Sostegno. Pochi posti per TFA III ciclo, nel Nord 10.000 cattedre a docenti senza titolo

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    Sostegno. Pochi posti per TFA specializzazione III ciclo, nel Nord 10.000 cattedre a docenti senza titolo




    Comunicato Misos – Il presidente dell’associazione MISoS, Ernesto Ciracì, in un’intervista rilasciaall’Avvenire il 19 settembre 2017, ha denunciato l’attuale situazione di emergenza sul sostegno didattico-educativo e ha messo in luce, in particolare, l’incongruenza tra il numero dei posti destinati dalle diverse Università italiane ai nuovi docenti specializzandi del III ciclo e l’effettivo fabbisogno regione per regione.

    È risaputo come la richiesta di docenti sia maggiore al Nord che al Sud; in regioni come la Lombardia, il Veneto e il Piemonte, la disponibilità di personale è inversamente proporzionale al fabbisogno, e le segreterie scolastiche fanno fatica a reclutare docenti specializzati sul sostegno: nelle province del Nord sono oltre 10.000 le cattedre di sostegno di diritto che verranno assegnate a docenti non qualificati, spesso neolaureati e senza esperienza alcuna.
    Di fronte a una situazione di questo tipo, ci si domanda con quali criteri sia stato distribuito, a livello nazionale, il numero dei posti destinati alle nuove specializzazioni. I 200 posti banditi per il Piemonte, i 270 per il Veneto, i 310 per l’Emilia Romagna risultano assolutamente irrisori e insufficienti, specie se confrontati con le cifre previste per il Sud: basti pensare che solo le Università del Molise hanno bandito ben 370 posti, più di quelli di una regione geograficamente estesa come l’Emilia Romagna; le Università campane hanno selezionato 1150 docenti, e quelle siciliane addirittura 1185.
    Secondo il Presidente, sarebbe opportuno, in vista della programmazione dei prossimi corsi di sostegno che verranno attivati attraverso i FIT, calcolare in modo puntuale il reale fabbisogno di docenti di sostegno da far entrare in classe.
    La scuola italiana non è assolutamente guarita dalla supplentite, e a pagarne maggiormente le spese sono ovviamente gli alunni con disabilità, che ancora, oltre a subire l’ingiustizia di non vedersi garantito il diritto all’istruzione come gli altri compagni di classe, vedono come sempre violato il proprio diritto ad avere un insegnante di sostegno specializzato, competente e in grado di garantire loro un’adeguata crescita formativa, nel rispetto della continuità didattica ed educativa, come d’altronde richiesto dalla Legge 104/92.
     
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