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Un manuale sulla pedofilia destinato ad insegnanti e genitori
di Giulia Boffa
La psicoterapeuta pugliese Loredana Petrone, oggi docente all’università “La Sapienza” di Roma, ha subito abusi da bambina da parte di uno zio ed oggi si occupa d abusi sessuali ne confronti dei minori.
Ha pubblicato, “Chi ha paura del lupo cattivo?”(Franco Angeli), un manuale di prevenzione degli abusi sessuali per genitori, insegnanti e operatori e “Pedofilia rosa, il crollo dell’ultimo tabù”(Magi edizioni), sulle violenze sessuali perpetrati da donne sui minori.
"C’è una evidente, spropositata asimmetria nel rapporto tra adulto e bambino. Il bambino ha bisogno di affetto e di amore e li ricerca. Se poi c’è una famiglia che non gli dimostra normalmente tutto ciò, per lui potrebbero diventare accettabili anche le attenzioni del suo molestatore, intenzionato ad abusare sessualmente di lui o di lei. Ed è comunque un fatto che il bambino non dà peso alla dimensione abusiva".
Bisogna aiutare i bambini a nche a scuola a parlare di ciò che gli accade di brutto: "Nelle nostre scuole è già complicato fare educazione sessuale, di prevenire gli abusi sessuali proprio non se ne parla. Così non riusciamo a fornire validi strumenti di difesa ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, cosa che invece sarebbe possibile. La prima cosa che andrebbe insegnata loro è che c’è segreto e segreto. È il violentatore, colui che abusa, ad estorcere alla vittima 'il segreto' sul loro rapporto, sulla loro 'relazione'. Cosa ben diversa e che va spiegata al piccolo rispetto al mantenere un altro tipo di segreto quale, ad esempio, quello sull’identità misteriosa di Babbo Natale…".
La psicoterapeuta ha pubblicato un libro sull'argomento pedofila a scuola: “Il quaderno di Axi: per non lasciarli nella vergogna”.
Nel libro insegna ai minori a raccontare gli abusi e agl adulti come genitori ed insegnanti come difenderli e mediare.
"Purtroppo, oggi, l’attenzione sul tema degli abusi sessuali sui bambini e sui minori da parte del mondo della scuola è scarsa". "A volte - aggiunge Petrone, - mi sembra che direttori didattici ed insegnanti abbiano abdicato al loro ruolo di educatori, preferendo non guardare, voltarsi dall’altra parte. Quando poi si interviene è spesso troppo tardi, la violenza sessuale è già stata consumata, con tutti i danni conseguenti, come i gravi disturbi alimentari, bulimia e anoressia in primis o il cutting, la volontà di ferirsi tagliandosi. Le famiglie devono stare in guardia, monitorare attentamente il comportamento dei propri figli: i segnali preoccupanti includono anche i disturbi del sonno, il calo del rendimento a scuola o l’erotizzazione dei disegni e del linguaggio".
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