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Rinnovo contratto pubblico impiego: iniziano i lavori propedeutici
di Nino Sabella
Il ministro Madia ha avviato i lavori propedeutici al rinnovo del contratto del pubblico impiego, dando mandato all'ARAN di avviare le trattative per ridefinire i comparti pubblici.
La legge n. 150/09, ricordiamolo, all'art. 54 prevede la ridefinizione, sino ad un massimo di quattro (attualmente sono dodici), dei comparti di contrattazione collettiva nazionale, cui devono corrispondere non più di quattro aree per la dirigenza.
Il rinnovo contrattuale, pertanto, non potrà avvenire, se prima non si applicano le disposizioni dettate dal citato articolo 54.
La riduzione dei comparti avrà ripercussioni non solo all'interno delle diverse amministrazioni pubbliche, ma anche sulla rappresentatività sindacale e sugli stipendi dei dipendenti dei vari comparti.
Riducendo i comparti si dovranno ricalcolare i parametri di rappresentatività, in quanto i limiti di ogni comparto si allargheranno.
La riduzione , inoltre, farà sì che all'interno di uno stesso comparto si ritroveranno dipendenti con retribuzioni che presentano differenze notevoli differenti, pertanto, sarà difficile ricondurli all'interno di futuri contratti unici.
L'attuazione dell'art. 54 della legge Brunetta richiederà necessariamente del tempo, tuttavia era ormai il momento di iniziare i lavoro propedeutici al rinnovo del contratto del pubblico impiego bloccato da sei anni.
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300 milioni per il rinnovo dei contratti
Pasquale Almirante Sabato, 10 Ottobre 2015
fonte Tecnica dell scuola
Arriverebbero a circa 300 milioni di euro, secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier, le risorse che il Governo sarebbe orientato a stanziare con la Legge di Stabilità per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego per il 2016.
Una cifra che provoca la reazione della Cgil. Secondo il sindacato di Corso d'Italia infatti se si stanziassero 300 milioni per il rinnovo dei contratti pubblici l'effetto sulle buste paga dei 3,2 milioni di dipendenti sarebbe di "8-10 euro lordi al mese", cifra che, se confermata, sarebbe "inaccettabile".
Michele Gentile, il responsabile settore pubblico della Cgil, ha ricordato anche che in 6 anni di blocco si sono persi circa 300 euro a testa al mese. "Se confermati" 300 milioni "ci troveremmo di fronte a una cifra irrealistica" con la quale sarebbe "impossibile sottoscrivere un qualsiasi contratto degno di questo nome" è il parere invece di Antonio Foccillo, segretario confederale Uil: "Si tratterebbe di meno di 10 euro lordi, neanche una pizza". (RaiNews).