Riforma sostegno, le novità e i rischi del decreto legislativo 378

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    Riforma sostegno, le novità e i rischi del decreto legislativo 378




    comunicato stampa – A Roma si è tenuto in questi giorni il primo di una serie di incontri-dibattito sui decreti legislativi che la legge 107/2015 ha delegato al Governo. Erano presenti sia genitori che insegnanti, che hanno dato vita a un vivace dibattito, approfondendo più aspetti che i nuovi
    provvedimenti introducono.

    Il gruppo, coordinato da Evelina Chiocca, componente del direttivo CIIS, ha considerato i singoli articoli, in particolare, del decreto 378 (sul sostegno). Unanimi le espressioni nel riconoscere come tale provvedimento presenti passaggi che se da un lato tendono ad
    annullare la scelta inclusiva, operata circa quarant’anni fa con le prime norme emanate (L. 118/71, documento Falcucci, L. 517/77), dall’altro prospetta nuovi scenari in cui le persone con disabilità potrebbero rivivere l’esperienza dell’emarginazione e dell’esclusione. Ma non sarà un ritorno al passato, perché il nuovo che avanza è un tempo che nega il passato, recuperando quel concetto di “standard”, che tende a giustificare tanto l’abbandono quanto l’indifferenza. Il decreto legislativo 378 non presenta solamente criticità “organizzative e procedurali”; esso contiene una valenza culturale così dirompente da riuscire a spezzare quelle poche certezze raggiunte in questi anni di impegno nel cercare di affermare i diritti degli alunni e degli studenti con disabilità.

    Premesso che, considerati i contenuti e le difficoltà nell’emendare un testo che mostra scarsa coerenza sia con i principi che l’integrazione scolastica, forte di un’esperienza pluridecennale, propugna, sia con i diritti dichiarati da documenti nazionali e internazionali, non ultima la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, la scelta più logica consisterebbe nel ritiro del decreto a favore di un nuovo testo, dal quale rilevare nel concreto il rispetto dei diritti degli alunni e degli studenti con disabilità, vengono di seguito indicati i possibili punti, peraltro irrinunciabili, per una “correzione” del provvedimento.

    Che cosa occorre cambiare, introdurre, modificare:

    1) Recupero formale e inequivocabile del ruolo e della centralità della famiglia (che nel decreto praticamente scompare),
    2) Predisposizione e approvazione del PEI da parte del gruppo di lavoro, composto da insegnanti della classe, famiglia e specialisti ASL), [ovvero mantenimento di quei gruppi conosciuti con il nome di GLHO, così come avviene oggi]
    3) Indicazione della tempistica di elaborazione del PEI e suoi contenuti (fra cui: programmazione curricolare, profilo di funzionamento). [La generica definizione del Pei introdotta dal decreto 378, che fra l’altro abroga il dpr di riferimento, cioè il decreto che
    descrive quali sono i contenuti del Pei, lascia senza indicazioni. Risulta pertanto importante indicare con puntualità i contenuti]
    4) Numero di alunni per classe: massimo 20 (e non 22 come tenta di aumentare il decreto) indicazione di un numero massimo di alunni con disabilità per classe: massimo 1 in classi di 20 alunni in totale [reintroduzione del tetto massimo di alunni con disabilità in classe]
    5) Ridefinizione dei criteri di valutazione della qualità della scuola (L’Invalsi è infatti chiamata a predisporre dei Protocolli per la valutazione);
    6) Cancellazione del piano per l’inclusione (che non corrisponde al PAI; si tratta di un nuovo documento che non viene descritto in maniera chiara nel documento che accompagna il decreto, lasciando al momento a libere interpretazioni. Di fatto non si evincono le ragioni e ancor meno le finalità sottese all’introduzione di un altro documento da compilarsi a cura del Collegio docenti su indicazioni del D.S.).
    7) Cancellazione delle sezioni del sostegno e del vincolo decennale (La questione non può essere bloccata sui docenti: occorrono soluzioni che favoriscano il processo inclusivo e il percorso di apprendimento degli alunni con disabilità, percorso che deve attuarsi
    nelle classi comuni insieme ai propri compagni),
    8) Formazione iniziale: tutti gli aspiranti docenti devono acquisire non meno di 60 CFU, su tematiche riguardanti “unicamente” l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, oltre quelli già previsti dal piano di studio; (introdurre gradualmente la formazione obbligatoria per tutti gli aspiranti docenti: nessun docente privo di competenze per lavorare con alunni con disabilità deve entrare in classe)
    9) Ridefinizione dei componenti del GIT (Vengono indicati altri soggetti per il gruppo che, di fatto, andrà a sostituire l’attuale GLIP. Nelle proposte emendative formulate, il GIT dovrà vagliare anche il PEI, elaborato e approvato congiuntamente da docenti della
    classe, famiglia e specialisti socio-sanitari).
    10) Continuità educativo-didattica (che deve riguardare tutti i docenti della classe o della sezione in cui è iscritto l’alunno con disabilità per tutto il ciclo scolastico, e non solamente un docente).

    Gli appuntamenti, adesso, proseguono in altre città, mentre sono in fase di calendarizzazione nuovi incontri.
    Di seguito le prossime date e le località:
    – giovedì 16 febbraio, alle ore 18.00, a Spinea (VE), in P.za Marconi, n. 64
    – sabato 18 febbraio, alle ore 14.30, a Milano, in via Padova n. 69 (Parco Trotter)
    – domenica 19 febbraio, alle ore 17.30, a Montichiari (Brescia), in via Falcone n. 6, presso Associazione “Un Sorriso di Speranza”.

    L’invito resta aperto ai genitori, agli insegnanti e a tutti coloro che lo desiderano.

    Evelina Chiocca
    Caterina Altamore
    Stefania Santinelli
    Silvia Biella
    Elio Canino
    C.I.I.S. Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno e i Gruppi Facebook di genitori e insegnanti:
    “Sostegno 378”, “La scuola pubblica non deve finire”, “Docenti per la scuola pubblica”, “Rete
    nazionale per il diritto allo studio”
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