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La rivolta dei presidi: troppo lavoro mal pagato. La Buona Scuola è diventata un boomerang
Andrea Carlino Giovedì, 20 Aprile 2017
Fonte: Tecnica della scuola
Non sono studenti, nè docenti, ma sono ugualmente agguerriti. Stiamo parlando dei dirigenti scolastici che si scagliano contro il governo. Il motivo
In un'intervista al Corriere Fiorentino, il presidente dell'ANP Toscana, Alessandro Artini, parla così: "Basta super lavoro: rifiuteremo incarichi, reggenze e ciò che non ci spetta. Il primo problema è che i carichi di lavoro, con tutte le incombenze burocratiche che ci piovono addosso, sono diventati insostenibili — spiega Artini — Poi, La riforma della Buona Scuola, che secondo molti di noi andava nella direzione corretta, ha finito per darci delle enormi responsabilità, ma senza darci dei poteri effettivi. Però quando i genitori vengono a contestare un docente inadeguato se la prendono, e giustamente, con noi dirigenti".
Il dirigente scolastico dell'Istituto Saffi, Valerio Vagnoli, sempre al Corriere Fiorentino, parla del suo caso concreto: "Dirigo una scuola di 1.200 studenti, e quindi ho a che fare con 2.400 genitori, con 190 insegnanti, con altri 50 dipendenti. E in più una volta a settimana devo andare a Palazzuolo sul Senio e Marradi per una reggenza — dice — Siamo sopraffatti, siamo sommersi dalle scartoffie, dai ricevimenti, dai collegi, dai genitori che legittimamente bussano alla tua porta. Lavoriamo 12 ore al giorno. E non basta. La domenica è l’unico giorno in cui abbiamo tempo per scrivere le relazioni della settimana: per questo io e altri dirigenti chiediamo, provocatoriamente, di aprire le scuole anche la domenica in modo da far vedere in che condizioni siamo".