Referendum, ADIDA: bocciata la riforma costituzionale è il turno della Buona Scuola

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    Referendum, ADIDA: bocciata la riforma costituzionale è il turno della Buona Scuola




    Comunicato ADIDA – Oggi, giorno memorabile per la tenuta democratica del Paese, noi precari italiani esultiamo, perché dopo la Buona Scuola che ci ha privati di diritti e professionalità, abbiamo combattuto per difendere la Carta Costituzionale che, anche nell’ambito dei contenziosi che abbiamo avviato, era l’unica nostra certezza: certezza di equità, di democrazia, di Diritto!

    Abbiamo preso una posizione netta e consapevole, aderendo coma Adida alla fondazione e alla campagna vittoriosa del Comitato “In difesa della Costituzione con Ferdinando Imposimato”, insieme all’Avv. Michele Bonetti e al Mida precari, in insieme alla maggioranza dei cittadini, utilizzando i mezzi del confronto, del dialogo, la rete, le piazze, i mercati, spiegando le ragioni della nostra posizione e, insieme a tutti i cittadini consapevoli, abbiamo potuto contribuire a difendere la nostra Costituzione dagli attacchi verticistici e antidemocratici del Governo più arrogante che il Paese ricordi.

    La sua campagna referendaria, un bombardamento invadente, che ha nauseato persino i bambini, non ha ingannato nessuno. L’Italia compiacente, quella che sale sul carro del vincitore, anche prima del tempo e dello svolgimento del referendum costituzionale, ha perso. Non è servito comprare ogni spazio, nemmeno contaminare i libri di testo delle scuole, presentando la Nuova Costituzione, libri che oggi, nonostante lo Stato li abbia pagati, i nostri bambini se li trovino nello zaino, con nozioni false, inutile carta straccia per accendere il fuoco.

    I precari italiani, oggi più di prima, hanno rinunciato alla Buona Costituzione e si stanno preparando a rinunciare alla Buona Scuola, con un atteggiamento rinnovato. Ciò che abbiamo chiesto era il rispetto dei nostri diritti, non concessioni. La classe politica che ha occupato le istituzioni in questi ultimi tre anni ha dimenticato che il suo ruolo di potere doveva servire per tutti i cittadini, non per i loro sostenitori, concedendo privilegi e riconoscimenti solo e unicamente a chi loro compiaceva e che li compiacevano. Un errore di valutazione, quello di pensare di poter comprare tutti gli altri con gli scarti delle loro politiche scellerate e con finte riforme che hanno alimentato disparità, discriminazioni e diseguaglianze.

    Tra tutte i risultati strabilianti che Renzi ha annoverato ieri sera, nel suo discorso di sconfitta, non una parola sulla scuola, dove recentemente aveva fatto importanti ammissioni, sostenute da promesse, quelle delle assunzioni in programma, che non hanno abbindolato nessuno. Tutto questo ha avuto una fine, stabilita dalla volontà di tutti, per primi noi precari, di mantenere saldi quei principi costituzionali che sono sempre stati la nostra unica certezza. Da oggi, più di prima, la nostra Costituzione sarà il canovaccio sul quale costruire il nostro progetto di ripresa della scuola, dei nostri diritti, della nostra dignità professionale, bene prezioso e nostro biglietto da visita per i progetti che ci dobbiamo preparare, già da oggi, a realizzare.

    Valeria Bruccola, coordinatrice nazionale Adida
     
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