Stress lavorativo e burnout per il personale scolastico: gli impegni nel contratto scuola

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    Stress lavorativo e burnout per il personale scolastico: gli impegni nel contratto scuola


    Di
    Fabrizio De Angelis -
    19/03/2018


    L’ipotesi di contratto scuola firmata lo scorso 9 febbraio, sappiamo che è di natura principalmente economica, nel senso che non apporterà novità sostanziali per il personale scolastico. Tuttavia, sull’ultimo numero di Dirigenti News, la Cisl Scuola approfondisce i temi dello stress lavorativo a scuola e i problemi conseguenti di burnout, che sono stati inseriti anche all’interno dell’ipotesi del nuovo contratto.
    Alunni e genitori violenti contro docenti, Ds e ATA

    Lena Gissi, segretario Cisl Scuola, si concentra inizialmente sugli episodi sempre più frequenti di violenza a scuola: “assistiamo ad episodi ricorrenti che vedono come protagonista il personale della scuola, scrive Gissi: episodi in cui i genitori aggrediscono gli insegnanti e i dirigenti scolastici e gli insegnanti picchiano gli allievi. Il tutto accompagnato da una conflittualità che si sposta nelle aule dei tribunali come mai avvenuto prima, in un clima che tende a considerare inefficaci meccanismi deflativi e di negoziazione, che confonde la rappresentanza sindacale con quella legale, le vie di fatto al dialogo, la reazione scomposta ed inammissibile alla professionalità e alla mediazione didattica e relazionale”. Inoltre, “il conflitto e il disagio sembrano attraversare la nostra scuola, un disagio che investe tutti gli attori, che spesso esprime un alto livello di stress e si traduce anche in casi frequenti di burn out”.

    Il segretario Cisl Scuola ricorda che la tutela dello stato di salute dei lavoratori è un obbligo previsto dal Decreto legislativo 81/2008 e che nella Valutazione dei rischi sono compresi quelli dovuti a stress lavoro correlato.
    In mezzo alla notizia
    Il patto educativo di corresponsabilità

    Il sindacato applaude in tal senso la revisione del Patto di Corresponsabilità da parte del Miur, in particolare l’articolo 24 sulla Comunità educante: “informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell’ordinamento italiano”.
    Anche la contrattazione pensa allo stress

    Ed ecco il punto centrale dell’editoriale di Lena Gissi, che spiega come sono anche stati introdotti alcuni elementi specifici sul versante della regolazione dei rapporti di lavoro.
    “La conciliazione dei tempi di vita e lavoro è al centro dell’azione dell’Organismo paritetico per l’innovazione (art.9) mentre nella contrattazione nell’istituzione scolastica saranno esaminati i riflessi che l’informatizzazione produce sulla qualità del lavoro del personale e i criteri per l’individuazione di fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita per il personale ATA, al fine di conseguire una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare”.
    Diritto alla disconnessione

    Ricordiamo a tal proposito anche uno dei punti maggiormente evidenziati dalla nostra testata, ovvero il diritto alla disconnessione, come previsto dall’articolo 22, infatti, “Non si può stare connessi alla rete ventiquattro ore su ventiquattro, a scuola si sono verificati in questi ultimi anni decine di cause per via di mail o messaggi che erano stati spediti ma non erano state letti in tempo utile dagli insegnanti. È per questa ragione che nasce il nuovo contratto: saranno stabilite regole certe e fasce orarie protette in cui i docenti dovranno essere reperibili su indirizzi mail e telefoni”.

    Pertanto, a decidere le fasce orarie in cui il personale potrà essere o non essere contattato saranno i singoli istituti in funzione della loro autonomia, e sulla base degli accordi che saranno trovati collegialmente tra le varie rappresentanze sindacali.

    Dialogo con le rappresentanze sindacali

    Sugli accordi trovati con le rappresentanze sindacali, Gissi si sofferma, evidenziando come le relazioni sindacali con i lavoratori saranno tese proprio alla salvaguardia e tutela dallo stress e dal burnout: “Uno degli oggetti del confronto sarà proprio la “promozione della legalità, della qualità del lavoro e del benessere organizzativo e individuazione delle misure di prevenzione dello stress lavoro- correlato e di fenomeni di burn-out”.

    Ovviamente, lo stesso tema sarà centrale anche per il prossimo contratto scuola, le cui trattative dovrebbero iniziare nei prossimi mesi.


    Cosa bolle in pentola

    Nel contratto l'impegno a ridurre lo stress lavorativo

    Assistiamo ad episodi ricorrenti che vedono come protagonista il personale della scuola: episodi in cui i genitori aggrediscono gli insegnanti e i dirigenti scolastici e gli insegnanti picchiano gli allievi. Il tutto accompagnato da una conflittualità che si sposta nelle aule dei tribunali come mai avvenuto prima, in un clima che tende a considerare inefficaci meccanismi deflativi e di negoziazione, che confonde la rappresentanza sindacale con quella legale, le vie di fatto al dialogo, la reazione scomposta ed inammissibile alla professionalità e alla mediazione didattica e relazionale.
    Il conflitto e il disagio sembrano attraversare la nostra scuola, un disagio che investe tutti gli attori, che spesso esprime un alto livello di stress e si traduce anche in casi frequenti di burn out.
    Sono venti di conflittualità che non investono solo la scuola ma l’intera società. Secondo dati Censis, l’87,3% dei millennials pensa che sia molto difficile l’ascesa sociale, in un Paese “caratterizzato da un lungo ciclo di sviluppo senza espansione economica”, in cui “il futuro è rimasto incollato al presente”, in cui cresce il rancore e proliferano sovrastrutture formali e complicazioni gestionali alle quali la digitalizzazione crescente non sembra porre rimedio, anzi.
    Allora il concetto opposto a quello di burn out - e che diviene un orizzonte - è quello del benessere, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito come uno “stato nel quale una persona può realizzarsi, superare le tensioni della vita quotidiana, svolgere un lavoro produttivo e contribuire alla vita della propria comunità”. Il benessere è una dimensione dinamica, un processo di regolazione continua, che non può essere lasciato solo alle risorse del singolo ma richiede - soprattutto nella scuola - l’intenzionale costruzione di luoghi in certa misura inattuali, luoghi in cui sia difesa la possibilità di ritrovare significati positivi nell’azione quotidiana, in cui siano possibili alleanze più che antagonismi.
    In un ambiente che si qualifica orientato all’apprendimento, occorre trovare un giusto equilibrio tra l’attenzione alla persona e al compito da realizzare, e nello stesso tempo creare valore pubblico e cittadinanza. La tutela dello stato di salute dei lavoratori è un obbligo previsto dal Decreto legislativo 81/2008; nella Valutazione dei rischi sono compresi quelli dovuti a stress lavoro correlato. Tuttavia siamo convinti che un valido contributo alla prevenzione sia da individuare nel presidio del tessuto culturale che anima l’ambiente scolastico, nella formazione, nell’esistenza di strumenti di interpretazione le cui parole chiave siano accoglienza, trasparenza, condivisione di regole, chiara definizione di responsabilità, valorizzazione e riconoscimento dei contributi che ognuno può apportare.
    La riduzione dei fattori di stress e la creazione di idonee condizioni di lavoro chiama in causa tuttavia una molteplicità di dimensioni personali e sociali e una molteplicità di soggetti e di responsabilità a tutti i livelli, da quello legislativo a quello amministrativo. Sono responsabilità alle quali nessuno può sottrarsi. Se da un lato la Cisl Scuola ha diffidato, con le altre organizzazioni sindacali, i dirigenti degli USR che non provvedono alla valutazione del rischio dello stress lavoro correlato per i dirigenti scolastici, dall’altro ha valutato positivamente l’azione del MIUR per rivedere i Patto educativo di corresponsabilità. Inoltre nella recente ipotesi di contrato collettivo nazionale le parti sociali hanno utilizzato lo strumento peculiare dell’azione sindacale, la contrattazione, per sottolineare la centralità dell’ambiente di lavoro e la specificità della scuola.
    In tal senso è significativo l’aver fortemente voluto l’inserimento dell’art. 24 sulla Comunità educante “informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell’ordinamento italiano”.
    Si tratta di un approccio che intende sostenere una visione diversa da quella divisiva, competitiva e caratterizzata da efficientismo formale. Il dirigente scolastico, immerso nella dimensione della comunità educativa, è punto di riferimento per una leadership che sostiene il senso di efficacia collettiva e la sensazione di tutto il personale scolastico di contribuire al raggiungimento di obiettivi comuni. La costruzione di una leadership distribuita è una delle soluzioni da sostenere per ridurre lo stress lavorativo dei dirigenti scolastici.I sindacati, in assenza di fondi che consentissero un progetto immediato, hanno tuttavia condiviso una dichiarazione congiunta in cui “le parti si impegnano a prevedere una fase istruttoria che consenta di acquisire ed elaborare tutti gli elementi utili ad individuare forme e strumenti di valorizzazione nell’ottica dello sviluppo professionale dei docenti”. Ma sono anche stati introdotti alcuni elementi specifici sul versante della regolazione dei rapporti di lavoro. La conciliazione dei tempi di vita e lavoro è al centro dell’azione dell’Organismo paritetico per l’innovazione (art.9) mentre nella contrattazione nell’istituzione scolastica saranno esaminati i riflessi che l’informatizzazione produce sulla qualità del lavoro del personale e i criteri per l’individuazione di fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita per il personale ATA, al fine di conseguire una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare.
    Tra gli oggetti di contrattazione sono stati inseriti anche i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio (cosiddetto diritto alla disconnessione). Accanto alla contrattazione è stato introdotto il Confronto, ulteriore modalità di partecipazione sindacale: “il confronto è la modalità attraverso la quale si instaura un dialogo approfondito sulle materie rimesse a tale livello di relazione, al fine di consentire ai soggetti sindacali di esprimere valutazioni esaustive e di partecipare costruttivamente alla definizione delle misure che l'amministrazione intende adottare”. Uno degli oggetti del confronto sarà proprio la “promozione della legalità, della qualità del lavoro e del benessere organizzativo e individuazione delle misure di prevenzione dello stress lavoro- correlato e di fenomeni di burn-out”. Identica attenzione alla prevenzione di fenomeni di stress lavoro correlato e di burn out dovrà evidentemente essere posta nel prossimo rinnovo del contratto delle aree dirigenziali del comparto Istruzione e ricerca. Riteniamo tuttavia che debbano essere richiamate anche responsabilità del Parlamento e dell’Amministrazione. Molto del disagio che i dirigenti vivono deriva dalla insostenibile sovrapposizione di norme e disposizioni, dall’accanimento burocratico e dalla difficoltà a individuare compiti e responsabilità in un’organizzazione del lavoro sempre più disorganica e poco attenta alla specificità della scuola.
     
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