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    Il 12 maggio sciopero unitario UNICOBAS, COBAS, GILDA contro riforma della scuola, mobilità e contratto




    Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas) - A Roma manifestazione dal Ministero (h. 9.30): una piazza gremita di scuole in lotta ove raccogliere ulteriori decine di migliaia di adesioni ai quesiti abrogativi della L. 107 (‘riforma’ Renzi) ed agli altri referendum sociali (no inceneritori, no trivelle, petizione sì acqua pubblica).

    L'Unicobas aderisce agli scioperi del 4 e 5 Maggio contro la somministrazione e la correzione delle prove Invalsi nella scuola Primaria proclamati dai Cobas e dall'Sgb (sciopero di mansione).

    L'attuazione della L. 107/2015 va bloccata qui ed ora, senza se e senza ma, non validata con inciuci contrattuali sulla mobilità del personale. CGIL, CISL, UIL, SNALS SOCCORRONO IL GOVERNO ED ACCETTANO CHIAMATA DIRETTA ED AMBITI TERRITORIALI, architravi della controriforma. Con questo sciopero unitario in campo non hanno più alibi: disdire l'intesa e scioperare con noi o rimanere definitivamente schierati con Renzi e la Giannini.



    L’accordo ‘con sequenza contrattuale’ raggiunto fra il Ministero ed i sindacati tradizionali è inaccettabile: i vari ‘movimenti’ relativi alla mobilità del personale docente ed ata implicano enormi disparità di trattamento non solo fra gli insegnanti stabilizzati ante-legem 107/2015 ed i neo-assunti, ma anche fra le quattro fasi della nuova campagna di reclutamento. Se con il primo ed il secondo ‘movimento’, i docenti assunti entro il 2013 potranno ancora (ma solo per quest’anno) chiedere trasferimento in una scuola, in particolare il terzo e quarto ‘movimento’ penalizzano decine di migliaia di docenti. A cominciare da chi è passato di ruolo entro il 2014 (quindi prima della ‘riforma’), che potrà sperare di ottenere una titolarità di istituto solo se avrà la (rarissima) ‘fortuna’ di trovare posto proprio in quell’unica scuola che l’accordo consente loro di indicare nella domanda di trasferimento, poiché altrimenti finirà su una rete di istituti in balia dei dirigenti di un territorio grande quasi quanto una provincia (o di un’area metropolitana della stessa ampiezza) per un’utilizzazione da ‘tappa-buchi’. Il quarto ‘movimento’ condannerà invece tutti gli assunti delle fasi ‘B’ e ‘C’ al limbo degli ambiti territoriali, con l’aggravante che, mentre i neoassunti dalle graduatorie di merito dei vecchi concorsi si muoveranno a livello regionale, quanti sono stati presi dalle GAE (Graduatorie ad esaurimento), verranno addirittura spediti ovunque sull’intero territorio nazionale.



    Non solo non è stata risolta, ma neppure ‘trattata’, la questione del demansionamento di 30.000 docenti inviati negli ambiti ‘a caso’contro la propria volontà e senza tenere in conto le richieste delle scuole per l’organico cd. ‘potenziato’. Si tratta di chi, pur abilitato in diritto, greco o filosofia, è stato assegnato ad un istituto comprensivo (scuola Primaria e Media), ma anche di quegli istituti che, ad esempio, pur avendo chiesto uno o più insegnanti di matematica si sono visti mandare dagli Uffici Scolastici Regionali uno o più insegnanti di educazione motoria (o altro). Una vergogna che, se adeguatamente portata a conoscenza dell’opinione pubblica, basterebbe da sola, in un Paese con una stampa attenta e non asservita al ‘Principe’ di turno, per sbugiardare completamente Renzi e la sua cd. ‘Buona Scuola’.
    Stiamo avviando una valanga di ricorsi che, a costo di dover giungere sino alla Suprema Corte di Strasburgo, ci daranno il modo di imporre alla Corte Costituzionale di esprimersi su una legge che Mattarella per primo non avrebbe mai dovuto avallare. Stiamo già sostenendo da tempo una grande battaglia, sia sul demansionamento che sulle disparità di trattamento, ma in particolare sul blocco dell’elezione dei comitati di valutazione degli insegnanti per il cd. 'merito', che non possono funzionare se 'collegi imperfetti': a) i Collegi dei Docenti si stanno già rifiutando di avvalersi del diritto di eleggere i due membri di propria competenza (la metà delle scuole è senza comitato); b) i Consigli di Istituto stanno facendo altrettanto. Anche dove il comitato è stato eletto, stanno tornando sui propri passi, dimettendosi prima di sottoscrivere i criteri del 'merito', perché ovunque s'è finalmente capito che il 'bonus' non può venire 'contrattato', come sostenevano quelle sigle che hanno fatto accomodare le proprie RSU nei 'comitati' (cosa che stava aprendo di fatto la strada alla discrezionalità assoluta del dirigente scolastico). Infine, l'Unicobas dà indicazione di indisponibilità a svolgere la funzione di ‘tutor’ (cosa che blocca l’alternanza scuola-lavoro).

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    Cobas, Unicobas e Gilda: sciopero unitario il 12 maggio
    Reginaldo Palermo Giovedì, 14 Aprile 2016

    Fonte Tecnica della Scuola


    Ci sono voluti parecchi giorni di incontri e "trattative" più o meno riservate, ma alla fine Cobas, Unicobas e Gilda si sono accordati: il 12 maggio sarà sciopero del comparto scuola.

    Non ci vuole molto per capire che l'iniziativa assume un rilievo politico di tutto rispetto.
    Intanto perchè segna il "passaggio" della Gilda dallo schieramento dei sindacati del comparto a quello del sindacalismo "alternativo".D'altronde già con la mancata firma del CCNI sulla mobilità da parte del sindacato di Rino Di Meglio si era capito che gli equilibri fra le diverse sigle sindacali stavano cambiando.
    Lo sciopero del 12 riguarderà un po' tutti i problemi sul tappeto: l’ accordo sulla mobilità, i quiz invalsi, il rinnovo del contratto, l'applicazione della legge 107.
    "L'attuazione della legge - sostiene l'Unicobas - va bloccata qui ed ora, senza se e senza ma e non validata con inciuci contrattuali sulla mobilità del personale. Per parte loro, invece, Cgil, Cisl, Uil e Snals soccorrono il Governo ed accettano chiamata diretta ed ambiti territoriali, architravi della controriforma. Con questo sciopero unitario in campo non hanno più alibi: disdire l'intesa e scioperare con noi o rimanere definitivamente schierati con Renzi e la Giannini".
    Unicobas fa osservare che "l’accordo ‘con sequenza contrattuale’ raggiunto fra il Ministero ed i sindacati tradizionali è inaccettabile: i vari ‘movimenti’ relativi alla mobilità del personale docente ed ata implicano enormi disparità di trattamento non solo fra gli insegnanti stabilizzati ante-legem 107/2015 ed i neo-assunti, ma anche fra le quattro fasi della nuova campagna di reclutamento".
    Sotto accusa ci sono poi anche altri aspetti della Riforma, dall'organico potenziato che avrebbe determinato - secondo Cobas, Unicobas e Gilda - un vero e proprio demansionamento di migliaia e migliaia di docenti costretti a insegnare in ordini di scuola diversi dal proprio con significative ricadute negative sulla qualità dell'insegnamento.
    Per non parlare poi della questione del "merito" e dei comitati di valutazione che certamente "esploderà" nelle prossime settimane quando i dirigenti scolastici dovranno dare distribuire il fondo.
    C'è infine il tema della prove Invalsi che da sempre vengono osteggiati dai sindacati di base.
    E infatti lo sciopero unitario del 12 sarà anticipato da uno sciopero Cobas nei giorni 4 e 5 quando verranno somministrati i "quiz" nella scuola primaria (negli stessi due giorni Unicobas propone uno sciopero di mansione, limitato cioè alle sole ore in cui si svolgeranno le prove).
    Adesso non resta altro da fare che attendere la "risposta" dei sindacati confederali e dello Snals che per il 28 aprile hanno convocato una assemblea nazionale delle RSU.
     
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    Il 12 maggio sciopero della scuola
    Pasquale Almirante Domenica, 17 Aprile 2016

    Fonte Tecnica della scuola


    Ma lo sciopero, fa sapere un comunicato Cobas, è anche contro la legge 107, i quiz Invalsi e in difesa dei precari, con manifestazioni nelle principali città.

    Il 4 e 5 maggio sciopero dei docenti (in Sardegna anche degli Ata) della primaria per boicottare i quiz

    E Gilda, Cobas e Unicobas ricordano pure che è partita la raccolta firme per i Referendum sociali contro la legge 107 e la cattiva scuola di Renzi, contro gli inceneritori e per i Beni comuni

    Tenendo conto anche dell’emarginazione/espulsione di una marea di precari, dell’indegno trattamento riservato agli ATA e ai neo-assunti nell’“organico funzionale” (eufemismo che copre la “supplentite”), e del perdurare del blocco contrattuale (da 7 anni) che ulteriormente impoverito docenti ed ATA, abbiamo convocato per il 12 maggio lo sciopero generale di tutte le scuole, con manifestazioni nelle principali città; nonché lo sciopero del personale docente (in Sardegna anche degli ATA) della scuola primaria il 4 e il 5 maggio per il boicottaggio dei quiz. Ogni insegnante sceglierà il giorno in cui lo sciopero sarà più efficace per il boicottaggio.

    Lo sciopero del 12 maggio è convocato anche dalla Gilda e dall’Unicobas.

    Oltre ad esigere la cancellazione dei quiz Invalsi e del loro uso per “valutare” docenti, studenti e scuole, scioperiamo contro la 107 e in particolare contro il premio di “merito”, la chiamata diretta da parte del preside per incarichi solo triennali (negli ambiti territoriali), l’obbligo di alternanza scuola-lavoro di 200 ore nei licei e di 400 nei tecnico-professionali, l’accordo sulla Mobilità, che colpisce in particolare gli insegnanti della “fase C”. Nel contempo chiediamo un significativo aumento salariale contrattuale per docenti ed ATA, recuperando almeno quanto perso negli ultimi anni, l’assunzione di tutti i precari/e abilitati o con 360 giorni di insegnamento, l’aumento del numero dei collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici, lo sblocco immediato delle immissioni in ruolo per tutti i profili ATA.

    Intanto è iniziata la campagna dei Referendum sociali, per eliminare i punti più intollerabili della legge 107, gli inceneritori e le trivelle petrolifere, nonché per una Petizione popolare in difesa dell’acqua pubblica. Le giornate di preparazione e di effettuazione dello sciopero dovranno anche dare un grande impulso alla raccolta firme dei Referendum, strumento rilevante per battere la cattiva scuola di Renzi e per smantellare installazioni inquinanti e pericolose.
     
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