comparti “produttivi” ha precisato, ma come libertà da ogni vincolo di controllo, onde poter evadere dai propri doveri professionali.
    A tal proposito, il Dott. Campione si è detto anche favorevole all’applicazione dell’art. 50 della Legge finanziaria relativo all’organico dell’autonomia (cosiddetto “organico funzionale”).
    Dopo qualche altra battuta sul part-time istituito per i pensionandi, sul beneficio indubbio che procederebbe dalla risoluzione della vertenza dei cosiddetti “Quota ‘96” e sull’incremento dei pensionamenti (circa 55.000) che dovrebbe essere determinato, tra il 2017 e il 2020, sia dal regime normativo attuale, sia dai ventilati incentivi previsti dal governo Renzi, il Dott. Campione è tornato sul decreto 356 e, incalzato dalla delegazione, che lo invitava a chiarire se quanto da lui riportato fosse da intendersi come ufficiale posizione del suo partito di appartenenza, il Pd, ha dichiarato di parlare da “iscritto” al partito ma non “a nome” del partito, lasciando dedurre che la forza politica maggioritaria di governo non abbia ancora raggiunto l’unanimità sull’applicazione ovvero sul ritiro del decreto del 23 maggio.
    Esaurite le questioni che si era ripromessa di affrontare, e riservandosi di adire tutte le possibili vie di contestazione del provvedimento che ha originato la petizione e la protesta, la delegazione ha lasciato il Ministero verso le 18,30 circa, auspicando una nuova e forte mobilitazione contro il decreto da parte di tutti i docenti lesi nei loro diritti e di tutti i lavoratori della Scuola che hanno a cuore la legalità e l’impianto collegiale e democratico della Scuola, profilato nella nostra Costituzione.

    La delegazione
     
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