Il rischio chimico nelle scuole: dalle fotocopiatrici agli impianti di condizionamento

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    Il rischio chimico nelle scuole: dalle fotocopiatrici agli impianti di condizionamento
    Di

    Aldo Domenico Ficara -
    13/07/2018


    La valutazione del rischio chimico all’interno dei nostri edifici scolastici si identifica in modo particolare sull’analisi delle attività di pulizia e di igienizzazione di locali, sui laboratori didattici ove siano presenti prodotti chimici, sul posizionamento degli arredi scolastici e delle fotocopiatrici. La valutazione del rischio chimico si basa sulla:

    misure di prevenzione già adottate
    frequenza di utilizzo da parte del personale
    modalità di manipolazione di tali prodotti
    tipologia di agente chimico pericoloso
    valutazione delle quantità utilizzate

    Il rischio chimico maggiore proviene dall’aria. Nell’aria viene misurata l’incidenza che possono avere fattori di inquinamento outdoor provenienti da edifici nei paraggi. Sempre nell’aria deve essere calcolata la fondamentale concentrazione di biossido di carbonio (CO2), di COV (Composti organici volatili), di particolato, di ozono, per l’aria devono essere per esempio osservati gli impianti di aerazione, di ricambio e il corretto rapporto cubatura/numero di occupanti. Le sorgenti di rischio vanno dai materiali da costruzione, ai prodotti di pulizia, passando per le fotocopiatrici. Molti sono i fattori capaci di inquinare l’aria in una scuola e sui quali vigilare. In una scuola le “Fonti di inquinamento indoor – agenti inquinanti sono:

    Materiali da costruzione e isolanti – amianto, fibre vetrose artificiali;
    materiali di rivestimento e moquette – formaldeide, acrilati, COV;
    arredi – formaldeide, COV ;
    liquidi e prodotti per la pulizia – alcoli, fenoli, COV;
    fotocopiatrici – ozono (O3), polvere di toner, idrocarburi volatili (COV);
    impianti di condizionamento – aumento di CO2 e di COV per scarso numero di ricambi orari o eccesso di riciclo.
     
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