FCG alle famiglie:" Non pagate i contributi alle scuole"

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    FCG alle famiglie:" Non pagate i contributi alle scuole"




    di Giulia Boffa


    Parte la campagna di boicottaggio dei contributi studenteschi lanciata dal Fronte della Gioventù Comunista in tutte le scuole italiane con lo slogan “Difendi la scuola pubblica. Blocca il contributo”. In questi giorni le scuole superiori richiedono il pagamento del contributo alle famiglie in occasione delle iscrizioni.

    Secondo i giovani del FGC "i dati dimostrano che in questi anni i contributi sono aumentati del 200% arrivando ormai a toccare la media di 150 euro. In più in diverse scuole sono partite sperimentazioni e introduzioni di percorsi formativi ulteriori nelle ore curriculari con la richiesta alle famiglie di contributi aggiuntivi. Un costo sempre più alto per le famiglie che va sommato ai libri di testo, alle spese di trasporto che crescono sempre di più, creando un vero e proprio ostacolo economico per l’accesso all’istruzione. La crescita dell’abbandono scolastico è il primo campanello d’allarme significativo sul fatto che l’istruzione per molti sta diventando un lusso.Nella Buona Scuola – la proposta di riforma del governo Renzi – non c’è traccia di interventi significativi su questo aspetto. Il contributo delle famiglie semplicemente non viene nominato."

    «Nelle comunicazioni dalle scuole – secondo Paolo Spena, responsabile scuola FGC – il carattere volontario del contributo viene omesso, o altrimenti si ricorre alla definizione di “contributo volontario obbligatorio” per confondere le famiglie. Contemporaneamente aumentano minacce e ritorsioni nei confronti degli studenti che non pagano, una situazione intollerabile, specialmente in questo momento di crisi per cui molte famiglie non sono effettivamente in grado di sostenere le spese per l’istruzione, e i sussidi delle istituzioni pubbliche per le famiglie bisognose sono ridotti a briciole. Si crea così una lotta tra poveri tra le scuole, strozzate dalla cronica mancanza di fondi e le famiglie in difficoltà per la crisi."

    "Per questi motivi – conclude la nota – invitiamo gli studenti e le famiglie a non pagare i contributi e il governo ad assumere immediatamente i provvedimenti necessari per assicurare il diritto ad un’istruzione gratuita ed accessibile a tutti, come scritto nella Costituzione."
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    Edited by rsustaff - 3/2/2015, 10:35
     
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  2. rsustaff
     
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    I contributi alle scuole aumentati del 200%: studenti, non li pagate più



    Alessandro Giuliani Lunedì, 02 Febbraio 2015

    Il Fronte della Gioventù Comunista avvia la campagna di boicottaggio verso i contributi scolastici, arrivati a toccare la media di 150 euro annui: sommato ai libri di testo e alle spese di trasporto, creano un vero e proprio ostacolo economico per l'accesso all'istruzione. Lo slogan è: "Difendi la scuola pubblica. Blocca il contributo".
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    fonte tecnica della scuola

    Studenti di tutta Italia, è ora di finirla di pagare i contributi annuali chiesti dalle scuole. A sostenerlo, mettendo in atto una campagna di boicottaggio verso i contributi scolastici, è il Fronte della Gioventù Comunista.

    A tal fine, i giovani comunisti, hanno coniato lo slogan "Difendi la scuola pubblica. Blocca il contributo". La scelta dei tempi non è casuale, perché proprio in questi giorni sono in corso le iscrizioni on line alle scuole superiori e con esse viene richiesto alle famiglie il pagamento del contributo.

    Sempre il Fgc ha dimostrato, dati alla mano, che in questi anni i contributi sono aumentati del 200% arrivando ormai a toccare la media di 150 euro. In più in diverse scuole sono partite sperimentazioni e introduzioni di percorsi formativi ulteriori nelle ore curriculari con la richiesta alle famiglie di contributi aggiuntivi.

    "Un costo sempre più alto per le famiglie che va sommato ai libri di testo, alle spese di trasporto che crescono sempre di più, creando - afferma l'associazione studentesca - un vero e proprio ostacolo economico per l'accesso all'istruzione. La crescita dell'abbandono scolastico è il primo campanello d'allarme significativo sul fatto che l'istruzione per molti sta diventando un lusso. E tutto questo - fanno notare gli studenti comunisti - mentre nella Buona Scuola non c'è traccia di interventi significativi su questo aspetto. Il contributo delle famiglie semplicemente non viene nominato".

    "Nelle comunicazioni dalle scuole - afferma Paolo Spena, responsabile scuola Fgc - il carattere volontario del contributo viene omesso, o altrimenti si ricorre alla definizione di 'contributo volontario obbligatorio' per confondere le famiglie. Contemporaneamente aumentano minacce e ritorsioni nei confronti degli studenti che non pagano, una situazione intollerabile, specialmente in questo momento di crisi per cui molte famiglie non sono effettivamente in grado di sostenere le spese per l'istruzione, e i sussidi delle istituzioni pubbliche per le famiglie bisognose sono ridotti a briciole".
     
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    Le famiglie e i contributi "volontari"




    Marco Barone Giovedì, 04 Giugno 2015

    FONTE TECNICA DELLA SCUOLA

    Quando i contributi (non) volontari delle famiglie finanziano quasi un terzo del bilancio della scuola.

    Da poco tempo è disponibile sul sito di tutte le istituzioni scolastiche la finestra “amministrazione trasparente” che include diverse voci, alcune ad oggi inapplicabili nella scuola, come la performance, o programma triennale (salvo approvazione buona scuola...) altre che offrono la possibilità di capire meglio come funziona la scuola dal punto di vista finanziario, economico.

    Secondo le disposizioni del decreto legislativo del 14 marzo 2013, n. 33, le Pubbliche Amministrazioni pubblicano i dati relativi al bilancio di previsione e a quello consuntivo di ciascun anno in forma sintetica, aggregata e semplificata, anche con il ricorso a rappresentazioni grafiche, al fine di assicurare la piena accessibilità e comprensibilità.

    E' impressionate notare, avendo fatto una verifica a campione su diverse scuole, da Trieste in giù, quanto sia determinante la voce “contributi da privati" che include tre sottovoci, quale famiglia vincolati, non vincolati altri vincolati, non vincolati.

    Di norma le entrate principali per le scuole sono garantite, per quello che emerge nel Programma, dai finanziamenti ordinari ministeriali, finalizzati a garantire il funzionamento fondamentale di tutti i servizi di base erogati in una istituzione scolastica, quelli della didattica curricolare e quelli dei servizi amministrativi.

    Poi vi sono le assegnazioni che giungono da parte degli enti locali, per progetti previsti nel Pof ecc, ed infine vi è quella dei privati, la cui voce principale è data dal contributo volontario che nella quasi maggioranza dei casi costituisce circa un terzo delle risorse a disposizione della scuola, come indicate nel Programma annuale,e la media è di circa 60/80 euro a studente per anno scolastico.

    Sul contributo volontario già sono stati spesi fiumi di parole, e critiche giuste, è intervenuto anche il Miur, in modo severo, almeno con le parole, dovrebbero servire per la non ordinarietà dell'attività scolastica, eppure ho letto sintetici rapporti che hanno visto l'utilizzo dei contributi per coprire il costo della carta, della cancelleria per parte della spesa per le licenze del software utilizzato su tutti i pc della scuola, per la manutenzione e eventuale riparazione di attrezzature di qualsiasi tipo ed altresì per abbonamenti a riviste per uso didattico, per il funzionamento delle Lim, per coprire l'invio degli sms che le scuole inviano ai genitori, per la vigilanza degli addetti, per la copertura assicurativa, per la connessione Internet per uso didattico.

    E questi sono solo alcuni casi che si possono facilmente reperire in rete scrivendo nel motore di ricerca contributo volontario scuole ed aprendo i file ed i resoconti delle scuole. E meno male che non dovevano essere utilizzati per attività ordinaria della vita scolastica.

    Certo, è vero che l'art. 15 del TUIR 917/86 e ss. prevede la possibilità di detrarre, in sede di dichiarazione dei redditi, i contributi volontari versati a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado ed in particolare, le persone fisiche, quindi anche le famiglie che erogano contributi alle scuole, possono detrarre dall’imposta sul reddito il 19% del contributo elargito.

    Però, il problema esiste e persiste soprattutto quando la vita effettiva della scuola è correlata, stante il drastico e costante venir meno di stanziamenti di risorse, al versamento di questo contributo che mina certamente la gratuità del diritto allo studio. Insomma se le scuole italiane si priveranno,oggi, dei contributi volontari queste certamente rischieranno delle mazzate tremende, forse il collasso.

    A dirla tutta penso che sia il caso di subirle queste mazzate, di viverlo questo collasso, quanto prima, semplicemente non versando ciò che non si deve versare, perché questo è il miglior modo per capire lo stato reale delle cose.

    Non si è responsabili e solidali sostituendosi ad uno Stato che sperpera danaro pubblico in una infinità di modi ben noti, si è responsabili e solidali con la scuola, la nostra scuola, adoperandosi perché questa possa guardarsi allo specchio e prendere consapevolezza del suo malanno.

    La scuola non ha bisogno di elemosina o di contributi volontari, ma di investimenti pubblici e se le famiglie continueranno a farsi carico di ciò, per quale motivo lo Stato dovrebbe invertire la tendenza? Visto che ci pensano gli italiani con i propri soldini a garantire la sussistenza della scuola pubblica?

    Fino a quando si verseranno i contributi volontari, fino a quando si metteranno delle pezze, lo Stato andrà avanti per la sua strada, inesorabilmente, e la strada è già segnata, fomentare diseguaglianze sociali, incentivare, stante le condizioni vigenti, come sistematicamente volute, l'intervento dei privati.
     
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2 replies since 2/2/2015, 20:10   28 views
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